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CONTRATTO DI SERVIZIO RAI: POLLICE VERSO PER LA DISABILITÀ

Fonte comunicato stampa Fish* – È in fase di definizione il Contratto nazionale di servizio RAI per i prossimi anni 2018 – 2022. Si tratta di un atto particolarmente rilevante nell’ambito della regolazione della qualità e la strategia dell’informazione e dell’intrattenimento nel nostro Paese, almeno per la parte gestita dalla radiotelevisione pubblica.

La Commissione di Vigilanza RAI ne sta valutando il testo e sta raccogliendo pareri con specifiche audizioni.

Questa mattina (17 novembre u.s.) è stata audita anche la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, ovviamente interessata a questi temi che condizionano direttamente e indirettamente la qualità della vita delle persone con disabilità.

“I nostri rilievi rappresentano una stroncatura ad un testo che riteniamo, almeno per la disabilità, vecchio nel linguaggio e nello spirito, oltre che inadeguato nelle garanzie. – anticipa Vincenzo Falabella, Presidente della FISH – Il testo presentato rappresenta addirittura un arretramento rispetto al passato, in particolare se si considera l’avanzamento tecnologico ormai disponibile e la produzione normativa nazionale, UE e internazionale in materia di diritto di accesso all’informazione.”

Ed in effetti già i principi ispiratori espressi nell’articolo 6 presentano evidenti lacune rispetto al contrasto al pregiudizio, all’odio legato al genere, alla disabilità, alla provenienza, alla discriminazione multipla, agli stereotipi.

La previsione di un monitoraggio relativo al rispetto della “Dignità della persona” (art. 23) prefigura solo l’obiettivo “di verificare la rappresentazione non stereotipata del ruolo della donna e della figura femminile nei diversi ambiti della società”, il che è sicuramente importante ma piuttosto limitato, visti gli stereotipi di cui sono oggetto le persone con disabilità. Per la discriminazione di genere viene previsto un responsabile; per le altre tipologie di discriminazione non vi è analoga figura. Ma assai deboli sono anche le garanzie di accessibilità delle trasmissioni televisive e radiofoniche, delle piattaforme web, della produzione multimediale. Per quest’ultima si esprime, in questa e in altre parti, il generico intento di renderla “sempre più fruibile”, guardandosi bene dal definire obiettivi minimi di servizio.

Analoga genericità riguardo alle audiodescrizioni per i non vedenti: l’articolo 23 prevede di aumentarne la disponibilità il che è piuttosto semplice visto che attualmente – stando al più recente rapporto di AGCOM – solo il 5% delle ore trasmesse sono audiodescritte, tralasciando commenti su quali trasmissioni sia garantito il servizio.

“I servizi del futuro immediato transiteranno sempre più sul web, in streaming, in biblioteche multimediali. – commenta Vincenzo Falabella – Anche in questo caso le garanzie di fruibilità ed accessibilità per persone con disabilità sensoriale o cognitiva sono assai aleatorie rendendo palpabile e prevedibile il rischio di nuove esclusioni.”

*Cui Anffas Onlus aderisce

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EUROPEAN DISABILITY CARD: A ROMA LA PRESENTAZIONE

Fonte Fish – Federazione Italiana Superamento Handicap* – Sarà presentata il 22 dicembre 2017 a Roma, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri Via Santa Maria in Via 37, la European Disability Card, una unica Card In Italia e in Europa per le persone con disabilità che consentirà di accedere a benefici e agevolazioni al sistema dei trasporti e alle proposte di carattere culturale, sportivo e ricreativo.

La card permetterà l’accesso agevolato alle persone con disabilità a tutti i servizi in tutti i Paesi membri dell’UE che hanno aderito alla call europea (Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Malta, Slovenia e Romania) L’unificazione dei criteri e delle modalità di accesso a musei, cinema, attrattive culturali e trasporti, semplificherà la vita ai cittadini europei con disabilità e alle amministrazioni pubbliche e private dei servizi coinvolti, oltre che incidere nel settore del turismo. 

Per informazioni: www.disabilitycard.it

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“EMPOWER US”: UN NETWORK PER SOSTENERE GLI AUTORAPPRESENTANTI NEL MONDO!

Si chiama Empower Us ed è un gruppo internazionale di Self-Advocates costituito grazie ad Inclusion International che ha come obiettivo la creazione di una grande rete di AutoRappresentanti nel mondo.

