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LE ADOZIONI INTERNAZIONALI TORNINO A ESSERE TEMA DELL’AGENDA DI GOVERNO

Fonte comunicato stampa Forum Terzo Settore – AOI e Forum del Terzo Settore esprimono preoccupazione e chiedono un chiarimento urgente in merito a quanto anticipato sul sito della Commissione Adozioni Internazionali (CAI) e riportato da alcuni media in merito al rimborso delle spese familiari per le adozioni internazionali: per le pratiche concluse dopo il 2011 non è previsto alcun rimborso mentre le altre saranno liquidate entro la fine del corrente anno 2017.

Si tratta di un’improvvisa onerosa penalizzazione per tutte le coppie che hanno adottato dal 2012, attendendo per lungo tempo un rimborso considerato per prassi certo. asics tiger Dopo un triennio di disagi e di assenza di dialogo tra CAI e gli Enti di adozioni, che hanno portato al dissesto conosciuto, questa notizia è una novità grave e inattesa rispetto alle incoraggianti dichiarazioni di rilancio di dialogo e operatività rilasciate nelle scorse settimane da Laura Laera, nuova vicepresidente CAI.

Le interrogazioni parlamentari, che attendono ancora oggi una risposta rispetto alla precedente gestione della CAI, sottolineano una situazione di malessere che fa registrare una perdita di consenso da parte delle cittadine e dei cittadini e un allontanamento dalla scelta dell’adozione internazionale.

“Ogni politica di accoglienza e solidarietà, scarpe adidas bianche e rosa di cui le adozioni internazionali sono da sempre un aspetto rilevante, deve tener conto di misure a sostegno di chi, in questo caso il nucleo familiare, nike air max 2016 goedkoop fa questa scelta importante: come fattore determinante nel welfare di un Paese e nelle sue politiche, ovviamente compresa quella estera. Tra queste misure vi deve essere a pieno diritto il rimborso alle famiglie adottanti dall’estero”, new balance 1500 burnt orange dichiara Silvia Stilli, portavoce AOI.

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  • Il IV Piano Nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti di età evolutiva prevede, tra gli obiettivi, asics gel quantum 360 damskie azioni di rafforzamento del sistema di promozione, prevenzione e protezione dei bambini in situazione di vulnerabilità attraverso il sostegno alla genitorialità nei diversi contesti di vita.

    Negare il rimborso a chi ha sostenuto spese importanti per dare ad un bambino la dignità di essere ‘figlio’ sereno in un mondo di diritti, significa non riconoscerlo come agente di tutela e sviluppo sociale. Fjallraven Kanken Kids Il IV Piano Nazionale prevede l’attivazione di un tavolo permanente interistituzionale sullo stato di attuazione,

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  • sulla valutazione ed eventuali necessità di aggiornamento della L.184/83 sulle adozioni internazionali, nike pas cher attraverso il confronto con le associazioni dei familiari, gli enti autorizzati e gli ordini professionali coinvolti e le Organizzazioni del Terzo settore.

    Luca De Fraia, coordinatore della Consulta sui temi della cooperazione del Forum del Terzo Settore, auspica l’attivazione di un percorso tra Governo e Associazionismo che dia nuovo impulso e vitalità alla speranza di accogliere di tante famiglie italiane, Chaussures Nike Pas Cher considerando le adozioni come attività di cooperazione internazionale,

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    SCUOLA, DISABILITÀ E DIRITTI: INCONTRO CON IL MINISTRO VALERIA FEDELI

    Fonte comunicato stampa Ledha – Lunedì 17 luglio, a partire dalle ore 9.30, presso il Foyer della Banca Popolare di Lodi (via Polenghi Lombardo) si svolgerà un incontro con il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli. Maglie Boston Celtics L’incontro è promosso da LEDHA Lodi e da LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità. air max 2017 dames Dialogheranno con il ministro Alessandro Manfredi, presidente di LEDHA Lodi e Alberto Fontana, presidente di LEDHA. nike tanjun bambini

    “La disponibilità del ministro a partecipare a questo incontro è un fatto molto importante – spiega Alessandro Manfredi, presidente dell’associazione lodigiana -.

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  • LEDHA Lodi è nata anche con questo obiettivo: incentivare e promuovere iniziative che coinvolgano il territorio: i cittadini, le istituzioni, le associazioni locali, le scuole”.

    Al centro dell’incontro ci saranno i temi dell’inclusione scolastica per gli alunni e studenti con disabilità.

