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La condizione di vita delle persone con disabilità nei paesi in via di sviluppo

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La condizione di vita delle persone con disabilità nei paesi in via di sviluppo

Il 15% della popolazione mondiale, in pratica circa un miliardo di individui, ha una disabilità Ma un dato che viene trascurato parla di una realtà che coinvolge molte più persone. Chi sono? Le famiglie delle persone con disabili: le loro vite ruotano in gran parte alla cura dei loro congiunti.

Prendiamo ad esempio i bambini con autismo: mentre lavorano sodo per sviluppare le loro abilità sociali e verbali, i loro genitori sono impegnati intere giornate per difendere i diritti dei loro figli a ricevere gli stessi privilegi e le stesse cure degli altri bambini. Una vita non facile, specie per quelli che vivono nei paesi meno sviluppati, ma di enorme ammirazione. In questi paesi, i bambini con disabilità spesso non sono in grado di ricevere un’istruzione o cure specialistiche, lasciando poche opzioni a genitori già finanziariamente provati. Ecco perché accadono cose che lasciano basiti nelle nazioni meno sviluppate:

L’80% delle persone con disabilità che vive nei paesi in via di sviluppo non ha accesso all’assistenza sanitaria. Ciò è indubbiamente attribuito alla povertà stessa. Quando le madri non hanno accesso all’assistenza sanitaria durante la gravidanza, aumentano le probabilità che il loro bambino nasca con una disabilità. Malnutrizione e malattia in tenera età possono anche causare menomazioni irreversibili. Inoltre, alcune ferite permanenti (come le amputazioni) sono causate da conflitti civili, condizioni di lavoro pericolose e rischi ambientali.

Secondo l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), le persone con disabilità hanno un livello di istruzione inferiore. Se paragoniamo la difficoltà intrinseca che devono affrontare le persone con disabilità nelle scuole dei cosiddetti paesi sviluppati, non osiamo immaginare come deve essere la loro vita scolastica in quei paesi dove i servizi disponibili sono notevolmente inferiori.

Nei paesi in via di sviluppo, le donne con disabilità sono considerate più svantaggiate perché escluse per due motivi: il loro genere e la loro disabilità. Purtroppo, sono particolarmente vulnerabili agli abusi.

Una stima dice che il 20% delle persone più povere al mondo soffre di una qualche forma di disabilità. Spesso considerati un peso per le loro famiglie, sono i più svantaggiati nelle loro comunità. L’accesso ai servizi è quasi inesistente, con palesi difficoltà di deambulazione che le rendono isolate, dipendenti dagli altri, oggetto di discriminazioni varie. Con l’aumento della povertà il rischio di morte prematura è la naturale conseguenza.

In questi paesi, è elevato il rischio che la mortalità nei bambini con disabilità raggiunga l’80%. Questo a causa di stigmatizzazione, discriminazione, abbandono infantile, aborti selettivi o persino infanticidio. A livello globale, solo 45 stati hanno leggi anti-discriminazione e altre specifiche per la disabilità. Sono pochissimi i paesi che hanno programmi e servizi che supportano questo gruppo molto vulnerabile. È arrivato il momento di garantire a tutti la possibilità di raggiungere il loro pieno potenziale.

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