In tale ottica Empower Us dà consigli e supporto a tutti gli AutoRappresentanti, alle famiglie e alle organizzazioni che lavorano per l’AutoRappresentantanza e per sviluppare ancora di più questa rete, Empower Us sta cercando nuovi Self-Advocates che vogliano entrare in un gruppo di azione e che potranno così condividere le proprie conoscenze, competenze e esperienze, costruire reti e sostenere e consigliare gli altri AutoRappresentanti, le famiglie e le organizzazioni in tutto il mondo.

I nuovi rappresentanti contribuiranno a produrre risorse e strumenti per la Self Adovocay internazionale, con la possibilità di condurre anche formazione e partecipare a scambi di esperienze. La ricerca è rivolta in particolare ad AutoRappresentanti che:

• siano leader e formatori esperti

• facciano parte di un’organizzazione di Self-Advocacy o di una rete che funziona a livello nazionale o internazionale

• abbiano un sostegno costante

• abiano tempo e capacità di lavorare con noi per un tot di ore settimanali

• siano entusiasti e disposti a lavorare come parte di una squadra

• comprendano i grandi problemi delle persone con disabilità intellettive

• abbiano accesso a e-mail e Skype

Per maggiori informazioni e per candidarsi, è possibile leggere il documento dedicato (in lingua inglese) cliccando qui e mandare una e-mail all’indirizzo empowerus@inclusion-international.org

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SOCIAL SUMMIT 2017: LAVORO EQUO, CRESCITA E PILASTRO SOCIALE EUROPEO

Fonte www.edf-feph.org – Si svolgerà dal 16 al 17 novembre in Svezia il Social Summit, incontro che riunirà i capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea per discutere di temi fondamentali per il futuro di tutti i cittadini europei. L’incontro è infatti dedicato a occupazione e crescita ma il fulcro di tutto sarà il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, strumento volto a rafforzare sistema della protezione sociale e per il quale il presidente Junker, nel settembre scorso, ha auspicato la piena adesione di tutti gli Stati Membri al fine di evitare frammentazione.

A tal proposito, prenderà parte come membro della Social Platform anche il presidente dello European Disability Forum che illustrerà i messaggi dell’EDF basati della recente risoluzione dello stesso Forum sul Pilastro Europeo dei Diritti Sociali (clicca qui per maggiori informazioni in merito)

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SCUOLA: LA NORMATIVA INCLUSIVA E QUEI DECRETI DELLA DISCORDIA

Chiude un ideale percorso di approfondimento della normativa sull’inclusione scolastica in Italia, il libro La normativa inclusiva nella «Buona scuola». I decreti della discordia, uscito qualche giorno fa per i tipi di Erickson.

Si tratta infatti della terza opera di tema analogo, pubblicata nel giro di un paio di anni, dopo Il diritto alla partecipazione scolastica (di Salvatore Nocera, Key Editore, 2015) e La normativa inclusiva nella nuova legge di riforma sulla “buona scuola” (di Salvatore Nocera e Nicola Tagliani, Key Editore, 2015) dei quali anche Superando si era ampiamente occupato a suo tempo (a questo e a questo link).

Gli Autori del nuovo testo sono ancora Salvatore Nocera – una delle più prestigiose “firme” di «Superando.it», esperto di lunga data del settore e già vicepresidente nazionale della FISH* (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), della quale presiede attualmente il Comitato Nazionale dei Garanti – e Nicola Tagliani, psicologo, entrambi esperti dell’Osservatorio Scolastico dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), i cui documenti costituiscono la base stessa di questo volume.

Nella prima parte del libro viene descritto il travagliato iter e le ragioni che hanno spinto il Parlamento e il Governo a pubblicare gli otto Decreti Delegati applicativi della Legge di Riforma cosiddetta La Buona Scuola (Legge 107/15). Nella seconda parte, poi, vengono descritti e commentati i Decreti specificamente dedicati all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità (66/17), alla formazione iniziale dei docenti (59/17), alla valutazione degli alunni (62/17) e al sistema integrato zero-sei anni per gli aspetti concernenti l’integrazione scolastica (65/17).

