Fonte www.edscuola.org – Il Tar Sicilia ha disposto l’annullamento del provvedimento con cui il dirigente scolastico di un istituto superiore del capoluogo siciliano aveva disposto l’accorpamento di due classi prevedendovi l’inserimento di quattro alunni con disabilità. Secondo il Tar Palermo deve ritenersi illegittima la formazione di una classe con un numero di alunni superiore a venti, che comprenda più di due alunni con disabilità.
A fronte della previsionedi cui al DPR 81/2009, il Tar ha rilevato che una lettura improntata a parametri di logicità impone di ritenere che il limite dei venti alunni ivi previsto per le classi iniziali debba considerarsi valido per tutte le classi, ivi comprese quelle intermedie; contrariamente, si giungerebbe infatti al risultato, totalmente contrario allo spirito, alla logica e alla ratio della disciplina, di consentire, in astratto, per le classi intermedie, un aumento del numero di allievi rispetto a quelli di provenienza (da 20 a 22) in ipotesi di presenza di alunni con disabilità, per altro verso, una riduzione (da 27 a 22) per tutte le altre classi in cui non è contemplata la presenza di studenti con disabilità.
Detta lettura offerta dai Giudici amministrativi, si pone in linea con le indicazioni ministeriali; con le circolari n. 18 del 2013 e n. 34 del 2014, inerenti la formazione delle classi, il Ministero dell’Istruzione ha infatti invitato le strutture periferiche dell’Amministrazione a “limitare, per quanto possibile, in presenza di grave disabilità, la formazione delle stesse con più di 20 alunni”.
Fonte www.superando.it – Tra i gravi problemi per gli alunni con disabilità che – purtroppo – anche in questo nuovo anno scolastico stiamo già registrando, vi è quello segnalato dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap*), la quale informa come la Provincia di Milano non stia erogando il trasporto scolastico agli studenti con disabilità delle scuole superiori, ciò che invece prevede la legge.
«Non solo – si legge in una nota della stessa LEDHA -, di fronte alle richieste della famiglia di un ragazzo iscritto al primo anno di un istituto professionale, i funzionari della provincia si sono limitati a fornire vaghe informazioni circa la possibilità di ottenere (a conclusione dell’anno scolastico) parziali contributi a copertura delle spese sostenute, affidando il servizio a terzi».
La Federazione lombarda, quindi, ha inviato, tramite i propri legali, una lettera di diffida alla Provincia milanese, sottolineando come il servizio di trasporto sia un diritto per gli alunni con disabilità e nel caso di ragazzi iscritti alle scuole superiori, sia compito delle Province erogarlo, come stabiliscono chiaramente le Leggi e le tante Sentenze emesse in questi ultimi anni da diversi Tribunali. Un quadro di fronte al quale, come afferma Gaetano De Luca, avvocato del Servizio Legale LEDHA, «risulta inaccettabile che ancora oggi i funzionari responsabili dei procedimenti amministrativi relativi alle richieste di tali servizi forniscano risposte vaghe, senza prendersi davvero carico della predisposizione del servizio».
«La mancata predisposizione del trasporto – aggiunge poi -, impedendo o limitando l’esercizio del diritto allo studio delle persone con disabilità, configura non solo una violazione della normativa specifica, ma una vera e propria discriminazione e una violazione di un diritto fondamentale qual è quello allo studio. Inoltre, la mancata erogazione di un servizio obbligatorio dalla legge e finalizzato a tutelare i diritti fondamentali di un minore potrebbe configurare una condotta penalmente rilevante del funzionario responsabile del provvedimento, reato che peraltro sarebbe perseguibile d’ufficio. La mancanza di risorse per gestire i servizi è reale e le difficoltà in cui operano i funzionari comprensibili, ma tuttavia non giustificabili. Proviamo infatti a immaginare cosa succederebbe se un medico – per mancanza di risorse – non completasse adeguatamente un referto o se non sporgesse denuncia alle autorità in un caso di violenza» .
