e-include.eu – Ogni persona ha il diritto di scegliere dove e con chi vivere e di essere inclusa nella comunità. Eppure, quasi 1,2 milioni di persone in tutta Europa sono privati di questo diritto umano fondamentale e ancora vivono in istituti, nascosti dal resto della società. Far vivere le persone in istituti è una violazione dei diritti umani. I residenti di una istituzione non hanno alcuna privacy o spazio personale. Non hanno la libertà di fare scelte personali, come ad esempio quando e cosa mangiare, quando andare a dormire o con cui trascorrere il proprio tempo.
La deistituzionalizzazione è un passo necessario nella lotta contro la segregazione delle persone con disabilità, ma è solo il primo passo per garantire la loro inclusione nella comunità. Una transizione efficace dall’assistenza istituzionale all’assistenza basata sulla comunità è di fondamentale importanza per garantire una vita indipendente. Ciò dovrebbe includere la revisione della normativa che priva le persone con disabilità dal loro capacità giuridica e li pone sotto tutela. Le persone con disabilità soffrono l’impatto dell’istituzionalizzazione per tutta la vita, le persone che sono state rinchiuse in istituti hanno bisogno di un sostegno adeguato, servizi e reali opportunità di vivere la loro vita in modo indipendente. Tuttavia, la vita indipendente non è possibile senza un riconoscimento davanti alla legge sulla base dell’eguaglianza e della parità di diritti.
Lo scorso Martedì a Ginevra, come parte della 15 ° sessione, il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha organizzato una Giornata di Dibattito Generale sull’articolo 19, della Convenzione: il diritto di vivere in modo indipendente ed essere inclusi nella comunità. L’obiettivo di questo evento, che ha riunito esperti del mondo accademico e della società civile, è stato quello di discutere le mancanze nell’attuazione della vita indipendente e l’inclusione nella comunità e di scambio sugli standard per la vita indipendente. La discussione cercherà di aiutare i membri del comitato per lo sviluppo di un commento generale sull’articolo 19.
Inclusion Europe opera per l’inclusione di tutte le persone con disabilità nella comunità. E ‘solo attraverso lo sviluppo di alternative basate sulla comunità che si può rispondere alle esigenze e ai desideri di ogni individuo che siano in grado di garantire una vita indipendente per tutti.
Senada Halilčević, Presidente della Piattaforma europea di auto-rappresentanti (EPSA) e vice-presidente di Inclusion Europe, è stata invitata dal Comitato CRPD a prendere parte alla discussione a proposito della deistituzionalizzazione e del servizio basato sulla comunità. Come una sopravvissutoa alla istituzionalizzazione, ha riportato le sue maggiori preoccupazioni sull’attuazione dell’articolo 19 della Convenzione, a sostegno per le pari opportunità per le persone con disabilità intellettive.
“L’istruzione e l’occupazione sono fondamentali per vivere in modo indipendente. Dovremmo tutti chiedere che il CRPD vengo implementato in tutti i paesi. Le leggi esistenti devono cambiare per rispettare la CRPD“, ha detto Senada Halilčević nel richiedere azioni urgenti necessarie per garantire una vita indipendente. Avere un lavoro è un passo fondamentale verso la vita indipendente. Alla maggior parte delle persone con disabilità che hanno vissuto in istituti è stato negato l’accesso all’istruzione o hanno ricevuto una formazione inadeguata nelle scuole speciali, impedendo loro di ottenere qualifiche per trovare un lavoro. Senada ha sottolineato, “Scuole speciali insegnano principalmente professioni che non rispecchiano le esigenze del mercato del lavoro. Le scuole speciali separano le persone con disabilità dai loro coetanei con pochissime opportunità di crescita personale e l’indipendenza nella vita futura.”
Evidenziando la prospettiva e le esperienze delle persone con disabilità intellettive, Senada Halilčević ricorda che nessuno dovrebbe essere lasciato indietro sulla strada verso la piena indipendenza. Alle persone con esigenze complesse e gravi disabilità dovrebbero essere offerte le stesse opportunità. I servizi di supporto dovrebbero responsabilizzare le persone con disabilità intellettive e dare loro la libertà di esprimere le proprie opinioni e desideri. Nessuno può essere veramente indipendente quando gli viene impedito di prendere le proprie decisioni, gli viene negato l’accesso ai servizi pubblici regolari, e non può gestire il proprio denaro o avere un lavoro.
