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FISH in Commissione Finanze:delega assistenziale inemendabile

“Il disegno di legge delega sulla riforma assistenziale è inemendabile nei contenuti, nella forma, nelle finalità e nei metodi”. Così ha perentoriamente dichiarato Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, a margine della audizione presso la Commissione Finanze della Camera presso la quale la FISH è stata convocata.

Ma anche la riforma fiscale costituisce, in alcune sue parti, un pericoloso arretramento nelle politiche, dirette o indirette, a favore di tutte le famiglie e dei singoli in maggiore difficoltà e non può che produrre effetti dannosi e recessivi, oltre che per la coesione sociale, anche per l’economia reale.

In un corposo ma molto chiaro documento, lasciato agli atti della Camera, la FISH ha posto in assoluta evidenza quali saranno le ricadute negative sulle famiglie italiane, sulle persone con disabilità e sui diritti soggettivi.

Le critiche al disegno di legge sono sia formali e costituzionali (la stessa forma della delega consente una eccessiva discrezionalità al Governo), che di merito e di contesto: gli effetti che questa norma, se approvata, produrrebbe nel tessuto sociale del Paese sarebbero nefasti.

“Il documento depositato – informa Barbieri – rappresenta anche uno sforzo informativo che è illuminante circa le immediate ricadute alle quali si è dato finora poca importanza. Apparirà ora con tutta evidenza che cosa accade dal 2012”.

Quella della FISH si aggiunge alle altre stroncature che il disegno di legge ha subito alla prima analisi in Commissione Finanze. La più rilevante quella della Corte dei conti, ma altrettanto decise critiche sono arrivate, finora, anche dai Sindacati e da Confindustria.

Il documento depositato dalla Federazione è consultabile nel sito FISH.

 

18 ottobre 2011

 

FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap
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La Corte dei conti stronca la riforma assistenziale

La Commissione Finanze della Camera ha chiesto un parere alla Corte dei conti sul disegno di legge delega di riforma fiscale e assistenziale, al vaglio in questi giorni.

La Corte ha formalizzato il suo parere in una articolata delibera. Sorvolando sulla parte fiscale, sulla quale comunque vengono espresse pesanti critiche, ci soffermiamo su ciò che riguarda la delega assistenziale su cui la Corte sentenzia una sonora stroncatura.

Secondo la Corte, quella proposta più che una riforma è un obiettivo di risparmio e di taglio dagli esiti incerti e dagli effetti imponderabili.

Nella spesa sociale ci sarebbe ben poco da risparmiare, essendo l’ammontare complessivo attestato sui 30 miliardi, 40 se si considerano anche alcune prestazioni previdenziali come la reversibilità.

Poco praticabile sarebbe l’applicazione di limiti reddituali e patrimoniali per la concessione dell’indennità di accompagnamento e per le pensioni di invalidità. E su queste prestazioni monetarie la Corte annota come esse facciano parte di “una politica ‘nascosta’ di contrasto alla povertà, compensativa di un’offerta di servizi non sempre adeguata e uniformemente distribuita sul territorio”.

E invita alla prudenza: il rischio è che il risparmio ottenuto si ripresenti come esigenza di servizi adeguati ad una prevedibile impennata del fenomeno della non-autosufficienza.

Osservazioni molto critiche anche sul “fondo per l’indennità sussidiaria” che, come prevede il disegno di legge, dovrebbe essere ripartito fra le regioni con “standard definiti in base alla popolazione residente e al tasso d’invecchiamento della stessa nonché a fattori ambientali specifici”.

Secondo la Corte, il contingentamento della spesa per l’indennità di accompagnamento ribalta sulle regioni l’onere di compensare tutte le esigenze assistenziali e di sostegno che si presenteranno in futuro.

In un crescendo di critiche si giunge alla questione dei livelli essenziali di assistenza. Questi non sono definiti e ciò rischia, secondo la Corte, di portare ad una ulteriore compressione delle politiche a sostegno dei non autosufficienti.

