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UN OSTACOLO INVISIBILE PER LA CARTA DEI DIRITTI DI INTERNET

Fonte www.disabili.com – Dopo un anno di lavoro, è stata varata dal Parlamento la Carta dei diritti di Internet, voluta dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, per la tutela e la sicurezza di chi viaggia in rete. Stavolta l’Italia ha anticipato i partner europei. Proprio come era accaduto nel 2013 quando il nostro paese decise di aggiornare la normativa sull’accessibilità e l’usabilità dei siti e delle applicazioni internet, adeguandoli all’evoluzione tecnologica, al web 2.0 e ai requisiti internazionali.

Ma far applicare le leggi è tutt’altra cosa: il divario tra la teoria e la pratica resta tutt’oggi troppo ampio.

Secondo gli ultimi dati disponili, nel nostro Paese tra i siti web istituzionali solo il 5% è accessibile. Tra le principali cause: documenti pdf immagine, sezioni di pagine non fruibili con la tastiera, menù, pulsanti e link non etichettati e pertanto non usabili da chi, a causa di disabilità, utilizzi tecnologie assistive come screen reader nel caso di ciechi parziali o totali. Per non parlare di filmati e video senza audiodescrizioni o senza sottotitoli per persone sorde, e con linguaggi troppo complicati per persone con difficoltà cognitive.

E che dire delle enormi difficoltà che molte persone con disabilità incontrano nel consultare orari dei treni e aerei, acquistare un biglietto ferroviario, prenotare visite mediche?

Tra l’altro, tanto per fare un esempio nel settore privato, gli istituti bancari non sono vincolati alla legge per l’accessibilità dei loro siti internet, ma quanti correntisti disabili potrebbero invece acquisire!

La verità è che, analogamente a quanto accade nella costruzione di un edificio, è meno oneroso costruire senza barriere che abbatterle a posteriori. Così anche lo sviluppo corretto di un’applicazione internet, va fatto a livello progettuale.

In modo da abbattere di molto il costo dell’accessibilità, evitando così l’oneroso lavoro di ritoccare applicazioni, pagine e contenuti web, per poi nuovamente ritestare tutto il progetto per controllarne il corretto funzionamento!

Per maggiori informazioni

Leggi l’articolo “Il Parlamento vara la dichiarazione dei diritti in internet”

Consulta la pagina dedicata al’approvazione della Carta sul sito della Camera dei Deputati cliccando qui

Scarica la Carta dei diritti di Internet

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INFANZIA E ADOLESCENZA: APPROVATO IL IV PIANO D’AZIONE 2015-2017

Fonte www.lavoro.gov.it – L’Osservatorio sulle Politiche per l’Infanzia e l’Adolescenza, presieduto dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha approvato il IV Piano d’azione, che coprirà il periodo 2015-17.

L’Osservatorio si compone delle rappresentanze dei diversi ministeri che si occupano di bambini e ragazzi (Lavoro e politiche sociali, Istruzione, Salute, Giustizia, ecc.), dei diversi livelli di governo territoriale (Regioni, UPI e ANCI), delle professioni (assistenti sociali, pedagogisti, ecc.), delle associazioni e del privato sociale, delle parti sociali, di esperti.

È un luogo di decisione partecipata e la proposta del Piano al Governo è uno dei suoi compiti principali.

“Possiamo dire di aver mantenuto -ha sottolineato il Ministro Poletti – un impegno che avevo assunto poco più di un anno fa, subito dopo il mio insediamento, alla Conferenza nazionale sull’infanzia di Bari: ricostituire l’Osservatorio, che aveva cessato le sue funzioni quasi due anni prima, per la riproposizione al Governo di un Piano sull’infanzia, l’ultimo dei quali era stato approvato nel 2010″.

Il Piano si articola in quattro aree tematiche: lotta alla povertà; servizi socio-educativi per la prima infanzia e qualità della scuola; integrazione scolastica e sociale; sostegno alla genitorialità, sistema integrato dei servizi e accoglienza. Ciascuna area prevede azioni specifiche da realizzare nei prossimi anni.

