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Gabriella Bertini, simbolo di Vita Indipendente

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Gabriella Bertini, simbolo di Vita Indipendente

Fonte www.superando.it Ci sembra del tutto appropriata la scelta di celebrare domani, 5 maggio, a Roma, la Quarta Giornata Europea della Vita Indipendente, con la bella rappresentazione teatrale intitolata “Volevo solo cambiare il mondo”, tutta dedicata a Gabriella Bertini, coraggiosa donna con disabilità che tante lotte condusse, in anni difficili, in favore della dignità e dei diritti delle persone con disabilità, vero simbolo di Vita Indipendente, che fu tra l’altro la prima donna con disabilità in Italia alla guida di un’autovettura e anche la prima ad adottare un figlio.

«Ci sono automobili che hanno segnato un’epoca, alcune rese celebri del cinema, altre di lusso, altre ancora legate a fatti di cronaca.

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  • La Fiat 500 di Gabriella Bertini è poco conosciuta, come del resto pochi conoscono la sua coraggiosa autista, eppure è un pezzo di storia del nostro Paese, che ha molto da dirci su come eravamo, quanta strada abbiamo percorso e quanto ancora dobbiamo rimboccarci le maniche»: così esordiva qualche tempo fa Stefania Delendati, su queste stesse pagine, nel tratteggiare la storia di Gabriella Bertini, Michael Wacha Jersey coraggiosa donna con disabilità, scomparsa nel 2015, che tante lotte condusse, in anni difficili, in favore dei diritti delle persone con disabilità. «Nessuno avrebbe scommesso una lira – concludeva Delendati – su quella ragazza in sedia a rotelle che guidava una Fiat 500, eppure ce l’ha fatta, per se stessa e per tanti altri che verranno».

    Come dunque abbiamo avuto particolare piacere nel far conoscere meglio una figura come quella di Gabriella Bertini – che tanto interesse ha suscitato presso i nostri Lettori – è ora con altrettanto piacere che registriamo la sua storia al centro della celebrazione in programma a Roma per la Quarta Giornata Europea della Vita Indipendente del 5 Maggio, evento, quest’ultimo, promosso da ENIL, la Rete Europea per la Vita Indipendente. L’iniziativa è stata realizzata dall’AVI di Roma (Agenzia per la Vita Indipendente), dall’ECAD (Ebraismo, Culture, Arti Drammatiche) e da Netforpp Europa, Kanken No.2 il Network Europeo per la Ricerca e la Formazione in Psichiatria e Psicodinamica, con il sostegno del Centro Servizi per il Volontariato del Lazio, dell’AP (Associazione Paraplegici) di Roma e del Lazio e dell’Associazione Culturale Il Marguglio, oltreché con il patrocinio della LIDU (Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo), nell’àmbito e nella stessa sede del Vittoriano di Roma (Sala Zanardelli del Monumento a Vittorio Emanuele II), dedicata alla mostra intitolata Schedati, perseguitati, sterminati. Malati psichici e disabili durante il nazionalsocialismo, con la sezione aggiuntiva dedicata al tema Malati, manicomi psichiatri in Italia. Dal ventennio fascista alla seconda guerra mondiale, curata, quest’ultima, dalla SIP (Società Italiana di Psichiatria) (di tale evento il nostro giornale ha già curato un’ampia presentazione). Il tutto, quindi, ruoterà attorno allo spettacolo teatrale di Giuseppe della Misericordia intitolato Volevo solo cambiare il mondo, diretto da Vittorio Pavoncello e già vincitore del Premio per la Drammaturgia Teatro e Disabilità, iniziativa sempre seguita negli anni anche da «Superando.it», organizzata dall’AVI di Roma e dall’ECAD, e rivolta a testi che abbiano come tema o come implicito riferimento il mondo della disabilità, tutti i suoi protagonisti e la vita delle persone con disabilità in tutti i suoi aspetti, prestando soprattutto interesse all’evoluzione del concetto di disabilità non più basato sull’approccio socio-sanitario, ma inserito nel contesto più ampio del rispetto dei diritti umani.

    «Volevo solo cambiare il mondo – spiegano i promotori dell’iniziativa – che andrà in scena il 5 maggio alle 16, presso il Vittoriano di Roma, è un omaggio a Gabriella Bertini, una donna con disabilità che ha dedicato la sua vita al riconoscimento dei diritti e della dignità delle persone con disabilità.

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  • Nello spettacolo si ripercorrono le sue numerose battaglie dagli Anni Sessanta fino ai giorni nostri, la più importante delle quali è stata l’istituzione della prima Unità Spinale in Italia negli Anni Novanta, mentre in altri Paesi d’Europa erano già presenti fin dal dopoguerra.

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  • La protagonista, interpretata da Arianna Ninchi, Ray Ban pas cher discendente della grande Ave e apprezzata attrice di teatro, farà rivivere al pubblico la forza e la determinazione della Bertini, prima donna paraplegica alla guida di un autovettura, prima donna lavoratrice con disabilità e anche prima donna con disabilità ad adottare un figlio e a vivere in modo indipendente». Quella di domani a Roma (ore 16) sarà la prima dello spettacolo (di cui si legga anche nel box in calce), cui farà seguito una tournée nel resto d’Italia, ciò che servirà ad accemdere ulteriormente i riflettori sul progetto lasciato in eredità da Gabriella Bertini, ossia l’auspicata realizzazione di Casa Gabriella, una struttura adiacente al CTO di Firenze che completerebbe il percorso terapeutico, un luogo destinato al recupero e al mantenimento,

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  • in grado di accompagnare le persone con paraplegia e tetraplegia nell’arco di tutta l’esistenza, fino al naturale invecchiamento, Koop Fjallraven Kanken quando è difficile trovare assistenza sanitaria specializzata nelle normali case di riposo.

    Da segnalare infine che interverranno all’evento Annelore Homberg, goedkoop nike air max 2017 presidente del Network Europeo per la Ricerca e la Formazione in Psichiatria Psicodinamica, nike blazer low damskie Claudio Pilati, direttore dell’Unità Spinale Unipolare del CTO di Roma, Paola Capoleva, presidente del Centro Servizi per il Volontariato del Lazio ed Emiliano Monteverde,

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