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L’INCLUSIONE SOCIALE DELLE PERSONE CON LIMITAZIONI FUNZIONALI, INVALIDITÀ O CRONICITÀ GRAVI

Fonte www.istat.itNel 2013, circa 13 milioni di persone di 15 anni e più risultano avere limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi. Complessivamente si tratta del 25,5% della popolazione residente di pari età. Per queste persone l’interazione tra condizioni di salute e fattori ambientali può tradursi in restrizioni dell’inclusione sociale.

Tra le persone con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi, il 23,4% riferisce di avere limitazioni gravi, cioè il massimo grado di difficoltà in almeno una tra le funzioni motorie, sensoriali o nelle attività essenziali della vita quotidiana.

Il numero di tali persone nella popolazione residente in Italia è stimato in circa 3 milioni.

Nella popolazione con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi prevalgono le donne (54,7%) e le persone anziane (61,1%). La quota di persone con gravi limitazioni è più alta tra le anziane (37,8%) rispetto a quella registrata tra gli uomini anziani (22,7%). Circa 5 milioni di persone tra 15 e 64 anni con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi non sono iscritte a corsi di alcun tipo (scolastici, universitari o di formazione professionale). Tra questi individui, l’8,4% ha restrizioni nella possibilità di studiare a causa di problemi di salute. La quota sale al 37,3% tra quanti hanno limitazioni funzionali gravi.

Le condizioni di salute hanno un forte impatto sulla partecipazione al mondo lavorativo. Nel 2013 risulta occupato il 44,0% delle persone di 15-64 anni con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi, contro il 55,1% del totale della popolazione. Tra le persone con limitazioni funzionali gravi risulta occupato solamente il 19,7%.

È molto elevata la percentuale di persone con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi che hanno restrizioni nella mobilità a causa di problemi di salute: il 27,2% ha difficoltà a uscire di casa, il 22,3% ad accedere agli edifici e il 19,7% a utilizzare i trasporti pubblici.

Tra le persone con limitazioni funzionali gravi le quote raggiungono rispettivamente il 76,2, il 70,5 e il 59,6%. Il 13,0% delle persone con limitazioni, invalidità o cronicità gravi ha difficoltà a usare i mezzi pubblici a causa di barriere ambientali.

La quota raggiunge il 29,6% tra chi ha limitazioni funzionali gravi. Il 17,0% delle persone con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi dichiara di avere difficoltà per motivi di salute a incontrare amici o parenti e il 22,1% a svolgere attività nel tempo libero.

La percentuale di chi dichiara difficoltà, per gli stessi motivi, a usare internet risulta più contenuta (11,1%). Le quote si triplicano tra le persone con limitazioni funzionali gravi, arrivando rispettivamente al 47,6, 60,8 e 36,3%.

Per approfondire

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POVERTÀ: È URGENTE TROVARE RISORSE E MISURE STRUTTURALI DI CONTRASTO

Pochi giorni fa l’Istat ha diffuso nuovi numeri sulla povertà in Italia, annunciando che i poveri sono diminuiti. In particolare l’Istat ha parlato di 2 milioni di poveri in meno rispetto ai 10 stimati nelle rilevazioni precedenti. Come è possibile che sia avvenuta una modifica di questa portata? Che lo stesso Istituto abbia diffuso dati così distanti su uno stesso tema di indagine? E’ evidente che questi numeri vogliono suggerire un cambio di direzione. Ma i dati in realtà appartengono a due sistemi di misurazione diversi, e per questo non sono nemmeno lontanamente paragonabili. In questo senso parlare di diminuzione della povertà è sbagliato, e ci stupiamo anche di chi ha accolto con entusiasmo la notizia. L’annuncio non deve confonderci, il numero delle persone in povertà nel nostro Paese è comunque troppo alto da poter alleggerire le coscienze. E’ urgente e necessaria l’adozione di una misura nazionale e strutturale di contrasto alla povertà.