Lucida l’analisi della storia più recente. La Corte rammenta come gli interventi di assistenza abbiano subito, negli ultimi anni, rilevanti tagli: “il mancato rifinanziamento del fondo per le autosufficienze, la riduzione degli stanziamenti per il fondo politiche sociali e per la politica abitativa hanno già sensibilmente inciso sul quadro degli interventi in ambito locale”.

“Per una volta la FISH non ha nulla da aggiungere – commenta con soddisfazione Pietro Barbieri, presidente della Federazione – salvo esprimere la soddisfazione di leggere motivazioni che da anni sosteniamo espresse dal massimo organo di giurisdizione contabile”.

Il testo della delibera è consultabile nel sito FISH.

 

11 ottobre 2011

 

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FALSI INVALIDI TRA BUGIE E INCOMPETENZE

Da Handilex.org

Per mesi, molti mesi, ci hanno raccontato che «un invalido su quattro è falso». Molti gli opinionisti e i politici che si sono spellati le mani plaudendo all’azione moralizzatrice dell’INPS che nel 2010 aveva revocato – a suo dire – il 23% delle pensioni di invalidità.
«Panorama», il settimanale, dedicava alla “piaga dei falsi invalidi” addirittura la copertina (quella del famoso “Pinocchio in carrozzina”) e un robusto dossier che – unendo il verbo INPS e la “pancia leghista” – confermava l’implacabile vergognosa realtà: un invalido su quattro è falso.
Un cavallo di battaglia per la Lega – con soddisfazione del ministro dell’Economia Tremonti – e in particolare del capogruppo alla Camera, Reguzzoni, che arrivava trionfalisticamente a ventilare un risparmio per lo Stato di un miliardo di euro.

Ora questi teoremi si sgretolano di fronte all’evidenza di nuovi dati ufficiali.

Su questi aspetti, che sono rilevanti anche per comprendere il contesto in cui si discutono tagli e pseudo-riforme assistenziali, segnalo l’articolo appena pubblicato su Superando.it www.superando.it consigliandone la lettura.

Lo trovate all’indirizzo: http://www.superando.it/content/view/7980/111/

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Il tunnel della scuola: la Gelmini nasconde i dati

Da oltre due anni il Ministero della Pubblica istruzione ha posto l’embargo su tutti i dati che riguardano i bambini e i ragazzi con disabilità presenti nelle scuole italiane: quanti sono, dove sono, quanti siano effettivamente gli insegnanti di sostegno, come siano composte le classi, il numero di alunni per classe e il numero di disabili per classe. Da due anni regna il buio.

Eppure il costante monitoraggio sulla qualità dell’inclusione scolastica è un obbligo previsto per legge e confermato dalla Convenzione ONU ratificata anche in Italia nel 2009. Un obbligo di chiarezza e trasparenza verso il Paese e verso lo stesso Parlamento che si attende una relazione annuale, non estemporanee dichiarazioni settimanali. Una condizione per poter programmare e correggere interventi e politiche.

Forse i dati esistono ma sono troppo destabilizzanti; forse mettono in evidenza il crollo del sostegno, il sovraffollamento delle classi, il numero elevato delle persone con disabilità. Di fronte al silenzio prolungato, le supposizioni sono le più grigie, anche perché alimentate da esperienze quotidiane non certo positive.

Bene ha fatto l’Onorevole Letizia De Torre a presentare una specifica interrogazione al Ministro della Pubblica istruzione, richiedendo quei dati.

Ora si attende la risposta e soprattutto una compiuta relazione da parte del Ministero.

Il testo dell’interrogazione è consultabile nel sito FISH.

