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QUALE FUTURO NELL’UE PER LA CRPD?

Fonte www.superabile.it – Le osservazioni conclusive sull’UE da parte del Comitato delle Nazioni Unite sulla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, “continueranno a aprire le porte per le persone con disabilità, fornendo loro il sostegno di cui hanno bisogno per vivere la loro vita nella società sulla base di eguaglianza con le altre persone”, ha detto il direttore ad interim dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), Constantinos Manolopoulos, nel suo intervento alla Conferenza organizzata dal Comitato economico e sociale europeo.

Il 10 settembre, infatti, il FRA ha partecipato nella conferenza di Salonicco che è stata la prima occasione per valutare l’impatto delle osservazioni conclusive del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e come agire per il futuro.

Nell’occasione Manolopoulos ha riconosciuto l’importanza di queste osservazioni in quanto offrono indicazioni su ciò che l’Unione europea potrebbe e dovrebbe fare per realizzare pienamente i diritti sanciti dalla Convenzione.

In questo senso ha usato l’accessibilità come un esempio: nonostante 15 Stati membri dell’UE prevedono standard di accessibilità obbligatori per gli edifici pubblici, nella pratica, in molti paesi, questi parametri sono raramente rispettati. Manolopoulos ha ricordato come l’Agenzia UE continuerà a raccogliere dati affidabili, oggettivi e comparabili in tutta l’UE e fornirà analisi indipendenti a beneficio di tutte le parti interessate. Ha citato esempi di come l’Agenzia ha affrontato questioni che lo stesso Comitato ONU ha evidenziato come particolarmente importanti: indagini e dati sulla capacità giuridica, il ricovero e trattamento involontario, il diritto di voto, il passaggio dall’assistenza istituzionale a sostegni basati sulla comunità, la violenza contro i bambini con disabilità, nonché le indagini sulle barriere che le persone con disabilità intellettiva o psicosociali devono affrontare nella società.

Manolopoulos ha anche parlato del lavoro che il FRA svolge per lo sviluppo di indicatori per valutare le modalità di attuazione dei diritti previsti dalla Convenzione ONU, spiegando con un caso concreto come il FRA abbia già dimostrato il valore di tali indicatori: “Le prove che abbiamo raccolto dimostrano che le barriere giuridiche, amministrative e di accessibilità impediscono a milioni di europei con disabilità di partecipare alle elezioni, anche se i dati mostrano anche che le persone con disabilità sono ugualmente o anche più interessati alla politica rispetto alla popolazione generale” -ha detto Manolopoulos.

In conclusione, il FRA ha confermato l’impegno a lavorare con gli altri organismi UE per l’attuazione e il monitoraggio della Convenzione ONU sui disabili, contribuendo a rendere i diritti fondamentali una realtà per tutte le persone con disabilità.

Le Osservazioni sono disponibili a questo link

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#DRAWDISABILITY: LA CAMPAGNA CONTINUA

Fonte Inclusion International – C’è tempo fino al 30 settembre per partecipare all’iniziativa #drawdisability e votare i disegni – realizzati da ragazzi tra i 6 e i 17 anni di scuole di diverse parti del mondo – ritenuti più significativi sul tema disabilità.

La campagna #drawdisability è un’iniziativa realizzata dallo United Nations Secretary-General’s Global Education First Initiative (GEFI), con la collaborazione del Global Observatory for Inclusion (GLOBI) e dello United Nations Global Education First Initiative Youth Advocacy Group (GEFI-YAG).

Obiettivo della campagna è incoraggiare il dialogo e sensibilizzare sulla disabilità e sulle questioni a questa connesse tra gli insegnanti e gli studenti all’interno degli ambienti educativi e creare un progetto artistico globale incentrato sulla disabilità.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito http://www.globi-observatory.org/drawdisability/

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GIOVANI CON DISABILITÀ INTELLETTIVA, NUOVA INDAGINE

Fonte www-e-include.eu – l’associazione lituana Viltis, aderente a Inclusion Europe*, ha redatto un nuovo report sulle difficoltà che incontrano i ragazzi con disabilità intellettiva nel passaggio verso l’età adulta.

In particolare nel report, nato nell’ambito del progetto “Young Adults with Intellectual Disability: a European Learning Partnership for a new approach to the family system”, si mette in evidenza come, ad esempio, i ragazzi con disabilità intellettiva incontrino frequenti difficoltà nel trovare un lavoro che possa permettergli di essere indipendenti e di staccarsi un minimo dalle famglie.

Altro problema è la difficoltà a socializzare e ad avere dei momenti di incontro con altre persone che possano portarli ad avere delle amicizie al di fuori della famiglia.

Con questo report e con il progetto si spera di poter dare dei consigli utili per favorire soluzioni e promuovere maggiori servizi e supporti dedicati ai giovani adulti con disabilità intellettiva.

