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Il Governo accetta le richieste del volontariato

Stralciato l’art.5 del Progetto di Legge sulla montagna che minacciava le risorse del volontariato

Riportiamo di seguito il Comunicato Stampa del Forum del Terzo Settore.

Oggi la V Commissione Bilancio della Camera ha stralciato il comma 1 dell’art 5 del Progetto di legge C41 sui territori di montagna .

Si tratta di un successo per tutto il mondo del volontariato e del terzo settore, che, oltre alla preoccupazione per la riduzione dei fondi destinati al 5 per mille , ha protestato con forza nei giorni scorsi per un progetto di legge che intendeva modificare la legge quadro del volontariato (n. 266/91), utilizzando suoi strumenti e risorse per sostenere i territori di montagna, senza alcuna consultazione .

Il Forum del Terzo Settore, la Consulta Nazionale del Volontariato presso il Forum, la ConVol – Conferenza Permanente Presidenti Associazioni e Federazioni Nazionali di Volontariato e CSVnet, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato – ossia l’intero panorama delle organizzazioni che in Italia rappresentano il mondo del volontariato e del privato sociale, esprimono gratitudine per tutti coloro che, in questi giorni si sono adoperati per raggiungere questo importante risultato.

“Un ringraziamento va ai Parlamentari per l’attenzione e la sensibilità espressa nel riconoscere la necessità di non apportare queste modifiche alla legge 266/91 sul volontariato” – affermano i presidenti. “Auspichiamo che questo risultato positivo getti le basi per proseguire un dialogo proficuo con il Parlamento e che questo primo segnale di concertazione comune porti anche al reintegro dei fondi per il 5 per mille e per le politiche sociali”.

Andrea Olivero, Portavoce Forum Terzo Settore
Fausto Casini, Responsabile Consulta Volontariato c/o Forum Terzo Settore Emma Cavallaro,
Presidente ConVol Marco Granelli, Presidente CSVnet

25 novembre 2010

Per maggiori informazioni
Paola Scarsi ufficio stampa e comunicazione Forum Nazionale del Terzo Settore
tel 06 68892460 fax 06 6896522 stampa@forumterzosettore.it www.forumterzosettore.it

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“La strategia di Tremonti per la crisi: prima risaniamo i conti e poi vediamo chi è rimasto vivo”

“La strategia di Tremonti per la crisi: prima risaniamo i conti e poi vediamo chi è rimasto vivo”
Corrdado Guzzanti
Vieni via con me, 22 novembre 2010

Pubblichiamo di seguito un articolo riassuntivo di tutti i tagli (e gli azzeramenti) che prevede questa nuova legge di stabilità. Per praticità, mettiamo in evidenza che:
Il Fondo per le Politiche Sociali passa da 435,3 milioni di euro del 2010 a 275,3 milioni di euro per il 2011, comprensivi dell’ulteriore stanziamento di 200 milioni di euro previsti dal maxiemendamento;
Si conferma il totale azzeramento del Fondo per la non autosufficienza che, per il 2009, invece, era di 400milioni di euro;
La copertura finanziaria per il 5 x mille passa da 400 a 100 milioni di euro

Per avere un quadro più chiaro, consigliamo di consultare questa tabella comparativa che analizza gli stanziamenti, fondo per fondo, per gli anni dal 2008 al 2013.
Fonte: controlacrisi.org – Due miliardi di euro in meno per il sociale rispetto al 2008, quasi un miliardo in meno rispetto al 2010. E’ un ridimensionamento drastico quello previsto dalla legge di stabilità per il 2011 all’esame del Parlamento: anche dopo la presentazione degli ultimi emendamenti che ripristinano alcune dotazioni economiche, il bilancio complessivo dei fondi statali a carattere sociale racconta di una flessione evidente delle cifre stanziate, che scendono del 63% rispetto allo scorso anno, superando appena la soglia dei 500 milioni di euro complessivi. Per le stesse voci, nel 2010 si sfiorava la cifra del miliardo e mezzo e appena tre anni fa, nel 2008, la dotazione dei fondi a carattere sociale superava i due miliardi e mezzo. In tre anni, insomma, le risorse si sono ridotte ad un quinto: per ogni cento euro, ora ce ne sono suppergiù venti. E le previsioni per il 2012 e il 2013 raccontano di un’ulteriore stretta, con il totale dei fondi sociali che sarà ridotto, nelle previsioni, di un’altra metà, fino a toccare appena quota 271 milioni.