 

5 ottobre 2011

 

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Sacconi smentisce l’INPS sui falsi invalidi

Per mesi una serrata propaganda, necessaria a distrarre dalle vere esigenze della spesa sociale, si è basata sull’affermazione che una pensione su quattro finisce ai falsi invalidi.
A questa tesi si è adeguata persino la maggioranza dei deputati: il 21 luglio, 4 mozioni su 5 approvate riprendevano pedissequamente le dichiarazioni di Mastrapasqua, Presidente dell’INPS, secondo il quale nel 2010 il 23% delle pensioni controllate sono state revocate. Quasi una su quattro.
E su questo teorema (molti “invalidi” non lo sono) si sono adeguate anche alcune testate. Una fra tutti Panorama, che ha dedicato alla questione una “pesante” copertina (“Scrocconi!”) e un robusto dossier basato sul verbo INPS e sulle istanze più giustizialiste e sbrigative.
A distanza di mesi, il Ministro del Lavoro risponde ad un’interrogazione di Reguzzoni (Lega) che chiedeva conto dello stato dell’arte nella caccia ai falsi invalidi.
Sacconi ha risposto formalmente smentendo i dati di Mastrapasqua: “All’interno del piano di verifiche straordinarie a livello nazionale nel 2009 è stato revocato l’11,69% delle prestazioni, ovvero c’è stato il riscontro di 21.282 non conformità su circa 200.000 controlli effettuati. (…) Nel 2010 la percentuale di non conformità, su circa 100.000 controlli, è stata del 10,2%, con 9.801 revoche totali”.
Sintesi: nel 2010 la percentuale delle revoche è inferiore di un punto e mezzo rispetto al 2009. E soprattutto è clamorosamente falso che una pensione su quattro va ai falsi invalidi.
Se non bastasse, Mauro Nori, Direttore Generale dell’INPS, a fine settembre, partecipando ad una assemblea di Confesercenti, ha dichiarato: “abbiamo revocato pensioni di invalidità per il 10% (…) Per le revoche siamo in attesa di eventuali contenziosi”.
Nori sa benissimo che su quelle revoche pende il contenzioso e ricorda altrettanto bene che l’INPS soccombe davanti al Giudice nel 67% dei casi. Quindi, quel 10% è destinato a scendere di oltre la metà: 4 revoche confermate ogni 100 controlli.
Sono 800mila i controlli affidati all’INPS e sempre più numerosi si segnalano i casi di convocazione di persone con gravissima disabilità, stabilizzata e ingravescente, disagi, revoche incomprensibili. 800mila controlli con un costo di gestione e umano enorme, a fronte di un risultato ridicolo in rapporto alla spesa.
“Quello dei falsi invalidi è un ‘mito fondativo’ necessario a dimostrare che la spesa sociale sarebbe destinata a persone che non sono autenticamente bisognose, per cui non ci meraviglia che si giochi con le cifre e con i dati. Una manipolazione quanto mai utile a chi vuole mascherare da riforme operazioni di taglio brutale della spesa. – annota Pietro Barbieri, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – Non ci resta che augurarci che, adesso, almeno alcune coscienze critiche alzino la loro voce e la uniscano alla nostra”.
Nella sua nota di risposta a Reguzzoni, il Ministro evidenzia come fra il 2009 e il 2010 le domande di accertamento siano scese di 77.039 unità. Ciò deriva, secondo Sacconi, dall’azione deterrente dei controlli. In realtà il Ministro dimentica quale sia stato il caos in Italia dal primo gennaio 2010. In quella data doveva entrare a pieno regime la nuova modalità telematica-informatica delle domande di invalidità, gestita dall’INPS, partita male e proseguita peggio.

 

4 ottobre 2011

 

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LEGGE DELEGA ASSISTENZA/ANFFAS ONLUS: “INACCETTABILE LA RIFORMA. E’ UNA NUOVA CONDANNA PER LE PERSONE CON DISABILITA’. IL GOVERNO HA FALLITO, ORA E’ NECESSARIO UN DIALOGO SUPER PARTES”

“Dopo l’approvazione della manovra finanziaria il Governo si appresta ad assestare un ulteriore pesante colpo alle persone con disabilità e alle loro famiglie”: così Roberto Speziale, Presidente Nazionale Anffas Onlus – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, dichiara in merito alla Legge delega per la riforma fiscale e assistenziale in questi giorni in discussione alla Camera.

