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Archivio mensile Ottobre 2023

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Disabilità. È stato istituito un tavolo tecnico per il riconoscimento del caregiver familiare

Fonte www.disabili.com – L’obiettivo: dare una definizione del caregiver e formulare proposte per un disegno di legge che ne riconosca il ruolo svolto in Italia

E’ stato annunciato un nuovo passo verso il necessario riconoscimento del ruolo dei caregiver familiari che si dedicano alla cura dei proprio congiunti con disabilità, non autosufficienti.
Le Ministre per le Disabilità e del Lavoro e delle Politiche sociali, Alessandra Locatelli e Marina Calderone, hanno firmato il decreto per l’istituzione del “Tavolo tecnico per l’analisi e la definizione di elementi utili per una legge statale sui caregiver familiari”. Iniziativa che, si legge nella nota, va di pari passo con l’attuazione della legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane.

COMPITI DEL TAVOLO
Il tavolo avrà durata di sei mesi a partire dalla riunione di insediamento, e dovrà occuparsi di:
– individuare le aree di intervento e le maggiori esigenze cui dare risposta, formulare proposte ai fini della elaborazione di un disegno di legge volto al riconoscimento del ruolo svolto dal caregiver familiare;
– l’individuazione e la quantificazione della platea, anche diversificata, dei beneficiari di una legge statale sui caregiver familiari;
– l’individuazione del ruolo del caregiver all’interno di un sistema integrato di presa in carico della persona con disabilità.

OBIETTIVO: DARE UNA CORNICE NORMATIVASpiega Locatelli: “Il riconoscimento dei caregiver familiari, in particolare conviventi, non può più essere rinviatoAbbiamo il dovere di dare risposte a tutte quelle persone che amano e che curano i propri cari, e che non vogliono essere sostituite, ma tutelate e sostenute adeguatamente nel loro compito. È arrivato il momento di dare una cornice normativa al ruolo di caregiver familiare, e un adeguato riconoscimento in particolare al caregiver familiare convivente. L’obiettivo è arrivare a una proposta condivisa che possa accompagnare e facilitare i familiari nei compiti di cura in tutte le fasi della vita quotidiana”.

DEFINIZIONE DEL RUOLO E PPREDISPOSIZIONE DELLE POLITICHE
“Abbiamo l’obiettivo di disegnare una società più inclusiva, capace di dedicare ai caregiver interventi specifici di formazione e accompagnamento utili a sostenere l’importante impegno di cura quotidiana che svolgono
”, afferma la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone. Che aggiunge: “L’esperienza della pandemia e i cambiamenti a cui assistiamo nella nostra società, non da ultimo l’aumento dell’età media della popolazione, ci pongono davanti alla sfida di tenere in equilibrio l’assistenza specialistica e tutte quelle azioni che contribuiscono a una vita di qualità, anche in situazioni di fragilità. La definizione del ruolo di caregiver ci permetterà di predisporre meglio le politiche e gli interventi che li coinvolgeranno”.

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Manovra e nuove misure pensioni. Dalla FISH un netto NO: “danneggia caregiver di persone con disabilità”

Fonte www.disabili.com – La possibilità di prepensionamento viene gravata di altri 6 anni di contributi, rispetto all’attuale Ape Social

Nella giornata di lunedì il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo del disegno di legge della nuova Manovra. Tra le misure (ne abbiamo parlato qui) anche una novità che va ad interessare le politiche pensionistiche, nello specifico Ape sociale e Opzione donna che vengono eliminate distintamente per confluire in un’unica misura. Con la manovra il Governo ha infatti accorpato le due misure in un unico fondo per la flessibilità in uscita che consente di andare in pensionea 63 anni con 36 anni di contributi per caregiver, disoccupati, lavori gravosi e lavoratori disabili, o con 35 anni di contributi per le donne, come prevedeva Opzione Donna.

Si tratta di un intervento che, secondo la FISH, andrà ad impattare in maniera importante sulle lavoratrici caregiver che potranno andare in pensione con 36 anni di contributi e 63 anni di età. Ad oggi invece potevano andare in pensione con 30 anni di contributi.

