IL GRUPPO CRC ANNUNCIA LA PUBBLICAZIONE DEL 9° RAPPORTO SULLA ATTUAZIONE DELLA CONVENZIONE ONU DEI DIRITTI DELL’INFANZIA
La presentazione ufficiale mercoledì 8 giugno 2016 alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti e dell’ Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano.
La fotografia delle persone di minore età in questi 25 anni è profondamente cambiata: nel 1991 erano 11.222.308 (il 19,7% della popolazione), il tasso di natalità era di 9,79 % (nati vivi per ogni 1000 residenti), grazie ai 556.000 nuovi nati. Nel 2015, i minorenni sono 10.096.165 (16,6%), il tasso di natalità è sceso a 8 e i nuovi nati hanno toccato il minimo storico dall’Unità d’Italia (solo 488.000). Questi alcuni dei dati che emergono dal 9° Rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza nel nostro Paese, realizzato dal Gruppo CRC, alla cui redazione hanno contribuito 91 associazioni del Gruppo.
Quest’anno il Rapporto viene annunciato in un’occasione speciale: il 25° anniversario dalla ratifica della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia, avvenuta il 27 maggio 1991 con la Legge 176/1991.
Eppure nel Rapporto viene messo in luce come tanti principi enunciati nella Convenzione non abbiano ancora trovato piena applicazione nel nostro Paese e le 143 raccomandazioni rivolte alle Istituzioni e contenute nel documento fanno riflettere su come il cammino sia ancora lungo. A fare punto sulla situazione il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti e l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano, mercoledì 8 giugno 2016 in occasione della presentazione ufficiale del Rapporto.
Anffas Onlus, in quanto parte del Comitato, ha partecipato e contribuito alla redazione del rapporto mettendo a disposizione tutte le risorse, le conoscenze e l’esperienza a disposizione.
NOTA: Il Gruppo CRC è un network, coordinato da Save the Children Italia, che si è costituito nel 2000, ed è composto da 91 soggetti del Terzo Settore che da tempo si occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro Paese. Il Gruppo CRC pubblica ogni anno un Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della CRC, in occasione dell’anniversario della ratifica della Convenzione in Italia (27 maggio). Ad oggi, il Network ha realizzato otto Rapporti di aggiornamento annuali e due Rapporti Supplementari inviati al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in occasione dell’esame del nostro Paese nel 2003 e nel 2011.
Il Gruppo CRC è composto dalle seguenti 91 associazioni: ABA Onlus- Fondazione Fabiola De Clercq, Fondazione ABIO Italia onlus, ACP – Associazione Culturale Pediatri, Fondazione ACRA, AGBE, Agedo – Associazione di genitori, parenti e amici di omosessuali, AGESCI – Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani, Agevolando, AIAF – Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i Minori, Ai.Bi. – Associazione Amici dei Bambini, AISMI – Associazione Italiana Salute Mentale Infantile, ALAMA – Associazione Laziale Asma e Malattie Allergiche, Ali per giocare – Associazione Italiana dei Ludobus e delle Ludoteche , Alpim – Associazione Ligure per i minori, Anfaa – Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie, Anffas Onlus – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, ANPE – Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani, ANPEF Associazione Nazionale dei Pedagogisti Familiari, Associazione Antigone Onlus, A.P.MA.R. – Associazione Persone con Malattie Reumatiche Onlus, Archè – Associazione di Volontariato Onlus, Archivio Disarmo – Istituto di Ricerche Internazionali, ARCIRAGAZZI, Associazione Bambinisenzasbarre Onlus, Batya – Associazione per l’accoglienza, l’affidamento e l’adozione, CamMiNo – Camera Nazionale Avvocati per la Famiglia e i Minorenni, CAM – Centro Ausiliario per i problemi Minorili, CARE – – Coordinamento delle Associazioni familiari adottive e affidatarie in Rete, Caritas