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EUROPEAN DISABILITY AND DEVELOPMENT WEEK

Fonte www.edf-feph.org – Inizierà il 3 dicembre, giornata internazionale delle persone con disabilità, è terminerà il 10 dicembre, la European Disability and Development Week, la Settimana Europea della Disabilità e dello Sviluppo, iniziativa che ha come obiettivo sensibilizzare l’Unione Europea e i suoi Stati Membri in merito ai diritti delle persone con disabilità, promuovere l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD ONU) e rafforzare i collegamenti tra la CRPD e l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Tra gli eventi previsti anche un semnario dal titolo “Bridging the Gap – European commitment for the inclusion of Persons with Disabilities in Development Cooperation” in cui si dicuterà  del contributo che l’UE e il progetto Bridging the Gap possono dare per l’inclusione delle persone con disabilità nello sviluppo internazionale, trasformando gli impegni politici in azioni concrete.

Per informazioni il programma è disponibile cliccando qui (testo in lingua inglese)

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SEMPRE PIÙ CHIARA LA CONNESSIONE TRA NON AUTOSUFFICIENZA E IMPOVERIMENTO

Fonte www.superando.it – Nel corso del nono Forum della Non Autosufficienza (e dell’autonomia possibile), appuntamento nazionale rivolto in particolare ai professionisti e agli operatori dei servizi, svoltosi nei giorni scorsi a Bologna, a cura di Maggioli Editore, è stato Cristiano Gori, sociologo, professore all’Università di Trento e coordinatore dell’NNA (Network Non Autosufficienza), a delineare i tratti essenziali del tema in Italia.

Gori si è soffermato in particolare sul prevalere dei trasferimenti in denaro sui servizi (55% contro 45%); sull’andamento calante del finanziamento alle varie tipologie di servizi (residenze; assistenza a casa; sostegno economico); sull’emergere di idee riguardanti la necessità di abbassare la qualità dei servizi; nonché su un “eterno” interrogativo: garantire cioè più copertura, tramite servizi a più persone o più intensità, senza quindi aumentare la platea, ma l’intensità di cura ai casi più gravi?

Tra le altre esigenze più sentite dalle famiglie, è emersa poi la necessità di un aiuto anche nei percorsi, sia informativo che di consulenza, su sanità, badanti, contributi, ausili, barriere, agevolazioni sul lavoro e invalidità. Tra i temi nuovi che si affacciano all’orizzonte, invece, Gori si è soffermato sulla sempre più chiara connessione tra non autosufficienza e percorsi di impoverimento, che cresce nelle famiglie con anziani medio-gravi e in quelle ove il carico assistenziale incide più del 20% del reddito disponibile.

Questo anche a fronte di un dato generale che, almeno percentualmente, dal 2006 al 2012 vede un calo della povertà assoluta nelle famiglie con un anziano rispetto all’insieme di tutte le famiglie.

Si tratta naturalmente di dati facilmente riproducibili anche per le situazioni di famiglie in cui vi sia una persona con disabilità non anziana, essendo ormai un dato consolidato che la condizione di disabilità è al tempo stesso causa ed effetto di povertà.

È stata infine confermata la necessità di diversificare l’offerta di servizi in quella grande “terra di nessuno” sospesa tra servizi residenziali per anziani gravi e assistenza a casa per le situazioni meno compromesse, tra realtà ospedaliera e realtà dei servizi territoriali, tra famiglie che hanno buoni redditi e si gestiscono da sole e famiglie con redditi bassi che accedono ai servizi sociali. Sembra dunque che proprio come in politica, anche nella non autosufficienza la corsa sia al centro.

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REDDITO DI INCLUSIONE AL VIA DAL 1° DICEMBRE

Fonte www.lavoro.gov.itNon solo un sussidio economico, ma soprattutto un programma di inserimento sociale e lavorativo che punta alla riconquista dell’autonomia delle famiglie più vulnerabili attraverso la valorizzazione e lo sviluppo delle competenze. È questa la strategia alla base del Reddito di inclusione (REI), contenuta nella prima legge organica contro la povertà introdotta nel nostro Paese, che diventerà pienamente operativa dal prossimo 1° dicembre.

Ne hanno parlato a Milano, a margine della presentazione del convegno “Contro la povertà, la sfida del reddito di inclusione”, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, il direttore generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale, Raffaele Tangorra, il presidente dell’INPS, Tito Boeri, l’assessore Politiche Sociali, Salute e Diritti del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, e il portavoce Alleanza contro la povertà, Roberto Rossini.

