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MODELLI RED, ICRIC, ICLAV

Fonte www.disabili.com – In questi giorni molti italiani stanno ricevendo a casa il cosiddetto “bustone” dell’INPS: un documento contenente moduli necessari alle dichiarazioni reddituali e di responsabilità, che titolari di prestazioni previdenziali sono tenuti a rendere all’ente di previdenza. A ricevere il bustone dovrebbero essere i cittadini che non abbiano già adempiuto all’obbligo di comunicazione, che avviene attraverso via telematica.

A seconda dei casi, l’INPS ha dunque inviato ai soggetti differenti modelli, in relazione alle prestazioni ricevute, per verificare che sussistano i requisiti per l’erogazione.

IL BUSTONE 2014

Il “Bustone” 2014 contiene, a seconda delle situazioni personali, i seguenti documenti:

•la lettera di presentazione, diversificata tra residenti in Italia e all’estero, realizzata in maniera modulare, con una breve informativa sui servizi on line messi a disposizione del cittadino;

•il modello RED italiano o modello RED estero e le relative istruzioni per la compilazione;

•il modello 503 AUT;

•la richiesta di integrazione delle informazioni relative alla campagna RED 2012 (anno reddito 2011);

•i modelli di dichiarazione per i titolari di PRESTAZIONI ASSISTENZIALI;

•il modello per INDENNITA’ di FREQUENZA

CHI DEVE PRESENTARE I MODELLI

Per quanto riguarda i titolari di provvidenze economiche di invalidità civile, viene richiesto di presentare la dichiarazione annuale relativa a eventuali periodi di ricovero gratuito e/o allo svolgimento di attività lavorativa. Sono interessati gli invalidi civili titolari di assegno mensile (fascia 34, 35, 36, 40, 45, 48) che sono tenuti a presentare ogni anno la dichiarazione di responsabilità relativa alla permanenza del requisito di mancata prestazione di attività lavorativa. Il documento da presentare è il modello ICLAV. Sono interessati anche gli invalidi civili titolari di indennità di accompagnamento (fascia 33, 38, 41, 42, 44, 45) che sono tenuti a presentare la dichiarazione di responsabilità relativa alla sussistenza o meno di uno stato di ricovero a titolo gratuito in istituto. Si tratta del modello ICRIC. Nei casi di titolarità di prestazione di pensione sociale e assegno sociale deve essere resa una dichiarazione di responsabilità relativa alla permanenza del requisito della residenza stabile e continuativa in Italia. Si trattta del Modello ACC.AS/PS.

INDENNITA’ DI FREQUENZA

Per quanto riguarda l’indennità di frequenza, relativa alla condizione di frequenza scolastica obbligatoria, va resa la dichiarazione solo nel caso in cui ci sia stata una variazione nell’istituto scolastico frequentato, rispetto all’anno scorso. Dovrà essere, invece, sempre resa la dichiarazione di frequenza ad altro titolo (es: centri di formazione – addestramento professionale o di centri ambulatoriali, etc). In questi casi la relativa documentazione potrà essere consegnata alla sede territorialmente competente. In tutti i casi le dichiarazioni devono essere rese entro il 15 febbraio 2015.

COME RESTITUIRE I MODELLI

Una volta compilate le rispettive dichiarazioni si può procedere con la dichiarazione on line, tramite PIN rilasciato dall’INPS attraverso il sito www.inps.it, alla sezione Servizi Online – “Servizi per il cittadino”, selezionando la voce di interesse. In alternativa ci si può rivolgere ai centri abilitati (intermediari quali CAF), che forniscono assistenza gratuita e comunicano all’inps le informazioni richieste, sempre in formato elettronico, attraverso i codici a barre che contraddistinguono i singoli modelli.

Per approfondire, consulta lo speciale modello ICRIC, ICLAV, ACCAS/PS

Per approfondire leggi il messaggio INPS n. 6627 del 27-08-2014

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ALUNNI CON DISABILITÀ: NON PIÙ DI DUE PER CLASSE

Fonte www.edscuola.org Il Tar Sicilia ha disposto l’annullamento del provvedimento con cui il dirigente scolastico di un istituto superiore del capoluogo siciliano aveva disposto l’accorpamento di due classi prevedendovi l’inserimento di quattro alunni con disabilità. Secondo il Tar Palermo deve ritenersi illegittima la formazione di una classe con un numero di alunni superiore a venti, che comprenda più di due alunni con disabilità.

