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Anffas Onlus Corigliano abilitata dall’ INPS per la richiesta della DISABILITY CARD

Presso lo sportello SAI (Servizio Accoglienza e Informazioni) di Anffas Onlus Corigliano via degli Iris 15 Schiavonea, è possibile inoltrare la richiesta all’INPS della DISABILITY CARD.

La European Disability Card, in Italia chiamata Carta Europea della Disabilità, è una tessera unica europea che ha l’obiettivo di facilitare la piena inclusione nella vita sociale delle comunità utilizzabile sia in Italia che in altri paesi europei

per certificare i riconoscimenti ottenuti in ragione della condizione di disabilità presso gli uffici pubblici e/o per ottenere l’accesso gratuito o agevolato a beni o servizi, in base alle specifiche convenzioni che, man mano, verranno attivate con soggetti pubblici o privati.

Per ottenere la “Disability Card” è sufficiente avere ottenuto anche solo uno dei seguenti riconoscimenti:

  • invalidità civile superiore al 67% se maggiorenni o invalidità civile per i minori;
  • indennità di accompagnamento, “disabilità grave” ai sensi dell’art.3, comma 3 della l.n. 104/92, cecità o sordità civile, invalidità ordinaria (l. n. 222/84);
  • invalidità sul lavoro maggiore del 35% o con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa o con menomazioni dell’integrità psicofisica;
  • inabilità alle mansioni ai sensi della l.n.379/55, trattamenti di privilegio ordinari e di guerra.

 L’INPS verifica il possesso dei requisiti richiesti sulla base dei dati disponibili nei propri archivi o autocertificati in sede di presentazione della domanda e provvede alla consegna della carta presso l’indirizzo indicato nella domanda.Lo sportello SAI per la richiesta della Disability Card è aperto lunedì dalle 16,00 alle 17,30, per appuntamento  tel. 0983854879 o email sai@anffascorigliano.it

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Dammi il cinque

PARTE UFFICIALMENTE LA CAMPAGNA ANFFAS 5×1000 “DAMMI IL CINQUE!”  

Fonte www.anffas.net – Dare il 5 cinque è universalmente riconosciuto come gesto di amicizia tra due persone ma per Anffas è qualcosa in più! Grazie alla devoluzione del 5permille, tuo o dei tuoi parenti, amici e conoscenti, Anffas potrà portare avanti le attività a sostegno di tutte le persone con disabilità e delle loro famiglie, in modo che nessuno rimanga più indietroo solo, in nessuna parte d’Italia.   CHE COS’È IL 5×1000?   È arrivato il momento di scegliere a chi devolvere il proprio 5permille dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) nella dichiarazione dei redditi.
Come sempre, si tratta di una scelta che non rappresenta solo una pratica burocratica ma connota uno spiccato senso civico, un determinato posizionamento nonché una chiara identità sociale. È, in buona sostanza, una forma di partecipazione che conferma il legame del singolo cittadino ai valori e alla mission di una determinata realtà.   IL TUO 5×1000 AD ANFFAS   Anffas – rete associativa con 250 enti aderenti – opera sull’intero territorio nazionale dal 1958 e svolge le proprie attività, prestazioni e servizi a livello nazionale, regionale e locale dando quotidianamente risposta ad oltre 30.000 persone con disabilità grazie all’impegno di ca. 5.000 operatori e 10.000 volontari.
All’interno degli oltre 700 centri presenti sul territorio, Anffas garantisce attività abilitative/riabilitative, servizi diurni e residenziali, servizi per promuovere le autonomie, la vita indipendente e le attività di socializzazione e gestione del tempo libero nonché strutture per il “durante e dopo di noi”.

Anffas tutta si impegna, dunque, costantemente per la collettività ma il lavoro finora portato avanti rischia di risentire degli avvenimenti di questi ultimi anni…
Abbiamo bisogno di te!
Aiutaci anche tu
: con il tuo 5permille potrai sostenere l’Anffas del tuo territorio e garantire dignità, diritti e Qualità di Vita a tutte le persone con disabilità, specie intellettive e del neurosviluppo, e ai loro familiari. “Il valore del 5X1000 permette di migliorare le condizioni di vita di tante persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo e dei loro familiari.”