L’incontro ha offerto l’occasione di chiarire il funzionamento della nuova misura introdotta dal decreto legislativo n. 147 del 15 settembre 2017, ed illustrato il percorso di definizione e rafforzamento della rete dei servizi territoriali che ne sostiene l’operatività, anche attraverso le risorse del PON Inclusione.

“Il Reddito di inclusione (REI) è oggi uno strumento importante, è un passo lungo un percorso che era partito con il sostegno all’inclusione attiva (SIA) e che continuerà nel tempo, perché abbiamo bisogno di costruire una infrastruttura e un modo di lavorare condiviso tra tutti gli attori”, ha detto il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti. Una misura che, in questa prima fase di applicazione, si rivolge ad un bacino di 1,8 milioni di persone e 500mila nuclei famigliari, ma che presto potrà ampliare la sua portata, quando – a luglio – “la platea dei potenziali beneficiari aumenterà a oltre 700mila famiglie per arrivare a un bacino di 2,5 milioni di persone”, perché verranno meno i vincoli dei requisiti famigliari previsti nella prima fase di applicazione.

La portata e i risultati degli interventi, tuttavia, non sono scontati: molto dipenderà dalla capacità del “sistema” composto dai diversi attori convolti di raggiungere e prendere in carico i potenziali beneficiari delle misure.

“Il lavoro è lungo e complesso – ha spiegato Poletti – quando parliamo di povertà parliamo di fenomeni sociali complessi e delicati, tanto che è sempre più necessario ragionare di lotta ‘alle’ povertà. Non esiste solo una povertà e non c’è solo il problema di reddito, ma anche di povertà educativa e abitativa. Per questo dobbiamo costruire organicamente delle politiche che siano in grado di tenerne conto”.

Il successo degli interventi dipenderà dalle sinergie finalizzate a raggiungere le persone bisognose di sostegno che si dovranno sviluppare tra i diversi attori coinvolti. “Se c’è qualcuno che pensa che questo tema possa essere risolto dal ministero o da un comune o da una associazione, commette un errore gigantesco – ha sottolineato il Ministro – la misura avrà successo, non tanto per il numero di beneficiari o per l’importo erogato, ma se saremo in grado di costruire una infrastruttura, una rete di servizi, una comunità accogliente in grado di aiutare a uscire da condizioni di difficoltà e povertà”.

Il REI è finanziato con le risorse del fondo povertà: 1,845 miliardi di euro in parte destinati a rafforzare i servizi. Il punto di partenza erano stati i 50 milioni di euro una tantum del 2012. La svolta è avvenuta nel 2017 con il nuovo SIA, il sostegno per l’inclusione attiva, che il governo ha inserito come misura ponte fino all’introduzione del REI.

Ma la legge di bilancio in discussione in Parlamento già rilancia: 300 milioni di euro in più nel 2018, 700 nel 2019, 900 dal 2020. Tenuto conto del PON Inclusione, dal 2020 si sfiorano i 3 miliardi di euro.

“Il fatto di aver messo nella legge il fondo alla povertà – ha concluso il Ministro Poletti – è la prima garanzia che queste cose le potremo fare. Sappiamo che nei prossimi anni avremo le risorse. Sta a noi adesso”.

Per informare i cittadini sulle novità introdotte dalla riforma, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha avviato una campagna di informazione che, da oggi, sarà diffusa sui media.

Per ulteriori informazioni sul REI consulta la pagina dedicata sul sito del Minisero del Lavoro e delle Poltiche Sociali cliccando qui

Per approfondire leggi l’articolo “L’infrastruttura sociale? Senza un volano, somiglia a una rete piena di buchi”

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DOMANDA PER REDDITO DI INCLUSIONE 2018

                                    

www.disabili.com – Entra nella fase operativa la legge delega per il contrasto alla povertà e il riordino delle prestazioni sociali: dal 1 dicembre 2017 si potrà presentare domanda per accedere al ReI, il Reddito di Inclusione, introdotto dal decreto legislativo n. 147 del 15 settembre 2017. Si tratta di una misura che sostituisce il precedente Sostegno per l’Inclusione Attiva, per supportare nuclei familiari con Isee molto basso, attraverso un contributo economico fino ad un massimo di 485 euro al mese. Il beneficio è condizionato alla prova dei mezzi e all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato all’affrancamento dalla condizione di povertà. Vi avevamo già parlato qui del reddito di inclusione e persone con disabilità; qui riassumiamo così, chi ne ha diritto, e come richiederlo.