A fronte della previsionedi cui al DPR 81/2009, il Tar ha rilevato che una lettura improntata a parametri di logicità impone di ritenere che il limite dei venti alunni ivi previsto per le classi iniziali debba considerarsi valido per tutte le classi, ivi comprese quelle intermedie; contrariamente, si giungerebbe infatti al risultato, totalmente contrario allo spirito, alla logica e alla ratio della disciplina, di consentire, in astratto, per le classi intermedie, un aumento del numero di allievi rispetto a quelli di provenienza (da 20 a 22) in ipotesi di presenza di alunni con disabilità, per altro verso, una riduzione (da 27 a 22) per tutte le altre classi in cui non è contemplata la presenza di studenti con disabilità.

Detta lettura offerta dai Giudici amministrativi, si pone in linea con le indicazioni ministeriali; con le circolari n. 18 del 2013 e n. 34 del 2014, inerenti la formazione delle classi, il Ministero dell’Istruzione ha infatti invitato le strutture periferiche dell’Amministrazione a “limitare, per quanto possibile, in presenza di grave disabilità, la formazione delle stesse con più di 20 alunni”.

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CHI NEGA IL TRASPORTO VIOLA IL DIRITTO ALLO STUDIO

Fonte www.superando.it – Tra i gravi problemi per gli alunni con disabilità che – purtroppo – anche in questo nuovo anno scolastico stiamo già registrando, vi è quello segnalato dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap*), la quale informa come la Provincia di Milano non stia erogando il trasporto scolastico agli studenti con disabilità delle scuole superiori, ciò che invece prevede la legge.

«Non solo – si legge in una nota della stessa LEDHA -, di fronte alle richieste della famiglia di un ragazzo iscritto al primo anno di un istituto professionale, i funzionari della provincia si sono limitati a fornire vaghe informazioni circa la possibilità di ottenere (a conclusione dell’anno scolastico) parziali contributi a copertura delle spese sostenute, affidando il servizio a terzi».

La Federazione lombarda, quindi, ha inviato, tramite i propri legali, una lettera di diffida alla Provincia milanese, sottolineando come il servizio di trasporto sia un diritto per gli alunni con disabilità e nel caso di ragazzi iscritti alle scuole superiori, sia compito delle Province erogarlo, come stabiliscono chiaramente le Leggi e le tante Sentenze emesse in questi ultimi anni da diversi Tribunali. Un quadro di fronte al quale, come afferma Gaetano De Luca, avvocato del Servizio Legale LEDHA, «risulta inaccettabile che ancora oggi i funzionari responsabili dei procedimenti amministrativi relativi alle richieste di tali servizi forniscano risposte vaghe, senza prendersi davvero carico della predisposizione del servizio».

«La mancata predisposizione del trasporto – aggiunge poi -, impedendo o limitando l’esercizio del diritto allo studio delle persone con disabilità, configura non solo una violazione della normativa specifica, ma una vera e propria discriminazione e una violazione di un diritto fondamentale qual è quello allo studio. Inoltre, la mancata erogazione di un servizio obbligatorio dalla legge e finalizzato a tutelare i diritti fondamentali di un minore potrebbe configurare una condotta penalmente rilevante del funzionario responsabile del provvedimento, reato che peraltro sarebbe perseguibile d’ufficio. La mancanza di risorse per gestire i servizi è reale e le difficoltà in cui operano i funzionari comprensibili, ma tuttavia non giustificabili. Proviamo infatti a immaginare cosa succederebbe se un medico – per mancanza di risorse – non completasse adeguatamente un referto o se non sporgesse denuncia alle autorità in un caso di violenza» .

«Ogni giorno – conclude De Luca – riceviamo sempre più segnalazioni identiche, cosicché sembra proprio che la mancata predisposizione del servizio di trasporto sia frutto di una scelta consapevole».

Anche per questo motivo, dunque, la LEDHA appoggerà e sosterrà le famiglie di ragazzi con disabilità che intendano presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).

*Cui Anffas Onlus aderisce

Per ulteriori informazioni e approfondimenti

ufficiostampa@ledha.it

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NOMENCLATORE TARIFFARIO: FINALMENTE IN VISTA UN AGGIORNAMENTO?

Fonte www.disabili.com – Sottotitolo ideale: Nomenclatore Tariffario, la storia infinita. Si torna a parlare periodicamente di questo benedetto elenco che raccoglie tutti gli ausili, ortesi e protesi (parliamo di carrozzine, stampelle, ginocchia artificiali…) che il Servizio Sanitario Nazionale passa gratuitamente a chi, con disabilità permanente o temporanea, ne abbia bisogno secondo prescrizione. In questi giorni si riprende il discorso, dopo la promessa del Premier Renzi di un aggiornamento che potrebbe finalmente arrivare: che sia la volta buona? Sarebbe davvero il caso, dato che da quindici anni i cittadini con disabilità attendono.