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  • Si discuteranno le principali novità e i punti critici del decreto sulla Buona Scuola, nelle parti in cui questo interessa i diritti dei bambini e dei ragazzi con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado.

    “Uno degli elementi che ci preoccupa maggiormente è il fatto che la legge, nella parte in cui interessa gli alunni con disabilità, garantisce il diritto all’inclusione scolastica nel limite delle risorse disponibili –spiega Alberto Fontana, presidente di LEDHA-. Questa situazione rischia di penalizzare gli enti locali deputati a erogare questi servizi: trasporto, assistenza alla comunicazione e ad personam sono essenziali per garantire il diritto all’istruzione. Jason Pierre-Paul Giants Jerseys Che è diritto esigibile e, come ha sottolineato la Corte Costituzionale, non può essere sottoposto a vincoli di bilancio”.

    Altro tema particolarmente delicato è quello della situazione di precarietà del “sostegno”. Se da un lato le cattedre messe a disposizione sembrano essere insufficienti, dall’altro solo la metà dei docenti di sostegno ha una specializzazione. New Balance męskie Inoltre, questa categoria è segnata da un livello di precariato altissimo, che non garantisce un servizio di effettivo sostegno adeguato alle esigenze dei bambini e dei ragazzi con disabilità.

    Sul tema dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità l’Italia ha una delle legislazioni più avanzate al modo. nike tn pas cher Tuttavia in questi ultimi anni, questo modello mostra segni di affaticamento.

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  • Da qui la volontà delle associazioni di stimolare un dibattito che non si limiti a toccare i temi – pur centrali – delle risorse.

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    RICOSTITUITO L’OSSERVATORIO NAZIONALE DISABILITÀ

    Pochi giorni fa,

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  • commentando l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del “Programma di Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità”, la FISH* (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) aveva sottolineato anche la necessità di ricostituire al più presto l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità** presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ritenuto un luogo “strategicamente essenziale, sac kanken pas cher sia per il monitoraggio di quanto previsto nel Programma di Azione, adidas tubular damskie sia per la declinazione di interventi congruenti”.

    Al tempo stesso, Maglie Houston Rockets però,

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  • la Federazione ricordava come mancasse ancora il Decreto Ministeriale di nomina. Ora quel Decreto, Rob Gronkowski Jersey come si legge in una nota diffusa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Kole Calhoun Jersey è stato finalmente siglato dal Ministro Giuliano Poletti. nike pas cher

    L’Osservatorio ha funzioni consultive e di supporto tecnico-scientifico per l’elaborazione delle politiche nazionali in materia di disabilità, nike air max 2017 pas cher con particolare riferimento alla promozione dell’attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e alla predisposizione di un Programma di Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità. Fjallraven Kanken Sale Mini Ma l’Osservatorio è innanzitutto un luogo di confronto ed elaborazione che la FISH ha sempre praticato da protagonista e intende continuare a farlo.

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    MAPPING EXCLUSION – UN PROGETTO DI MENTAL HEALTH EUROPE E IL TZARD CENTRE

    Fonte www.e-include.euMapping Exclusion è un progetto di Mental Health Europe (MHE) e del Tizard Center. L’iniziativa consiste nella mappatura dell’assistenza istituzionale e della comunità nell’ambito della salute mentale in Europa. La prima versione di Mapping Exclusion è stata pubblicata nel 2012.

    MHE sta attualmente effettuando una revisione del progetto Mapping Exclusion, Nike Air Max 1 Heren con il titolo di “Mappatura e comprensione dell’esclusione”, Canotte Memphis Grizzlies cercando di mappare i sistemi di salute mentale al di là della cure istituzionali, Fjallraven Kanken No.2 ma anche di comprendere l’esclusione creata dai sistemi di salute mentale di qualità scarsa. buy albion gold L’indagine vuole evidenziare temi comuni nelle esperienze e nelle storie dei partecipanti alla mappatura per evidenziare gli abusi dei diritti umani e fornire le prospettive degli utenti ed ex-utenti di servizi di salute mentale e il tutto sarà pubblicato in un rapporto che sarà gratuitamente disponibile on-line.

    Sono quindi invitati a partecipare allo studio, Nick Chubb Jerseys inviando la loro personale testimonianza, Clayton Kershaw Jersey le persone con problemi di salute mentale – che possono essere anche legati a tipologie di disabilità intellettive – che hanno avuto delle esperienze di vita all’interno degli istituti, Nike Air Max 2016 Heren di ospedalizzazione forzata o di restrizione della propria libertà o isolamento.

