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Il bonus di 500 euro per i neo diciottenni? E’ “quasi” per tutti

Superabile.it Per accedere al bonus, l’utente deve richiedere una “identità digitale”: per ora, non è possibile che la richieda, al posto suo, l’amministratore di sostegno o il tutore. Esclusi dal bonus quindi, almeno per il momento, tanti 18enni con disabilità intellettiva grave, amministrati o tutelati. La denuncia di Fabiana Gianni.

 Il bonus di 500 euro per i neo maggiorenni è per tutti, disabili inclusi. Ma solo in teoria. Per il momento, non riesce a ottenerlo chi abbia un amministratore di sostegno o un tutore. Parliamo, per esempio, di tanti ragazzi con disabilità intellettiva grave: questi incontrano, fin dall’inizio della procedura, una barriera “digitale” per ora insormontabile.

Per accedere al bonus occorre infatti innanzitutto ottenere un’identità digitale, tecnicamente lo “Spid”: è necessaria per questo un’identificazione, che può avvenire telematicamente o presso gli uffici deputati, ma sempre tramite la persona interessata. E cosa accade quando la persona interessata è “interdetta”, quindi rappresentata da un suo tutore o amministratore? La risposta è: per adesso nulla, non si può fare. Niente identità digitale, ovvero niente bonus.

A denunciare per prima questa disfunzione – se così vogliamo chiamarla – è Fabiana Gianni, giornalista e mamma di tre ragazze, di cui una gravemente disabile e da poco maggiorenne, di cui è lei stessa amministratrice di sostegno. Sul suo blog sul Fatto quotidiano scrive infatti: “Per ottenere il bonus tutto avviene online – scrive – Chi vuole usufruire del bonus deve prima ottenere lo Spid, l’accredito elettronico presso la Pubblica amministrazione, che comprova l’identità digitale e poi può scaricare l’app predisposta appositamente per questo scopo registrandosi attraverso vari canali predeterminati. Peccato che in tutto questo sia richiesta l’identificazione via web, o presso alcuni uffici tramite la persona interessata. Nessuno si è ricordato degli Amministrati e dei tutelati”.

Fabiana Gianni scrive quindi all’indirizzo indicato sul sito per chiedere chiarimenti sulla procedura da seguire. Riceve velocemente la risposta: “Per la casistica di una persona con disabilità accompagnata/assistita da un amministratore di sostegno legalmente riconosciuto non abbiamo ancora una risposta da parte dell’autorità che norma le attività degli Identity Provider (AgID). La richiesta, quindi, va tenuta in attesa del pronunciamento di AgID”.

Abbiamo provato anche noi a chiedere delucidazioni all’ufficio preposto, facendo riferimento proprio alla segnalazione di alcuni lettori disabili. E la risposta che abbiamo ricevuto non è molto diversa: “Il sistema Spid non definisce procedure relative alle deleghe, che sono parte di normative di rango generale o di procedure già in uso presso amministrazioni pubbliche o gestori di servizi di pubblica utilità. Per definire un percorso chiaro e comune stiamo lavorando con gli Idp per uniformare la prassi di erogazione delle credenziali Spid per i quali in determinati casi alcune persone possono agire per conto di altri, secondo i principi di delega previsti dalle regioni per l’attivazione della Cns. Nei prossimi giorni saremo in grado di fornirle una risposta più dettagliata”. Una serie di sigle abbastanza criptiche, per dire che, per il momento, una procedura non esiste: quindi niente bonus per chi ha un amministratore di sostegno, almeno fino a nuovo ordine.

Forse un semplice ritardo burocratico, una “svista” dell’amministrazione, una dimenticanza che però fa indignare chi ogni giorno si trova a combattere contro tante barriere, fisiche, culturali o digitali che siano. “L’ennesima piccola grande discriminazione buttata sulle spalle di chi pensava di aver conquistato gli stessi diritti – commenta amaramente Fabiana Gianni – Dopo 18 anni a volte mi sento davvero ancora troppo ingenua. Cado, come nel peggiore dei concorsi a premi, nella rete della nostra Pubblica Amministrazione, convinta che Diletta esista come cittadina e invece scopro che non è una delle tante persone di serie B. In realtà lei e tutti coloro nella sua situazione non esistono proprio. In nessuna categoria. Anche in questo andrò fino in fondo. Perché considerato che esiste una esclusione, il governo deve avere il coraggio di scriverlo: vietato e non riconosciuto ai giovani di 18 anni affetti da handicap grave e costretti a essere legalmente amministrati”.