Il tutto mettendo in luce gli aspetti positivi e anche quelle che vengono ritenute una serie di criticità. Ampio spazio, inoltre, viene dato all’ampio dibattito attualmente ancora in atto tra i favorevoli e i contrari alla riforma e quindi agli stessi Decreti Delegati.

«Il testo – si legge nella presentazione editoriale – è importante per le famiglie, i dirigenti scolastici, i docenti, gli operatori socio-sanitari che intervengono nel processo inclusivo, nonché per gli avvocati che sostengono le famiglie nelle controversie con l’Amministrazione Scolastica e gli Enti Locali, a causa del mancato rispetto della normativa di tutela dei diritti degli alunni con disabilità. Esso infatti coordina la normativa preesistente e la più recente giurisprudenza costituzionale e del Consiglio di Stato con le novità introdotte dai Decreti Attuativi della Legge 107/15 e si conclude con un appello al rilancio della pedagogia e della didattica, che negli ultimi anni stanno rischiando, a causa di cattive prassi, di essere sopraffatte dai troppi ricorsi alla Magistratura».

*Cui Anffas Onlus aderisce

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“UNO SGUARDO ANTROPOLOGICO SULLA DISABILITÀ”

“Uno sguardo antropologico sulla disabilità” è il titolo dibattito che si svolgerà giovedì 16 novembre a Cinisello Balsamo (Mi) nell’ambito del progetto L-inc Laboratorio di Inclusione sociale disabilità e che ruoterà attorno ai contenuti del libro “Il silenzio del corpo. Antropologia della disabilità” di Robert F.Murphy.

La traduzione italiana del testo, edita nel 2017 da Erickson, diventa l’occasione per discutere del contributo di questo autore all’interno dell’articolato campo di studi della disabilità.

L’appuntamento alle 17:30 presso il Centro Culturale Il Pertini di Cinisello Balsamo, spazio polifunzionale e sede della biblioteca comunale.

“Il silenzio del corpo. Antropologia della disabilità” Robert F. Murphy è un testo classico sulla disabilità rivolto a un pubblico vasto ed eterogeneo: operatori, familiari, ricercatori, comunità. Si tratta di un racconto della disabilità visto dall’interno. Murphy, affermato antropologo americano, contrae un tumore che lo porterà alla tetraplegia e poi alla morte nel 1990. La sua condizione diventa occasione per uno studio su di sé e sul mondo che lo circonda. Tra racconto autobiografico e analisi di meccanismi socio-culturali più profondi, questo testo inaugura il filone di studi antropologici sulla disabilità. Con questo percorso Murphy arriverà a teorizzare il concetto di liminalità, uno strumento analitico ormai classico per lo studio della disabilità.

Il concetto parte dal presupposto che una persona con disabilità si trova in una zona intermedia, di confine: ha abbandonato lo statuto di “normale”, ma non è estraneo al mondo; non è perfettamente sano, ma non è neanche malato; non è completamente rifiutato, ma non è neanche pienamente accettato. Tale condizione costringe la persona con disabilità a dover avere una postura davvero difficile.

Il dibattito avrà come protagonista Roberto Medeghini, che ha curato l’edizione italiana del volume, edita quest’anno dalla casa editrice Erickson. Roberto Meneghini è pedagogista e ricercatore nell’ambito dell’inclusione scolastica e sociale e attualmente collabora con il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi “Roma 3”.

Insieme a lui, interverranno Massimiliano Verga, docente di sociologia dei diritti fondamentali presso l’Università di Milano Bicocca, e Matteo Schianchi, storico e responsabile delle attività della Mediateca Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità).

Sarà Giovanni Merlo, direttore di Ledha, a moderare l’incontro. “Uno sguardo antropologico sulla disabilità” è curato da L-inc Laboratorio di Inclusione sociale disabilità, un progetto che si propone di rendere la persona con disabilità protagonista del proprio percorso di vita. È pensato come un laboratorio che vuole sperimentare diverse attività e iniziative sul territorio di Bresso, Cinisello Balsamo, Cormano, Cusano Milanino, che mettono al centro la persona con disabilità. E per farlo proverà a tramutare gli attuali costi per la cura e l’assistenza che sono a loro rivolte in investimenti nei progetti di vita e nell’attivazione della comunità per la loro inclusione sociale. Sono 60 le persone a cui L-inc si rivolgerà in tre anni. Agli inizi di Ottobre si è svolto un incontro per presentare il progetto alle prime 20 persone scelte e chiedere loro di farne parte.