La sua testimonianza mette in luce perfettamente l’importanza di un’autentica transizione dall’assistenza istituzionale all’assistenza basata sulla comunità: “Molte persone con disabilità intellettive ancora dipendono da istituzioni, servizi di supporto e genitori. Auto-rappresentanti lamentano del fatto che i servizi di supporto e il personale hanno ancora molto controllo su di loro. Spesso non rispettano opinioni e desideri auto-rappresentanti. Questo perché i vecchi modi di pensare, comuni per le istituzioni, sono ancora presenti in servizi di supporto. Sebbene il processo di trasformazione delle istituzioni in servizi di supporto per vivere nella comunità è un passo positivo in avanti, dobbiamo essere molto attenti. Invece di grandi istituzioni, potremmo finire con migliaia di “bed & breakfast” piccoli nella comunità dove la gente ancora non hanno la libertà di fare scelte “.
Infine, Senada Halilčević ha sottolineato che le persone con disabilità dovrebbero essere coinvolte attivamente nella pianificazione, attuazione e monitoraggio dei progetti di deistituzionalizzazione e nella pianificazione dei servizi basati sulla comunità al fine di promuovere un cambiamento significativo: “Dobbiamo anche essere quelli che partecipano al processo politico attivamente nelle nostre comunità, in modo che possiamo essere la generazione che lascia la possibilità di altre generazioni a vivere in modo indipendente “.
Potete leggere la testimonianza piena di Senada Halilčević qui.
LEDHA.IT – La vicenda, ormai, è nota. Una classe di terza media di una scuola di Legnano (Va) si sta preparando alla gita scolastica. Ma i ragazzi non vogliono che una loro compagna di classe, affetta da autismo, partecipi alla gita con loro: nessuna delle compagne, infatti, la vuole come compagna di stanza. E così gli insegnanti chiedono ai genitori di tenere a casa la figlia durante i giorni della gita. Scoppia la polemica, prima sui giornali locali, poi su media nazionali. Infine interviene il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che sospende la visita d’istruzione per tutti.
In questi giorni quotidiani, radio e tv hanno dato spazio a tutte le voci: è stata data la parola agli insegnanti, ai genitori della studentessa esclusa, all’esperto che difende le ragioni della ragazza con disabilità e – infine – a un avvocato che ha difeso le ragioni dei ragazzi. Ineccepibile, da un punto di vista giornalistico.
Ma.
Ma se al posto di un gruppo di ragazzi preoccupati di passare una notte nella stessa camera con una compagna con autismo ci fossimo trovati davanti a un gruppo di ragazzi preoccupati di passare una notte nella stessa camera con un compagno:
– straniero, “perché siamo a disagio, è diverso da noi, non siamo preparati”;
– omosessuale, “perché potrebbe cercare di baciarci, non siamo preparati”;
– femmina, “perché potrebbe turbare i maschi, non siamo preparati”.
Ecco se al posto di una bambina discriminata a causa della sua disabilità si fosse trattata di una bambina discriminata a causa della sua nazionalità, genere o orientamento sessuale le reazioni e la gestione da parte dei media sarebbero state le stesse?
L’avvocato che ha diffuso la lettera dei genitori parla di semplici “problemi di comunicazione” tra la scuola e la famiglia della ragazza. Avrebbe usato gli stessi argomenti se la vittima fosse stata una ragazza omosessuale o di origine straniera?
Avremmo avuto la stessa “comprensione”, non tanto per i ragazzi, ma per i loro pensieri e timori sulla disabilità che riflettono inevitabilmente quello degli adulti che li circondano?
Perché possiamo comprendere l’errore dei ragazzi. Quello che non possiamo accettare è che gli adulti non abbiano svolto il proprio ruolo di educatori: avrebbero dovuto rassicurare i ragazzi, aiutarli a superare i loro pre-giudizi. La scelta (a priori) di escludere la ragazza con autismo dalla gita di classe è stata la soluzione più rapida. Una soluzione che rende ancora evidente la discriminazione.