Italiana, CbM – Centro per il bambino maltrattato e la cura della crisi famigliare, Coop. Cecilia Onlus, CSB – Centro per la Salute del Bambino onlus, Centro Studi Minori e Media, Centro Studi e Ricerche IDOS/Immigrazione Dossier Statistico, Cesvi Fondazione Onlus, CIAI – Centro Italiano Aiuti all’Infanzia, CISMAI – Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso dell’Infanzia, Cittadinanzattiva, CNCA – Coordinamento Nazionale delle Comunità d’Accoglienza, Comitato Giù Le mani dai bambini onlus, Comitato italiano per l’Unicef Onlus, Coordinamento Genitori Democratici onlus, CR.EA. “Crescere Educare Agire” – Società Sportiva Dilettantistica, CSI – Centro Sportivo Italiano, CTM onlus Lecce, Dedalus Cooperativa Sociale, ECPAT Italia, Cooperativa Sociale E.D.I. Onlus, FederASMA e ALLERGIE Onlus – Federazione Italiana Pazienti, Associazione Figli Sottratti, FISH onlus – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, G2- Seconde Generazioni, Geordie Associazione onlus, Associazione Giovanna d’Arco Onlus, Fondazione Giuseppe Di Vittorio, Gruppo Nazionale nidi e infanzia, HelPeople Foundation Onlus, IBFAN Italia, International Adoption, IPDM – Istituto per la Prevenzione del Disagio Minorile, IRFMN – Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Associazione L’abilità Onlus, Fondazione L’Albero della Vita onlus, L’Altro diritto onlus, La Gabbianella ed altri animali, La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza Onlus, La Leche League Italia Onlus, M.A.I.S. – Movimento per l’Autosviluppo l’interscambio e la Solidarietà, MAMI – Movimento Allattamento Materno Italiano Onlus, Fondazione Mission Bambini Onlus, On the Road Associazione onlus, Opera Nomadi Milano, OsservAzione – centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e sinti, OVCI la Nostra Famiglia, Fondazione PAIDEIA, Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus, Fondazione Roberto Franceschi onlus, Save the Children Italia, Associazione Saveria Antiochia – Osservatorio antimafia a.p.s., SIMM – Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, SINPIA – Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, SIP – Società Italiana di Pediatria, SOS Villaggi dei Bambini onlus, Terre des Hommes, UISP – Unione Italiana Sport Per tutti, UNCM – Unione Nazionale Camere Minorile, Valeria Associazione Onlus, VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, WeWorld, Fondazione Emanuela Zancan onlus, Associazione 21 Luglio.
Per ulteriori informazioni:
ufficiostampa.leeloo@gmail.com
Francesca Romana Gigli
francesca.r.gigli@gmail.com- 331.6158303
Patrizia Notarnicola
patrizianotarnicola@yahoo.it – 331.6176325
vita.it – «Presto e bene», aveva promesso la relatrice Anna Maria Parente e oggi il testo della legge sul dopo di noi è stato approvato dal Senato. Tra le modifiche più importanti, l’integrazione tra dopo di noi e progetti individuali, l’estensione oltre al solo trust delle agevolazioni per la destinazione del patrimonio, anche in ottica mutualistica. Subito dopo le amministrative il voto finale della Camera
L’Assemblea del Senato ha approvato il ddl n. 2232, recante disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave, la cui condizione non sia determinata dal naturale invecchiamento, prive del sostegno familiare. Il testo torna alla Camera dei Deputati. Sono stati 181 i voti a favore, 20 i no e 12 gli astenuti. Sel ha annunciato l’astensione perché «il ddl non garantisce l’assistenza domiciliare e il trust interessa soltanto poche famiglie, escludendo quelle con redditi bassi», mentre il M5S votato contro perché «il ddl prende in considerazione soltanto i disabili gravi, prevede che le prestazioni siano erogate nei limiti delle risorse disponibili, l’introduzione del trust risponde a interessi lobbistici. Obiettivo del ddl non è potenziare l’assistenza autogestita e autodeterminata, ma smantellare il welfare statale e favorire strutture private».