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LA GIORNATA MONDIALE DISABILITÀ E I 17 OBIETTIVI PER UN FUTURO MIGLIORE

Disabili.com – La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità 2016 è un appuntamento che, nelle intenzioni, vuole rappresentare un momento di riflessione e discussione sulla disabilità sotto i vari fronti: politico, civile, sociale, educativo, medico. Sarà, quest’anno, anche occasione per un importante bilancio: il 2016 coincide, infatti, anche con il decimo anniversario della Convenzione Onu sui diritti delle Persone con disabilità, e ci sarà quindi modo di fare il punto su cosa sia cambiato nei 166 paesi che l’hanno nel frattempo ratificata.  Tema di quest’anno sarà, rispetto alle persone con disabilità e alla loro inclusione nella società, il raggiungimento dei 17 Obiettivi per il futuro che vogliamo: si tratta dei 17 Sustanable Development Goals, ovvero diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile lanciati e promossi dall’ONU, dopo gli “obiettivi di sviluppo del millennio “ nel 2015, per promuovere, nel prossimo futuro, lo sviluppo internazionale in modo sostenibile. 

 I 17 obiettivi riguardano:

1.Lotta alla povertà;

2. Lotta alla fame;

3.Promozione della salute e benessere per tutti e tutte le età;

4. Accesso ad una istruzione di qualità;

5. Parità di genere attraverso l’emancipazione delle donne e delle ragazze;

6. Acqua pulita e servizi igienico-sanitari… Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienico-sanitari;

7. Energia rinnovabile e accessibile… Assicurare la disponibilità di servizi energetici accessibili, affidabili, sostenibili e moderni per tutti;

8. Promozione dell’occupazione e di una crescita economica inclusiva, sostenuta e sostenibile, per tutti;

9. Promozione dell’innovazione e delle infrastrutture;

10. Riduzione delle diseguaglianze all’interno e tra i Paesi;

11. promozione di città e comunità sostenibili;

12. Utilizzo responsabile delle risorse;

13. Lotta al cambiamento climatico;

14. Utilizzo sostenibile del mare;

15. Utilizzo sostenibile della terra;

16. Promozione di Pace e giustizia;

17. Partnership per lo sviluppo sostenibile.

 

In occasione della Giornata Internazionale per le Persone con Disabilità saranno organizzati appuntamenti di discussione e confronto (qui ne trovate alcuni).

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GRUPPO CRC. GIORNATA DELL’INFANZIA: DOPO LE CELEBRAZIONI, VENGANO IMPEGNI PRECISI

Gruppo CRC – Giornata Nazionale Infanzia: tra le molte iniziative, pubblicati il IV Piano Nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva ed il Piano biennale nazionale di prevenzione e contrasto all’abuso e allo sfruttamento sessuale dei minori.

Il Gruppo CRC, il network costituito dalle principali associazioni che si occupano attivamente della tutela e promozione dei diritti dell’infanzia in Italia, chiede ora alle istituzioni un’assunzione di impegno rispetto alle azioni previste nei Piani.

Si è conclusa il 20 novembre u.s. con le ultime iniziative in programma, una settimana ricca di appuntamenti e incontri che hanno attraversato tutta la penisola per celebrare la Giornata Nazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 20 novembre.

La Giornata è stata occasione di dibattito e scambio sulle azioni che ciascuna amministrazione dovrà fare per concretizzare quanto previsto nei Piani appena approvati, indicando le priorità di intervento, la tempistica e le eventuali risorse disponibili.

Nel 9° Rapporto CRC, pubblicato lo scorso maggio, era segnalata come novità rilevante l’approvazione da parte dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’adolescenza della bozza del IV Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva 2016/2017, in seguito approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 agosto, adottato con Decreto del Presidente della Repubblica il 31 agosto ed infine pubblicato nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 15 novembre. Un iter durato oltre 15 mesi, mentre ora si attende la riconvocazione dell’Osservatorio Nazionale Infanzia e che vengano condivise le modalità di attuazione del Piano e posto in essere un sistema di monitoraggio.