Nel dettaglio, i numeri del disegno di legge di stabilità e del bilancio di previsione raccontano di un calo netto delle somme destinate al fondo per le politiche sociali e a quello per il sostegno all’affitto, di una riduzione sensibile per il servizio civile e le politiche per la famiglia, di un sostanziale azzeramento del fondo per le politiche giovanili, di un totale azzeramento di quello per la non autosufficienza. Dove nel 2010 si erano stanziati 1 miliardo e 472 milioni di euro, per il 2011 la previsione è di 545 milioni: -63%. Numeri messi in evidenza in un documento curato da Antonio Misiani, deputato del Pd e componente della Commissione bilancio, che mette a confronto dieci fondi statali capaci di incidere sul sociale. Ai quali poi si potrebbero aggiungere ancora i finanziamenti al 5 per mille (che passerebbero da 400 a 100 milioni di euro) e l’assenza di risorse destinate alla social card. Dopo una protesta di piazza, invece, il governo ha deciso di riservare una parte cospicua dei 124 milioni di maggiori entrate (previste dalla proroga dell’ecobonus) alla ricerca e assistenza domiciliare dei malati di Sla. (Ska)

Tagli, ecco come la scure si abbatte sul sociale
Il dettaglio dei tagli. Il Fondo politiche sociali sceso dai 930 milioni del 2008 ai 435 dell’anno in corso. Non va meglio al Fondo politiche per la famiglia (-71,3%) e a quello per le politiche giovanili (-85,8%). Azzerata la non autosufficienza

Il taglio più significativo è certamente quello del Fondo per le politiche sociali, che dai 930 milioni del 2008 è già sceso ai 435 milioni dell’anno in corso e che per il prossimo anno (sempre al netto delle risorse per interventi costituenti diritti soggettivi) dovrebbe assestarsi sui 275 milioni. Una cifra che comprende già i 200 milioni previsti dal maxiemendamento del governo (la previsione iniziale infatti era di soli 75 milioni). Il taglio rispetto al 2010 resta pesante: -36%, con la prospettiva di un sostanziale azzeramento futuro (70 milioni nel 2012, 45 nel 2013). A rimetterci saranno soprattutto i trasferimenti alle regioni e la rete dei servizi sociali territoriali. Non va meglio al Fondo per le politiche della famiglia: aveva 185 milioni nel 2010 (erano stati 345 due anni prima) che diventeranno nel 2011 52,5 milioni: il calo per il welfare orientato alle famiglie sarà del 71,3%.

Tempi di vacche magrissime anche per il Fondo per le politiche giovanili: nel 2010 era stato finanziato con 94 milioni, nel 2011 è stato prima ridotto a 33 milioni e ora, con il maxiemendamento del governo, ulteriormente abbattuto fino a 13,4 milioni. Il confronto con l’anno passato parla di un –85,8%. Recupera qualcosa, invece, con il maxiemendamento governativo, il Fondo alle pari opportunità: lo stanziamento iniziale di 2,2 milioni è salito a 17,2 milioni per il 2011 (ma nel 2009 erano 30 milioni e nel 2008 ce n’erano 64). Pesante il ridimensionamento del Fondo per il sostegno alle abitazioni in locazione, che aiuta chi prende in affitto un’abitazione: i 143 milioni nel 2010 si riducono a 33,5 (-76,7%). Drastico anche il calo dei fondi per il servizio civile: erano 300 milioni nel 2008, sono stati 170 milioni nel 2010, ne rimarranno 113 (-33,6% in un anno) nel 2011. In questo quadro, resiste quasi solamente il Fondo per l’infanzia e l’adolescenza, stabile a 40 milioni: cifra che però riguarda solamente le 15 città beneficiarie di una quota riservata. Il settore subirà comunque un contraccolpo dal calo del fondo indistinto per le politiche sociali.