Per questo motivo, la federazione che raggruppa le principali sigle della disabilità esprime una forte preoccupazione per le migliaia di famiglie coinvolte nella cura di persone con disabilità. 
“Le donne caregiver – ricorda la FISH – svolgono un ruolo fondamentale nell’assistenza e nell’inclusione delle persone con disabilità all’interno della comunità. Spesso dedicano anni alla cura dei propri cari, rinunciando a opportunità lavorative e sacrificando le proprie carriere. La misura fa riferimento anche alle donne con invalidità almeno al 74%, che sarebbero penalizzate al pari delle caregiver”.

L’ulteriore rischio, evidenzia la FISH, è che l’allontanamento dal prepensionamento delle caregiver comporti necessariamente il ricorso ad altre soluzioni assistenziali, come quella dell’istituzionalizzazione per i familiari con disabilità. Secondo il presidente della FISHVincenzo Falabella, “Tale decisione rischia di avere un impatto significativo non solo sulla vita delle donne ma anche sul benessere delle persone con disabilità stesse. Tale provvedimento potrebbe essere da volano per una forzata istituzionalizzazione per le persone con disabilità con un aumento spropositato della spesa sanitaria. Per questo chiediamo al governo di riconsiderare queste misure e di adottare politiche che valorizzino il contributo straordinario delle donne lavoratrici caregiver. In un momento in cui la società italiana si trova di fronte alle sfide dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento delle persone con disabilità, è fondamentale che il governo riconosca l’importanza di garantire diritti e supporto adeguati alle donne che dedicano la propria vita all’assistenza dei loro familiari con disabilità”

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Verso l’avvio dell’Agenzia Nazionale Anffas Antidiscriminazione

Fonte www.anffas.net – Ci siamo! Manca poco alle giornate di lunedì 23 e martedì 24 ottobre 2023 in occasione delle quali si svolgeranno le ultime attività propedeutiche alla costituzione della Rete Antidiscriminazione Anffas, coordinata dall’Agenzia Nazionale Anffas Antidiscriminazione.

In questi due giorni di lavoro, ampio spazio sarà riservato ai futuri referenti degli Sportelli Antidiscriminazione, ai familiari e alle persone con disabilità che, nel corso del progetto promosso da Anffas Nazionale “AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive“*,hanno manifestato la volontà di diventare attivisti seguendo una specifico corso di formazione.

Ma che cos’è l’Agenzia Nazionale Anffas Antidiscriminazione?

Nata all’interno del suddetto progetto, l’Agenzia si pone l’obiettivo di studiare, monitorare ed analizzare il fenomeno della discriminazione nonché supportare le persone con disabilità ed i loro familiari ele associazioni legittimate ad agire per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni di cui all’art. 4, comma 2, del decreto 21 giugno 2007.

Si tratta, dunque, di una Rete Antidiscriminazione di livello nazionale alla quale sono collegate sia le realtà già operanti sul tema, interne ed esterne ad Anffas, sia tutti i soggetti che, a vario titolo, sono interessati a far parte della rete in qualità di attivisti. 

La Rete, coordinata dall’Agenzia Nazionale, ha al suo interno una platea molto eterogenea di persone, provenienti da diverse regioni d’Italia, che hanno l’obiettivo di prevenire e contrastare la discriminazione in base alla disabilità, non solo accrescendo le proprie conoscenze, ma anche facendo rete con gli altri in un continuo scambio reciproco. Fanno parte di questa rete:

  • le associazioni legittimate ad agire ai sensi della l.n. 67/06, sia Anffas che non, con i rispettivi referenti;
  • gli sportelli SAI Anffas (Sportello Accoglienza e Informazione) e gli altri sportelli informativi appartenenti ad altre organizzazioni, con i rispettivi referenti;
  • i professionisti, in particolar modo del settore giuridico;
  • le persone con disabilità, tra cui persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo;
  • i familiari delle persone con disabilità;
  • i leader delle organizzazioni del Terzo Settore.

Per maggiori informazioni sull’Agenzia Nazionale Anffas Antidiscriminazione, è possibile consultare la sezione dedicata cliccando qui

*realizzato con il finanziamento concesso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’annualità 2020 a valere sul Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di cui all’art. 72 del decreto legislativo n.117/2017.