«Vogliamo fare presto e bene», ha ripetuto spesso durante il dibattito la senatrice Anna Maria Parente (PD), relatrice del provvedimento, consapevole dell’attesa da parte delle famiglie, di quanto si attendano nel Paese risposte concrete a bisogni urgenti. Sembrava un provvedimento blindato invece c’è stata grande capacità di mediazione, ascolto, interlocuzione fra maggioranza e opposizione e così nel passaggio dalla Camera al Senato qualche modifica è stata fatta. È stato inserito ovunque l’aggettivo “grave”, nelle finalità della legge è stato inserito il riferimento al «superiore interesse delle persone con disabilità grave», è stata superata l’esclusività del trust, aprendo ad altri tipi di investimento e di segregazione dei patrimoni rispetto alla finalità del dopo di noi, in particolare con il riferimento esplicito ai vincoli di destinazioni di cui all’articolo 2645-ter del Codice Civile e ai fondi speciali (una novità) composti di beni sottoposti a vincolo di destinazione e disciplinati con contratti di affidamenti fiduciario anche in favore di onlus che operano prevalentemente nel settore della beneficienza (vedi art. 1, comma 3 e art. 5), con tutto un dettaglio sull’atto istitutivo del trust o del contratto di affidamento fiduciario che vuole scongiurare qualsiasi utilizzo della norma per fini non legati al dopo di noi. L’articolo 1 comma 2 precisa che tutte le misure ai sensi di questa legge sono «integrate» nel progetto individuale, con il coinvolgimento dei soggetti interessati», «nel rispetto delle volontà della persona con disabilità grave, ove possibile, dei loro genitori o di chi ne tutela gli interessi» e anche l’articolo 2 ora rafforza il nesso fra la legge e quanto le Regioni dovranno fare.
Proprio ieri è stato accolto un emendamento della senatrice Laura Bignami (gruppo misto – MovX, il cui intervento ha commosso molti genitori con figli con disabilità, qui dal minuto 2.09.14) che ha inserito l’inciso «ove necessario e, comunque, in via residuale» alla lettera b), dell’articolo 4 comma 1, che prevede la realizzazione di interventi per la permanenza temporanea in una soluzione abitativa extrafamiliare per far fronte ad eventuali situazioni di emergenza. «Non si specificavano troppe cose e non si specificava il fatto di dover chiedere, dove possibile, il rispetto della volontà del disabile stesso o anche dei suoi genitori. Non era specificato che non fosse una priorità di questo fondo e aver inserito quell’inciso è importante per questi genitori perché, come potete vedere su Facebook, veniva da loro chiamato il «comma della deportazione». Questa modifica li rende quindi contenti ed, anzi, mi dicono di ringraziarvi», ha detto oggi in Aula la senatrice Bignami.
Abbiamo rafforzato le finalità della legge attraverso l’integrazione con il progetto individuale: dal giorno dopo l’entrata in vigore della legge, i Comuni potranno integrare le volontà delle persone con disabilità e dei loro genitori per il dopo di noi in ciò che già si fa per il durante noi, nei progetti individuali, senza dover inventare strumenti nuovi, la 328 è una delle più belle leggi d’Italia
Anna Maria Parente
Soddisfatta la relatrice, Anna Maria Parente, che annuncia «l’impegno da parte del Governo perché in poche settimane questa legge sia definitiva, abbiamo lavorato insieme ai colleghi della Camera, spero possa andare in Aula già la settimana dopo le elezioni», dice. Soddisfatta perché «abbiamo rafforzato le finalità della legge attraverso l’integrazione con il progetto individuale: dal giorno dopo l’entrata in vigore della legge, i Comuni potranno integrare le volontà delle persone con disabilità e dei loro genitori per il dopo di noi in ciò che già si fa per il durante noi, nei progetti individuali, senza dover inventare strumenti nuovi, la 328 è una delle più belle leggi d’Italia», spiega, e «avere scritto in una legge che contano le “volontà” è molto importante». Il contratto di affidamento fiduciario gestito da una onlus per la relatrice è un passo avanti importante nell’ottica del mutualismo: «perché se un genitore vuole destinare parte del proprio patrimonio a un’associazione onlus in modo che questo patrimonio contribuisca in ottica mutualistica anche a dare una migliore qualità di vita di chi non ha un patrimonio, è una cosa bella».