Una vicenda che provoca un danno gravissimo: rafforzare i pre-giudizi degli adolescenti nei confronti della loro compagna di classe.
Saremo idealisti e dei pericolosi visionari ma noi continuiamo il nostro impegno per costruire una società dove sia del tutto normale e ovvio che tutti i bambini e ragazzi con disabilità vadano in gita con i loro compagni (come del resto capita tutti i giorni nelle scuole italiane) e che mettere in dubbio questa possibilità fosse considerata semplicemente una assurdità. Come in effetti è.
Non c’è semplicemente nessuna buona ragione perché un ragazzo con disabilità non vada a scuola e anche in gita con i suoi compagni a causa della sua disabilità.
Punto e a capo.
Anche quest’anno Anffas-Onlus Corigliano, propone il concorso letterario abbinato alla Festa della Mamma.
L’argomento da sviluppare è incentrato sulla Inclusione Scolastica. Il tema di questa 10^ edizione del concorso è il seguente: “Inclusione, come arricchimento della Persona. Attraverso la tua personale esperienza, metti in evidenza quale risorsa e quale arricchimento rappresenta la disabilità per te e per il gruppo classe.”
Il Concorso è riservato agli studenti che frequentano attualmente la classe III^ degli Istituti secondari di I° grado e agli studenti del Triennio degli istituti secondario di II° grado di Corigliano e Rossano.
Il termine per la presentazione degli elaborati è stato fissato per il 2 maggio.
Gli elaborati possono essere recapitati personalmente o tramite posta presso la segreteria dell’associazione sita n via degli Iris nr 15 – Schiavonea.
Per ulteriori informazioni contattare la segreteria al nr 0983.854879 o email: segreteria@anffascorigliano.it.
La premiazione avverrà nel corso della manifestazione “Festa della Mamma 2016”.
Anffas Onlus Corigliano
Il corso, aperto ai soci anffas si tiene presso il maneggio sito in Fabrizio piccolo dell’A.S.D Corigliano Equitazione ogni lunedì da aprile a giugno ed è coordinato dal tecnico federale Tatiana Boscarelli.
Lo scopo è quello di stimolare la socializzazione, il rispetto, l’aggregazione e l’autostima e sul piano fisico sviluppare le proprie potenzialità residue per l’ottenimento di una maggiore autonomia psichica e fisica.
L’andare a cavallo richiede sforzo, sacrificio e costanza, un equilibrio tra mente e corpo, fonte di piacere ed appagamento, inoltre consente un forte recupero delle proprie esperienze percettive, l’utilizzo cosciente della memoria, dell’attenzione, della concentrazione, all’interno di uno spazio-tempo definito e chiaro. Oltre a canalizzare le proprie reazioni istintive si impara a dare risposte motorie e linguistiche adeguate, prendendo rapide decisioni e concentrandosi sul proprio corpo. Nei soggetti con problemi di disabilità, di svantaggio, o con problemi di comunicazione e relazionali, il cavallo, come mezzo sportivo e ricreativo, è un ottimo strumento di mediazione che facilita, oltre allo sviluppo motorio, l’apertura della comunicazione, la socializzazione, e di conseguenza apporta un miglioramento nella loro qualità della vita.
Anffas Onlus Corigliano
Prende il via ufficiale Anffas#Giovani: un innovativo progetto di Anffas Onlus – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, pensato con l’obiettivo di coinvolgere i giovani, con e senza disabilità, nella vita associativa ed, in particolare, in iniziative volte a promuovere e garantire l’inclusione sociale delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale di tutte le età.
Il progetto prende spunto da un’iniziativa promossa da Anffas Onlus Salerno volta a coinvolgere giovani con e senza disabilità di età compresa tra i 16 e i 30 anni nella vita associativa e per questo è coordinato a livello nazionale dal giovane salernitano Alessandro Parisi, nipote di una persona con disabilità intellettiva e da tempo impegnato nella vita associativa e nel coinvolgimento di altri giovani alla “causa” della disabilità.