Infine il Fondo per la non autosufficienza: dal ministero del Welfare affermano che non è ancora detta l’ultima parola, ma tutto sembra deporre a favore di un totale azzeramento del fondo che nei tre anni passati è stato finanziato con 400 milioni annui. Evidenti le conseguenze sull’attuazione delle prestazioni assistenziali per le persone non autosufficienti, in continua crescita numerica. Il quadro complessivo è completato considerando che rispetto agli anni precedenti, già lo scorso anno erano stati azzerati il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati (100 milioni nel 2008, zero dall’anno successivo in poi) e il fondo destinato al Piano straordinario per i servizi sulla prima infanzia (100 milioni nel 2008 e 2009, non un solo euro a partire dal 2010). (ska)

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Queste sono scelte politiche, non il frutto di una contingenza contabile

Il Ministro Tremonti abbandona per un momento la sua calcolatrice elettronica e prende in mano una penna per scrivere una lettera di risposta alle “accuse” mossegli da Telese e Massimo Feltri sui tagli al 5xmille. “ Quella del 5 per mille è un’idea di cui sono orgoglioso… il fondo attuale, pari a 100 milioni, è iniziale e può – deve – essere integrato. L’importo da me inizialmente previsto, pari a 400 milioni, è stato eroso da successive scelte parlamentari. Ad esempio dalla scelta di incrementare i fondi per l’editoria, per le televisioni private, per altre e varie causali. Rispetto a tutte le altre “scelte”, preferivo e preferisco in assoluto il 5 per mille. E voterò dunque per reintegrarlo “.

Nonostante gli “irriducibili” della sussidiarietà e della carità di Stato ne facciano una questione di onore, la legge sulla stabilizzazione del 5xmille rimane ancora una chimera e nel frattempo le Associazioni di volontariato si ritrovano ciclicamente a dover chiedere la questua. Rimangono col fiato sospeso fino a quando la mano generosa del Governo stabilisce chi e come potrà proseguire il proprio operato sul campo, anno dopo anno. Il Ministro ci tiene a sottolineare, per l’appunto, che in merito al 5 x mille, è errato parlare di tagli perchè in realtà si tratta di stanziamenti: ogni anno si parte da zero, tutto ciò che viene finalizzato al 5xmille è solo “bontà sua”. Insomma, intanto ringraziamo per aver avuto 100 milioni di euro. Se poi il Ministro volesse di nuovo indossare i panni di Robin Hood (un personaggio a lui molto caro) per rimpinguare lo stanziamento con gli altri 300 milioni di euro, sentiremmo odore di incenso.

Nota bene: si scende in piazza per chiedere uno stanziamento pari a quello garantito per lo scorso anno, il che, da parte nostra, è un giocare al ribasso e di questo il governo dovrebbe essere cosciente. Già, perchè chi lo dice che le destinazioni al 5xmille dei contribuenti saranno pari a 400 milioni e non a 600 per esempio? Se così fosse, infatti, i 200 milioni non previsti finirebbero dritti dritti nelle casse dello Stato, con buona pace della libertà di scelta dei cittadini.
Emblematico il fatto che lo stanziamento per il 5xmille sia finito nel calderone delle “Fondo esigenze indifferibili e urgenti” (articolo 1, comma 40 della legge di stabilità), alias “tutto ciò che rimane da spartire”. Lì dentro, infatti, c’è di tutto: il raddoppiamento dei fondi per le scuole paritarie, le università non statali riconosciute (leggi i vari CEPU), i 100 milioni di euro per l’assistenza ai malati di SLA, la partecipazione italiana a banche e fondi internazionali e via discorrendo. “Queste sono scelte politiche, non il frutto di una contingenza contabile”, chiosa così, Massimo Feltri, nel suo articolo, e a rafforzare questa opinione c’è la dichiarazione di Tremonti stesso che, proprio nella lettera di cui sopra, dice “preferivo e preferisco in assoluto il 5 per mille. E voterò dunque per reintegrarlo”.

Feltri, poi, conclude con una riflessione piuttosto amara: il taglio del governo alle risorse per le tariffe postali agevolate nel settore dell’editoria, in realtà, era un’anticipazione di quello che sarebbe stato il trattamento riservato al no profit: agevolare la pubblicizzazione dell’attività di volontariato delle associazioni quando, a breve, saranno costrette a chiudere i battenti (senza i finanziamenti del 5xmille)? Lungimirante…