«Ogni giorno – conclude De Luca – riceviamo sempre più segnalazioni identiche, cosicché sembra proprio che la mancata predisposizione del servizio di trasporto sia frutto di una scelta consapevole».
Anche per questo motivo, dunque, la LEDHA appoggerà e sosterrà le famiglie di ragazzi con disabilità che intendano presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).
*Cui Anffas Onlus aderisce
Per ulteriori informazioni e approfondimenti
Fonte www.disabili.com – Sottotitolo ideale: Nomenclatore Tariffario, la storia infinita. Si torna a parlare periodicamente di questo benedetto elenco che raccoglie tutti gli ausili, ortesi e protesi (parliamo di carrozzine, stampelle, ginocchia artificiali…) che il Servizio Sanitario Nazionale passa gratuitamente a chi, con disabilità permanente o temporanea, ne abbia bisogno secondo prescrizione. In questi giorni si riprende il discorso, dopo la promessa del Premier Renzi di un aggiornamento che potrebbe finalmente arrivare: che sia la volta buona? Sarebbe davvero il caso, dato che da quindici anni i cittadini con disabilità attendono.
IL CITTADINO PAGA
Anche sul fronte degli articoli “sanitari”, la tecnologia e la ricerca fortunatamente avanzano, creano, migliorano, mettendo a disposizione strumenti sempre più performanti, in grado di migliorare la qualità della nostra vita. A questi miglioramenti nel nostro Paese non è però seguito parallelamente un adeguamento del diritto al loro accesso. L’alternativa, se si vuole un determinato ausilio, protesi o ortesi è, come sempre, pagare di tasca propria. Si tratta della cosiddetta “riconducibilità”: qualora una persona desiderasse un prodotto che non rientra nel Nomenclatore – magari perché si tratta di un modello più avanzato rispetto a quello base- il prodotto stesso viene “ricondotto” per omogeneità funzionale a quello prescritto, così che la Asl infine lo fornisce ugualmente, ma la differenza di costo è a carico dell’assistito.
BACK TO 1999
Il Nomenclatore, in definitiva, a tutt’oggi risulta un elenco di dispositivi che potevano essere moderni o all’avanguardia nel 1999, anno in cui è stato stilato, ma che oggi risultano obsoleti e superati. Facendo un paragone, così come abbozzato dal giornalista delle Iene che ha “braccato” il premier Renzi, è come se al giorno d’oggi utilizzassimo un cellulare di quindici anni fa, o per fare un paragone più azzardato, avessimo l’automobile con i finestrini che si alzano e si abbassano manualmente, pc di casa solo fisso e via discorrendo. Sono esempi che aiuta a far capire la situazione soprattutto a chi non è costretto all’uso di questi dispositivi, e che talvolta abbiamo sentito dire che “ok, ma l’ausilio di base è garantito”. Tradotti nel “mondo degli ausili”, i nostri oggetti di uso comune, quali lo smartphone, il tablet, la macchina con chiusura centralizzata non sono altro che un sollevatore per spostare l’allettato, una carrozzina elettrica con funzioni poco più che basiche, un ruotino aggiuntivo che permetta a chi ha una carrozzina manuale di non sfasciarsi le spalle a furia di spingerla, una protesi alle gambe che gli permette di correre, e magari non solo camminare, una protesi acustica che non sia del Mesozoico e tanti altri prodotti che possono facilitare la vita di chi di questi ausili ha bisogno non solo per vivere, ma anche per vivere degnamente.
INCLUSIONE CON QUALI STRUMENTI?
Troviamo un po’ incoerente, quindi, parlare di inclusione nella società, di promozione di diritti, quando le persone non sono messe in condizione di avere gli strumenti per praticarla, questa inclusione. Siamo circondati da appelli che promuovono una sempre maggiore partecipazione sociale del disabile, ma come possiamo pensare che esca di casa, se non gli forniamo una carrozzina elettrica che permetta di superare almeno il gradino del marciapiede (sempre sgombero, come sappiamo…)? E si potrebbe continuare con gli esempi. Alla base, a mio avviso, è necessaria una completa rivalutazione del concetto stesso di dispositivo erogato dal SSN: non più solamente mero strumento di ausilio per far fronte alla menomazione, quanto piuttosto tassello di una risposta integrata, in un servizio che si propone garante di una globale assistenza alla persona (per favorirne anche il recupero funzionale e preventivo ad esempio), e andando oltre: in una ottica di sempre migliore qualità della vita.