La presenza e il contributo di persone giovani alla vita associativa consente di affrontare le criticità che vivono le persone con disabilità da prospettive diverse e di declinare in maniera innovativa i percorsi di riflessione, sensibilizzazione e promozione, ma anche di concreta azione, nella direzione dell’inclusione sociale delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale.
Il progetto nazionale Anffas#Giovani mira a riverberare l’esperienza di Salerno in tutte le realtà associative con l’obiettivo di sensibilizzare e coinvolgere le persone giovani nell’affermazione dei diritti delle persone con disabilità.
La finalità è sperimentare modelli di comunicazione poco frequentati dalla generazione non digitale e favorire la crescita dell’empowerment comunitario, attivando gruppi locali ed una rete nazionale di giovani che si impegnino, in modo nuovo e con forme che loro stessi potranno definire, per l’inclusione sociale.
Il progetto Anffas#Giovani quindi, mira a raggiungere importanti traguardi attraverso la costruzione di una rete di giovani che divenga un’alleata della nostra Associazione nel promuovere la nostra importante mission, nella speranza di riuscire a scrivere, tutti insieme, una nuova e significativa pagina della storia di Anffas.
Le attività del progetto, che ha mosso i suoi primi passi nel luglio scorso e che è già attivo sul territorio nazionale con 21 gruppi locali, sono già state molte su diversi territori: convegni, sensibilizzazione nelle scuole, progetti contro il bullismo, attività di socializzazione, per il tempo libero e sportive, comunicazione tramite le nuove tecnologie solo per citarne alcune.
L’auspicio di Anffas e dei giovani che già aderiscono al progetto è, però, che la rete ed i gruppi crescano molto di più. Per questo l’associazione desidera invitare tutti i giovani che desiderano dare un contributo di qualità alla vita della propria comunità ed a quella delle persone con disabilità e delle loro famiglie a partecipare a questa importantissima iniziativa.
Per tenersi aggiornati sulle attività è possibile collegarsi alla pagina facebook https://www.facebook.com/AnffasGiovani-insieme-per-linclusione-sociale-1725382921032012/
o al sito Anffas nella sezione dedicata a questo link: http://www.anffas.net/Page.asp/id=680/anffas-giovani
Per avere maggiori informazioni ed entrare in contatto con i gruppi di giovani sul proprio territorio è possibile scrivere a anffas@giovani.net
oppure a segreteria@anffascorigliano.it.
Sala Monteleone Consiglio Regionale Calabria
“Disabilità non significa inabilità. Significa semplicemente adattabilità.” CHRIS BRADFORD. L’idea di lavoro si associa a quelli di creatività, produttività, autostima, realizzazione dei propri desideri e soddisfacimento dei propri bisogni. il lavoro è fonte di rapporti sociali, di scambio e di confronto ed è forse il modo più evidente per combattere la discriminazione culturale e sociale. Ancora oggi, nonostante qualche progresso realizzato dalla nostra società nella percezione e nella tutela dei soggetti disabili, la realtà di queste persone attende tuttora un pieno riconoscimento.