Nel fine settimana il premier Matteo Renzi ha annunciato un ‘patto con gli italiani’, ai quali un piano che cercherà di portare l’Italia a tagliare le tasse per 50 miliardi di euro per i prossimi 5 anni e a trovare le risorse per mettere in piedi un piano contro la povertà. E’ un bene che il Governo si faccia carico di un piano come questo e che si impegni per l’assunzione di misure di contrasto alla povertà, ci piacerebbe prima conoscerne i dettagli e capire chi sarà a pagare il conto di questa riduzione dei costi, quali risorse saranno messe in campo, e con quali tempi per arginare la piaga della povertà. Quello che ci preme oggi è che anche il nostro Paese si doti di un piano strutturale e pluriennale di contrasto alla povertà, che guardi al lungo periodo e che metta in campo, oltre alle risorse economiche di sostegno al reddito, adeguate politiche sociali attive, partecipate e inclusive. Abbiamo fatto la nostra parte, proponendo, in seno all’Alleanza contro la povertà, la misura del Reddito di Inclusione Sociale. Siamo pronti a dare ancora il nostro contributo, ma non siamo disposti a perdere ancora tempo.

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DISABILITÀ NEL MIRINO DELLA SPENDING REVIEW

Fonte comunicato stampa Fish* – È un autunno caldo quello che si profila per la disabilità, almeno ad ascoltare le ennesime dichiarazioni di Yoram Gutgeld, consulente del Governo per la spending review.

In queste ore le dichiarazioni e le anticipazioni su quelle che saranno le misure economiche contenute nella prossima Legge di Stabilità ribadiscono ancora l’intenzione, nel quadro di un intervento sempre più ambizioso, di colpire le prestazioni assistenziali e quelle riservate alle persone con disabilità. Ma non basta: pesanti dovranno essere i tagli a quella sanità che aspetta ancora la revisione dei LEA (i Livelli Essenziali di Assistenza), le cui sorti sono sempre più incerte.

E a ben vedere Gutgeld non è nuovo a dichiarazioni “bellicose” verso la spesa per invalidità, quella stessa che Tremonti definiva come improduttiva.

Il retropensiero rimane quello, nonostante la spesa sociale e la spesa per invalidità italiane siano fra le più basse d’Europa.

Quali siano gli intenti operativi per ridurre ancora quella spesa rimane un mistero: altri controlli sulle invalidità (oltre un milione negli ultimi 5 anni)? Riduzione dei beneficiari? Introduzione di nuovi criteri? In realtà si ha l’impressione che Gutgeld e il Ministero non abbiano ben chiara la dimensione e i meccanismi del fenomeno e nemmeno gli effetti e le ricadute sulle persone con disabilità e sulle famiglie italiane di azioni approssimative ed avventate.

“La nostra attenzione è massima – dichiara Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap* – ed è quasi pari alla nostra notevole perplessità. Da un lato si esprime l’intento di rilanciare il Paese, di diminuire la pressione fiscale, di favorire l’equità, ma dall’altro si pensa a misure che colpiscono la disabilità (e quindi l’inclusione) e la stessa salute di milioni di italiani.”

*Cui Anffas Onlus aderisce

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GIORNATA MONDIALE DELLA SINDROME DI SJOGREN

Fonte comunicato stampa A.N.I.M.a.S.S. Onlus – Le malattie rare in tutto il mondo rappresentano una condizione difficilissima per chi le vive, una lotta contro un fantasma senza nome e senza diagnosi, spesso non riconosciuto nemmeno dalle Autorità della politica sanitaria, assolte così nel non investire risorse in merito alle patologie riconosciute come tali. E’ la storia della Sindrome di Sjögren, non ancora inserita nei LEA e nel Registro Nazionale delle malattie rare, condizione che aumenta il disagio e la sofferenza dei malati per i quali non ci sono farmaci curativi, e l’uso di parafarmaci, farmaci di fascia C, terapie riabilitative fisiche e cure odontoiatriche sono a carico del paziente.

La Sindrome di Sjögren colpisce in grande maggioranza le donne (9 a 1), è una malattia autoimmune, sistemica, degenerativa e inguaribile. Può attaccare tutte le mucose dell’organismo: occhi, bocca, naso, reni, pancreas, fegato, cuore, apparato cardiocircolatorio, apparato osteo-articolare e polmonare, e spesso si associa ad altre patologie autoimmuni con conseguenze mortali per il 5-8% dei circa 12.000 malati.

