Cerca

ECCO IL NUOVO PROGRAMMA D’AZIONE SULLA DISABILITÀ

Diadmin

ECCO IL NUOVO PROGRAMMA D’AZIONE SULLA DISABILITÀ

Vita.it – È online sul sito dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità la proposta del Secondo Programma di Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, così come predisposto dall’Osservatorio stesso con un lavoro lungo e estremamente partecipativo. La bozza (in allegato) del Programma, condivisa e approvata dall’Osservatorio il 13 luglio scorso, sarà discussa durante la prossima Conferenza Nazionale sulle politiche per la disabilità, che si terrà a Firenze il 16 e 17 settembre 2016.

Il “Programma d’Azione Biennale” è figlio dalla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui diritti delle Persone con Disabilità, di cui quest’anno ricorre il decennale (dicembre 2016). La Convenzione ha segnato il definitivo passaggio da una visione delle persone con disabilità come “malate e minorate” ad una visione della condizione di disabilità non come derivante da qualità soggettive delle persone, bensì dalla relazione tra le caratteristiche delle persone e le modalità attraverso le quali la società organizza l’accesso ed il godimento di diritti, beni e servizi.
Sono otto le linee di azione individuate nel Programma, le sette già individuate nel primo Programma (2013-2015), che ovviamente il nuovo Piano d’azione vuole proseguire, più una sullo sviluppo del sistema statistico e di reporting sull’attuazione delle politiche a sostegno delle persone con disabilità. Nelle prime pagine (8-10) delle 81 del Programma si trova già una esplicitazione degli interventi prioritari e riconosciuti come tali da tutti quanti sono rappresentati nell’Osservatorio – persone con disabilità e loro organizzazioni, tecnici ed esperti di settore, funzionari pubblici ed esponenti del mondo del lavoro e dell’impresa. Come dire, sappiamo tutti quel che va fatto e siamo tutti d’accordo, serve ora una precisa volontà politica per attuare un Programma che, come accade anche ad esempio al Piano Infanzia, non gode di finanziamenti propri.
La novità più grossa contenuta nel Programma è la revisione strutturale dell’attuale sistema di certificazione della condizione di disabilità, descritto come «obsoleto, complesso, generatore di possibili diseguaglianze, in ogni caso lontano dallo spirito e dalla lettera della Convenzione ONU». Il Programma d’Azione (linea d’azione 1) chiede una legge delega che affronti la tematica in modo globale, superi le norme sull’invalidità civile e la condizione di handicap e ponga le basi per una sinergia tra le responsabilità di riconoscimento della disabilità (che resterebbero a livello nazionale) e l’azione valutativa specifica delle Regioni. A queste ultime e alle loro articolazioni operative sarebbe con maggior chiarezza affidato il ruolo di accompagnare le Persone con Disabilità nello sviluppo e articolazione di un “progetto personalizzato” di intervento, con la ricomposizione di tutti i sostegni necessari all’inclusione sociale e all’esercizio dei diritti.
La linea 2, sulla vita indipendente e l’inclusione nella società, si esplicita l’obiettivo di «accelerare processi di deistituzionalizzazione e di contrasto alla segregazione e all’isolamento delle persone con disabilità», con la propsta di «assumere a riferimento per le future convenzioni o accreditamenti istituzionali di strutture la Norma UNI 11010/2016 “Servizi socio sanitari e sociali – Servizi per l’abitare e servizi per l’inclusione sociale delle persone con disabilità (PcD) – Requisiti del servizio”, vietando l’accreditamento istituzionale e, conseguentemente, qualsivoglia finanziamento diretto o indiretto a strutture potenzialmente segreganti e, sulla base di indicatori da individuare, procedere a una rilevazione sistematica e completa delle strutture segreganti, fissando un termine ultimo per congrue e adeguate dimissioni degli ospiti.
La linea di intervento 4 è dedicata all’inclusione scolastica e processi formativi. La scuola insieme a salute e lavoro è uno dei tre cardini dell’inclusione, ma sulla scuola – afferma il Programma – «molte azioni del Programma licenziato nel 2013 non risultano attuate, benché la Legge n. 107 del 13 luglio 2015 offra opportunità importanti di miglioramento dell’inclusione degli alunni con disabilità». In particolare restano «invariati» i problemi di qualità dell’istruzione, di discontinuità didattica (il 41,9% di alunni della scuola primaria e il 36,4% della secondaria di I grado hanno cambiato insegnante di sostegno rispetto all’anno precedente; il 14,7% di alunni della primaria e il 16,5% della secondaria di I grado hanno cambiato insegnante di sostegno nel corso dell’anno) non è stata ancora prevista l’attuazione e la regolamentazione dei corsi di formazione per gli assistenti per l’autonomia, gli assistenti per la cura e l’igiene personale, e gli assistenti alla comunicazione, a cura degli Enti competenti, è ancora da realizzare un piano di adeguamento di tutti gli edifici scolastici alla normativa relativa all’abbattimento delle barriere architettoniche. A questo si aggiungono nuove criticità, non messe in evidenza dal Piano precedente: non esiste una progettazione specifica per gli alunni con disabilità figli di migranti, non ci sono dati attendibili relativi all’accesso dei bambini e delle bambine con disabilità agli asili-nido e ai servizi integrativi per la prima infanzia e in vista della definizione di una formazione iniziale obbligatoria e in servizio per tutto il personale scolastico e dell’istituzione di ruoli specifici per i docenti di sostegno, previsti dalla legge 107, non è stato mai attivato un meccanismo di partecipazione strutturata, efficace, influente e prioritaria delle Organizzazioni delle Persone con Disabilità rappresentative.

Info sull'autore

admin administrator