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MILLE EURO ALLA FAMIGLIA DELLO STUDENTE CON DISABILITÀ PER OGNI MESE DI MANCATO SOSTEGNO

Fonte www.edscuola.eu La mancata assegnazione di un insegnante di sostegno ad un ragazzo con grave e accertata disabilità che necessità di un sostegno secondo il rapporto 1/1 per l’intero orario scolastico comprime ingiustamente il diritto allo studio dell’alunno e comporta un risarcimento del danno non patrimoniale pari a mille euro per ogni mese di mancato sostegno. Lo ha ribadito il Tar Palermo con una sentenza del 4 novembre scorso.

La vicenda

Il caso riguardava la mancata assegnazione da parte di un istituto di istruzione secondaria superiore di un insegnante di sostegno ad un ragazzo affetto da una documentata e grave disabilità ex articolo 3 della legge 104/1992. Data la sua malattia, il ragazzo avrebbe avuto diritto al sostegno secondo il rapporto 1/1 per 18 ore, ma l’istituto scolastico non aveva provveduto in alcun modo. Di conseguenza il genitore dello studente si rivolgeva al Tar chiedendo che fosse assegnato a suo figlio un insegnante di sostegno affinché la sua partecipazione alle attività didattiche non fosse resa vana a causa della sua disabilità, oltre al risarcimento per danno non patrimoniale.

Il diritto al sostegno

Il Tar accoglie il ricorso riconoscendo il diritto del ragazzo ad essere assistito da un insegnante di sostegno secondo il rapporto 1/1 per tutte le ore di frequenza scolastica e bacchetta duramente il Ministero ricordando i numerosi precedenti di mancata assegnazione di un insegnante di sostegno a ragazzi con disabilità che subiscono in questo modo una inescusabile compressione del proprio diritto allo studio: è necessario adottare tutte le misure idonee ad «evitare che il soggetto disabile altrimenti fruisca solo nominalmente del percorso di istruzione».

Il danno non patrimoniale

Dall’accertamento di tale diritto per i giudici deriva anche il riconoscimento di un danno non patrimoniale risarcibile per il ragazzo privato in maniera del tutto ingiustificabile del sostegno scolastico. Dato per certo l’elemento oggettivo del danno, il Tar ritiene accertato anche l’elemento soggettivo richiesto per l’attribuzione di un danno risarcibile, che è riscontrabile nella condotta del Ministero e dell’Ufficio scolastico regionale che, nonostante i numerosi e sfavorevoli precedenti, continuano a reiterare provvedimenti in palese violazione della normativa in materia di tutela degli studenti con disabilità. Ed il danno da risarcire viene quantificato in via equitativa in mille euro per ogni mese di mancanza dell’insegnante di sostegno nel rapporto 1/1 a partire dall’inizio dell’anno scolastico e sino all’effettiva assegnazione, con l’obbligo di corrispondere la cifra che deve essere posto «a carico del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, cui va imputata la responsabilità generale delle scelte gestionali poi effettuate dalle articolazioni periferiche dell’Amministrazione (gli Uffici scolastici regionali)».

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LINEE DI INDIRIZZO 2014 PER LA PRESENTAZIONE DI PROGETTI SPERIMENTALI DI VOLONTARIATO

Fonte www.lavoro.gov.it – Sono state adottate le Linee di Indirizzo di cui all’articolo 12, comma 1, lettera d), della legge n. 266 del 1991, finanziati con il Fondo per il volontariato – Annualità 2014.

Le Linee di indirizzo sono state trasmesse agli Organi di controllo per gli adempimenti di competenza. Le Linee di indirizzo sono finalizzate alla presentazione di progetti sperimentali ed innovativi di volontariato, da parte di organizzazioni di volontariato legalmente costituite da almeno due anni e regolarmente iscritte nei registri regionali/provinciali del volontariato.

Le risorse finanziarie complessivamente disponibili per l’anno 2014 sono pari ad euro 2.000.000,00. La richiesta di contributo, il progetto descrittivo e il piano economico (contenuti nel formulario allegato alle Linee di indirizzo), devono essere compilati ed inviati al Ministero del lavoro e delle politiche sociali – Direzione generale del terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese, esclusivamente attraverso la piattaforma informatica all’indirizzo: www.direttiva266.it, entro e non oltre le ore 13.00 del 10 dicembre 2014.