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Anffas Corigliano diviene Walden ABA Center

Nonostante un primo momento di interruzione a causa dell’insorgere dell’emergenza sanitaria Covid-19, è ripresa l’intesa tra Anffas corigliano e l’Istituto Walden di Roma stipulata nel 2020 che prevede l’istituzione presso la sede locale del Walden Aba Center*.

Nell’ambito di tale collaborazione all’interno dell’associazione di Corigliano sarà presente, a seconda delle necessità, un professionista supervisore per le famiglie del territorio in carico presso l’istituto.

*I Walden ABA Center sono centri per il trattamento precoce dello spettro autistico mediante programmi di Applied Behavior Analysi (ABA_VB) composti da unità operative che operano in sinergia con l’unità operativa per la valutazione psicoeducativa nell’ambito della divisione di psicologia clinica dello sviluppo. Le Unità Operative ABA si rivolgono prevalentemente alla popolazione di bambini/e in età prescolare (1-5 anni) con diagnosi di disturbo dello spettro autistico proponendo interventi precoci e intensivi

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Disabilità gravissime, caregiver e discontinuità assistenziale. La denuncia di una mamma

Fonte www.disabili.com“La disabilità è sempre presente, così come i bisogni e le necessità. La disabilità non si prende una pausa, attendendo che i Municipi si decidano ad erogare il contributo. Le assistenze non aspettano i comodi degli altri per essere pagate. La continuità assistenziale non può essere interrotta”

Torniamo a scrivere di caregiver e di ciò che significa occuparsi h24 di un familiare con grave disabilità, dando spazio nuovamente alla voce di Stella Di Domenico, mamma di Uma, che già qui su Disabilicom ci raccontava chi sono i caregiver e perché serve una legge subito che li tuteli.

Oggi Stella ci scrive per denunciare quello che sta succedendo a lei e ad altre famiglie di persone con gravissime disabilità, che dovendo abbandonare il lavoro per accudire un congiunto non autosufficiente, si vedono costrette a dipendere da contributi che sono assolutamente essenziali. E quando questi tardano ad arriare? 
Di seguito, pubblichiamo integralmente la sua lettera.

Sono la mamma di una bambina con gravissima disabilità non autosufficiente e scrivo per denunciare una delle tante situazioni vergognose che siamo costretti a subire noi genitori caregiver.
A Roma viene erogato da qualche anno il contributo di cura, ovvero un contributo in denaro di un certo importo che garantisce ad esempio alla famiglia di incrementare le ore di assistenza, di pagare ausili che non vengono “concessi” alla persona con disabilità o anche semplicemente per sopravvivere.
Si sa che spesso, nella nostra situazione, uno dei genitori è costretto a lasciare il proprio lavoro per assistere ventiquattr’ore su ventiquattro il proprio figlio. Ciò significa che questa famiglia, magari con più figli, può fare affidamento su un solo stipendio, che se per una famiglia “normale” può costituire una difficoltà, per noi significa togliere terapie, ausili e dignità al figlio con disabilità e tanto altro ai fratelli.

Bene (anzi male, malissimo), siamo quasi a maggio e di quel contributo, per molte famiglie come la mia in continuità assistenziale, ancora non si vede l’ombra, nonostante il Dipartimento Politiche Sociali del Comune di Roma confermi che i soldi sono stati erogati ai Municipi della Capitale già da diverso tempo.

Questa situazione si sempre è verificata di anno in anno. Ovviamente questi mesi li ho passati a telefonare, inviare e-mail e quant’altro e ad essere costantemente rassicurata (o meglio presa in giro). Una delle risposte esemplari che fanno comprendere quanto della nostra situazione certe Istituzioni non conoscano nulla è «tanto arriveranno tutti insieme e recupererà quello che ha anticipato». Beh, se avessimo quei soldi da “anticipare”, non staremmo certo qui a discuterne!


La disabilità è sempre presente, così come i bisogni e le necessità.
La disabilità non si prende una pausa, attendendo che i Municipi si decidano ad erogare il contributo.
Le assistenze non aspettano i comodi degli altri per essere pagate.
La continuità assistenziale non può essere interrotta e soprattutto non si può caricare il caregiver di ulteriori stress e problemi.