Unanime è stato l’apprezzamento per il metodo di lavoro proposto e per il contenuto del piano approvato.

“E’ un piano molto ambizioso, ma coerente con azioni che abbiamo già cominciato a mettere in campo -ha aggiunto Poletti- ad esempio, il Piano nazionale per la lotta alla povertà, su cui in questi giorni abbiamo avviato la discussione con le parti sociali, le associazioni, le Regioni e l’ANCI, già tiene conto dei lavori che intanto sul tema aveva prodotto l’Osservatorio ed è quindi coerente col Piano Infanzia oggi approvato”.

“Un grande lavoro è stato fatto– ha concluso il Ministro- ma il lavoro più duro è quello che abbiamo davanti, per la realizzazione delle azioni che oggi l’Osservatorio ci ha proposto. L’Osservatorio stesso ci sarà di stimolo per il prosieguo del suo mandato con un monitoraggio attento dell’azione di governo”.

Il Piano d’azione, prima di essere adottato con decreto del Presidente della Repubblica, necessita ora dei pareri del Garante per l’infanzia, della Conferenza Unificata, della Commissione bicamerale sull’infanzia, dopo i quali verrà definitivamente approvato in Consiglio dei Ministri.

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DIRITTO ALLO STUDIO E DISABILITÀ: APPROVATO EMENDAMENTO AL SENATO

Fonte comunicato stampa Fish* – Un segnale moderatamente positivo dal Senato sul fronte del diritto allo studio per le persone con disabilità. Riguarda i servizi di supporto scolastico rimasti “orfani” dopo che la legge 7 aprile 2014, n. 56 ha soppresso le competenze delle Province e ha assegnato alle Regioni il compito di redistribuirle alle Città metropolitane ed ad altri enti.

Ricostruiamo la questione: il decreto legislativo 112/1998 (art. 139, comma 1 c) attribuiva alle Province il compito di garantire assistenti educativi e della comunicazione (AEC). Il loro supporto è essenziale soprattutto nel caso di alunni sordi, non vedenti o ipovedenti o con altre disabilità. Il loro ruolo è espressamente previsto dalla legge quadro 104/1992 (art. 13) e dalla legge 67/1993. Inoltre le stesse Province dovevano assicurare (gratuitamente) il trasporto scolastico alle persone con disabilità nelle scuole superiori.

Queste competenze ora a chi spettano? Teoricamente alle Regioni o alla Città metropolitane, ma mancano anche i trasferimenti dei fondi necessari per garantire questi servizi. Già molti mesi fa la FAND (Federazione fra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità) e la FISH* (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) avvertivano: “Questa incertezza sta già generando non pochi problemi di garanzia di un diritto costituzionale e causando una forte preoccupazione e disagio nelle famiglie già pronte ad agire anche legalmente per la tutela di questo diritto.” Ma sullo stesso delicato aspetto si sono alzate molte altre voci, oltre a quelle di FAND e FISH, in particolare tramite l’UICI (Unione italiana Ciechi e Ipovedenti), LEDHA (Federazione lombarda della FISH), Federhand (Federazione campana della FISH) ed altre associazioni aderenti come ANFFAS ed AIPD.

In particolare poi, Vincenzo Falabella, presidente FISH, sulla scorta delle sollecitazioni delle associazioni, ha mantenuto in questi mesi una stretta interlocuzione con Gianclaudio Bressa, Sottosegretario di Stato agli Affari regionali, per promuovere un intervento normativo dirimente o almeno correttivo.

L’opportunità per una provvisoria soluzione è giunta nel corso della discussione e approvazione del decreto legge sugli enti territoriali (DDL 1977).

Il Senato ha approvato il maxiemendamento governativo che all’articolo 8 (comma 13 quater) prevede lo stanziamento di 30 milioni di euro per i servizi di supporto scolastico (assistenti educativi e alla comunicazione e trasporto). Ora il testo passa alla Camera dove non sono prevedibili modifiche.