A questo proposito si informa che per consentire il necessario aggiornamento tecnico, la piattaforma informatica sarà attiva a partire dalle ore 17.00 del 20 novembre 2014. Alle Linee di indirizzo 2014 è allegato un formulario unico per la presentazione delle proposte progettuali (composto dalla richiesta di contributo, dal progetto descrittivo e dal piano economico).

Per maggiori informazioni

Consulta la pagina dedicata sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

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NUOVA GUIDA AI DIRITTI DEI CITTADINI CON DISABILITÀ

Fonte www.west-info.eu – Diffusa in Italia la versione aggiornata della Guida sui diritti dei cittadini con disabilità. Nata dalla collaborazione tra Centro Nazionale Malattie Rare (CNMR) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’Associazione Crescere-Bologna e l’Associazione Prader Willi-Calabria, rappresenta uno strumento utile per orientarsi nella normativa di riferimento relativa alle malattie rare e alla disabilità in generale, rivolto soprattutto ai pazienti e ai loro familiari, agli operatori socio-sanitari, ai giuristi, ai lavoratori del settore scolastico.

Il nuovo testo, disponibile anche in inglese, rispetto all’edizione precedente, tratta anche i seguenti argomenti:

– Mobilità, patente, circolazione, parcheggi;

– Trasporto ferroviario;

– Farmaci per malattie croniche

– Assicurazione delle strutture sanitarie;

– Invalidità: maggiore età, revisioni, accertamenti e certificati provvisori;

– Benefici fiscali;

– Turismo;

– La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) e le novità introdotte con sentenza della Corte Costituzionale (n. 162/2014) che ha sancito l’illegittimità del divieto di fecondazione eterologa.

La guida è qui disponibile

 

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“BENE IL DDL DI RIFORMA MA SERVE PIÙ EQUILIBRIO”

Il Forum Nazionale del Terzo Settore*, audito oggi (10 novembre 2014) in Commissione Affari Sociali della Camera, ha presentato le sue osservazioni ed emendamenti al testo del DDL di Riforma del Terzo Settore.

Il Forum Nazionale del Terzo Settore ha aperto le audizioni informali della XII Commissione “Affari Sociali” della Camera dei Deputati sul Disegno di Legge 2617 “Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio Civile universale”. Con una panoramica ampia ed esaustiva di tutti gli articoli e temi della Riforma, la delegazione del Forum, guidata dal Portavoce Pietro Barbieri ha illustrato la posizione del Forum, nella sua qualità di parte sociale riconosciuta e di organismo di rappresentanza di oltre 75 organizzazioni nazionali di secondo e terzo livello, per un totale di circa 95.000 sedi territoriali.

“Abbiamo ringraziato la Commissione per il tempo e la speciale attenzione che ha inteso riservarci – dichiara Pietro Barbieri. L’incontro è stato molto interessante e abbiamo esposto le nostre aspettative e anche le nostre preoccupazioni, illustrando anche gli emendamenti emersi dal dibattito tra le nostre organizzazioni, e che abbiamo depositato con una nostra memoria. Desideriamo che la tanto attesa Riforma del Terzo Settore proceda spedita nel suo iter parlamentare e con questo obiettivo abbiamo concentrato su pochi essenziali punti le richieste di modifica. Abbiamo fatto presente la necessità che la Riforma non sia appiattita sul tema dell’Impresa Sociale, pur importante, e che al Volontariato e alla Promozione Sociale (che rappresentano circa il 90% del Terzo Settore Italiano) sia riservata pari attenzione. In questa direzione va la nostra richiesta di prevedere un fondo anche per i loro investimenti. Altri punti di attenzione che evidenziamo la centralità della libertà associativa e dell’agire senza scopo di lucro e la prevalenza delle finalità sulle attività come elementi caratterizzanti il Terzo Settore.

Il Forum e le sue organizzazioni – prosegue Barbieri – vogliono anche cogliere la sfida della responsabilizzazione e della trasparenza, e richiede l’introduzione di modalità e strutture di autocontrollo, sul modello della Charity Commission britannica, che agevolino l’azione di costruzione del vero capitale, quello reputazionale, delle organizzazioni di Terzo Settore. Non abbiamo mancato di far presente alla Commissione il tema delle risorse. Una Riforma di questo respiro deve poter contare su risorse certe e commisurate agli obiettivi di sviluppo e promozione del Terzo Settore che tutti auspichiamo. Come dichiarato sin dall’annuncio della Riforma, il Forum continuerà a fornire il proprio contributo perché si abbia una Riforma vera, utile e condivisa”.

