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RIFORMA SCOLASTICA E NUOVE PROSPETTIVE PER IL SOSTEGNO

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RIFORMA SCOLASTICA E NUOVE PROSPETTIVE PER IL SOSTEGNO

Fonte www.disabili.comIl progetto di riforma scolastica denominato “La buona scuola” è diventata legge dello stato, nonostante le numerose forme di protesta messe in campo da moltissimi docenti, da associazioni studentesche e da genitori. Rimangono infatti in essere molti elementi ritenuti di grande criticità e già si prospettano azioni eterogenee di contrasto, dal referendum abrogativo, già annunciato, ai ricorsi ai tribunali amministrativi: settembre, aggiungono le organizzazioni sindacali, sarà un mese di fuoco.

Il dissenso si concentra in maniera particolare sul reclutamento e sulla presa di servizio dei docenti prospettati dalla legge, che affida alla discrezionalità dei dirigenti scolastici scelte significative operate in base a criteri personalistici ed aziendalistici, in luogo di quelli oggettivi garantiti dalle graduatorie. Non solo: la legge prevede incarichi triennali e, dunque, il venir meno della titolarità di sede; ciò comporta non solo difficoltà significative legate alla costante mobilità territoriale ma anche il venir meno della certezza della continuità didattica per i docenti assunti a tempo indeterminato.

Scenari inediti, dunque, dagli esiti molto incerti, che si avviano in un clima di grande delusione, incertezza e preoccupazione.

Nulla viene prospettato, in essi, per il sostegno didattico, se non il transito nei contestati albi territoriali per i docenti in ruolo che chiedano il passaggio su posto curricolare. Il medesimo trattamento è riservato a quei docenti in ruolo che chiedano trasferimento territoriale per ricongiungersi alle famiglie, ai figli piccoli o con disabilità, ai genitori anziani o invalidi.

Anche questi aspetti hanno generato numerose azioni di protesta. E’ un sistema che appare punitivo e delegittimante. Cosa accadrà, dunque, al sostegno didattico? La legge di riforma prevede un pacchetto consistente di deleghe al governo per legiferare sulla materia e l’ipotesi che appare più probabile è che ad un decreto delegato venga affidato ogni aspetto innovativo riguardante l’inclusione scolastica.

Secondo le dichiarazioni di alcuni politici ed in particolare del sottosegretario D. Faraone, le prospettive che riguarderanno il sostegno scolastico saranno prossime a quelle delineate dalla Proposta di Legge (PdL) A.C. 2444 presentata dalle associazioni Fish* e Fand, anch’essa accolta con preoccupazione e grande perplessità. La PdL prevede infatti una specifica classe di insegnanti di sostegno, con una formazione apposita, distinta da quella dei docenti curricolari. Non più, dunque, docenti abilitati all’insegnamento delle discipline e poi specializzati per le attività di sostegno didattico, ma esperti formati specificamente per promuovere azioni didattiche tarate sulle specifiche difficoltà.

Ad alcuni appare come garanzia di qualità, ad altri come istituzionalizzazione della delega, stridente con ogni principio inclusivo.

Nei diversi incontri che si sono susseguiti in merito, emerge la volontà da parte del mondo accademico e degli stessi insegnanti, di non buttare la formazione di base così com’è stata fatta finora e con essa, le esperienze di buone pratiche inclusive realizzate in 40 anni di integrazione. Anche in questo caso, dunque, non mancano i contrasti.

L’unico punto che mette tutti d’accordo è la necessità della formazione iniziale e in corso, per tutti i docenti. Forse, perciò, bisognerebbe cominciare da questo, consentendo a tutti gli insegnanti di potervi accedere con impegni economici ragionevoli. Le scelte importanti, se affrettate, come abbiamo potuto vedere con il rapido percorso di riforma, deciso con un voto di fiducia al governo, possono generare non solo dissenso, ma anche margini di errore significativi, perché non supportate da studi, ricerca-azione ed esisti di sperimentazioni. Diventano salti nel vuoto, come quello che il mondo della scuola dovrà affrontare a breve.

*Cui Anffas Onlus aderisce

Per appronfondire

Leggi l’articolo “Buona Scuola e studenti con disabilità”

Leggi il commento di Anffas Onlus su “La Buona Scuola”

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