*Cui Anffas Onlus aderisce

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NUOVO CODICE DELLA STRADA, DA SETTEMBRE ADDIO AL CONTRASSEGNO ARANCIONE

Fonte www.superabile.itIl 15 settembre 2015, ai sensi del D.P.R. n.151 del 2012 (Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, concernente il regolamento di esecuzione e attuazione del Nuovo codice della strada, in materia di strutture, contrassegno e segnaletica per facilitare la mobilità delle persone invalide) scade il termine per sostituire il contrassegno delle autovetture di persone con disabilità di colore arancione, anche se ancora in corso di validità, con il contrassegno unificato europeo, di colore azzurro.

Oltre tale data il tagliando arancione non sarà più valido.

Con la modifica dell’articolo 381 del DPR 495/1992, per la circolazione e la sosta dei veicoli a servizio delle persone con invalidità e con capacità di deambulazione impedita, o sensibilmente ridotta, il comune di residenza rilascia autorizzazione mediante l’apposito contrassegno denominato “contrassegno di parcheggio per disabili” conforme al modello previsto dalla raccomandazione n. 98/376/CE del Consiglio dell’Unione europea del 4 giugno 1998.

Il contrassegno è strettamente personale, non è vincolato ad uno specifico veicolo e ha valore su tutto il territorio nazionale (articolo 1, comma 1, lett. b del DPR 151/2012).In base alla lettera e) dello stesso comma 1, il Comune potrà inoltre stabilire, anche nell’ambito delle aree destinate a parcheggio a pagamento gestite in concessione, un numero di posti destinati alla sosta gratuita degli invalidi muniti di contrassegno superiore al limite minimo previsto dall’articolo 11, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503 e prevedere, altresì, la gratuità della sosta per le persone con invalidità nei parcheggi a pagamento qualora risultano già occupati o indisponibili gli stalli a loro riservati.

Il contrassegno può essere permanente (va rinnovato ogni 5 anni), oppure temporaneo (validità correlata alla disabilità riscontrata dallo staff medico).

Il contrassegno permanente alla scadenza può essere rinnovato sulla base di documentazione medica che attesti la persistenza dello stato di invalidità. La differenza tra il vecchio e nuovo, oltre che nel colore, sta nel formato, nel contenuto e nel simbolo. Inoltre, i dati della persona con disabilità, la foto del titolare e la sua firma vanno apposti sul retro del tagliando, in modo da non essere visibili dall’esterno dell’abitacolo e garantire quindi la tutela della privacy.

Le novità al Codice della strada non sono finite.

Cambiano le regole per le patenti speciali per disabilità: con la patente B per persone con disabilità sarà possibile trainare rimorchi senza limiti di peso (attualmente il tetto è di 750 kg) anche se il totale del complesso veicolare (auto e rimorchio) non potrà superare i 3500 kg. Se invece si vogliono trainare pesi maggiori resta l’obbligo di conseguire il corrispondente titolo abilitativo

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DAI DECRETI SUL JOBS ACT POSITIVE NOVITÀ PER LE PERSONE CON DISABILITÀ

Un plauso all’approvazione definitiva in Consiglio dei Ministri dei decreti attuativi del Jobs Act. Le attese disposizioni in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità si avviano quindi verso la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

È un traguardo importante in funzione dell’aggiornamento di norme ormai datate e di adeguamento dei servizi di mediazione e di supporto all’inclusione lavorativa. Ma è anche un punto di partenza che prevede la determinante ulteriore regolamentazione e riorganizzazione dei servizi per l’impiego, un cambio di passo per tutti gli attori coinvolti.

Apprezzabile lo sforzo del Governo – in particolare del Ministero del Lavoro – nell’ascoltare in sede di redazione e, successivamente, di fare sintesi delle osservazioni, diverse e complementari, giunte dalle Commissioni parlamentari, dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni delle persone con disabilità che restituiscono un valore aggiunto alla norma.

Il testo che ne esce contiene anche alcune novità sulla chiamata nominativa (possibile solo con la mediazione dei servizi) e sul ruolo dei Comitati tecnici inizialmente soppressi, ma è comunque l’impianto complessivo, condiviso fin dall’esordio, ad essere confermato.

È mirato a evitare le elusioni, a favorire l’ingresso e la permanenza al lavoro, a potenziare il ruolo di mediazione dei servizi, a garantire una più forte attenzione alle disabilità con maggiori compromissioni funzionali, in particolare di natura intellettiva e psichica, a prevedere un rafforzamento degli incentivi alle aziende.

Va ripetuto: la normativa vigente aveva necessità di una “manutenzione straordinaria”: lo dicono i numeri e centinaia di migliaia di storie di vita, lo evidenzia il tasso di inoccupazione fra le persone con disabilità, la percentuale di “uscite” dal mondo del lavoro, i tassi di scopertura delle aliquote di riserva…

Siamo orgogliosi di aver partecipato produttivamente a questo percorso assieme ad altri anche se da angoli prospettici diversi. Il dialogo e il confronto – quando sono qualificati, volti al bene comune e concentrati sui contenuti reali – possono sortire esiti molto positivi. A partire da questa consapevolezza, continueremo a incalzare il Governo, nei nostri diversi ruoli di rappresentanza, per l’attuazione di politiche attive che garantiscano l’innalzamento costante della soglia dei diritti per i lavoratori, proprio a partire dalle persone con disabilità.