*Cui Anffas Onlus aderisce

 

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TERZO SETTORE, 10 ORE DI AUDIZIONI PER LA RIFORMA

Fonte www.socaile.corriere.it – Andranno avanti per dieci ore. Senza sosta. Da oggi, 10 novembre, la commissione Affari sociali aprirà le porte a oltre 30 organizzazioni del non profit italiano. Saranno ascoltate una dopo l’altra. Saranno raccolte idee, critiche, proposte, suggerimenti. Il tema? La riforma del terzo settore. Il sottosegretario al ministero del lavoro e delle politiche sociali Luigi Bobba ha più volte ribadito il suo obiettivo, cioè quello di “portare il testo all’approvazione di almeno una delle due camere entro la fine dell’anno”.

Quindi i tempi stringono. E così, dopo il lancio della proposta di riforma da parte del premier Renzi (lo scorso aprile in occasione del Festival del volontariato di Lucca) e dopo il conseguente tour di consultazioni col terzo settore durato mesi, il confronto sta arrivando alle strette finali.

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MEZZI PUBBLICI INACCESSIBILI

Fonte www.corriere.itDue grandi città capoluogo condannate, nel giro di un’estate, per inaccessibilità dei mezzi di trasporto pubblici. La prima è Torino, dove a giugno una sentenza del Tar ha giudicato il Comune piemontese inadempiente per quel che riguarda il diritto alla mobilità delle persone con disabilità.

Nei prossimi sei mesi il Gruppo torinese trasporti (Gtt) dovrà approvare un piano contenente «idonee misure di programmazione e pianificazione degli interventi atti a eliminare le barriere architettoniche e a migliorare l’accesso degli utenti con disabilità al servizio di trasporto pubblico e agli spazi urbani», comprese «la realizzazione di percorsi accessibili e l’installazione di semafori acustici per non vedenti».

Sorte simile è toccata, sempre in giugno, a Roma Capitale a causa dell’inaccessibilità della metropolitana: tanto l’ente locale quanto Atac (l’Azienda per la mobilità), riconosciuti entrambi colpevoli di condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità motorie, sono stati costretti sia risarcire i danni sia a pubblicare la sentenza di condanna su un noto quotidiano locale come pena accessoria.

Due decisioni giudiziarie “storiche”, che costituiscono un precedente che dovrebbe fare scuola, che hanno premiato i ricorrenti – nel primo caso un pool di associazioni, nel secondo un singolo cittadino -, che invitano alla battaglia legale e che fanno ben sperare per il futuro dei diritti delle persone disabili. Sempre che le istituzioni ottemperino i provvedimenti dei giudici.

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NON AUTOSUFFICIENZA: FONDO AUMENTATO

Fonte www.redattoresociale.it – Secondo le associazioni non bastano, ma 400 milioni è una cifra che fa tornare il Fondo non autosufficienza ai livelli record del 2008-2010: ecco perché almeno al momento la decisione del governo, dopo gli incontri avuti dal Comitato 16 Novembre con Graziano Delrio e da Fish e Fand con Giuliano Poletti, soddisfa tutti.

Ma se 250 milioni erano davvero troppo pochi, 350 rappresentavano la tenuta rispetto allo scorso anno e 400 milioni sono oggi un “buon compromesso” fra le richieste e le disponibilità effettive, quale è la cifra che corrisponde alle esigenze delle persone non autosufficienti in Italia? Di quanto, cioè, ci sarebbe bisogno? Almeno un miliardo, sostengono le associazioni, che continuano a chiedere per il futuro un incremento costante del Fondo fino a quella cifra.

Portare dei numeri certi, però, non è affatto facile.

I soldi del Fondo non autosufficienza – che coprono la quota sociale degli interventi di assistenza socio-sanitaria – vengono ripartiti fra le regioni e ognuna di esse li utilizza secondo propri criteri.

“Ma”, spiega la coordinatrice degli assessori alle Politiche sociali della Conferenza delle regioni, Lorena Rambaudi, “di fatto noi rileviamo la richiesta, non il bisogno: ogni regione sa quante persone si rivolgono ai servizi, ma questo non è una rappresentazione del bisogno, che è evidentemente molto più grande”.

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