Una patologia che causa effetti deleteri non soltanto sotto l’aspetto clinico ma anche nei confronti della vita sociale e affettiva. A causa della complessità clinica della Sindrome, una diagnosi precoce e una prevenzione mirata è sempre molto difficile; per superare questo pesante ostacolo identificativo sarà presentato il Progetto di Genetica del prof. Michele Rubini, dell’Università di Ferrara, Dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgo-specialistiche, basato sulla ricerca genetica della malattia.

Un piano di lavoro mosso dalla multifattorialità della malattia per arrivare ad un profilo genetico di ogni paziente e rivoluzionare l’approccio d’indagine oltre gli aspetti clinici per inserirli in un complesso olistico che inquadri la malattia nel suo insieme.

L’obiettivo è sviluppare una soddisfacente biobanca dei pazienti che presenta indiscutibili vantaggi per individuare i profili genetici e le interazioni genetico-ambientali; per definire le alterazioni patogenetiche più rilevanti e indicare una via maestra a terapie mirate; per individuare classi di pazienti con Sindrome a massima predisposizione nel trattamento di specifiche terapie con l’applicazione di trattamenti personalizzati, al fine di massimizzare l’efficacia dei farmaci.

Inoltre sarà presentato un nuovo tipo di kit diagnostico che è in grado di individuare i pazienti affetti da SS anche se negativi. Una diagnosi precoce ed un rapido intervento nel trattamento della sintomatologia hanno sicuramente un’influenza positiva nel decorso della Sindrome di Sjögren (SS).

Integrando competenze di biotecnologie vegetali e mediche, nell’ambito di una collaborazione fra ENEA e l’Università di Verona, è stato possibile realizzare un nuovo tipo di kit diagnostico che è in grado di individuare i pazienti affetti da SS anche se negativi alle attuali analisi sierologiche per gli autoanticorpi generalmente utilizzati come marcatori, proponendosi quindi come una nuova valida tecnica diagnostica, alternativa ai metodi bioptici più invasivi e costosi.

Il futuro con incoraggianti prospettive sta lentamente entrando nelle stanze degli ambulatori dedicati alla clinica della Sindrome di Sjögren.

L’appuntamento organizzato dall’Associazione Nazionale Italiana Malati Sindrome di Sjögren è patrocinato dal Comune di Verona, da Orphanet, dall’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, dalla Direzione Generale dell’ULSS 20, dalla FIMMG, dal S.I.Fi.R ,dalla SIAIC, dalla SIFO,dall’AME, dalla Federfarma Verona,dai LIONS, dal CSV e da Cittadinanzattiva.

Interverranno le massime Autorità e i massimi esperti della patologia oltre ai ricercatori.

Per maggiori informazioni

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Presidente A.N.I.Ma.S.S. ONLUS Dott.ssa Lucia Marotta – 333.8386993

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LA RIFORMA SULLA “BUONA SCUOLA” È LEGGE

Fonte www.superabile.itRafforzamento dell’autonomia scolastica, piano triennale dell’offerta formativa formulato dal collegio docenti su indicazioni del dirigente scolastico e approvato dal consiglio di istituto, nuovi poteri al dirigente scolastico, immissione in ruolo di oltre 100 mila docenti in 2 anni, obbligo di formazione in servizio, aumento e obbligatorietà delle ore di alternanza scuola-lavoro negli ultimi 3 anni delle superiori. Sono alcune delle novità previste dalla legge di riforma della scuola voluta dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

E gli alunni con disabilità?

Per loro è prevista una delega al governo per l’emanazione di un successivo decreto legislativo il cui obiettivo sarà il miglioramento dell’inclusione scolastica. Nella legge di riforma sono indicati i principi a cui dovrà attenersi il governo nell’emanazione di questo decreto.

La promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità deve passare attraverso la ridefinizione del ruolo del docente di sostegno con appositi percorsi di formazione universitaria, la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico per garantire la continuità del diritto allo studio in modo che lo studente con disabilità possa avere lo stesso insegnante di sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione, l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni scolastiche, sanitarie e sociali, la previsione di indicatori per l’autovalutazione e la valutazione dell’inclusione scolastica, la revisione delle modalità e dei criteri per la certificazione delle abilità residue, la revisione e razionalizzazione degli organismi territoriali per il supporto all’inclusione, la previsione dell’obbligo di formazione iniziale e in servizio per i dirigenti scolastici e per i docenti sugli aspetti pedagogici e organizzativi dell’integrazione scolastica e per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario sulle specifiche competenze, assistenza di base e aspetti organizzativi ed educativo-relazionali sull’integrazione scolastica, la previsione della garanzia dell’istruzione domiciliare per gli alunni che si trovano nelle condizioni previste dall’articolo 12, comma 9, della legge 104/1992.