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    EPILESSIA E DISABILITÀ INTELLETTIVA

    Fonte www.cnr.itEpilessia e disabilità intellettive,

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  • che si manifestano spesso in età infantile, mochilas kanken baratas sono in alcuni casi causate da mutazioni genetiche riguardanti il gene Kiaa1202, che contiene le informazioni per produrre la proteina Shrm4.

    Uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Nature Communication, nike air max 1 bordowe coordinato da Maria Passafaro dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano (In-Cnr) ha dimostrato uno dei meccanismi attraverso cui tali mutazioni potrebbero causare appunto epilessia e disabilità intellettive.

    “Il mondo della ricerca è da sempre impegnato nel tentare di capire la relazione che intercorre fra mutazioni genetiche e l’insorgere di queste malattie e da recenti studi è stata riscontrata una stretta relazione tra famiglie che presentano tali patologie e mutazioni del gene Kiaa1202”, spiega Passafaro.

    “Il nostro studio ha dato un contributo ulteriore alla comprensione di queste patologie, scoprendo il ruolo svolto dalla proteina Shrm4. Questa proteina è molto importante in quanto responsabile del corretto posizionamento del recettore GabaB. Ole Miss Rebels Abbiamo osservato infatti che tale fenomeno è mediato dal motore molecolare dineina, Nike Air Huarache Heren e Shrm4 agisce da adattatore fra il motore e il recettore GabaB, adidas gazelle uomo rosse permettendone la corretta localizzazione nelle sinapsi (punti di contatto che consentono la comunicazione dei neuroni tra loro e con altre cellule).

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  • Ciò che è stato scoperto è che quando Shrm4 è assente il recettore GabaB non riesce a raggiungere le sinapsi e non svolge quindi la propria funzione”.

    I ricercatori hanno infatti registrato le correnti nell’ippocampo di animali privati di Shrm4,

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  • scoprendo una riduzione nella loro componente inibitoria.

    “La conseguenza è un aumento di crisi epilettiche in questi animali,

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  • insieme ad altri difetti quali aumento di comportamenti ansiosi, difficoltà di apprendimento e nella socialità.

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    IL LAVORATORE CON DISABILITÀ NON PUÒ ESSERE LICENZIATO, SE NON DALLA COMMISSIONE MEDICA

    Fonte www.nonprofitonline.itIl lavoratore con disabilità non può essere licenziato per l’aggravarsi della sua situazione, a meno che l’inidoneità non sia rilevata dalla commissione medica competente: lo ha stabilito chiaramente la Corte di Cassazione civile, con Sentenza n.10576 del 28 aprile 2017, accogliendo il ricorso di un lavoratore palermitano con disabilità, che era stato licenziato dalla Fondazione Auxilium, a seguito di un accertamento del medico competente, asics gel lyte pas cher che lo aveva definito non più idoneo alle sue mansioni di addetto ai servizi generali.

    Il lavoratore aveva quindi fatto ricorso, chiedendo l’annullamento del provvedimento, Huston Street Jersey ma nei primi due gradi i giudici avevano respinto la sua richiesta, ritenendo “irrilevante” che la formulazione del giudizio di inidoneità fosse stata effettuata da un medico competente anziché dalla Commissione.

    La Cassazione ha ora rinviato la causa al giudice di secondo grado, ricordando che “il datore di lavoro può risolvere il rapporto di lavoro dei disabili obbligatoriamente assunti, nel caso di aggravamento delle condizioni di salute o di significative variazioni dell’organizzazione di lavoro, solo nel caso in cui la speciale Commissione integrata” verifichi “la definitiva impossibilità di reinserire il disabile all’interno dell’azienda,

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  • anche attuando i possibili adattamenti dell’organizzazione del lavoro, non essendo sufficiente il giudizio di non idoneità alla mansione specifica espresso dal medico competente nell’esercizio della sorveglianza sanitaria”. La Corte rammenta quindi che la risoluzione del rapporto di lavoro della persona con disabilità, in base alla legge 104/92, può essere disposta solo “previo accertamento, da parte della Commissione, della definitiva impossibilità di reinserimento del disabile”.

    Accertamento che non spetta al datore di lavoro, né il medico competente. Precisa la Commissione che la stessa legge 68/99 prevede, all’articolo 10, la possibilità di risoluzione del rapporto di lavoro in caso di aggravamento delle sue condizioni di salute: nel comma 3 si legge infatti che “nel caso di aggravamento delle condizioni di salute o di significative variazione dell’organizzazione del lavoro, il disabile può chiedere che venga accertata la compatibilità delle mansioni a lui affidate con il proprio stato di salute”.