«Non siamo riusciti a modificare l’articolo 5, come sapete, per un problema di coperture. In Aula però ho espresso il mio impegno perché questo tema delle assicurazioni in favore delle persone con disabilità sia ripreso in altri provvedimenti legislativi», conclude la senatrice Parente.
vita.it – A due anni dalle prime linee guida promosse dal premier Matteo Renzi si è finalmente concluso l’iter in terza lettura alla Camera col voto contrario di Sel, 5 Stelle e Forza Italia. Mancano ancora i decreti delegati ma è un giorno storico per il non profit italiano. Ecco cosa prevede la legge
Fishonlus.it – La Camera ha dunque approvato in via definitiva la conversione con modificazioni del decreto-legge 42/2016. Nel provvedimento – che riguarda in generale il funzionamento del sistema scolastico – è confermato l’articolo (2 sexies) che modifica l’impianto dell’ISEE introdotto su proposta del Governo e già approvato dal Senato.
“Confermiamo tutte le perplessità già espresse dopo l’approvazione a Palazzo Madama, dato che il testo non ha subito alcuna modifica – dichiara Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – Se da un lato le nuove norme accolgono le Sentenze del Consiglio di Stato vietando il computo delle provvidenze assistenziali per disabilità, dall’altro elimina franchigie e la possibilità di detrarre le spese per assistenza effettivamente sostenute dalle famiglie.”
In effetti con le nuove disposizioni le franchigie differenziate per gravità di disabilità e la possibilità di detrarre spese assistenziali sono soppresse e sostituite da una maggiorazione, uguale per tutte le persone con disabilità, delle scale di equivalenza, cioè del divisore che viene usato per il calcolo dell’ISEE.
“Quello che ci restituisce questa legge è uno strumento ancora meno equo e selettivo e che non riconosce appieno il costo della disabilità. Inoltre è uno strumento che crea ancora forti disparità di trattamento”, prosegue Falabella.
“L’unico segnale parzialmente positivo deriva dalla contestuale approvazione di un Ordine del Giorno, presentato dall’Onorevole Margherita Miotto, che impegna il Governo ad indicare tempi certi e tempestivi per la revisione del regolamento ISEE, tenendo conto delle spese di assistenza, della presenza di pluriminorazioni, differenziando l’indicatore a seconda della gravità della disabilità e valorizzando in modo più conveniente i patrimoni accantonati per il ‘dopo di noi’. Ci auguriamo che il Governo rispetti questa indicazione approvata a larga maggioranza dalla Camera. Duole invece che non siano recepite, da parte governativa, indicazioni a favore dei minori con disabilità (esclusi dalla possibilità di redigere un ISEE ridotto) e di valorizzazione del lavoro dei caregiver familiari.”
Sui contenuti di questo Ordine del Giorno FISH investe nuove aspettative per una più razionale modificazione dell’ISEE ed è proprio su questo processo che la Federazione lancia la sua disponibilità, ma anche la sua sfida al Governo.
dire.it – Dopo due anni, eccoci ormai agli sgoccioli: ancora una manciata di giorni e la legge delega di riforma del terzo settore vedra’ il via libera definitivo da parte del Parlamento e, una volta entrata in vigore, il governo potra’ avviare il percorso dell’emanazione dei decreti attuativi che daranno compimento effettivo alla riforma. Dopo il via libera del Senato il 30 marzo scorso, la Commissione Affari sociali della Camera ha esaminato (e respinto) nei giorni scorsi tutti gli emendamenti presentati al testo: e’ stata dunque rispettata, almeno fino ad ora, la tabella di marcia che la maggioranza – e il Pd in particolare – avevano previsto, per evitare ogni modifica e portare a casa il provvedimento senza dover ritornare al Senato.