L’augurio è che l’applicazione pratica di tali principi verrà in buona parte ricavata dai contenuti della Proposta di legge Fish* e Fand Atto Camera n. 2444 sottoscritta anche dal sottosegretario Davide Faraone. Per questo seguiremo con attenzione la formulazione del decreto delegato, augurandoci che le contestazioni che hanno seguito l’iter della legge e che sono annunciate per l’inizio del nuovo anno scolastico non incidano negativamente sui suoi contenuti.

Articolo di Salvatore Nocera, responsabile dell’area normativo-giuridica dell’Osservatorio scolastico sull’integrazione dell’Aipd nazionale

*Cui Anffas Obnlus aderisce

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FONDO PER LE POLITICHE SOCIALI: IL DECRETO DI RIPARTIZIONE

Fonte www.superando.it – Come segnala «Condicio.it» – fondamentale strumento informativo della FISH* (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che dal 2013 raccoglie, indicizza, raffronta e analizza le fonti, gli studi e le ricerche inerenti la condizione di vita delle persone con disabilità – è stato pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale il Decreto di ripartizione delle risorse afferenti il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per il 2015, tramite il quale il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali provvede annualmente a suddividere gli stanziamenti approvati dal Parlamento nella precedente Legge di Stabilità.

Per quest’anno, dunque, la somma ripartita tra le Regioni e l’Amministrazione Centrale ammonta a un totale di circa 313 milioni di euro, a fronte dei 293 milioni del 2014. Di questi, quasi 35 milioni rimangono al Ministero e poco più di 278 milioni vengono trasferiti alle Regioni, le quali si impegnano a programmare gli impieghi di tale risorse sui vari interventi riguardanti la rete assistenziale, i servizi e le misure per favorire la permanenza a domicilio, la prima infanzia, i servizi territoriali comunitari e quelli a carattere residenziale per le fragilità, oltre alle misure di inclusione sociale e di sostegno al reddito.

Il Decreto dispone inoltre la costituzione, a cura del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di un gruppo di lavoro con le Regioni e l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), al fine di definire, in modo condiviso, un Piano Sociale Nazionale Triennale, volto a individuare le priorità di finanziamento, l’articolazione delle risorse del Fondo, nonché le linee di intervento e gli indicatori finalizzati a specificare gli obiettivi di servizio.

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UFFICIALE: LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE È FINITA SU UN BINARIO MORTO

Fonte www.vita.itUn film già visto: alla soglia della scadenza dei termini per la presentazione degli emendamenti, la presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro, decide di prorogare, senza evidenti ragioni, i termini. Dal 9 luglio si era quindi passati al 21 luglio, deadline che oggi, a quanto apprende Vita.it, viene spostata al 7 settembre.

I reali motivi? Il silenzio del Governo e in particolare del sottosegretario Luigi Bobba, che contattato dalla nostra redazione preferisce per ora «sospendere ogni commento», lasciano spazi a più di una congettura.

E forse la guerra intestina al Partito democratico, la Finocchiaro è catalogabile nelle fila dei fedelissimi di D’Alema sta giocando un ruolo pesantissimo nel zavorrare un percorso legislativo che ha già vissuto approfonditi e meritori momenti di confronto attraverso le tante audizioni tenute sia alla Camera in prima lettura che al Senato.

Anche perché fuori dal Parlamento in questi giorni è emersa fortissima l’urgenza della Riforma da parte del mondo della società civile, come si sarà reso perfettamente conto chi frequenta questo sito.

E adesso? L’ingorgo con la discussione in Parlamento con la legge di Stabilità è ormai certo. Che questo significhi il fine corsa della Riforma appare sempre più probabile.

Per approfondire

Leggi l’articolo “Riforma a settembre, perché prendere ancora tempo?”