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DISABILITÀ: LE PRESCRIZIONI NON SONO COMPETENZA ESCLUSIVA DEI MEDICI SPECIALISTI DELLE STRUTTURE PUBBLICHE

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DISABILITÀ: LE PRESCRIZIONI NON SONO COMPETENZA ESCLUSIVA DEI MEDICI SPECIALISTI DELLE STRUTTURE PUBBLICHE

Fonte www.nonprofitonline.it Le prescrizioni dei trattamenti per le persone diversamente abili non sono competenza esclusiva dei medici specialisti che operano nelle strutture pubbliche (ospedaliera o territoriale). Lo ha stabilito il Tar del Lazio, con l’Ordinanza del 12 giugno 2014 n. 2647, accogliendo il ricorso dei centri accreditati contro il decreto della Regione Lazio n. 39/2012, che conteneva nuove norme in materia di non autosufficienza e disabilità.

Il ricorso era stato presentato da Anffas Cisterna di Latina, Federazione degli organismi per l’assistenza alle persone disabili (Foai), Associazione religiosa Istituti sociosanitari (Aris), Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) e la Federazione nazionale associazione famiglie e centri tutela minori (Ftm).

Non è la prima volta che il decreto n. 39/2012 viene respinto dal Tribunale amministrativo del Lazio. Già nel novembre del 2013, infatti, i magistrati lo avevano rinviato alla Regione chiedendo di modificare un comma (il numero 2 del punto 5.1), che recita “L’accesso avviene tramite prescrizione del medico specialista di riferimento per la specifica disabilità, operante in struttura pubblica (ospedaliera o territoriale)”.

Secondo le associazioni, questa norma “ squalifica di fatto le équipe delle strutture accreditate, attribuendo invece assoluta validità alla prescrizione fatta da un qualunque specialista esterno (ospedaliero o della Asl) anche se vede il paziente una sola volta e senza effettuare test”.

A seguito di questa prima bocciatura, il Commissario ad Acta aveva introdotto delle modifiche che però sono state considerate ancora “elusive” dai ricorrenti. La Regione, infatti, aveva imposto l’utilizzo del ricettario del Servizio sanitario nazionale lasciando di fatto inalterato l’obbligo di ricorrere per le prescrizioni allo specialista pubblico. Per questo motivo è stato presentato il nuovo ricorso, che nei giorni scorsi è stato accolto dal Tar del Lazio.

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