Il Piano non prevede alcun finanziamento, né del resto nella Legge di bilancio in discussione ci sono riferimenti a fondi specifici per la sua attuazione. Tuttavia, nel frattempo sono state avviate delle azioni che possono ricollegarsi alle priorità previste nel Piano. Per esempio, la previsione di un Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, che prevede un intervento prioritario a favore delle famiglie con figli minori; oppure l’istituzione del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a 6 anni, che deve essere attuata con decreto legislativo entro gennaio 2017, e per la quale devono essere stanziate idonee risorse nella legge di stabilità.

L’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile è stato invece riconvocato. Il 18 novembre in occasione della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, si è riunito a Firenze per discutere delle modalità attuative del Piano, identificare per ognuna delle quattro aree strategiche un’amministrazione di riferimento e l’istituzione da parte del Dipartimento per le Pari Opportunità di un apposito Comitato di Coordinamento per l’attuazione e il monitoraggio del Piano.

Sul versante legislativo invece si è persa l’occasione per portare a compimento alcuni provvedimenti tra i quali due importanti disegni di legge di cui auspicavamo l’adozione anche lo scorso 20 novembre. La prima è la riforma del sistema di protezione e accoglienza dei Minori stranieri non Accompagnati, approvata alla Camera il 26 ottobre 2016 ed attualmente all’esame in Senato. La riforma, oltre a garantire una dignitosa accoglienza e tutela ai minori stranieri non accompagnati costituirebbe anche un modello da seguire per altri Paesi europei. La seconda riguarda la proposta di legge per l’acquisizione della cittadinanza per i minorenni di origine straniera, approvata dalla Camera il 13 ottobre 2015, che mira a favorire l’acquisizione della cittadinanza per i minori di origine straniera nati e cresciuti in Italia, la cui adozione definitiva rappresenterebbe un importante passo avanti verso il riconoscimento dei diritti delle seconde generazioni.

L’augurio è che la Giornata dell’Infanzia e dell’Adolescenza non rappresenti solo un momento celebrativo, ma sia la reale occasione di un confronto mirato, un momento di riflessione e valutazione delle politiche e azioni attuate per bambini ed adolescenti nel nostro Paese da parte delle istituzioni che dovrebbero garantire una governance sulle politiche per l’infanzia e adolescenza.

E’ possibile scaricare il 9°Rapporto CRC completo dal sito: www.gruppocrc.net

Per ulteriori informazioni:

Ufficio stampa Save the Children Italia

Tel. 06-48070023/63/81/82

E-mail: ufficiostampa@savethechildren.org

Website: www.savethechildren.org

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Approvata la riforma del “Welfare” calabrese

regione.calabria.it La Giunta regionale ha approvato, nella riunione del 14 u.s., la “Riforma del Welfare”, che prevede la riorganizzazione dell’assetto istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali. Entrando nello specifico della riforma, la delibera approvata ieri delinea le funzioni in materia di politica sociale che vengono trasferite ai comuni, dando così efficacia al principio della sussidiarietà, secondo il quale sono il livello territoriale più prossimo alla persona che ne riesce ad individuare il fabbisogno ed a programmare al meglio gli interventi. Lo strumento del Piano di Zona, poi, prevede il coinvolgimento del partenariato sociale, che darà reale corrispondenza tra interventi e fabbisogno delle persone, qualificando la spesa programmata rispetto agli obiettivi sociali prefissati fino alla realizzazione di un Sistema Informativo Sociale di zona che raccolga i dati utili per procedere alla successiva programmazione. I compiti della Regione non saranno più quelli di una semplice cassa/bancomat, rispetto alle erogazioni delle rette ma, finalmente, la Regione avrà il compito di programmare, coordinare e indirizzare gli interventi sociali sui territori, oltre che supportare i Comuni nello svolgimento delle funzioni territoriali come avviene nelle altre regioni italiane. È opportuno sottolineare quelli che sono gli assetti innovativi presenti nella Riforma, tra cui spicca il processo partecipativo che ha portato alla stesura di un regolamento e di una serie di allegati che disciplinano le modalità di accreditamento, i requisiti strutturali e gli standard professionali del personale che opera nelle strutture. Il lavoro, infatti, che si è svolto per oltre dodici mesi ha visto la collaborazione di un tavolo istituzionale, formalizzato con delibera di giunta, al quale hanno partecipato i rappresentanti delle principali organizzazioni di rappresentanza del privato sociale (Anaste, Aris, Confapi, Confcooperative, Forum Terzo Settore, Legacoop, Uneba), e delle istituzioni civili e sindacali (Anci, Cgil, Cisl, Uil, Ugl). “È questa una svolta importante per la Regione Calabria – ha detto l’Assessore al Lavoro Federica Roccisano – perché finalmente acquisisce il ruolo di programmazione di politiche sociali e non più di cassa, puntando, insieme al privato sociale ed ai territori, ad un welfare più inclusivo e più vicino alle istanze delle persone”.