Una “blindatura” che del resto era stata decisa mesi fa, quando si era messo in piedi un tavolo congiunto fra senatori e deputati Pd (guidati dai relatori Stefano Lepri e Donata Lenzi) per concordare le modifiche da approvare prima al Senato e poi anche alla Camera. A Montecitorio il provvedimento andra’ in Aula la prossima settimana, dopo che saranno arrivati anche i pareri obbligatori delle altre Commissioni competenti. Questione di giorni, comunque.
Mentre, coerentemente con quanto deciso, il Partito democratico non ha presentato alcun emendamento al testo, diverso il comportamento delle opposizioni, che continuano a chiedere modifiche. In particolare i deputati del Movimento 5 Stelle hanno insistito molto con le proposte emendative che gia’ al Senato erano state bocciate, e hanno alzato i toni soprattutto sulla richiesta di soppressione della norma che prevede l’istituzione della Fondazione Italia Sociale. Una norma “oscena”, anzi una vera e propria “porcata”, secondo la deputata Silvia Giordano che ha illustrato in Commissione la proposta di cancellazione, ricordando che per l’ente, “pur avendo natura di diritto privato, e’ previsto un finanziamento di un milione di euro, incrementabile anche con futuri contributi pubblici”.
I Cinque Stelle hanno affermato che “come ente privato, la Fondazione non dovra’ rispettare la normativa relativa alla trasparenza e all’anticorruzione, potra’ assumere senza concorsi, effettuare acquisti senza gare di appalto, pur in presenza di un cospicuo finanziamento pubblico”; hanno ricordato che “il testo non delinea con precisione i contenuti dello statuto e la governance della Fondazione, limitandosi a prevedere la designazione di un componente da parte del Consiglio nazionale del Terzo settore, che rischia peraltro di costituire l’ennesimo ente inutile“. Insomma, una “forma giuridica atipica, non prevista dal codice civile”, tramite la quale si “eludono una serie di controlli, a partire da quello della Corte dei conti”.
Una descrizione “impropria”, secondo il sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Luigi Bobba, che giudica “avventato” l’utilizzo del termine “porcata”, anche perche’ “lo statuto della Fondazione deve essere approvato con decreto del Presidente della Repubblica”. Per Bobba “non costituisce un’anomalia” il fatto che una fondazione privata riceva un finanziamento pubblico, anche perche’ le finalita’ sono individuate in modo puntuale (lo sviluppo di interventi innovativi da parte di enti del Terzo settore con elevato impatto sociale e occupazionale) e sono tali che “possono difficilmente essere considerate come clientelari”, richiamando anche “princi’pi di efficacia e trasparenza”. Secondo il governo, insomma, la Fondazione rappresenta uno “strumento innovativo che rappresenta una sfida per il nostro Paese per incrementare la raccolta di finanziamenti da parte soprattutto delle societa’ di maggiori, colmando cosi’ un ritardo storico”.
ledha.it – LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità in collaborazione con FAND rilancia la campagna “Vogliamo andare a scuola!”. Come già aveva fatto nel 2015, LEDHA invita i genitori di alunni e studenti con disabilità a inviare alle rispettive Province di residenza o alla Città Metropolitana di Milano una lettera/diffida per chiedere una puntuale e completa attivazione dei servizi necessari a garantire il diritto allo studio per i propri figli (assistenza alla comunicazione, assistenza educativa, trasporto, ausili specifici).