La moderata soddisfazione per il risultato deriva dalla insufficienza dello stanziamento destinato a coprire i costi di tali servizi, pur considerando la disponibilità politica e dello stesso Ministero dell’Istruzione che hanno compensato il sostanziale immobilismo delle Regioni.

“Ci aspettiamo ora che la piena copertura finanziaria di quei servizi diventi strutturale nella prossima legge di stabilità – sottolineano FAND e FISH – Sappiamo bene infatti che la cifra di 30 milioni copre solo in parte l’emergenza per i primi tre mesi dell’anno scolastico che inizia a settembre. Il diritto allo studio, al contrario, non può essere vincolato a disponibilità di bilancio.”

*Cui Anffas Onlus aderisce

Per approfondire

Leggi l’articolo “Una toppa da 30 milioni per i servizi per gli alunni con disabilità”

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RESEARCH4LIFE ARRIVA IN SENATO

Fonte Reaserch4life – È stato presentato ufficialmente la scorsa settimana in Senato* Research4Life, il progetto nato nell’aprile 2015 (a cui aderisce anche Anffas Onlus) con lo scopo di dar voce a protagonisti della ricerca biomedica italiana – enti di ricerca, ospedali, organizzazioni non profit, università, industrie – che, pur con ruoli diversi, sono accomunati dalla stessa visione della ricerca e ne hanno a cuore il futuro e che per questo motivo desiderano creare uno spazio aperto in cui informare cittadini, Istituzioni, media e mondo scientifico sui vari temi della ricerca biomedica.

Tra gli obiettivi che si pone il progetto vi sono finanziamento, svolgimento di attività di ricerca, traduzione delle scoperte in terapie disponibili per tutti.

Con l’occasione è stata lanciata una raccolta firme per spingere la comunità europea a fare pressione sull’Italia perché torni sui suoi passi ed elimini dalla legge italiana le restrizioni introdotte su proposta dell’Onorevole Brambilla e di altri parlamentari durante il governo Letta. Queste norme sono state “congelate” fino al 2017, ma senza un’efficace attività di lobbying (da qui Research4life) c’è il rischio che possano divenire definitive: questo significherebbe non solo un’infrazione da parte dell’Italia nei confronti dell’Europa, ma soprattutto il rischio concreto per i ricercatori italiani di non poter più condurre i propri studi in campi fondamentali come i trapianti, le sostanze d’abuso, la lotta ai tumori. Il rischio è concreto e potrebbe avere ricadute dannose non solo per chi fa ricerca, ma anche per la società civile che confida nella ricerca biomedica per risolvere gravi problemi di salute ancora insoluti.

Per avere maggiori informazioni sul progetto e sulle sue attività è possibile consultare il sito www.research4life.it

Per leggere la petizione e/o firmarla è possibile consultare la pagina dedicata cliccando qui

*Alla presentazione era presente anche il presidente nazionale di Anffas Onlus, Roberto Speziale

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CONGEDO A ORE, LA FARSA DELL’INPS

Fonte www.vita.itUna farsa. Non c’è altro modo per definire la gestione Inps del Congedo parentale a ore. La procedura online per presentare la domanda di congedo parentale a ore, attivata dall’Inps il 16 luglio, a distanza di due anni e sette mesi dalla legge che introduceva questa possibilità per il lavoratore, è già stata eliminata.

Sulla pagina Facebook INPS per la famiglia campeggia ancora il post del 22 luglio ore 8.09 con cui l’Inps comunica che dal 16 luglio è online la procedura per richiederlo, aggiornato in base alla nuova normativa.

Nei commenti però, rispondendo alle tante richieste di chiarimenti ed assistenza di chi sul sito già il 24 luglio non riusciva più a trovare la procedura per fare la domanda, Inps scrive che «Al momento la procedura è stata sospesa in attesa della pubblicazione della circolare che chiarirà tutti i vostri dubbi. A breve avremo maggiori info e le condivideremo con voi».

Scattano le proteste: «c’è troppa confusione…», «non si capisce più nulla…», «i giorni però passano…».