Prossima tappa: la definizione condivisa delle nuove Linee Guida per il collocamento mirato, previste proprio dal Decreto appena approvato, con una prioritaria attenzione alla tutela delle persone con più gravi disabilità ancora troppo spesso discriminate nell’inclusione lavorativa.

Questi sono i nostri prossimi obiettivi che, nella concretezza, consentiranno di misurare i passi in avanti del lungo cammino per una effettiva e completa realizzazione del diritto al lavoro delle persone con disabilità.

*Cui Anffas Onlus aderisce

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IN PRESENZA DI ALUNNI CON DISABILITÀ LA CLASSE NON PUÒ AVERE PIÙ DI 20 STUDENTI

Fonte www.edscuola.euLe classi iniziali delle scuole di ogni ordine e grado che accolgono studenti con disabilità devono essere costituite con non più di 20 alunni. Questo è quanto emerge dalla sentenza del Tar di Palermo dello scorso 22 luglio che ha anche ritenuto che tale limite debba estendersi a tutte le classi.

La vicenda

La sentenza dei giudici siciliani è l’epilogo di una vicenda che ha coinvolto un istituto superiore della provincia di Trapani. Presso tale scuola era stata costituita per l’anno scolastico 2014-2015 una sezione del primo anno con 29 alunni di cui 2 ragazzi con grave disabilità. Alcuni genitori, una volta constatata questa anomalia nella formazione delle classi, avevano chiesto al preside lo sdoppiamento della classe medesima. Non avendo ottenuto però il risultato sperato si erano rivolti al Tar chiedendo ai giudici l’annullamento del provvedimento di formazione delle classi. In particolare, i ricorrenti facevano notare la violazione di alcune norme di legge, tra cui il Dpr 81/2009 che impone, per l’appunto, in presenza di alunni con disabilità grave, di formare le prime classi con un numero massimo di 20 alunni.

A ciò i genitori dei ragazzi aggiungevano che nella classe di circa 47 mq sarebbero presenti oltre ai 29 ragazzi anche 1 docente curriculare e 2 docenti di sostegno per un totale di 32 persone, numero che va comunque a sforare il tetto di 26 persone per aula fissato dalla normativa di settore a tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro e recante misure antincendio.

Le motivazioni

Per i giudici palermitani non possono esserci dubbi al riguardo, dato che la normativa in materia di formazione delle classi non lascia spazio a diverse interpretazioni. Ai sensi del Dpr 81/2009 «le classi del primo anno di corso degli istituti e scuole di istruzione secondaria di II grado sono costituite, di norma, con non meno di 27 allievi» e non più di 20 in caso di presenza di alunni con disabilità.

Nulla è stabilito invece per le classi successive alla prima, ma per i giudici, una lettura improntata a parametri di logicità, in relazione alle esigenze di sicurezza e piena integrazione e apprendimento dei disabili, impone di ritenere che, in presenza di alunni con disabilità, il limite dei 20 alunni previsto per le classi iniziali debba considerarsi valido anche per le classi successive.

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IL PUNTO DI VISTA DELLE PERSONE CON DISABILITÀ È IMPORTANTE

Fonte comunicato stampa Inclusion Europe* – Nonostante l’elebaorazione di documenti come l’European Accessibility Act e la Non-Discrimination Directive, le organizzazioni e gli organismi dell’Unione Europea che rappresentano e difendono i diritti dei cittadini con disabilità fanno ancora troppo poco per coinvolgere le persone con disabilità stesse, in particolare con disabilità intellettiva, nei processi decisonali.

Inclusion Europe sta lavorando in tal senso, chiedendo per il futuro l’adozione di un codice di condotta che regoli le forme di consultazione e di coinvolgimento di tutte le persone con disabilità e delle loro organizzazioni rappresentative nel processo decisionale UE.

Secondo Inclusion Europe, quindi, partendo dal presupposti di base che l’opinione delle persone con disabilità è fondamentale per tutto ciò che riguarda la loro vita, l’UE dovrà concentrarsi sul rafforzamento delle capacità delle persone con disabilità in Europa e sull’approvazione di misure concrete che li forniscano di una più ampia gamma di strumenti e metodologie, puntando, ad esempio, sulla formazione specifica dei funzionari dell’UE sulle forme di consultazione realmente accessibili, sulla partecipazione degli auto-rappresentanti nei gruppi di lavoro e sulla produzione di materiali informativi accessibili.

*Cui Anffas Onlus aderisce

Il comunicato originale di Inclusion Europe (in lingua inglese) è qui disponibile