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Tutti i musei si dotino di guide “facili da leggere”!

SUPERANDO.IT Rappresenta in Italia un’esperienza praticamente unica, la Guida Facilitata al piano storico del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, presentata nei giorni scorsi, che è stata elaborata secondo quanto prescritto dalle Linee Guida Europee per la realizzazione di informazioni facili da leggere e da capire (“Easy To Read”), documento alla cui traduzione contribuì anche l’ANFFAS. Unica, ma che naturalmente ci auguriamo non resti tale per molto tempo, venendo presto imitata da tanti altri musei del nostro Paese.

Ci eravamo già a lungo occupati del cosiddetto formato Easy To Read (“facile da leggere”), soffermandoci sui progetti europei Pathways e sulle Linee Guida Europee per la realizzazione di informazioni facili da leggere e da capire, alla cui traduzione italiana aveva collaborato l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), organizzazione particolarmente attenta a strumenti del genere, quanto mai necessari per consentire alle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale di accedere alle medesime opportunità degli altri cittadini.
È dunque con piacere che segnaliamo ora quanto realizzato a Torino dalla Cooperativa Sociale La Bottega di Grugliasco, già nota per avere presentato lo scorso anno «Sottovoce», giornale di facile lettura, nato principalmente per le persone con lieve disabilità intellettiva, ma rivolto a tutti coloro che – con o senza disabilità – abbiano la necessità di essere informati tramite un linguaggio semplice e accessibile.

Si tratta di una Guida Facilitata al piano storico del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, che rispetta appunto le citate Linee Guida Europee e che è stata presentata nei giorni scorsi nel capoluogo piemontese, caratterizzandosi certamente come un’esperienza ancora unica in Italia. «Quando si parla di “accessibilità museale” – spiegano dalla Bottega – il pensiero va subito alle barriere fisiche che complicano l’accesso alle persone con disabilità motorie, senza pensare che esistono altre barriere di difficile superamento alle quali, in Italia, quasi nessuno pensa: sono quelle barriere intellettuali, lessicali e visive che impediscono a una fetta grandissima di popolazione l’accesso alla cultura, all’arte, al bello. Se esperienze simili già sono presenti in diversi musei europei e non, la Guida Facilitata al piano storico del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino rappresenta un’esperienza pressoché unica in Italia». Unica, ma che naturalmente ci auguriamo non resti tale per molto tempo, venendo presto imitata da tanti altri musei del nostro Paese.

Coordinata da Mario Guglielminetti, docente di Marketing Museale all’Istituto per l’Arte e il Restauro di Palazzo Spinelli a Firenze e docente di Antropologia museale al Dipartimento di Lingue dell’Università di Torino, la presentazione del 10 novembre scorso a Torino ha potuto contare sulla partecipazione, tra gli altri, di Rodolfo Gaffino Rossi, direttore del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, Antonio Vitulano, presidente della Cooperativa La Bottega, Laura Barbotto ed Elena Bellafemina, coordinatrici del Progetto Sottovoce e Giancarlo D’Errico, presidente dell’ANFFAS Piemonte e della FISH Piemonte (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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NORME E POLITICHE PER L’INCLUSIONE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ. UNA GUIDA FACILE DA LEGGERE

Ohchr.org – Catalina Devandas-Aguilar, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ha recentemente pubblicato la versione Easy-to- Read, ovvero facile da leggere, del Rapporto annuale intitolato “Norme e politiche per l’inclusione delle persone con disabilità”. Il Rapporto contiene una serie di suggerimenti e di raccomandazioni del comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità finalizzato a garantire che la Convenzione sia rispettata sia a livello locale che nazionale. La finalità ultima è infatti la piena partecipazione delle persone con disabilità nella società. 