L’ Anffas onlus di Reggio Calabria da sempre attenta alle difficoltà dei ragazzi disabili intende spostare l’attenzione sui bisogni delle persone con disabilità e rompere gli schemi tradizionali che fino ad ora non hanno portato a risultati soddisfacenti in termini di Progetto Individuale di Vita, promuovendo una vera e propria cultura dell’integrazione delle disabilità affinché la società riesca realmente a garantire le condizioni essenziali di uguaglianza per tutti i suoi cittadini ed in tutti gli ambiti. Il convegno Disabilità e lavoro: un rapporto difficile, una realtà da affrontare, un diritto da garantire, che si terrà, venerdì 8 aprile alle ore 14:30, presso la sede del Consiglio Regionale della Calabria sala Monteleone – (Palazzo Campanella) si occuperà delle necessità del disabile che esce dal circuito scolastico, che in qualche modo ne tutelava l‘inclusione, analizzando le logiche e le prassi che guidano tali soggetti nella vita in contesto così complesso. L’idea di questo convegno nasce dalla volontà di avvicinare parte di una società, quella odierna, abbastanza attenta ma non concretamente attiva e rispondente, in modo adeguato, nei confronti di un reale inserimento lavorativo, espresso in modo preminente da parte di soggetti disabili e delle loro famiglie. Per un disabile essere inserito in un percorso lavorativo significa sentirsi inserito nella società; significa mettere in atto un percorso sempre “aperto” di concertazione tra più soggetti con diverse competenze, utili per affrontare tutte le problematiche che emergono nel corso, da quelle psicologiche e relazionali a quelle più pratiche come il rendimento nello svolgimento di un’attività. Nello specifico nel convegno, moderato dall’ Avv. Francesco Nucara, si tratteranno le seguenti tematiche: Dialogo, condivisione e coinvolgimento: inclusione sociale e inserimento lavorativo Dott.ssa Paola Cammareri Sociologa; Il dopo-scuola… aspetti di integrazione lavorativa e socio territoriale un ponte fra scuola e lavoro Dott.ssa Teresa Marino Assistente sociale; Disabilita’ e lavoro: aspetti giuridici Dott.ssa Giulia D’Agostin; Il collocamento al lavoro del soggetto disabile: aspetti medico-legali e valutativi Dr. Michele Pochiero; Lavoriamo in rete. Esperienze concrete di inserimento lavorativo Federica Iacopino. Associazione Italiana Persone Down Sezione di Reggio C. Concluderà i lavori l’ On. Giovanni Arruzzolo Consigliere Regionale
2 Aprile 2016 Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’autismo
Questo il tema della giornata mondiale sull’autismo in cui le Nazioni Unite sottolineano come gli autismi e le altre forme di diversità siano parte della diversità umana e la necessità che la disabilità divenga questione di mainstreaming con un approccio integrale nell’ideazione, implementazione, monitoraggio e valutazione delle politiche e dei programmi in tutte le sfere (politiche, economiche e sociali).
Nel settembre 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato un’Agenda per lo sviluppo sostenibile da qui al 2030, che include alcuni obiettivi che riguardano anche la disabilità: educazione di qualità, lavoro e crescita economica, riduzione delle ineguaglianze, città e comunità sostenibili, realizzazione di partnership per raggiungere gli obiettivi. La Giornata Mondiale di Consapevolezza sull’Autismo guarderà pertanto al 2030 e rifletterà le implicazioni di questi nuovi obiettivi e programmi per le vite delle persone con autismo
Nonostante la recente legge 134/2015 le problematiche relative ai disturbi dello spettro autistico restano sempre numerose e ancora senza una risposta adeguata ad esempio la questione della diagnosi precoce e della presa in carico, due questioni che vanno assolutamente affrontate e risolte e che si legano anche alla necessità di una maggiore collaborazione con i pediatri di libera scelta volta ad individuare il prima possibile il sospetto di autismo, perdura ancora il problema della scarsa attenzione agli adulti con autismo, ossia continuano a mancare degli interventi volti alla preparazione di una vita sociale adulta, come se i disturbi dello spettro autistico scomparissero improvvisamente con il raggiungimento della maggiore età, e vi è sempre il problema dei nuovi LEA( livelli essenziali assistenza): ad oggi infatti i LEA per l’autismo non sono stati emanati e questo, in riferimento alla diagnosi ed al trattamento dei disturbi dello spettro autistico, sta a significare una totale disomogeneità nel territorio nazionale. In Calabria manca ancora l’attuazione delle Linee Guida Nazionali e di quanto previsto dalla Legge n. 134/2015.
Inoltre, il persistere di false teorie medico-scientifiche che continuano ad oscurare i percorsi scientifici validati, generano solo confusione.
Ci auguriamo che di autismo non si parli solo oggi e soprattutto che non se ne parli come qualcosa di prettamente ed esclusivamente medico ma che si vada oltre, che si riesca a mettere in primo piano le persone con il loro diritto a ricevere sostegni adeguati e ad essere pienamente inclusi nella società.
Marinella Alesina
Anffas Onlus Corigliano