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AUTISMO: QUANDO DIRE “MAMMA” È UNA CONQUISTA

DiAlgieri

AUTISMO: QUANDO DIRE “MAMMA” È UNA CONQUISTA

 Diagnosi precoce e formazione dei genitori: queste le chiavi dell’intervento.

“Mamma”. Statisticamente è la prima parola che si pronuncia, ma se a dirla è un bimbo autistico allora il suo valore è davvero inestimabile. Perché i bambini affetti da autismo – uno su 150, soprattutto maschi – hanno difficoltà di relazione, non riescono a comunicare. Il loro mondo emotivo non si intreccia con quello di chi gli sta intorno, nemmeno con quello di mamma e papà. E allora, arrivare a dire “mamma” è una conquista enorme. Significa aprire una breccia nel muro dietro il quale si cela tutta la loro ricchezza.

Traguardi così significativi sono raggiunti e documentati proprio da “Una breccia nel muro“, il primo Centro italiano per il trattamento precoce e full immersion dell’autismo nato, a Roma, dalla collaborazione tra l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e la Fondazione Roma Solidale e i cui risultati sono stati presentati nel corso di un convegno dal titolo “Bambini e autismo: quale trattamento?”.

Presso il Centro si segue un percorso terapeutico unico e innovativo: diagnosi precoce, formazione dei genitori alla costante applicazione del metodo per interagire nella maniera più idonea con i propri figli e per affrontare anche tra le pareti domestiche le complesse dinamiche che lo spettro autistico porta con sé, lavoro intensivo di operatori esperti con i bambini per oltre 9 ore al giorno.

Il trattamento full immersion, nel suo primo anno di applicazione su 42 bambini di età compresa tra i 18 mesi e i 6 anni, ha registrato il 100% di efficacia: in tutti i bimbi, anche in situazioni di estrema gravità, è stato infatti rilevato un tangibile miglioramento della capacità di comunicare e di socializzare, di articolare il linguaggio, di reagire agli stimoli esterni.

La ricerca sull’autismo – disturbo che nel mondo coinvolge circa 67 milioni di persone, più di quante ne colpiscano i tumori, il diabete e l’AIDS messi insieme -  si sta inoltre muovendo nella direzione di una sempre maggiore individualizzazione dei trattamenti. Vale a dire: a ciascun bambino la sua terapia, per arrivare a rompere la barriera dell’incomunicabilità.

Questi i temi al centro del convegno “Bambini e autismo: quale trattamento?” promosso in Campidoglio, nell’ambito delle iniziative per la Giornata mondiale sull’autismo, per discutere sull’importanza della tempestività della diagnosi, delle terapie e della loro validità scientifica.

Un’importante occasione per l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – punto di riferimento nazionale per la diagnosi e il trattamento dei bambini e degli adolescenti con autismo – e la Fondazione “Roma solidale” per condividere con tutti l’esperienza del Centro “Una breccia nel muro”.

L’esperienza di Una breccia nel muro ci incoraggia ancor di più a proseguire nel ricorso a trattamenti i cui risultati abbiano solide evidenze scientifiche – ha dichiarato il Prof. Stefano Vicari, Responsabile di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù -, allertando al contempo i genitori di bimbi con autismo a diffidare di terapie non validate, spesso inefficaci, se non dannose, e inutilmente costose“.  

INFO:

http://www.unabreccianelmuro.it
http://www.ospedalebambinogesu.it

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