Il rischio, anche quest’anno, è che con l’inizio del nuovo anno scolastico centinaia di bambini e ragazzi con disabilità non possano usufruire dei servizi che sono loro necessari per andare a scuola al pari dei loro compagni di classe.
Sul sito di LEDHA sono disponibili i due fac-simile delle lettere predisposti dai legali del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi: una per i residenti nell’ambito della Città Metropolitana di Milano (Lettera 1), una per i residenti in tutte le altre Province lombarde (Lettera 2).
La lettera deve essere compilata in ogni sua parte e firmata dai genitori dell’alunno. Nella premessa si deve barrare la necessità di assistenza per la comunicazione e/o assistenza educativa per le relazioni sociali e/o ausili specifici e/o trasporto, così come certificato dalla Diagnosi Funzionale e dal PEI.
Per avere valore legale la lettera alla propria Provincia/Città Metropolitana e al Presidente/Assessorati competenti di Regione Lombardia deve essere inviata in una delle seguenti modalità:
1) tramite posta raccomandata con ricevuta di ritorno (R.R.)
2) tramite Posta Elettronica Certifcata (PEC)
3) consegnandolo di persona all’Uffcio Protocollo di Provincia o Città Metropolitana di Milano (con ricevuta di riscontro)
Per ogni territorio provinciale è possibile individuare e scaricare i documenti con gli indirizzi all’interno dell’apposita sezione nel sito di LEDHA.
SUPERANDO.IT Proponiamo ai Lettori la traduzione italiana dell’elenco di richieste e quesiti inviate al nostro Paese dal Comitato ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità, dopo l’esame del Rapporto Governativo Italiano sull’applicazione della Convenzione ONU. E i “compiti per casa” ancora da svolgere non mancano di certo…
È al Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità dell’ONU, lo ricordiamo – ovvero all’organismo incaricato di verificare la reale applicazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità nei Paesi che l’hanno ratificata (l’Italia, lo ricordiamo, lo ha fatto all’inizio del 2009, con la Legge 18/09) – che i Governi di questi ultimi devono inviare i propri rapporti ufficiali sull’attuazione della Convenzione stessa.
In parallelo, è importante ricordare anche i cosiddetti “rapporti-ombra”, e quello del nostro Paese, come avevamo riferito qualche tempo fa, è stato prodotto da un gruppo di lavoro del FID, il Forum Italiano sulla Disabilità che rappresenta a livello europeo le istanze delle persone con disabilità in Italia, organismo membro dell’EDF (European Disability Forum), nato nel 2008 a seguito dell’unificazione del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità) e del CID.UE (Consiglio Italiano dei Disabili per i rapporti con l’Unione Europea), per rappresentare le decine di organizzazioni aderenti alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e alla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità).
Tornando al Rapporto Governativo dell’Italia (disponibile integralmente a questo link), dopo averlo esaminato, il Comitato dell’ONU ha recentemente prodotto l’elenco delle proprie richieste e quesiti (List of Issues), sorta di stringenti “compiti per casa”, riguardanti quasi tutti gli articoli della Convenzione.
A curarne la traduzione in italiano – non ufficiale, ma certamente più che attendibile – è stato lo stesso FID e ben volentieri qui di seguito la proponiamo ai Lettori, ritenendolo un documento di grande importanza.
Segnalando infine che nella pagina web del FID sono disponibili vari documenti di utile approfondimento, riportiamo in calce anche l’elenco aggiornato ad oggi, 18 maggio, dei 164 Paesi (compresa l’Unione Europea) che hanno finora ratificato la Convenzione, a poco più di nove anni dall’apertura di tale procedimento e degli 89 che hanno ratificato anche il Protocollo Opzionale, testo che consente al Comitato ONU di ricevere anche ricorsi individuali – di singoli o di gruppi di individui – e di avviare eventuali procedure d’inchiesta.