L-inc nasce dal progetto “Inclusione sociale e disabilità: percorsi di sperimentazione del Budget di salute” ed è promosso da ANFFAS Lombardia (ente capofila), LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità, IPIS-Insieme per il sociale, le Cooperative sociali Arcipelago, Solaris, Il Torpedone, Università degli Studi di Milano (Dipartimento di diritto pubblico e sovranazionale), Università degli Studi di Milano Bicocca (Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale), UICI Lombardia (Unione Italiana Cechi e Ipovedenti)

L-inc è realizzato nell’ambito di Welfare in azione, un progetto di Fondazione Cariplo. Fondazione Cariplo è tra le realtà filantropiche più importanti del mondo con oltre 1000 progetti sostenuti ogni anno con 150 milioni di euro per il non profit e grandi sfide per il futuro.

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QUEI 135.447 STUDENTI CHE OGNI ANNO LASCIANO LA SCUOLA

Fonte www.vita.it Entro dicembre l’Italia avrà delle linee guida per il contrasto e la prevenzione della dispersione scolastica. L’ha annunciato la ministra Valeria Fedeli, a margine della presentazione del nuovo Focus sulla dispersione scolastica messo a punto dall’Ufficio Statistica del MIUR, a tre anni dal precedente. A scrivere le linee guida sarà la cabina di regia per il contrasto della dispersione scolastica, nominata a maggio 2017 dalla ministra con esperti quali Marco Rossi Doria, maestro di strada e già sottosegretario all’Istruzione, Anna Serafini e Enrico Giovannini.

«In questi mesi abbiamo fatto tesoro dei dati dettagliati del Miur e raccolto le esperienze delle scuole, esaminato decine di buone prassi di ogni parte d’Italia e in particolare il lavoro in rete tra le scuole e le altre realtà educative: centri sportivi, terzo settore, parrocchie, volontariato», spiega Marco Rossi Doria.

«La Cabina di regia ha recepito linee di indirizzo da regioni, enti locali e proposte dalle parti sociali. La relazione finale sarà pronta entro dicembre. Intende essere uno strumento di lavoro che metterà insieme i dati quantitativi e le analisi qualitative dei contesti elaborando articolate linee di indirizzo e raccomandazioni per l’azione».

Il quadro europeo In Europa l’indicatore utilizzato per la quantificazione il fenomeno della dispersione scolastica è quello degli early leaving from education and training (ELET), che misura la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni d’età con al più il titolo di scuola secondaria di I grado o una qualifica di durata non superiore ai 2 anni e non più in formazione.

L’Italia è il quinto Paese in Europa con più giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi, dopo Malta, Spagna, Romania e Portogallo. L’indicatore sta migliorando: nel 2016 era al 13,8% contro il 20,8% del 2006. L’Italia si avvicina dunque all’obiettivo Europa 2020, che prevede di scendere per quella data al livello del 10%.

Il dettaglio regionale evidenzia il divario fra Nord e Sud con Sicilia, Campania, Sardegna, Puglia, Calabria, sopra la media nazionale della dispersione.

La secondaria di I grado Nell’anno scolastico 2015/2016, 14.258 ragazze e ragazzi, pari allo 0,8% di coloro che frequentavano la scuola secondaria di I grado, hanno abbandonato gli studi in corso d’anno o nel passaggio fra un anno e l’altro. Al Sud la propensione all’abbandono è maggiore, con l’1% (l’1,2% nelle isole e 0,9% al Sud).

Tra le regioni con maggiore dispersione spiccano la Sicilia con l’1,3%, la Calabria, la Campania e il Lazio con l’1%. La percentuale più bassa si evidenzia in Emilia Romagna e nelle Marche con lo 0,5%.

I maschi abbandonano più delle femmine (l’abbandono complessivo per i soli alunni maschi è stato, nel periodo considerato, pari allo 0,9% mentre per le femmine allo 0,7%).

La dispersione scolastica colpisce maggiormente i cittadini stranieri rispetto a quelli italiani: la dispersione fra loro è al 3,3%, contro lo 0,6% relativo agli alunni con cittadinanza italiana. Gli stranieri nati all’estero, con una percentuale del 4,2%, sembrano essere in situazione di maggiore difficoltà rispetto agli stranieri di seconda generazione, che hanno riportato una percentuale di abbandono complessivo del 2,2%.