Per assurdo, oggi che nella Regione Lazio viene riconosciuta la figura del caregiver, viene richiesto allo stesso di compilare un questionario sullo stress… stress non certo dovuto alla condizione del proprio familiare, ma esclusivamente da imputare all’inefficienza e all’incapacità di comprendere ciò per cui si sta lavorando da parte di certe Istituzioni.

Spero dunque che questa mia denuncia serva a sbloccarle una situazione veramente paradossale, come quella di una “discontinua continuità assistenziale”.

Stella Di Domenico, Presidente Uniphelan APS, mamma/ Caregiver di Uma Gambardella (VII Municipio Roma).

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Evento Anffas “Progettare Qualità di Vita”

Anffas Nazionale organizza lunedì 23 maggio p.v., dalle ore 09.30 alle 13.00, l’evento “Progettare Qualità di Vita: Una lettura ragionata delle linee guida realizzate da Anffas per la predisposizione dei Progetti di Vita individuali” che si svolgerà in modalità live-streaming su piattaforma Zoom.

L’evento si configura quale primo momento di confronto per far comprendere come, attraverso l’approfondita conoscenza dei contenuti delle Linee Guida (pubblicate a dicembre 2021 e disponibili sul sito cliccando qui) ed il corretto utilizzo del software Matrici ecologiche e dei sostegni 3.0, si possa, non solo arrivare a costruire Progetti di Vita individuali, redatti nel rispetto di tutti i necessari elementi, ma anche costituire una solida base per garantire l’esigibilità dei diritti e migliorare la Qualità di Vita delle persone con disabilità, dei loro familiari e per rendere più inclusivi i contesti di riferimento. 

Per partecipare sarà sufficiente collegarsi alla piattaforma Zoom al seguente link (non è richiesta pre-registrazione): https://us02web.zoom.us/j/2800301958 – Passcode: anffas2022 oppure seguire la diretta streaming sulla pagina Facebook @AnffasOnlus.naz.

SCARICA LA LOCANDINA

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GIORNATA MONDIALE DELLA CONSAPEVOLEZZA SULL’AUTISMO 2022 OPERARE TUTTI PER CAMBIARE LE TRAIETTORIE DI VITA DELLE PERSONE NELLO SPETTRO AUTISTICO E DEI LORO FAMILIARI

Fonte www.anffas.net – Anffas, quale associazione nazionale maggiormente rappresentative delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, all’interno delle quali rientrano anche le persone nello spettro autistico, in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, che si celebra in tutto il mondo il 2 aprile per volontà delle Nazioni Unite, ribadisce con forza la necessità, non più procrastinabile, di realizzare una rete integrata di servizi realmente in grado di garantire una presa in carico tempestiva, globale e continuativa sia della persona che dei suoi familiari.

In tale contesto particolare rilievo, unitamente agli aspetti legati alla salute, al sociale, al lavoro e al tempo libero, assume il percorso educativo. Tema questo a cui l’Onu ha voluto quest’anno dedicare un focus specifico, appunto, indicando come tema della giornata proprio quello dell’“Educazione inclusiva”, ciò in attuazione del 4° Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030 per “fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”.

Come Anffas condividiamo il tema scelto dall’Onu”, dichiara il Presidente nazionale Anffas, Roberto Speziale, “ciò in quanto l’educazione inclusiva, se realizzata garantendo i giusti sostegni sia di natura didattica che educativa e sociale, a partire dalla tenerissima età contribuisce, senza alcun dubbio, a cambiare le traiettorie di vita delle persone nello spettro autistico. Infatti, unitamente all’aumento delle loro conoscenze e competenze, si riescono a migliorare gli aspetti comportamentali e relazionali che sono alla base di ogni futuro miglioramento anche negli altri e diversi contesti.”

Per fare questo occorre avere sia un corretto approccio culturale, appunto pienamente inclusivo, che disporre di elevate competenze e adeguate professionalità da parte di tutti i soggetti che, a vario titolo, interagiscono con le persone nello spettro autistico nel contesto scolastico, agendo sinergicamente ed in regime di corresponsabilità con gli operatori dei servizi abilitativi e riabilitativi, la famiglia e il territorio di riferimento. Il tutto opportunamente definito all’interno di un adeguato PEI (Piano educativo individualizzato), coerente con il più ampio e complessivo Progetto di vita individuale (art. 14 della legge n. 328/2200).