    Ed è proprio questo che ha fatto, nel caso in questione, il lavoratore palermitano, chiedendo un accertamento medico.

    Può accadere anche che sia il datore di lavoro a richiedere “che vengano accertate le condizioni di salute del disabile, Air Max Baratas per verificare se, Air Max 2017 Goedkoop a causa delle sue minorazioni,

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  • possa continuare ad essere utilizzato presso l’azienda”.

    La normativa prevede però con chiarezza che tali accertamenti siano effettuati “dalla commissione di cui alla legge 104/92” e che il rapporto di lavoro possa essere risolto “nel caso in cui,

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  • anche attuando i possibili adattamenti dell’organizzazione del lavoro, la predetta commissione accerti la definitiva impossibilità di reinserire il disabile all’interno dell’azienda”.

    Ci sono insomma dei paletti normativi ben precisi nella disciplina del licenziamento del lavoratore con disabilità, in virtù di quella “speciale protezione accordata al disabile dalla disciplina interna e sovranazionale – si legge nella sentenza – finalizzata a ridurre i margini di apprezzamento discrezionale del datore di lavoro, allorquando l’inidoneità alla mansione del lavoratore ponga la questione dell’eventuale risoluzione del rapporto di lavoro, affidando ad un soggetto qualificato con caratteri di terzietà un peculiare giudizio tecnico”.

    La Corte giudica quindi che “commette errore in iudicando la Corte territoriale, allorquando espressamente stima ‘irrilevante’ la questione che il giudizio di inidoneità che ha determinato il licenziamento non sia stato espresso dalla competenza commissione medica integrata”.

    Per quanto disposto nell’articolo 10 della legge 68/99, adidas zx infatti, “spettava alla commissione medica integrata accertare le condizioni di salute del disabile assunto obbligatoriamente, per verificare se, a causa delle minorazioni o del loro aggravamento, potesse continuare ad essere utilizzato presso l’azienda”. In conclusione, considerato il quadro normativo che disciplina il diritto al lavoro delle persone con disabilità,

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  • la Corte accoglie il ricorso e rinvia alla Corte di Palermo,

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    DOPO DI NOI, A CHE PUNTO È DAVVERO LA LEGGE?

    Fonte www.vita.it – Che ne è della legge sul dopo di noi a quasi un anno dalla sua approvazione? Cominciamo col mettere in fila le date: la legge 112 è stata approvata il 14 giugno 2016. In Gazzetta Ufficiale è arrivata il 24 giugno 2016 ed è in vigore dal giorno successivo. Il 10 novembre 2016 Stato e Regioni hanno approvato il riparto dei fondi (90 milioni per il 2016).

    Il decreto attuativo è stato firmato il 23 novembre 2016 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 febbraio 2017: tre mesi dopo, si poteva fare meglio.

    Entro il 28 febbraio le regioni dovevano presentare i piani regionali di attuazione della legge: l’hanno fatto, qualcuna più rapidamente, qualcuna in maniera più innovativa (la Puglia pare aver presentato un piano interessante), qualcuna restando più vincolata ai servizi già esistenti.

    Il 20 aprile il Ministero aveva esaminato tutti i piani regionali e versato i fondi alle Regioni che hanno avuto il piano approvato. Alle altre ha inviato raccomandazioni (ad esempio la Sardegna, che si è riunita settimana scorsa per lavorarci) o chiesto integrazioni. Un quotidiano ha parlato di «fallimento della legge sul dopo di noi», raccontando le vicende di famiglie che non hanno visto cambiare una virgola nelle loro esistenze in questo anno e che della legge nemmeno sanno: la legge che doveva cambiare tutto, non ha cambiato niente. Lo sconforto delle famiglie è comprensibile, rispetto anche ai proclami fatti.

    Un anno fa l’aspettativa diffusa era certamente che dodici mesi dopo qualcosa di nuovo, di concreto, ci sarebbe stato. Non è così: un po’ per i passaggi istituzionali e il concerto con le Regioni, un po’ perché si tratta di un cambiamento di approccio. adidas original zx 700 femme Nei fatti nessun progetto è partito, nessun intervento finanziato. «Non mi sono mai illuso che una legge potesse cambiare una cultura arretrata, quella che mi fa leggere negli sguardi altrui sempre lo stesso pensiero: “ma perché non lo metti da qualche parte e vivi il meglio possibile la tua vita?”.Ogni volta che mi corico penso che il mio primo dovere è svegliarmi l’indomani», ha scritto ad esempio Gianluca Nicoletti

    Ma che punto siamo, davvero?

