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COMBATTIAMO LA “MORTE LEGALE”

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COMBATTIAMO LA “MORTE LEGALE”

Nell’Unione Europea migliaia di persone con disabilità intellettiva si vedono negare i loro diritti solitamente a causa di quella che viene percepita come una mancanza di “capacità” e spesso sono sottoposte alla custodia legale** di persone che possono anche non avere come priorità il loro benessere.

Le persone che sono sottoposte a tale misura giuridica non possono sposarsi, non possono votare, non possono decidere dove vivere o come spendere i loro soldi. Queste persone, inoltre, possono essere anche vittime di abusi con un danno spesso irreversibile, così come è irreversibile questo tipo di custodia giuridica.

La “morte legale”, come questa misura giuridica è anche chiamata, è una pratica comune nonostante l’Europa abbia delle competenze molto chiare in materia al fine di contrastare la discriminazione basata sulla disabilità. Theresia Degener, Vice Presidente del Comitato ONU per il Diritti delle Persone con Disabilità, ha detto: “Dobbiamo ancora trovare una nazione che abbia pienamente applicato il diritto ad avere e ad esercitare la piena capacità legale”.

Questa situazione non dipende dalla mancanza di soluzioni alternative di livello locale. Inclusion Europe* ha sviluppato un intero sito web dedicato alla presentazione di differenti modelli di supporto alla decision-making che possono essere applicati in diverse aree di interesse  (dalla salute alle relazioni interpersonali fino alle questioni relative all’abitare)

Come dimostrato dalle diverse pratiche presentate, il supporto può essere di tipo formale o informale, dato dai componenti delle famiglie o da altre persone e può variare come tipologia e come intensità. Per una persona con disabilità intellettiva il supporto può includere anche il ricevere informazioni in linguaggio Easy To Read.

In accordo con l’articolo 12 della CRPD, ratificata dall’Europa nel 2010, tutte le persone hanno il diritto di prendere le decisioni che riguardano la loro vita e devono essere riconosciute dalla Legge al pari di ogni altra persona.

Anche se c’è ancora un grande numero di paesi europei che mette in atto questo tipo di di “custudia legale”, l’Europa può fare molto per promuovere l’applicazione della CRPD.

Inclusion Europe*, insieme al Movimento Europeo della Disabilità, ha evidenziato questa questione nel suo Alternative Report on the Implementation of the UN Convention on the Rights of Persons with Disabilities, un documento preparato per aiutare il Comitato ONU sulla CRPD a osservare i progressi dell’Unione Europea nella tutela dei diritti umani.

Il prossimo 2 aprile 2015, Inclusione Europe* sarà a Ginevra per parlare di quelli che considera i temi principali relativi alle misure prese dalle istituzioni europee per assicurare che i diritti delle persone con disabilità siano presi in considerazione in tutte le proposte di legge più rilevanti e per discutere dell’implementazione e del monitoraggio delle politiche europee. Inclusion Euorope ritiene che senza la garanzia della tutela legale le persone con disabilità intellettiva non saranno mai in grado di avere e di esercitare pienamente i loro diritti al pari delle altre persone.

È fondamentale che il Comitato sulla CRPD mandi un messaggio forte all’Europa sottolineando che la custodia legale di questo tipo non è più accettabile e che è urgente che gli Stati Membri combattano la discriminazione di cui sono vittime le persone con disabilità intellettiva eliminando tutti i regimi di interdizione.

Come misura alternativa potrebbe essere preso in considerazione il ruolo dei Self-Advocats, consentendo loro di essere parte attiva nel disegnare le misure legislative necessarie per supportare l’autonomia decisionale. Inoltre, l’Europa dovrebbe promuovere la realizzazione di banche dati e di scambio delle buone prassi sempre relativamente alla transizione da interdizione ad autonomia decisionale e dovrebbe investire nella diffonsione delle conoscenze degli Stati Membri in questo ambito.

L’Unione Europea ha il potere e la competenza legale per far cambiare la situazione attuale ed è tempo di mostrare una chiara presa di posizione.

Per maggiori informazioni è possibile contattare Silvana Enculesco, responsabile della Comunicazione di Inclusion Europe all’indirizzo s.enculescu@inclusion-europe.org

*Associazione Europea di cui Anffas è parte

**Tale misura può essere equiparata alla misura giuridica italiana dell’interdizione

N.B. Traduzione non ufficiale

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