Sistema questo bel lungi dall’essere ancor oggi concretamente realizzato ma che Anffas auspica, anche grazie alle previsioni della nuova Legge quadro sulla disabilità e ai provvedimenti in corso per completare la riforma della “Buona scuola”, possa rappresentare il comune obiettivo verso cui tutti poter convergere anche all’esito delle celebrazioni del 2 aprile.

Se così fosse – conclude il Presidente Speziale – si darebbe senso a quanto auspicato dall’Onu e si darebbe significato a questa giornata non illudendo le persone nello spettro autistico e le loro famiglie che colorando per qualche minuto o per qualche ora qualche monumento o qualche facciata di palazzo di blu questo poi corrisponda a un reale cambiamento dell’assai complicata vita materiale delle persone con disabilità e dei loro familiari”.

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Unanime il plauso al nuovo progetto di Anffas contro ogni forma di discriminazione basata sulla disabilità

Fonte www.anffas.net Passare da un’eugenetica della disabilità ad un’eugenetica della discriminazioneèquesto il forte messaggio emerso in occasione dell’evento di lancio del nuovo progetto di Anffas Nazionale “AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive”* che si è svolto in modalità online, giovedì 17 marzo, dalle ore 9:30 alle ore 13:00.

Il progetto, che si pone come obiettivo quello di imparare a riconoscere e contrastare ogni forma di discriminazione diretta ed indiretta basata sulla disabilitàcon un focus specifico sulle disabilità intellettive e del neurosviluppo, troverà concreta attuazione attraverso la costituzione di un’Agenzia Nazionale preposta al coordinamento di una rete territoriale – c.d. “antenne antidiscriminazione” – per dare supporto alle persone con disabilità e ai loro familiari.

Come ricordato dalla dott.ssa Emanuela Bertini, Direttore Generale di Anffas Nazionale, nel suo intervento introduttivo rispetto alle finalità ed ai contenuti dell’iniziativa, il progetto “AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive” prende avvio in momento determinante: è, infatti, recente il riconoscimento di Anffas Nazionale e di altre 38 realtà associative Anffas – su un totale di 70 enti – quali associazioni legittimate ad agire ex L. 67/06 per contrastare qualsiasi forma di discriminazione nei confronti delle persone con disabilità e dei loro familiari.

Da tutti apprezzato l’intervento delProf. Carlo Mario Mozzanica, già docente universitario di politica sociale e organizzazione dei servizi sociosanitari e metodologia del lavoro socio-educativo ed esperto di problematiche socio-sanitari che ha illustrato un vero e proprio decalogo utile a contrastare ogni forma di discriminazione.

Parole emozionanti che hanno fatto riflettere su quanta strada vi è ancora da fare per pervenire ad una corretta percezione della condizione di disabilità restituendo allo stesso tempo uno scenario socio-culturale post-moderno che è alla base del permanere del fenomeno discriminatorio.

Forte è stata infine l’affermazione del Prof. Mozzanica sulla necessità di un ribaltamento del contesto in favore di una visione della disabilità che, con spirito di fraternità, consenta a tutti, nessuno escluso, di partecipare alla vita sociale.

Interessante, alla luce delle precedenti considerazioni, anche l’esposizione sui fenomeni discriminatori dal punto di vista sociologico di Marco Faini, consulente di Anffas Nazionale e componente del Comitato Tecnico Scientifico di Anffas. Secondo alcuni dati di una recente indagine ISTAT (2019), evidente appare come i diritti delle persone con disabilità siano ancora poco conosciuti.

Obiettivo del progetto – dichiara Marco Faini – sarà pertanto quello di agire insieme alle realtà che si occupano di antidiscriminazione, in un’azione complessa ed articolata anche per la genesi che colloca la persona con disabilità all’interno di un “modello medico” che non discrimina ma giustifica il trattamento differentePerché la disabilità è discriminazione…

Concorde su quest’ultima affermazione e sulla necessità di lavorare con rinnovato impegno per contrastare ogni forma di stigma, pregiudizio e discriminazione basata sulla disabilità anche Vincenzo Falabella, presidente di FISH – Federazione italiana per il superamento dell’handicap, che ha ricordato l’impegno della Federazione, a cui Anffas aderisce, sul fronte dell’emergenza in Ucraina all’interno del gruppo di coordinamento del Consiglio Nazionale del Terzo Settore.