    Due terzi delle Regioni hanno già ottenuto i fondi

    «Ad alcune regioni, tra cui la Campania sono state chieste delle integrazioni da parte del Ministero e, una volta presentate, potranno essere trasferiti 9 milioni di euro. Ad oggi circa due terzi delle Regioni hanno ottenuto i fondi previsti dalla legge, si confida di poter procedere all’erogazione di tutte le risorse entro la fine del mese», afferma Elena Carnevali, deputata Pd, che è stata relatrice della legge alla Camera e sta girando l’Italia per farla conoscere.

    «Parlare di fallimento di una legge entrata in vigore da poco meno di un anno e che chiama in causa la responsabilità di Regioni ed Enti locali, non aiuta il cambiamento culturale e la faticosa progettazione che ci permetterebbero di uscire dalla logica basata esclusivamente sulle prestazioni. Tutti gli strumenti attuativi richiesti per rendere operativa la cosiddetta legge sul ‘dopo di noi’ sono stati approvati», ha ricordato.

    «Il dolore e la fatica dei familiari di persone con disabilità devono essere riconosciuti e devono poter contare sui servizi diurni e su spazi occupazionali e ricreativi».

    Le Regioni devono ora emettere le loro DGR (la Lombardia ad esempio potrebbe essere pronta a fine maggio): «Continuo ad essere convinta della bontà di questa legge, che ci consente di iniziare un percorso diverso da quello che fino ad oggi abbiamo avuto, che prevedeva come unica risposta – lo dicono i dati – l’istituzionalizzazione. Non avremo la soluzione per tutti in poco tempo, ma abbiamo iniziato a strutturare un modello diverso da quello prestazionistico». adidas ultra boost uomo

    L’altro elemento da valorizzare per Carnevali è quello della corresponsabilità con le Regioni, con l’obiettivo di arrivare a definire dei Lea che diano l’esigibilità del diritto: «la scelta era tra non fare nulla perché di fatto non abbiamo le risorse per tutti oppure apprezzare lo sforzo che chiama alla corresponsabilità istituzionale, avviare un cammino che ci porta a una realtà diversa. Piano piano, perché siamo in ritardo di anni. Vero è che il Paese è “infrastrutturato” in modo diverso, con alcune aree territoriali che hanno molte carenze».

    Palla in mano alle Regioni

    Giuseppe Arconzo insegna diritti delle persone con disabilità all’Università Statale di Milano, l’unica cattedra in Italia su questa materia, ed è delegato del rettore per la disabilità. Con il Comune di Milano sta ragionando sulla nascita di una Fondazione per il Dopo di Noi. «L’iter per l’attuazione della legge è stato abbastanza lungo ma non patologico. I temi sollevati dall’articolo però sono veri, in particolare l’assenza di dati sulle persone con disabilità, è una pecca clamorosa del nostro sistema di welfare che comporta di fatto l’impossibilità di fare investimenti e piani a lungo periodo, questo è il vero problema, che riguarda l’intero welfare per le persone con disabilità, non solo il dopo di noi. Qualcosa in più si poteva certamente fare sulla comunicazione», spiega, ricordando che la campagna di comunicazione e informazione prevista dalla legge non si è vista.

    «Non condivido invece il timore che “nessuno controllerà” come verranno utilizzati i fondi.

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  • La legge e il decreto mettono in capo alle Regioni un forte compito, di programmazione e di individuazione delle modalità per selezionare i progetti da finanziare e anche per revocare i finanziamenti. Davvero qui sono le Regioni a dover prevedere forti elementi di controllo al finanziamento e agli scopi perseguiti dalla legge, che nel testo sono molto ben evidenziati, direi anzi che è la prima volta che si affronta in modo così avanzato il diritto alla vita indipendente per come è sancito dalla Convenzione Onu, è un passaggio culturale forte… È previsto il coinvolgimento delle associazioni di rappresentanza nella definizione degli indirizzi di programmazione ed erogazioni, è una garanzia per evitare che i fondi finiscano ad alimentare ancora la segregazione ancora».

