Cerca

TERZO SETTORE, LA RIFORMA ARRIVA IN SENATO

Diadmin

TERZO SETTORE, LA RIFORMA ARRIVA IN SENATO

Fonte www.nonprofitonline.it – Dopo il via libera della Commissione Affari Costituzionali, che ha concluso l’analisi dei numerosi emendamenti presentati, il 17 marzo è arrivato in Aula al Senato il disegno di legge delega di riforma del terzo settore e di istituzione del servizio civile universale. Un testo che giunge all’Assemblea cambiato rispetto a quello approvato dalla Camera nell’aprile 2015 e che, nelle intenzioni del Governo e della maggioranza, una volta licenziato da Palazzo Madama, dovrà poi ritornare blindato alla Camera per l’approvazione definitiva.

Dopo le modifiche attuate nelle due sedute del 15 e 16 marzo, la Commissione ha votato gli emendamenti relativi all’articolo 9 (quello riguardante il fisco) e agli articoli 10 e 11 sulle disposizioni transitorie e la previsione di relazione al Parlamento. Non è stato invece messo ai voti l’emendamento presentato in extremis dal Governo con l’istituzione della Fondazione Italia Sociale, che ha suscitato un vivace dibattito destinato a trasferirsi dalla Commissione all’Aula, tenendo conto che l’esecutivo ha deciso di non insistere in Commissione (ritirando l’emendamento) per confrontarsi direttamente in Aula, dove sarà riproposto in una versione però riveduta e corretta, tenendo conto delle più interessanti proposte di modifica giunte finora.

Il tema della Fondazione è piuttosto dibattuto. Secondo il relatore Stefano Lepri l’obiettivo da considerare è l’istituzione di una struttura statale, a livello nazionale, che sia capace di attrarre le donazioni di imprese e cittadini, sotto forma di prestiti, erogazioni a fondo perduto o anticipazioni di capitale, destinate agli enti del Terzo settore. La Fondazione offrirebbe garanzie circa la destinazione pubblica delle risorse e l’elevato impatto sociale e occupazionale dei progetti realizzati. Rispetto alla prima formulazione, l’intendimento è quello di accogliere alcune proposte di modifica, a partire da quella che precisa come i soggetti che beneficeranno delle iniziative della Fondazione saranno esclusivamente gli enti del Terzo settore (e non più genericamente gli interventi innovativi caratterizzati dalla produzione di beni e servizi che, senza scopo di lucro, siano idonei a conseguire con un elevato impatto sociale e occupazionale).

D’altro canto, verrà eliminata la previsione che il patrimonio della Fondazione possa essere incrementato anche da apporti dello Stato o di soggetti pubblici: “Se si intende incentivare la donazione da parte di privati, imprese e cittadini, sarebbe irragionevole – argomenta il relatore Lepri – consentire la destinazione di risorse anche da parte di soggetti pubblici”. Sarà anche proposto di acquisire il parere delle competenti Commissioni parlamentari per l’approvazione dello statuto della Fondazione, ed è plausibile che le attività svolte e le risorse impiegate siano oggetto di una apposita relazione al Parlamento.

Modifiche che non piacciono più di tanto alle opposizioni. Rispondendo ad alcune sollecitazioni, il sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Luigi Bobba ha ribadito che “lo strumento della Fondazione non è affatto alternativo rispetto all’intervento del welfare pubblico o agli enti del Terzo settore” e che l’iniziativa (che si richiama a una analoga esperienza francese) ha lo scopo di “organizzare l’area della filantropia, attraendo i grandi donatori che preferiscono affidarsi a un ente strutturato e organizzato, piuttosto che costituire fondazioni di carattere privato”. Bobba spiega che la Fondazione, pur avendo una finalità pubblica, avrà natura giuridica privata, sull’esempio di ciò che avviene già oggi per l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova. Il nuovo soggetto avrà natura operativa, in quanto assumerà la responsabilità – anche sulla base delle competenze che saprà incorporare – nella gestione e nella realizzazione di progetti di alto valore sociale e occupazionale, i quali potranno riguardare (è una delle proposte di modifica che potrebbe essere accolta) principalmente i territori disagiati. Secondo Bobba “il nuovo soggetto avrà un valore complementare rispetto agli enti del Terzo settore, grazie alla sua capacità di attrarre le donazioni dei soggetti privati rilevanti sotto il profilo economico e scoraggiando, al contempo, la moltiplicazione di fondazioni di piccola entità”.

La Fondazione non beneficerà di trattamenti fiscali privilegiati.

Per il Forum nazionale del Terzo settore si tratta comunque di un passo in avanti. “Gli emendamenti presentati, in particolare da Stefano Lepri, relatore della Riforma al Senato, d’intesa con il sottosegretario alle Politiche Sociali Luigi Bobba, ma anche dagli esponenti di maggioranza e opposizione, in vista della discussione del testo in Aula, colgono le nostre preoccupazioni, modificando in maniera significativa alcune delle questioni che abbiamo sollevato sin dall’inizio della discussione in Parlamento. Quegli emendamenti, infatti, mostrano la capacità di centrare le nostre istanze, sempre volte all’interesse generale del Paese e a rafforzare l’autonomo impegno civico dei cittadini di cui siamo la rappresentanza organizzata e quindi primo destinatario della Riforma”.

Lo ha dichiarato in una nota il portavoce del Forum, Pietro Barbieri. Per quanto poi riguarda la Fondazione Italia Sociale – nuovo organismo che secondo il Governo dovrebbe fare da volano, finanziandole, a iniziative di produzione di beni e servizi con un elevato impatto sociale e occupazionale, già definito come una sorta di “IRI del sociale” – rimaniamo in attesa – dichiara Barbieri – dell’annunciato emendamento da parte dell’Esecutivo, auspicando che possano essere colte sia le nostre preoccupazioni che quelle della I Commissione del Senato. A questo punto aspettiamo che tutti questi emendamenti – conclude il Portavoce del Forum – diventino parte del testo approvato e nonostante non siano stati sciolti tutti i dubbi, siamo fiduciosi che nella fase di redazione dei Decreti Legislativi possano essere apportate le ulteriori modifiche necessarie a rendere il testo pienamente coerente e soddisfacente alla facilitazione della cittadinanza attiva nel Paese. Per quanto ci riguarda, continueremo certamente nella nostra azione di pressione, perché una buona politica è quella che, nel decidere, sa prima ascoltare”.

Per approfondire

Leggi l’articolo “Renzi torna a parlare della Riforma del Terzo settore”

Info sull'autore

admin administrator