IL CITTADINO PAGA

Anche sul fronte degli articoli “sanitari”, la tecnologia e la ricerca fortunatamente avanzano, creano, migliorano, mettendo a disposizione strumenti sempre più performanti, in grado di migliorare la qualità della nostra vita. A questi miglioramenti nel nostro Paese non è però seguito parallelamente un adeguamento del diritto al loro accesso. L’alternativa, se si vuole un determinato ausilio, protesi o ortesi è, come sempre, pagare di tasca propria. Si tratta della cosiddetta “riconducibilità”: qualora una persona desiderasse un prodotto che non rientra nel Nomenclatore – magari perché si tratta di un modello più avanzato rispetto a quello base- il prodotto stesso viene “ricondotto” per omogeneità funzionale a quello prescritto, così che la Asl infine lo fornisce ugualmente, ma la differenza di costo è a carico dell’assistito.

BACK TO 1999

Il Nomenclatore, in definitiva, a tutt’oggi risulta un elenco di dispositivi che potevano essere moderni o all’avanguardia nel 1999, anno in cui è stato stilato, ma che oggi risultano obsoleti e superati. Facendo un paragone, così come abbozzato dal giornalista delle Iene che ha “braccato” il premier Renzi, è come se al giorno d’oggi utilizzassimo un cellulare di quindici anni fa, o per fare un paragone più azzardato, avessimo l’automobile con i finestrini che si alzano e si abbassano manualmente, pc di casa solo fisso e via discorrendo. Sono esempi che aiuta a far capire la situazione soprattutto a chi non è costretto all’uso di questi dispositivi, e che talvolta abbiamo sentito dire che “ok, ma l’ausilio di base è garantito”. Tradotti nel “mondo degli ausili”, i nostri oggetti di uso comune, quali lo smartphone, il tablet, la macchina con chiusura centralizzata non sono altro che un sollevatore per spostare l’allettato, una carrozzina elettrica con funzioni poco più che basiche, un ruotino aggiuntivo che permetta a chi ha una carrozzina manuale di non sfasciarsi le spalle a furia di spingerla, una protesi alle gambe che gli permette di correre, e magari non solo camminare, una protesi acustica che non sia del Mesozoico e tanti altri prodotti che possono facilitare la vita di chi di questi ausili ha bisogno non solo per vivere, ma anche per vivere degnamente.

INCLUSIONE CON QUALI STRUMENTI?

Troviamo un po’ incoerente, quindi, parlare di inclusione nella società, di promozione di diritti, quando le persone non sono messe in condizione di avere gli strumenti per praticarla, questa inclusione. Siamo circondati da appelli che promuovono una sempre maggiore partecipazione sociale del disabile, ma come possiamo pensare che esca di casa, se non gli forniamo una carrozzina elettrica che permetta di superare almeno il gradino del marciapiede (sempre sgombero, come sappiamo…)? E si potrebbe continuare con gli esempi. Alla base, a mio avviso, è necessaria una completa rivalutazione del concetto stesso di dispositivo erogato dal SSN: non più solamente mero strumento di ausilio per far fronte alla menomazione, quanto piuttosto tassello di una risposta integrata, in un servizio che si propone garante di una globale assistenza alla persona (per favorirne anche il recupero funzionale e preventivo ad esempio), e andando oltre: in una ottica di sempre migliore qualità della vita.

Ora, si guarda con fiducia a questa nuova apertura, augurando davvero che non sia l’ennesima promessa mancata.

Per approfondire

Consulta il testo del Nomenclatore Tariffario

Leggi l’articolo Come ottenere ausili, protesi e ortesi

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“L’ATTENZIONE PER IL TERZO SETTORE IL WELFARE RESTINO TRA LE PRIORITÀ DEL GOVERNO”

Nel discorso alla Camera dei Deputati, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenuto per presentare il programma dei “mille giorni”, ha elencato tra le priorità del governo alcune delle riforme già annunciate e necessarie per il Paese, a partire dalla legge elettorale, al fisco, alla giustizia, alla scuola, al lavoro, alla riforma costituzionale e alla pubblica amministrazione.

“Nonostante la riforma del Terzo Settore sia stata una delle prime misure che il Governo Renzi ha messo in cantiere, considerata uno dei punti fondamentali della legislatura, nel discorso di ieri ne abbiamo constatato l’assenza, insieme ai temi del welfare e delle politiche sociali. Viviamo in una delicata fase storica che vede crescere la forbice tra poveri e ricchi e aumentare esponenzialmente le forme di povertà con conseguenti manifestazioni di disgregazione e disagio.