Ora, si guarda con fiducia a questa nuova apertura, augurando davvero che non sia l’ennesima promessa mancata.
Per approfondire
Consulta il testo del Nomenclatore Tariffario
Leggi l’articolo Come ottenere ausili, protesi e ortesi
Nel discorso alla Camera dei Deputati, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenuto per presentare il programma dei “mille giorni”, ha elencato tra le priorità del governo alcune delle riforme già annunciate e necessarie per il Paese, a partire dalla legge elettorale, al fisco, alla giustizia, alla scuola, al lavoro, alla riforma costituzionale e alla pubblica amministrazione.
“Nonostante la riforma del Terzo Settore sia stata una delle prime misure che il Governo Renzi ha messo in cantiere, considerata uno dei punti fondamentali della legislatura, nel discorso di ieri ne abbiamo constatato l’assenza, insieme ai temi del welfare e delle politiche sociali. Viviamo in una delicata fase storica che vede crescere la forbice tra poveri e ricchi e aumentare esponenzialmente le forme di povertà con conseguenti manifestazioni di disgregazione e disagio.
Garantire la riduzione delle diseguaglianze e quindi la tenuta della coesione sociale diventa un’urgenza non più rinviabile. Il nostro auspicio è quindi che il ruolo centrale che finora ci è stato riservato non venga messo in secondo piano rispetto ad altrettante improrogabili riforme, che non possono tuttavia prescindere da un intervento volto a sostenere e valorizzare le politiche sociali e quindi l’impegno e le potenzialità che il terzo settore e i cittadini organizzati apportano in termini di benessere e miglioramento della qualità della vita per il Paese – come peraltro non ha mancato di sottolineare ieri l’On Dellai -.”, ha dichiarato il Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Pietro Barbieri.
Fonte www.personecondisabilita.it – Torniamo a settembre dopo le vacanze estive e importanti novità ci attendono. Merito del lavoro svolto dalle associazioni a difesa dei diritti delle persone con disabilità in tema di semplificazione amministrativa, che ha visto negli ultimi mesi un’attiva collaborazione da parte del legislatore con il decreto-legge 24 giugno, 2014 n. 90 convertito in Legge 11 agosto 2014, n.114 e il primo di molti che verranno messaggio INPS 8 agosto 2014 n. 6512.
L’INPS si è già pronunciato rispetto alle importanti novità per i minori con disabilità che, al compimento dei 18 anni, potranno ottenere più facilmente pensione di inabilità e assegno mensile.
L’Inps, attraverso il messaggio n. 6512 dell’8 agosto 2014, ha infatti introdotto un rilevante cambiamento per la semplificazione delle procedure di accertamento del diritto alle prestazioni pensionistiche, connesse alla maggiore età, per i soggetti minorenni già con una disabilità . Stabilisce che i minori, già titolari di una prestazione di disabilità e che ritengano di possedere i requisiti per il diritto alle prestazioni economiche che richiedono il compimento della maggiore età (pensione di inabilità, assegno mensile), possano presentare domanda entro i sei mesi che precedono il compimento della maggior età.
In questi casi, le relative prestazioni saranno erogate in via provvisoria al compimento del diciottesimo anno di età. Verranno concesse all’esito del successivo accertamento delle condizioni sanitarie e degli altri requisiti amministrativi previsti. Purtroppo l’INPS non ha ancora emanato le ulteriori circolari collegate a tutte le altre importanti modifiche introdotte dalla Legge 114/2014, ma in attesa di più precise istruzioni da parte dell’INPS, provvediamo ad elencarle in via semplificativa.
– Rivedibilità e scadenza dei requisiti nei verbali di accertamento dell’invalidità civile. Da oggi in poi i benefici di qualsiasi natura in attesa del nuovo accertamento dell’invalidità civile non si perderanno più, ma rimarranno fino all’emanazione del nuovo verbale.