L’abbandono è più frequente fra coloro che sono in ritardo con gli studi: la ripetenza può essere considerato un fattore che precede, e in certi casi preannuncia, l’abbandono.

La percentuale di alunni che hanno abbandonato il sistema scolastico è pari al 5,1% per gli alunni con alle spalle bocciature e allo 0,4% per gli alunni in regola. Anche gli alunni anticipatari presentano una percentuale di abbandono superiore a quella degli alunni in regola (1,1%).

La dispersione nel passaggio fra i cicli

Che succede nel passaggio fra le medie e le superiori? Tra i 556.598 ragazzi che hanno frequentato la terza media nell’anno 2015/2016, 34.286 sono usciti dal sistema scolastico a settembre 2016, pari al 6,16% della platea di riferimento. Percentuali elevate si sono registrate in Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Lazio. Come macroaree, il Nord Ovest ha riportato una percentuale di uscita dal sistema scolastico nel passaggio tra l’a.s. 2015/2016 e l’a.s. 2016/2017 dell’11,9%, il Nord Est del 6,8%, il Centro dell’1,5% e il Mezzogiorno del 3,1%. Questo fenomeno è da considerare alla luce della maggior diffusione in queste regioni di corsi di Istruzione e Formazione Professionale svolti in strutture accreditate dalle Regioni: il 4,47% di queste ragazze e questi ragazzi infatti passa alla formazione professionale regionale, lo 0,02% è andato in apprendistato, lo 0,06% ha abbandonato per validi motivi (istruzione parentale, trasferimento all’estero).

Solo l’1,61% ha abbandonato del tutto: si tratta però pur sempre di 8.949 ragazzi. Ancora una volta il fenomeno della dispersione scolastica colpisce maggiormente i cittadini stranieri rispetto a quelli italiani: nel passaggio tra la scuola secondaria di I e di II grado la percentuale di alunni stranieri che ha abbandonato gli studi è del 5,72%, contro l’1,2% relativo agli alunni con cittadinanza italiana.

La scuola di II grado

L’abbandono nella scuola di II grado è del 4,3%: 112.240 ragazze e ragazzi che hanno lasciato gli studi. Degli oltre 2.613.000 alunni frequentanti all’inizio dell’anno scolastico 2015/2016, 40.780 alunni hanno interrotto la frequenza scolastica senza valida motivazione, prima del termine delle attività didattiche. Gli alunni che hanno abbandonato tra un anno e l’altro la scuola secondaria di II grado, sono 71.460. L’abbandono è molto elevato nel primo anno di corso (7%). I maschi abbandonano più delle femmine: per la popolazione studentesca maschile l’abbandono complessivo è stato del 5,1%, parecchio più elevato di quello relativo alla popolazione femminile, pari al 3,4%.

Il Mezzogiorno ha una percentuale più elevata della media nazionale (4,8%). Tra le regioni con maggiore abbandono spiccano Sardegna, Campania e Sicilia, con punte rispettivamente del 5,5%, del 5,1% e del 5,0%. Mentre le percentuali più basse si evidenziano in Umbria con un valore del 2,9% e in Veneto e Molise con valori del 3,1%. Nelle scuole paritarie si registra un maggiore abbandono con una percentuale del 7,6% contro il 4,1% delle scuole statali.

Considerando il dettaglio della cittadinanza degli alunni, anche per quest’ordine scolastico è evidente come il fenomeno della dispersione scolastica colpisca maggiormente i cittadini stranieri rispetto a quelli italiani. Analizzando il fenomeno dal punto di vista della regolarità del percorso scolastico, come prevedibile la percentuale di abbandono che appare nettamente più elevata è quella degli alunni con ritardo scolastico (14,5% contro 1,2% degli alunni in regola). L’abbandono complessivo più contenuto si è registrato per i licei, che hanno presentato mediamente una percentuale del 2,1%. Per gli istituti tecnici la percentuale è stata del 4,8% e per gli istituti professionali dell’8,7%. La percentuale di abbandono più elevata è relativa ai percorsi IeFP (corsi di Istruzione e formazione professionale realizzati in regime di sussidiarietà presso le scuole), con un abbandono complessivo del 9,5%.