REQUISITI

Per l’erogazione del REI sono state individuate alcune fasce di popolazione individuate tra le più bisognose. Per queste, ci sono alcuni requisiti:

– di residenza e soggiorno

– familiari

– economici

REQUISITI FAMILIARI

I beneficiari sono individuati tra i nuclei familiari con:

– figli minorenni OPPURE con figli con disabilità (anche maggiorenni) OPPURE 

– donna in stato di gravidanza OPPURE

– componenti disoccupati che abbiano compiuto 55 anni

REQUISITI DI RESIDENZA E SOGGIORNO 

Possono richiedere il Rei:

– cittadini italiani

– cittadini comunitari

– familiari di cittadini italiani o comunitari, non aventi la cittadinanza in uno Stato membro, titolari del diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente

– cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo

– titolari di protezione internazionale (asilo politico, protezione sussidiaria) che siano residenti in Italia da almeno due anni al momento della presentazione della domanda

REQUISITI ECONOMICI

I beneficiari sono individuati anche sulla base dell’ISEE e delle sue componenti reddituali e patrimoniali. Per accedere al REI, infatti, il nucleo familiare deve essere in possesso congiuntamente di:

1. un valore ISEE in corso di validità non superiore a 6 mila euro

2. un valore ISRE (l’indicatore reddituale dell’ISEE diviso la scala di equivalenza) non superiore a 3 mila euro

3. un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20 mila euro

4. un valore del patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti) non superiore a 10 mila euro (ridotto a 8 mila euro per la coppia e a 6 mila euro per la persona sola).

ALTRI REQUISITI

Fatti salvi i requisiti sopra esposti, inoltre, nessun componente del nucleo deve:

– percepire prestazioni di assicurazione sociale per l’impiego (NASpI) o di altro ammortizzatore sociale di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria; possedere autoveicoli e/o motoveicoli immatricolati la prima volta nei 24 mesi antecedenti la richiesta (sono esclusi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità);

– possedere navi e imbarcazioni da diporto (art.3, c.1, d.l.gs. 171/2005)

AMMONTARE DEL BENEFICIO 

Il beneficio economico sarà proporzionale alla differenza tra il reddito familiare e una soglia, che anche la soglia reddituale d’accesso. Al reddito familiare si sottraggono le spese per l’affitto (fino a un massimo di 7 mila euro, incrementato di 500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo, come avviene per l’ISEE) e il 20% del reddito da lavoro dipendente (fino ad un massimo di 3 mila euro, come avviene per l’ISEE).

La soglia è pari per un singolo a 3 mila euro e riparametrata sulla base della numerosità familiare per mezzo della scala di equivalenza dell’ISEE. In sede di prima applicazione, la soglia è considerata al 75%. Il beneficio per ogni nucleo familiare non potrà essere superiore all’assegno sociale (valore annuo, 5.824 euro; ovvero circa 485 euro al mese). Se i componenti del nucleo familiare ricevono già altri trattamenti assistenziali, il valore mensile del REI è ridotto del valore mensile dei medesimi trattamenti, esclusi quelli non sottoposti alla prova dei mezzi (indennità di accompagnamento).

Il beneficio economico è concesso per un periodo massimo di 18 mesi e non potrà essere rinnovato prima di 6 mesi. In caso di rinnovo, la durata è  fissata in 12 mesi

COME PRESENTARE DOMANDA

La domanda va presentata dall’interessato o da un componente del nucleo familiare presso i punti per l’accesso al REI che verranno identificati dai Comuni/Ambiti territoriali.

1. Il Comune raccoglie la domanda, verifica i requisiti di cittadinanza e residenza e la invia all’Inps entro 10 giorni lavorativi dalla ricezione e nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione.

2.L’Inps, entro i successivi 5 giorni verifica il possesso dei requisiti e, in caso di esito positivo, riconosce il beneficio. Il versamento del beneficio è condizionato all’avvenuta sottoscrizione del Progetto personalizzato e decorre dal mese successivo alla richiesta. Il beneficio economico viene erogato mensilmente attraverso una Carta di pagamento elettronica (Carta REI);

LA CARTA REI

 La Carta REI è gratuita e funziona come una normale carta di pagamento elettronica:

– deve essere usata solo dal titolare 

– può essere usata per prelevare contante entro un limite mensile non superiore alla metà del beneficio massimo attribuibile

Inoltre:

– permette gli acquisti in tutti i supermercati, negozi alimentari, farmacie e parafarmacie abilitati al circuito Mastercard

– permette il pagamento delle bollette elettriche e del gas presso gli uffici postali