-Rinnovo della patente. Se si è in presenza di una disabilità stabilizzata che non necessita di modifiche delle prescrizioni in atto, i successivi rinnovi potranno essere effettuati senza passare dalla Commissione, come avviene per tutti gli altri cittadini.
– Certificati provvisori per i permessi e i congedi. Da oggi si potrà chiedere alla Commissione, al momento della visita, il rilascio di un certificato provvisorio valido per la fruizione di permessi e congedi. – Il tempo massimo per la definizione del verbale di legge 104/1992 da parte della Commissione ASL è di 90 giorni.
– Le persone con disabilità titolari di indennità di accompagnamento, non verranno più sottoposte a nuova visita al compimento dei 18 anni, ma in automatico si vedranno concedere le provvidenze che spettano loro di diritto.
– Le persone con disabilità titolari di indennità di frequenza verranno sottoposte a visita al compimento dei 18 anni, ma in attesa della stessa, potranno ricevere, previa domanda, le provvidenze per invalidità civile spettanti ai maggiorenni.
Il decreto semplificazione, inoltre, prevede altre indicazioni che potrete trovare espresse in modo molto approfondito sul sito www.handylex.org.
Fonte www.superando.it – «Abbiamo promosso una campagna di sensibilizzazione nazionale sulla situazione dei ragazzi con disabilità nelle scuole italiane, che riteniamo sempre più insostenibile. Per questo chiediamo a tutti di segnalare al nostro indirizzo di posta elettronica (info@tuttiascuola.org) le situazioni di difficoltà e i disservizi negli istituti italiani. Alla fine consegneremo il dossier con tutte le storie al Governo».
Così l’Associazione napoletana Tutti a Scuola presenta la propria iniziativa avviata in questi giorni insieme al giornale «Il Fatto Quotidiano», cui possono appunto contribuire, entro il 15 ottobre, tutti coloro che vorranno segnalare disservizi e disagi vissuti dagli alunni con disabilità.
L’hashtag della campagna su Twitter è #scuolaxtutti.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti
Fonte www.superando.it – Redatto dai tecnici del Ministero degli Esteri, in collaborazione con la RIDS – la Rete Italiana Disabilità e Sviluppo, voluta nel 2011 dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), da DPI Italia (Disabled Peoples’ International), da EducAid e dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap*) -, oltreché con rappresentanti di Istituzioni, Enti Locali, organizzazioni non governative, imprese, mondo accademico e centri di ricerca, il Piano d’Azione sulla Disabilità della Cooperazione Italiana era stato ufficialmente lanciato a Roma nell’ottobre del 2013.
Si tratta, lo ricordiamo, di un importante documento, che dà rilevanza alle Linee Guida per l’introduzione della tematica della disabilità nell’àmbito delle politiche e delle attività di Cooperazione Italiana, redatte sulla base della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. In altre parole, un testo che sancisce l’ingresso del principio dell’inclusione della disabilità in ogni fase di ideazione delle politiche e delle pratiche di sviluppo, contemplando azioni di promozione delle pari opportunità e soffermandosi in particolare sulle strategie generali, sulla progettazione inclusiva, sull’accessibilità e la fruibilità di ambienti, sui beni e i servizi, sugli aiuti umanitari e le situazioni di emergenza, sulla valorizzazione delle esperienze e delle competenze presenti nella società civile e nelle imprese.
Il Piano – come avevamo riferito a suo tempo – ha fatto a Bruxelles il suo “esordio” a livello internazionale, il 26 maggio scorso, presso il Comitato Economico e Sociale Europeo, dove è stato appunto presentato nel corso di un incontro, cui ha partecipato, tra gli altri, anche Giampiero Griffo, membro dell’Esecutivo Mondiale di DPI e in quell’occasione in rappresentanza della RIDS. Ora, a distanza di qualche mese, come si stanno realizzando le azioni previste dal documento, alla luce anche delle fattive collaborazioni con altre Agenzie di Cooperazione, come quella tedesca e quella spagnola, oltreché con la rete delle Associazioni? Lo abbiamo chiesto a Giampaolo Cantini, direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo presso il Ministero degli Esteri, intervenuto anch’egli al tavolo di lavoro di Bruxelles.