Garantire la riduzione delle diseguaglianze e quindi la tenuta della coesione sociale diventa un’urgenza non più rinviabile. Il nostro auspicio è quindi che il ruolo centrale che finora ci è stato riservato non venga messo in secondo piano rispetto ad altrettante improrogabili riforme, che non possono tuttavia prescindere da un intervento volto a sostenere e valorizzare le politiche sociali e quindi l’impegno e le potenzialità che il terzo settore e i cittadini organizzati apportano in termini di benessere e miglioramento della qualità della vita per il Paese – come peraltro non ha mancato di sottolineare ieri l’On Dellai -.”, ha dichiarato il Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Pietro Barbieri.

 

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SEMPLIFICAZIONI, IMPORTANTI NOVITÀ IN VISTA

Fonte www.personecondisabilita.it – Torniamo a settembre dopo le vacanze estive e importanti novità ci attendono. Merito del lavoro svolto dalle associazioni a difesa dei diritti delle persone con disabilità in tema di semplificazione amministrativa, che ha visto negli ultimi mesi un’attiva collaborazione da parte del legislatore con il decreto-legge 24 giugno, 2014 n. 90 convertito in Legge 11 agosto 2014, n.114 e il primo di molti che verranno messaggio INPS 8 agosto 2014 n. 6512.

L’INPS si è già pronunciato rispetto alle importanti novità per i minori con disabilità che, al compimento dei 18 anni, potranno ottenere più facilmente pensione di inabilità e assegno mensile.

L’Inps, attraverso il messaggio n. 6512 dell’8 agosto 2014, ha infatti introdotto un rilevante cambiamento per la semplificazione delle procedure di accertamento del diritto alle prestazioni pensionistiche, connesse alla maggiore età, per i soggetti minorenni già con una disabilità . Stabilisce che i minori, già titolari di una prestazione di disabilità e che ritengano di possedere i requisiti per il diritto alle prestazioni economiche che richiedono il compimento della maggiore età (pensione di inabilità, assegno mensile), possano presentare domanda entro i sei mesi che precedono il compimento della maggior età.

In questi casi, le relative prestazioni saranno erogate in via provvisoria al compimento del diciottesimo anno di età. Verranno concesse all’esito del successivo accertamento delle condizioni sanitarie e degli altri requisiti amministrativi previsti. Purtroppo l’INPS non ha ancora emanato le ulteriori circolari collegate a tutte le altre importanti modifiche introdotte dalla Legge 114/2014, ma in attesa di più precise istruzioni da parte dell’INPS, provvediamo ad elencarle in via semplificativa.

– Rivedibilità e scadenza dei requisiti nei verbali di accertamento dell’invalidità civile. Da oggi in poi i benefici di qualsiasi natura in attesa del nuovo accertamento dell’invalidità civile non si perderanno più, ma rimarranno fino all’emanazione del nuovo verbale.

-Rinnovo della patente. Se si è in presenza di una disabilità stabilizzata che non necessita di modifiche delle prescrizioni in atto, i successivi rinnovi potranno essere effettuati senza passare dalla Commissione, come avviene per tutti gli altri cittadini.

– Certificati provvisori per i permessi e i congedi. Da oggi si potrà chiedere alla Commissione, al momento della visita, il rilascio di un certificato provvisorio valido per la fruizione di permessi e congedi. – Il tempo massimo per la definizione del verbale di legge 104/1992 da parte della Commissione ASL è di 90 giorni.

– Le persone con disabilità titolari di indennità di accompagnamento, non verranno più sottoposte a nuova visita al compimento dei 18 anni, ma in automatico si vedranno concedere le provvidenze che spettano loro di diritto.

– Le persone con disabilità titolari di indennità di frequenza verranno sottoposte a visita al compimento dei 18 anni, ma in attesa della stessa, potranno ricevere, previa domanda, le provvidenze per invalidità civile spettanti ai maggiorenni.

Il decreto semplificazione, inoltre, prevede altre indicazioni che potrete trovare espresse in modo molto approfondito sul sito www.handylex.org.

 

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SEGNALATE I DISAGI NELLA SCUOLA

Fonte www.superando.it«Abbiamo promosso una campagna di sensibilizzazione nazionale sulla situazione dei ragazzi con disabilità nelle scuole italiane, che riteniamo sempre più insostenibile. Per questo chiediamo a tutti di segnalare al nostro indirizzo di posta elettronica (info@tuttiascuola.org) le situazioni di difficoltà e i disservizi negli istituti italiani. Alla fine consegneremo il dossier con tutte le storie al Governo».

Così l’Associazione napoletana Tutti a Scuola presenta la propria iniziativa avviata in questi giorni insieme al giornale «Il Fatto Quotidiano», cui possono appunto contribuire, entro il 15 ottobre, tutti coloro che vorranno segnalare disservizi e disagi vissuti dagli alunni con disabilità.

L’hashtag della campagna su Twitter è #scuolaxtutti.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti

info@tuttiascuola.org