 

Prosegue il Presidente: “Così come predisposta, la riforma sull’assistenza non è volta a migliorare i servizi, ma ha come unico obiettivo raggiungere quanto indicato dalle recenti manovre finanziarie, ossia un taglio complessivo di 40 miliardi di euro, causando grandi conseguenze sul sistema di welfare statale e regionale, e quindi, ovviamente, anche sulla vita delle persone e delle famiglie con disabilità. C’è il concreto rischio, infatti, che per arrivare a questa cifra saranno tagliate, in maniera netta, tra le altre cose, pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento e pensioni di reversibilità: tutti sostegni di cui oggi usufruiscono le persone con disabilità e che, contrariamente a quanti molti pensano, sono un diritto legittimo e non una concessione”.

 

“Questa situazione” continua “sommata all’azzeramento del Fondo per la non autosufficienza e alla netta riduzione di quello per le Politiche sociali, nonché ai tagli alla spesa di Comuni e Regioni (che incidono inevitabilmente sui servizi alle persone con disabilità) rappresenta un danno enorme per la vita delle persone con disabilità che non può lasciare indifferenti”.

 

“Considerate le molteplici iniziative sulla questione che non hanno avuto risposta, Anffas Onlus, anche nell’ambito dello stato di mobilitazione promosso dalla FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap cui Anffas Onlus aderisce, considera chiusa ogni tipo di interlocuzione con il Governo e si appresta a muoversi in una direzione diversa”.

 

Conclude Roberto Speziale: “E’ nostra intenzione, infatti, cercare di aprire un nuovo dialogo con la politica, e per questo motivo chiediamo già da ora un confronto diretto con i segretari di tutti i partiti politici, invitando ad un preciso impegno a tutela delle persone con disabilità e delle loro famiglie anche tramite la condivisione di una piattaforma sul tema da inserire il più presto possibile nell’agenda politica, per costruire così un dialogo super partes ed arrivare ad una soluzione che eviti di calpestare ancora una volta i nostri diritti”.

 

Anffas Onlus, inoltre, si appresta a rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica, portando alla sua attenzione tutte le difficoltà e le durissime prospettive di vita che pendono sulla testa di migliaia di persone con disabilità, cittadini che già ora sono penalizzati e che rischiano di esserlo ancora di più in un futuro non troppo lontano.

 

L’Associazione prosegue dunque nella sua mobilitazione e non intende fermarsi fino a quando non si avrà garanzia della tutela e del rispetto dei diritti umani e civili delle persone con disabilità e dei loro genitori e familiari.

 

 

                                                                                             

Roma, 27 settembre 2011

 

 

Area Comunicazione e Politiche Sociali

Anffas Onlus

Responsabile: Dott.ssa Roberta Speziale (cell. 348/2572705)

Tel. 06/3212391/15

comunicazione@anffas.net

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L’ANFFAS RIPRENDE LE ATTIVITA’

Riprendono le attività di Anffas Onlus Corigliano . L’Associazione di Famiglie opera dal 2003 nel territorio a tutela  dei diritti delle persone con disabilità  intellettiva e/o relazionale e delle loro famiglie con progetti rivolti a favorire una migliore qualità di vita e una costante informazione sui temi della disabilità. 

Nei giorni scorsi è ripreso il corso di ippoterapia  presso il maneggio Rugna in Schiavonea  guidato dal  tecnico federale Tatiana Boscarello. Mentre presso la sede associativa in via degli Iris , 15 , Schiavonea , sono riprese le attività progettuali di musicoterapia e teatro con la dott.ssa Sonia Falcone, il laboratorio di manualità, il laboratorio di cucina, l’attività ludica di ballo, l’attività cognitiva, l’attività sportiva . E’ stato attivato anche quest’anno il progetto trasporto con il pulmino di proprietà dell’Anffas  grazie all’opera volontaria  dei soci della locale Associazione Carabinieri.
Tutto questo grazie alla tenacia e gli sforzi delle famiglie associate Anffas  Onlus Corigliano che non possono e non vogliono accettare che per i propri figli ci sia il nulla. Nonostante i tagli economici e , ancor peggio, l’indifferenza culturale che si respira , non si può tagliare la vita.

                                                                                                                                       Direttivo Anffas Onlus Corigliano