In tale ottica, risulta fondamentale per il movimento delle persone con disabilità la contaminazione positiva di iniziative come “AAA – Antenne Antidiscriminazione Attive” che permettono di innalzare l’attenzione e, di riflesso, di favorire la collaborazione con le Istituzioni preposte per garantire la migliore Qualità della Vita a tutte le persone con disabilità e ai loro familiari.

Con un breve approfondimento sulla Legge n. 67/06, si è poi apertala presentazione degli Avv.ti Alessia Maria Gatto e Gianfranco de Robertis, consulenti legali di Anffas Nazionale che, partendo da uninquadramento giuridico del concetto di discriminazione basata sulla disabilità, hanno evidenziato come, nonostante le raccomandazioni del Comitato Onu, ancora è assente nella normativa italiana una chiara definizione– in linea con la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità – di accomodamento ragionevole così come necessaria si rende una norma giuridica che stabilisca esplicitamente come il rifiuto dello stesso costituisca una discriminazione.

Concetto quello dell’accomodamento ragionevole che è stato, in ultima battuta, approfondito nell’intervento a cura delle dott.sse Rachele Cera e Valentina della Fina dell’Istituto di Studi Giuridici Internazionali (ISGI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

Le ricercatrici hanno colto l’occasione per fornire una prima analisi dal punto di vista normativo sulla discriminazione sia a livello italiano che europeo ed internazionale. Tra le finalità del progetto, infatti, è previsto uno specifico studio sul tema con un focus particolare sull’istituto dell’accomodamento ragionevole.

A conclusione dei lavori è intervenuto il Ministro per le Disabilità, Sen. Erika Stefani, la quale ringraziando Anffas per il costante impegno e confronto con le Istituzioni sui principali temi afferenti la disabilità, ha espresso pieno appoggio al progetto sottolineando al contempo la convinta volontà di rafforzare il rapporto con il Terzo settore e di portare a compimento la Legge delega sulla Disabilità attraverso la predisposizione dei previsti decreti attuativi.

Particolarmente rilevanti gli interventi di Giampiero Griffo, Coordinatore del Comitato Tecnico-Scientifico Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e della dott.ssa Gilda Losito, Responsabile Unità Privazione della libertà nell’ambito delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali c/o Ufficio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Entrambihanno plaudito l’iniziativa di Anffas, garantendo il loro supporto, nel reciproco ruolo, alle attività progettuali anche in riferimento al fatto che il progetto Anffas assume particolare rilievo per dare concreta attuazione a quanto previsto dalla Convenzione Onu in tema di discriminazione.

L’attenzione posta oggi al nostro evento dalle autorità presenti rappresenta quel principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale tra Istituzioni e Terzo settore nella nuova accezione che ne dà la Riforma necessaria affinché tutte le persone con disabilità possano avere le migliori condizioni di qualità di vita possibile e una vita di qualità”, dichiara in chiusura il Presidente nazionale Anffas, Roberto Speziale. “Si rende oggi necessario che ognuno riconosca la disabilità quale condizione dell’essere umano. Piuttosto che eugenetica della disabilità, dovremmo pensare ad un’eugenetica della discriminazione basata sulla disabilità”.

Come Anffas – conclude il Presidente – il nostro appello è quindi quello, per quanto possibile, di fare presto e fare bene per incidere significatamene e cambiare il destino delle persone con disabilità e dei loro familiari.”

Per aderire al progetto è sufficiente compilare l’apposito modello entro la data del 20 marzo 2022 cliccando qui.

Tutti gli atti presentati durante l’evento sono disponibili cliccando qui.

La registrazione dell’evento è invece disponibile al seguente link: https://youtu.be/U3b_nKFC1VE.

*Il progetto è realizzato con il finanziamento concesso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’annualità 2020 a valere sul Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di cui all’art. 72 del decreto legislativo n. 117/2017.