Cerca

LOTTA AI FALSI INVALIDI E LIMITI REDDITUALI?

Diadmin

LOTTA AI FALSI INVALIDI E LIMITI REDDITUALI?

Fonte www.superabile.it Una nuova lotta ai falsi invalidi da un lato, il taglio delle  indennità di accompagnamento dall’altro. Sono le due ipotesi proposte  dal commissario  straordinario Cottarelli che ha individuato le voci di spesa pubblica da  tagliare. Due proposte che non piacciono affatto a  Carlo Francescutti, esperto di valutazione e classificazione internazionale  delle disabilità, dirigente all’Agenzia regionale della sanità della regione  Friuli Venezia Giulia, membro dell’Osservatorio nazionale sulla disabilità e fra  i partecipanti al gruppo di lavoro sul tema alla Conferenza nazionale di Bologna  del luglio scorso.

Inutili i controlli straordinari. “E’ scoraggiante e  deludente vedere riproposto un sistema di controlli straordinari che ha già  ampiamente dimostrato la sua inutilità. Il paradosso è che i falsi invalidi sono  stati certificati da commissioni medico legali: quelle stesse a cui poi  affidiamo i piani di controllo. E’ forse il quinto governo che  ritiene questa la via maestra per risolvere il problema delle risorse, ma credo  ci siano le prove per dimostrare che questi controlli straordinari costano più  della quota eventuale di risparmio. Peraltro – aggiunge Francescutti –  i grandi casi di abuso vengono scoperti dalle Forze dell’ordine, non certo dalle  commissioni. Questa stagione va chiusa, per lasciare il posto a un  ripensamento generale del sistema di accertamento, sulla base di quanto indicato  nel Piano d’azione presentato e condiviso alla Conferenza di Bologna. La  revisione di questo sistema deve essere una priorità assoluta per un governo del  cambiamento come vuole essere l’attuale”.

Riforma del sistema di accertamento. Ma cosa c’è che  non va nell’attuale sistema di accertamento? E come dovrebbe essere  riformato? “Oggi – spiega Francescutti – le commissioni vedono  le persone per circa 3 minuti: sono loro a generare il problema, che poi si  cerca di risolvere con i controlli straordinari. Innanzitutto occorre quindi  semplificare l’iter di verifica: oggi le persone con disabilità devono passare  almeno per 4 o 5 livelli di valutazione, tutti con una caratterizzazione non  clinica assistenziale ma medico-legale e amministrativa.

Manca completamente l’idea di costruire un progetto,  volto alla capacitazione della persona con disabilità, mentre si punta tutto sui  trasferimenti monetari. Un pensiero povero, miope, che spende  gran parte delle risorse in forme compensative e non progettuali”. Il secondo  pilastro dell’auspicata riforma del sistema di accertamento è quindi “la  costruzione progettuale che dovrebbe essere alla base del sistema: questo passa  anche per una ridefinizione dei livelli di responsabilità, dal nazionale (Inps,  ndr) al regionale (Asl, ndr). Ovvio che debbano esistere regole generali,  stabilite a livello centrale: ma le applicazioni devono poi avvenire in modo  decentrato, a livello di servizi”.

Infine, occorre “superare il concetto puramente  menomativo della disabilità: oggi vengono valutate e accertate solo le  ‘menonmazioni’, mentre i livelli di bisogno non sono legati solamente a  queste”.

Gradazione in base al reddito. Anche per quanto riguarda infine  l’eventualità di una gradazione dei benefici economici in base al reddito,  Francescutti non nasconde il proprio scetticismo. “In sé, il principio  della gradazione non è sbagliato, ma questo deve essere calato dentro un sistema  di riforma, in cui siamo ben certi del modo in cui valutiamo. E poi la domanda  fondamentale è: dove andrebbero le risorse che si ricaverebbero da questa  gradazione? Se servissero a rinforzare i servizi ricevuti da persone che oggi  ricevono risorse inadeguate ai bisogni, allora sarebbe accettabile”. 

Non dimentichiamo infatti che, come esistono certamente abusi,  allo steso modo e forse in misura anche maggiore esistono tanti che ricevono  molto meno di ciò che spetterebbe loro di diritto, in termini di risorse e  servizi. “ In questo caso, però, pare che le risorse sarebbero drenate da  un settore già povero, come è il welfare, per trasferirle su altri settori: così  si cerca solo di risparmiare sulle spalle delle persone disabili. Questo è  inaccettabile”. In conclusione, “ pare che il piano d’azione  sulla disabilità sia completamente ignorato dal governo: si rischia quindi di  compiere un grande passo indietro. E’ deludente e offensivo per la dignità delle  persone con disabilità che questo tema sia derubricato come contrasto agli  abusi: occorre aprire uno spazio di riflessione politico su tutto questo”. 

Per approfondire

Leggi  qui l’ultimo couìmunicato stampa Fish sull’argomento

Info sull'autore

admin administrator