Per scaricare il Rapporto in Easy-to-read cliccare qui (testo in lingua inglese)

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FRANCIA. QUEL VIDEO SULLE PERSONE CON SINDROME DI DOWN CENSURATO

Vita.it – Anche il CoorDown oltre alla Fondazione Jérôme Lejeune ricorrerà alla Corte europea per i diritti dell’uomo. La ragione? Il Consiglio di Stato francese ha pochi giorni fa confermato la decisione presa due anni fa dal Consiglio superiore per l’Audiovisione (Csa) di censurare il video Dear Future Momche il CoorDown ha realizzato in occasione della Giornata mondale sulla sindrome di Down del 2014.

Per il Csa francese lo spot «non può essere considerato come un messaggio d’interesse generale e la sua finalità può apparire ambigua e non suscitare un’adesione spontanea e consensuale». Ma c’è di più: l’Authority infatti ritiene che il film possa «disturbare la coscienza delle donne che, nel rispetto della legge, hanno fatto scelte diverse di vita personale» e per questo motivo ha deciso di far scattare il divieto di trasmetterlo nelle reti televisive francesi.

La fondazione Jérôme Lejeune che ha fin da subito fatto ricorso alla decisione del Csa, – inutilmente – online sulla sua pagina Fb ha acceso il dibattito. Il 10 novembre scorso, dopo la decisione finale del Consiglio di Stato in una nota stampa il presidente della Fondazione Jean Marie Le Méné osservava: «È una singolare concezione della vita umana quella che mette sulla stesso piano la sua conservazione e la sua distruzione, come se i due atti avessero lo stesso valore. In effetti l’esperienza mostra che le donne che hanno donato un giorno a un bambino con disabilità non rimpiangono l’aver scelto la vita. Quelle che hanno fatto una scelta diversa soffrono visibilmente di una forma di senso di colpa. Da qui la decisione del Csa di sottrare alla loro vista i bambini con trisomia felici. La decisione del Consiglio di Stato deciso che la libertà d’espressione delle persone con trisomia deve inchinarsi al diritto all’aborto».

Nella stessa nota stampa la Fondazione ha annunciato di rigettare una decisione che: «conduce ad aggravare l’anestesia delle coscienze sull’eugenetica, dal momento che il 95% dei bambini con sindrome di Down scoperti prima delle nascita non sopravvivono a questa politica di eliminazione», quindi l’annuncio di portare il caso alla corte europea dei diritti dell’uomo per difendere la possibilità di esprimere la felicità delle persone con sidrome di Down senza censure.

Del resto nelle intenzioni di CoorDown e dei partner internazionali che hanno collaborato alla realizzazione e diffusione del video non c’era alcun intento di fare una campagna pro-life, ma la volontà di rispondere a una madre in attesa di una bimba con la sindrome di Down che aveva scritto una lettera all’associazione chiedendo come sarebbe potuto essere il futuro della figlia che aspettava. CoorDown aveva quindi deciso di dare la parola direttamente a giovani e ad adulti con sindrome di Down che, pur ammettendo le difficoltà della loro condizione, affermavano con determinazione che la loro è una vita degna e felice.

Secondo il coordinamento «Il Csa perde di vista il fatto che difendendo il diritto di scelta di alcune madri nega la libertà di espressione alle persone con sindrome di Down, una libertà sancita anche dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, in particolare agli articoli 8, 10 e 21. La decisione assunta dal Consiglio di Stato francese è un atto grave di censura che lede i diritti umani e l’immagine delle persone con sindrome di Down, che non solo hanno il diritto di essere felici, ma anche quello di esprimere il loro punto di vista ed essere ascoltati».

In Francia le autorità hanno di fatto impedito la diffusione del video sulle tv francesi, ma non quella sul web. Dear Future Mom – che ha ottenuto consensi straordinari in tutto il mondo con oltre 7 milioni di visualizzazioni su YouTube e ben sei Leoni al Festival della Creatività di Cannes – continuerà quindi ad essere visto e condiviso in rete.

L’intenzione di CoorDown ribadisce una nota dell’organizzazione è quello di ricorrere nelle sedi opportune contro questa decisione e di chiedere il sostegno, nelle sedi istituzionali, del Governo italiano e del Presidente della Repubblica affinché i diritti sanciti nella Convenzione Onu siano applicati dagli Stati membri e non restino lettera morta.

 

Il video Dear Future