Il Piano d’Azione sulla Disabilità della Cooperazione Italiana promuove una politica di inclusione, con strumenti di programmazione per l’accessibilità, politiche e strategie a favore di una nuova cultura di rispetto dei diritti delle persone con disabilità: in che modo si stanno sviluppando le iniziative previste dall’importante documento?
«Il Piano d’Azione, adottato nel luglio del 2013, mira a dare attuazione concreta alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e alle nostre Linee Guida sulla Disabilità del 2010. Da circa un anno sono attivi gruppi tecnici di lavoro sui settori Accessibilità, Emergenza, Educazione inclusiva, Revisione delle categorie OCSE-DAC [il DAC è il Comitato di Aiuto Pubblico dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, N.d.R.], Mappatura e analisi dei dati 2009-2013. I gruppi vedono la partecipazione della società civile e soprattutto della RIDS, la Rete Italiana Disabilità e Sviluppo, che ha attivamente collaborato alla redazione del Piano. In particolare, è stata avviata l’attività di informazione e sensibilizzazione del personale della Cooperazione Italiana, che sarà estesa agli Enti esecutori di progetti finanziati dalla Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) alle Unità Tecniche Locali. In tal senso, è in fase di stesura un Codice Standard di Accessibilità per i progetti finanziati dalla DGCS stessa, che sarà redatto nel rispetto dell’articolo 9 [“Accessibilità”, N.d.R.] della Convenzione ONU.
Stiamo inoltre elaborando una guida di riferimento che specifichi come l’approccio italiano sull’educazione inclusiva possa essere interpretato negli interventi di Cooperazione allo Sviluppo. E ancora, il tema Disabilità e Aiuto Umanitario è stato inserito nel programma del Gruppo di Lavoro dell’Unione Europea sull’assistenza umanitaria (COHAFA) di cui l’Italia, com’è noto, esercita la presidenza per questo semestre.
Si sta inoltre redigendo un Vademecum: Aiuti umanitari e disabilità, che diffonda e valorizzi la letteratura già presente in materia e le esperienze del “sistema Italia”, con l’intento di accrescere le competenze tecniche e le capacità di progettazione per la definizione più accurata dei bisogni e dei diritti delle persone con disabilità in situazioni di catastrofi. Infine, stiamo promuovendo l’istituzione di tavoli di lavoro con altre Agenzie di Cooperazione, per integrare le categorie OCSE-DAC con un riconoscimento della disabilità come categoria autonoma. L’idea di lavorare a una proposta condivisa di revisione delle categorie OCSE-DAC è stata bene accolta durante la giornata di lancio del Piano a livello europeo a Bruxelles il 26 maggio scorso.
Per quanto poi concerne il finanziamento di iniziative, nel settembre dello scorso anno la DGCS ha approvato sette progetti di altrettante organizzazioni non governative, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro, dedicati alla promozione dell’inclusione o alla riabilitazione in rapporto a diverse forme di disabilità, in Palestina, Albania, Ruanda, Sudan, Madagascar ed Etiopia. A questi si sono aggiunte nel 2014 nuove iniziative promosse sempre da organizzazioni non governative in Ecuador, Palestina, Sud Sudan e un programma di Informazione ed educazione allo sviluppo in Italia, per un totale di circa 3 milioni di euro.
A tal proposito è importante ricordare che al tema della disabilità è attribuito un carattere prioritario nelle Linee Guida Triennali 2014-2016 della Cooperazione Italiana allo Sviluppo. A testimonianza dell’impegno profuso dalla Cooperazione Italiana in tale settore, le attività del Piano d’Azione sono state inserite nel Programma d’Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilità, elaborato dall’Osservatorio Nazionale per le Persone con Disabilità e approvato nel 2013 dal nostro Governo».
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