Ed ecco la risposta dell’eroico addetto: «Purtroppo non abbiamo una data precisa altrimenti l’avremmo inserita nella risposta al commento. La direzione di prodotto ha detto a breve. Non appena sarò tutto a posto troverete la notizia sul sito e qui». Amen.

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NUOVA TERAPIA GOOGLE GLASS PER BIMBI CON AUTISMO

Fonte www.west-info.euI Google Glass aprono nuovi orizzonti per le persone con autismo. Tutto grazie a Brain Power, rivoluzionario progetto di Ned Sahin, capace di migliorare le abilità comunicative dei piccoli utenti che indossano le speciali lenti. Il sofisticato sistema prevede varie possibilità.

Un piccolo monitor posizionato sugli occhiali, ad esempio, traduce in immagini lo stato d’animo dell’interlocutore quando lo si guarda dritto negli occhi. Oppure, un dispositivo permette di calmare il bambino attraverso musiche rilassanti. E ancora, un sistema vocale consente di ascoltare la voce e le indicazioni dei terapeuti e delle mamme.

Last but not least, il software permette di tracciare e analizzare su un computer tutti i dati e le informazioni relativi ai comportamenti e alle interazioni dell’utente.

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UNICI PERCHÈ DIVERSI

Fonte www.disabili.comSperimentare le differenze significa conoscere qualcuno di “diverso”, sì, ma non “meno uguale”. È questa consapevolezza che siamo tutti uguali anche se diversi, a mancare talvolta. Può capitare infatti che abbiamo difficoltà ad instaurare rapporti con chi consideriamo fuori dai canoni della normalità, e la difficoltà ad approcciarci può essere amplificata da stereotipi o pregiudizi, ma anche solo da scarsa contiguità con l’altro. Contribuire a mostrare che l’altro, nelle sue differenze, è qualcosa verso cui aprirsi e non chiudersi, è un compito non facile, che presuppone anche un lento lavoro di rivoluzione culturale, ma alcuni strumenti e alcune tendenze in atto lavorano proprio verso questo obiettivo.

Pensiamo ad esempio al fiorire di campagne, anche amatoriali, che nascono attraverso i social e si diffondono viralmente, rappresentando piccoli importanti fiumi che iniziano a portare consapevolezza dell’altro, magari col sorriso.

La cosa interessante di queste iniziative, è che nascono non di rado da esperienze personali di familiari che decidono di mostrare ad esempio la vita quotidiana di una persona con disabilità, o lanciano provocazioni facendo leva proprio sulla spesso errata percezione della disabilità. 

Ad esempio, c’è l’account Instagram che una modella ha aperto per postare le foto di tutti i giorni del suo bambino con Sindrome di Down, mostrando la quotidianità di un piccolo e della sua famiglia, così come quella di tutti gli altri, non senza però un’aura di glamour.

Allo stesso modo, usando una ironia che alla fine ti fa riflettere, quattro cugini italiani hanno realizzato un video nel quale la lente d’ingrandimento è sulle capacità di ciascuno e le caratteristiche dei singoli, che sono ciò che ci rende tutti diversi, ovvero unici. Il video inizia con l’inquadratura dei quattro ragazzi dal busto in giù, e per tutta la sua durata, fino alla fine, non si vedrà il viso dei protagonisti.

Ci verrà invece mostrato quello che sanno fare: tutti e quattro sanno suonare uno strumento musicale e giocare ai videogiochi, c’è chi sa fare calcoli matematici complicatissimi, chi sa preparare dolci, chi scrivere in giapponese, ecc. Sono le loro mani a raccontarcelo. Solo alla fine l’inquadratura si allargherà, fino a mostrarci che uno di loro è un ragazzo con Sindrome di Down.

Questo fa forse qualche differenza sul fatto che sappia suonare o costruire modellini? No di certo, e se non ci avessero mostrato il suo volto, non avremmo notato nessuna differenza. Alla fine di questo video, che ci lascia col sorriso, pensiamo che, davvero, siamo tutti diversi, ma questo, lungi dall’annullare le nostre abilità, ci rende unici.

Il video è disponibile a questo link