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5 PER MILLE ALLA SCUOLA. FONDO ‘AD HOC’, MA UNA SOLA PREFERENZA

Fonte Forum Terzo Settore – “Bene l’emendamento al provvedimento sulla Buona Scuola presentato dalla relatrice On. Maria Coscia, e approvato dalla Commissione VI Cultura della Camera che, rispetto alla destinazione del 5 per mille alle scuole, propone l’istituzione di un fondo apposito, con dotazione di 50 milioni di euro annui a partire dal 2017.

Questo significa che verranno distinti i fondi da cui attingere le risorse: per la scuola da una parte, e per il mondo del non profit e del volontariato dall’altra. Una buona notizia rispetto ad una misura sulla quale avevamo già espresso le nostre perplessità.

Rimane tuttavia il fatto che, ad oggi, nel modello per la dichiarazione dei redditi è possibile esprimere una sola preferenza, o alla scuola, o alle onlus, azzerando così il meccanismo di ‘libera scelta’ proprio dello strumento del 5 per mille. Chiediamo politiche che restituiscano pieno senso al principio di sussidiarietà fiscale, e non forme di sostegno a politiche pubbliche”.

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AGENZIA DELLE ENTRATE: PRECISAZIONI SU SPESE DI ACCOMPAGNAMENTO E DI TRASPORTO

Fonte www.handylex.org – In corrispondenza delle scadenze di compilazione dei modelli di dichiarazione annuale dei redditi, l’Agenzia delle entrate dirama una circolare in cui raggruppa i quesiti pervenuti e che già non trovino risposta chiara in precedenti circolari o risoluzioni già emanate dalla stessa Agenzia.

Sul medesimo solco espositivo è la circolare n. 17 del 24 aprile 2015, in cui la Direzione Centrale Normativa risponde a questioni interpretative, in materia di Irpef poste dal Coordinamento Nazionale dei Centri di Assistenza Fiscale e da altri soggetti.

In larga misura la Circolare è riservata alla detrazione delle spese sanitarie ma anche di quelle per il recupero del patrimonio edilizio.

Due quesiti – e le relative indicazioni dell’Agenzia, sono di interesse diretto per le persone con disabilità: la 1.4 (Detraibilità spese per trasporto di disabili) e la 4.8 (Spese di riparazione degli adattamenti delle autovetture dei disabili).

Per leggere l’articolo integrale clicca qui

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ISEE: CHIARIMENTI DA INPS E MINISTERO DEL LAVORO

Fonte www.handylex.org e www.lavoro.gov.it – Il 5 maggio scorso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e l’INPS hanno diramato un documento che intende fornire le risposte alle domande più frequenti in materia di applicazione delle più recenti disposizioni sull’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente.

I quesiti sono stati raccolti dalla Consulta nazionale dei CAF (Centri di Assistenza Fiscale) che rappresentano il riferimento principale per milioni di cittadini nella redazione della DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) alla base del calcolo dell’ISEE.

Nel quadro generale delle competenze, sinteticamente: il Ministero fisse le regole amministrative; i CAF, sulla base di moduli approvati dal Ministero, inseriscono i dati richiesti nel sistema informatico dell’INPS; quest’ultimo produce la dichiarazione ISEE estraendo dai propri database e da quelli dell’Agenzia delle entrate i dati già disponibili (esempio prestazioni assistenziali come l’indennità di accompagnamento o la pensione). Inoltre l’INPS, in accordo con l’Agenzia delle entrate, effettua controlli sulle dichiarazioni reddituali e patrimoniali (vero elemento di forza del nuovo ISEE).

Le FAQ sono qui disponibili

Per approfondire

Leggi l’ultimo commento di Anffas Onlus sul nuovo ISEE

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Turismo accessibile per disabili, bambini e anziani: lettera a Franceschini

Fonte www.superabile.it. L’Aitr scrive al ministro per i Beni culturali e il turismo: 15 le richieste tra cui centri di prenotazione preparati, agevolazioni fiscali a chi abbatte le barriere, adeguamento della cartellonistica, delle teche e dei percorsi nei musei e nelle aree monumentali ed archeologiche.

MILANO – Centri di prenotazione preparati, agevolazioni fiscali a chi abbatte barriere architettoniche, adeguamento della cartellonistica, delle teche e dei percorsi nei musei e nelle aree monumentali ed archeologiche. Queste sono tre delle 15 richieste che l’Associazione italiana turismo responsabile (Aitr) ha consegnato a Dario Franceschini, ministro per i Beni culturali e il Turismo, perché la filiera turistica nazionale sia effettivamente accessibile a tutti: persone con disabilità, anziani, bambini, malati. I 15 punti/richieste sono “a nostro avviso strategici e ci auguriamo che, al di là di quello sinora fatto, molto e di più si possa ancora realizzare, per costruire un asse strategico nazionale del settore turistico”, scrivono Maurizio Davolio, presidente, e Alessandro Napoli, referente tavolo per l’accessibilità di Aitr, a cui aderiscono un centinaio di realtà (tour operator, cooperative, fondazioni, associazioni) che si occupano di turismo.

Secondo l’Aitr è fondamentale “sostenere e valorizzare centri di prenotazione e comunicazione online e off line che promuovono e curano l’accessibilità nella filiera turistica”. Inoltre bisogna prevedere agevolazioni fiscali per quegli operatori turistici che decidono di rendere accessibili strutture e attività turistiche. Anche gli enti pubblici, gli enti locali e lo Stato devono fare la loro parte: innanzitutto adeguando “la cartellonistica nei musei e nelle attrattive monumentali dello Stato per l’effettiva fruizione da parte di tutti con la definizione di standard per la loro intelleggibilità (uso del codice braille, adeguamento dell’illuminazione, utilizzo di superfici non riflettenti, impiego di caratteri ingranditi e a contrasto…). Inoltre devono “adeguare musei, monumenti e aree archeologiche con la definizione degli standard di altezza per l’allocazione di teche ed opere esposte, per la fruizione di bambini e persone in carrozzina, e l’adeguamento di strumentazione e percorsi di fruizione per disabili sensoriali delle vista e dell’udito”. Nel documento Aitr propone anche che a livello locale siano creati referenti, commissioni e coordinamenti che si occupino di accessibilità delle strutture turistiche. E che siano poi verificati gli adeguanti annunciati.