    Creare cultura, questo processo è già partito

    «Servivano due fasi per l’attuazione, un decreto per definire i requisiti di accesso e poi le Regioni che dovevano definire le modalità di accesso, è vero, ma il processo di attuazione della legge, i tempi degli adempimenti, sono stati troppo lenti, questo dobbiamo dirlo, dall’approvazione della legge è passato ormai un anno», ammette Annamaria Parente, senatrice Pd e relatrice per la legge in Senato.

    «Con altrettanta convinzione però voglio dire che non è vero che in questo anno non è successo niente e non è cambiato niente: questa è una legge di altissimo valore sociale e culturale, sta creando cultura su quel tema delicato che è l’avvio dei percrosi di autonomia per persone con disabilità. A.J. Green UGA Jersey Le famiglie ci stanno ragionando, tanti assessori si stanno preparando – ricordiamo che fino ad oggi di progetti di vita individualizzati previsti dalla legge 328 del 2000 se ne facevano pochissimi – il mondo dei professionisti si è mosso per informare e diffondere modelli e ricordiamo anche che la legge dà una cornice a esperienze già esistenti, nell’ottica della sussidiarietà orizzontale». nike air max 1 ultra moire mujer

    Questa mattina la senatrice era con 300 ragazzi della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano proprio per parlare dell’attuazione della legge sul dopo di noi: «Uno studente è intervenuto per dire che c’è sfiducia rispetto al pubblico e che i privati che con le loro risorse potrebbero incrementare il fondo nazionale pubblico in realtà hanno sfiducia. Ecco, la legge serve anche a questo, a smussare questo clima».

    La campagna informativa

    A fine dicembre Roberto Speziale, presidente di Anffas, indicava la road map per rendere davvero operativa la legge nel 2017.

    Le DGR e i bandi delle Regioni sono ancora da venire, come pure il tema della verifica degli esiti delle misure finanziate e il rendere le persone con disabilità, le loro famiglie e chi è vicino alle stesse consapevoli dei nuovi strumenti e delle nuove possibilità. «Il cambiamento non può esserci se le persone con disabilità con il supporto ed il sostegno della famiglia o di chi le protegge giuridicamente (tutore, curatore, amministratore di sostegno) non chiedono il progetto individuale e se non si crede al protagonismo della persona con disabilità», spiegava Speziale.

    «Occorre anche rendere informate le famiglie su come essere co-protagonisti nella costruzione del progetto di vita, lasciando loro anche la possibilità di partecipare alla costruzione di tutto ciò con le loro risorse, mettendo, ad esempio, a disposizione proprio la casa di abitazione dove la persona con disabilità continuerà a vivere o facendo un trust. Manca ancora, quindi, una campagna informativa che si rivolga alle persone con disabilità ed alle loro famiglie e dica loro “Sai che hai diritto a un progetto individuale? A un budget di progetto? Sai che la persona con disabilità insieme al tuo supporto e sostegno ha diritto a progettare il suo futuro?”».

    Nulla di ciò in questi mesi c’è stato.

    «Noi abbiamo fatto moltissimi eventi sul territorio per informare le famiglie, solo in Lombardia ci sono stati 15 eventi in un mese, domani io sarò Cagliari, nel week end a Macerata… manca una comunicazione istituzionale, una campagna informativa. Nike Scarpe Uomo Il vulnus che emerge dall’inchiesta è questo, le famiglie dimostrano una non conoscenza legge e danno una rappresentazione negativa di qualcosa che è in parte la soluzione ai problemi che pongono. Air Jordan 7 Uomo La legge è complessa perché il problema è complesso, non puoi dare una soluzione semplice. Ma a chi oggi dice che la legge 112 non è una risposta organica al percorso durante e dopo di noi, io chiedo cosa altro c’è di meglio», spiega ora Roberto Speziale.

    «L’attuazione concreta della legge parte in queste settimane, finora c’è stata la fase necessaria per strutturare il tutto. Ora però le regioni hanno avuto una valutazione dei loro piani e alcune hanno già i fondi, il Ministero ha dato indicazioni precise, avevamo chiesto di vigilare per non consentire alle regioni di distaccarsi da obiettivi leggi, devo dire che il ministero ha fatto una valutazione non superficiale dei piani. chaussures gel lyte 5 In linea di massima le Regioni hanno detto che gireranno le risorse ai distretti sociosanitari, dando indicazioni per i bandi: a breve le famiglie e le organizzazioni potranno presentare i progetti. La cosa che a sistema dobbiamo monitorare è che vengano non solo istituite le unità di valutazione multidimensionali previste ma che esse siano formate: la vera criticità è questa, chi farà il progetto di vita.