– dà diritto a uno sconto del 5% sugli acquisti nei negozi e nelle farmacie convenzionate, con l’eccezione degli acquisti di farmaci e del pagamento di ticket

– può essere utilizzata negli ATM Postamat per controllare il saldo e la lista movimenti

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INSEDIATO IL NUOVO OSSERVATORIO PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA

Fonte www.edscuola.eu – Previsto da uno dei provvedimenti attuativi della Buona Scuola, l’Osservatorio attiverà dei gruppi di lavoro per ciascuna delle deleghe della legge 107 ed entro la metà di dicembre verrà stilato il regolamento interno per consentire un veloce avvio dei gruppi di lavoro e coordinare i due organismi nei quali si articola: Comitato Tecnico scientifico e Consulta delle Associazioni.

Al tavolo Miur, associazioni e comunità scientifica

Presenti alla prima riunione i rappresentanti di alcune Associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari* – tra cui Anffas Onlus con Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas, componente dell’Osservatorio – i rappresentanti dell’amministrazione centrale e periferica del Miur e quelli di altri Ministeri competenti in tema di diritti delle persone con disabilità, oltre ai presidenti delle principali società scientifiche e professionali.

Ha presieduto i lavori la Capo di Gabinetto Sabrina Bono.

Fedeli: essenziale per i ragazzi

“L’Osservatorio sarà uno spazio essenziale e molto operativo di confronto. Abbiamo chiesto ai partecipanti – sottolinea la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli – di lavorare insieme al Ministero in questa fase di attuazione dei decreti della legge 107 del 2015. Come ho più volte ricordato i decreti attuativi rappresentano una delle parti più qualificanti della riforma. Dobbiamo lavorare insieme, ognuno per la propria parte, per consentire una attuazione rapida ed efficace delle norme che metta al centro le nostre ragazze e i nostri ragazzi”.

Serve continuità didattica Inclusione e sostegno per gli alunni con disabilità sono temi ancora molto aperti nella scuola italiana. Anche in questo avvio di anno scolastico ci sono stati ritardi e storture che hanno pregiudicato la continuità didattica, sia nei servizi socio-assistenziali che nell’insegnamento, con problemi legati anche all’assegnazione dei posti di sostegno a docenti con o senza specializzazione.

Dai dati pubblicati a inizio settembre dal Miur, le cattedre in deroga erano pari a 38.769 – numeri destinati ad aumentare – mente le cattedre in organico di diritto, destinate al personale stabilizzato sono pari a 100.080, quindi 1/3 delle cattedre sul sostegno è rappresentato da posti in deroga, ovvero supplenze fino al 30 giugno. In alcuni casi poi il Ministero ha coperto i posti vacanti pescando dalle graduatorie docenti non specializzati e anche non di ruolo.

*Ricordiamo che ai sensi dell’art. 15 del decreto legislativo 66/2017, fanno parte dell’Osservatorio solo le associazioni di persone con disabilità maggiormente rapprsentative sul territori nazionale nel campo in tema di inclusione scolastica

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ISCRIZIONI ANNO SCOLASTICO 2018/19

Fonte www.superabile.itCon la Circolare 13 novembre 2017 n. 14659, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca disciplina le iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2018/19.

Secondo la Legge del 7 agosto 2012 n. 135, le iscrizioni sono effettuate on line per tutte le classi iniziali della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado statali. Si effettuano on line anche le iscrizioni ai percorsi di istruzione e formazione professionale erogati in regime di sussidiarietà dagli istituti professionali nonché dai Centri di formazione professionale accreditati dalle Regioni le quali, su base volontaria, aderiscono al procedimento di iscrizione on line.

Le iscrizioni alle classi iniziali dei corsi di studio delle istituzioni scolastiche paritarie si effettuano on line esclusivamente per le scuole paritarie che aderiscono alla modalità telematica, in quanto la loro partecipazione al sistema “Iscrizioni on line” è facoltativa.

Le domande possono essere presentate dalle ore 8,00 del 16 gennaio alle ore 20,00 del 6 febbraio 2018, tenendo presente che le famiglie possono già avviare la fase della registrazione sul sito www.iscrizioni.istruzione.it delle iscrizioni on line, a partire dalle ore 9,00 del 9 gennaio 2018.