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L’INGHILTERRA SI INTERROGA SULLE MORTI PREMATURE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

Fonte www.superabile.itNel Regno Unito, il 22% delle persone con disabilità intellettive aveva meno di 50 anni al momento della morte, contro il 9% dei decessi che riguardano la rimanente parte di cittadini: una realtà resa visibile dall’ultimo rapporto pubblicato dal Governo inglese che, seguendo l’esempio dell’associazione Mencap, ha approfondito lo scottante tema delle morti premature di chi ha una disabilità, specialmente intellettiva.

La ricerca rileva che le ragioni sono probabilmente da ricercare nelle difficoltà ad individuare le esigenze specifiche di questa speciale categoria di pazienti e il relativo trattamento appropriato. Il rapporto indica, inoltre, che persistono disuguaglianze nell’assistenza sanitaria assolutamente da eliminare, secondo il Ministero della salute, per abbassare il tasso di mortalità di chi ha un handicap di questo tipo.

Il rapporto (in lingua inglese) è qui disponibile

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STESSO SFONDO, STESSA SEDIA, 21 SCATTI SULLA SINDROME DI DOWN

Fonte www.west-info.euPrima di tutto, io sono. Si intitola così la raccolta fotografica dell’islandese Sigga Ella che ha messo al centro del suo obiettivo l’unicità dell’essere umano al di là della Sindrome di Down.

21 scatti individuali, deliberatamente sulla stessa sedia e con lo stesso sfondo per far sì che lo sguardo del pubblico si concentri esclusivamente sulla persona e le sue peculiarità. Chi giovane, chi adulto. Chi timido, chi esuberante.

“Ciascuno è una persona originale, non assimilabile agli altri solo per il numero dei suoi cromosomi” taglia corto la fotografa. Un progetto nato nella mente di Ella dopo l’ascolto di un programma radiofonico in cui si dibatteva della scelta etica di abortire oppure no un figlio con Trisomia. “Avevo una zia adorabile con la Sindrome di Down. Non riuscirei a pensare alla sparizione della Sindrome e di persone come lei”.

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FORUM TERZO SETTORE: “PIÙ RISORSE PER IL FONDO SOCIALE REGIONALE”

Fonte www.personecondisabilita.itAnche quest’anno la prima stesura del Bilancio della Regione Lombardia prevede una riduzione delle risorse destinate al Fondo Sociale Regionale. L’anno scorso, sempre a seguito delle proteste e richieste delle organizzazioni del terzo settore e della società civile lombarda, il Fondo Sociale Regionale aveva una dotazione di 70 milioni di euro, analogamente a quanto previsto dal 2011.

“Quest’anno il Bilancio di Regione Lombardia prevede di ridurre questo fondo a 52 milioni di euro con un taglio di 18 milioni rispetto all’anno scorso”, denuncia il Forum Terzo Settore* Lombardia, che chiede al Consiglio Regionale di innalzare le risorse a disposizione del Fondo Sociale Regionale 2015 almeno a 70 milioni di euro. E di prevedere, per il triennio 2016-2018 una dotazione minima di 100 milioni di euro “in modo da evitare di ritrovarsi ogni anno in questa deprecabile situazione”.

Una richiesta condivisa da LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità, che già alcuni mesi fa, aveva inviato a Regione Lombardia un documento sulla Vita indipendente in cui chiede di garantire una dotazione di almeno 70 milioni di euro per il Fondo Sociale Regionale e l’istituzione di un Fondo regionale per la non autosufficienza, con una dotazione minima di 10 milioni di euro. In anni di crisi e di minori trasferimenti da parte del Governo, le risorse del Fondo Sociale Regionale sono essenziali per i Comuni. Risorse che permettono di contribuire al pagamento delle rette dei servizi socio-assistenziali e sociosanitari e per promuovere i progetti sociali in favore dei bambini, delle persone anziane, delle persone con disabilità così come verso le tantissime persone che vivono situazioni di fragilità, aggravate dalla crisi economica e del lavoro.

I 52 milioni di euro messi a bilancio rappresentano una cifra modesta, che interviene su bilanci comunali già duramente messi alla prova dalla crisi delle finanze pubbliche che attanaglia il nostro Paese e gli enti locali in particolare. Senza questa risorse, i Comuni si troveranno nella necessità di rinunciare ad alcuni fra questi interventi, in un momento in cui avrebbero invece bisogno di maggiori risorse per promuovere la qualità della vita, l’inclusione sociale e la partecipazione attiva delle tante persone che oggi sono a rischio di discriminazione e esclusione.

“Siamo sconcertati di trovarci anche quest’anno in questa medesima situazione, proprio nel momento in cui i Comuni stanno concludendo la programmazione dei Piani di Zona sociali per il prossimo triennio – si legge nel comunicato diffuso dal Forum Terzo Settore Lombardia -. Siamo sconcertati di trovarci in questa medesima situazione, nel momento in cui sono in discussione i progetti di riforma del sistema sanitario e sociosanitario, tutti accomunati dall’intenzione di promuovere l’integrazione sociosanitaria e interventi di carattere territoriale”.

*Cui Anffas Onlus aderisce