Sono escluse dalla modalità on line le iscrizioni relative: alle sezioni delle scuole dell’infanzia; alle scuole della Valle d’Aosta e delle province di Trento e Bolzano; alle classi terze dei licei artistici e degli istituti tecnici e professionali; al percorso di specializzazione per “Enotecnico” degli istituti tecnici del settore tecnologico a indirizzo “Agraria, agroalimentare e agroindustria”, articolazione “Viticoltura ed enologia”; ai percorsi di istruzione per gli adulti, ivi compresi quelli attivati presso gli istituti di prevenzione e pena; agli alunni/studenti in fase di preadozione, per i quali l’iscrizione viene effettuata dalla famiglia affidataria direttamente presso l’istituzione scolastica prescelta.

Le iscrizioni di alunni e studenti con disabilità effettuate nella modalità on line, devono essere perfezionate con la presentazione alla scuola prescelta, da parte dei genitori, della certificazione rilasciata dalla ASL di competenza, a seguito degli appositi accertamenti collegiali previsti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 febbraio 2006 n. 185, comprensiva della diagnosi funzionale.

Sulla base di tale certificazione la scuola procede alla richiesta di personale docente di sostegno e di eventuali assistenti educativi a carico dell’Ente locale, nonché alla successiva stesura del piano educativo individualizzato in stretta relazione con la famiglia e gli specialisti dell’ASL.

Le iscrizioni di alunni e studenti con disturbi specifici di apprendimento (DSA) effettuate nella modalità on line, devono essere perfezionate con la presentazione alla scuola prescelta, da parte dei genitori, della relativa diagnosi, rilasciata ai sensi della Legge dell’8 ottobre 2010 n. 170 e secondo quanto previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 24 luglio 2012, sul rilascio delle certificazioni.

Per ulteriori informazioni, cliccare su: Circolare 13 novembre 2017 n. 14659 (punto 9.1 disabilità, punto 9.2 dsa

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PIÙ DI 91 MILIONI PER L’INNOVAZIONE SOCIALE DEL TERZO SETTORE

Fonte www.lavoro.gov.itSono più di 91 milioni le risorse che il Governo, in attuazione del Codice del Terzo Settore, ha messo a disposizione per sostenere, anche attraverso le Reti associative, iniziative e progetti promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni comprese tra gli enti del Terzo Settore.

“Proprio oggi – annuncia il Sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba – è stato pubblicato l’atto di indirizzo del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, e il relativo Avviso pubblico per gli enti interessati a presentare progetti di rilevanza nazionale per lo svolgimento di attività di interesse generale”.

Le risorse sono così ripartite:

a) 10 milioni, a carattere rotativo, per programmi di investimento degli enti associativi e delle fondazioni del Terzo settore;

b) circa 45 milioni per progetti di rilevanza nazionale da presentare al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali entro l’11 dicembre 2017;

c) 26 milioni per progetti di rilevanza locale che, entro dicembre 2017, saranno ripartiti alle Regioni mediante appositi accordi di programma affinché vengano destinati, con avviso pubblico, agli enti associativi di Terzo Settore che operano nel territorio regionale di appartenenza;

d) 7,75 milioni di euro, in forma di contributi per l’acquisto di autoambulanze e autoveicoli per attività sanitarie e beni strumentali, per gli enti che operano nel campo socio sanitario;

e) 2,58 milioni di euro per le associazioni di promozione sociale di cui alla Legge 476 del 1987 che promuovono l’assistenza di soggetti con particolari forme di svantaggio.

“Si tratta – continua Bobba – del primo importante provvedimento applicativo della riforma del Terzo Settore. Un modo concreto per sostenere quelle realtà associative che decidono di investire sull’innovazione sociale, utilizzando anche le risorse messe a disposizione dalla recente legislazione”.

In particolare, i progetti di rilevanza nazionale, finanziati con un importo di circa 45 milioni di euro, dovranno essere destinati, tra l’altro: al contrasto dello sfruttamento del lavoro nero e del fenomeno del caporalato; allo sviluppo della cultura del volontariato tra i giovani; all’integrazione dei migranti; allo sviluppo e al rafforzamento delle reti associative del Terzo Settore; all’inserimento lavorativo delle fasce deboli della popolazione, nonché alla creazione di forme di welfare di comunità.

“Con questo provvedimento – conclude Bobba – la riforma del Terzo Settore entra pienamente nella fase attuativa. Entro l’anno, saranno emanati altri importanti atti amministrativi riguardanti la costituzione dell’Organismo nazionale di controllo dei Centri di servizio del volontariato e l’istituzione del Consiglio Nazionale del Terzo settore. Così come, ben presto, sarà sottoscritto un protocollo d’intesa tra il Ministero del Lavoro e diverse amministrazioni territoriali e statali per l’avvio del Social bonus”.