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Dislessia, approvata la legge

Una buona notizia per le famiglie dei circa 350 mila studenti italiani dislesici. Si tratta di bambini e ragazzi che soffrono di Dsa – Disturbi Specifici di Apprendimento (cioè dislessia (difficoltà nella lettura), la disgrafia/disortografia (difficoltà nelle manifestazioni grafiche) e la discalculia (difficoltà nello svolgimento di calcoli), tutti disturbi che non hanno nulla a che vedere con le loro capacità intellettuali ma che spesso non vengono riconosciuti e in alcuni casi causano incomprensione da parte degli insegnanti e scoraggiamento o inutili difficoltà nello studio nei ragazzi. Il Senato ha approvato, a pochi mesi di distanza dalla Camera, una legge che tutela questi studenti.  

La legge stanzia due milioni di euro per il 2010 e il 2011 (un milione per ogni anno) e prevede didattica personalizzata, l’uso di strumenti compensativi (personal computer, calcolatore), nonchè facilitazioni specifiche per gli esami anche universitari e per lo studio delle lingue straniere. I genitori di alunni della scuola primaria con tali disturbi, la cui diagnosi è riservata al Servizio sanitario nazionale, potranno usufruire di permessi di orario flessibile sul lavoro per assistere meglio i loro figli nelle attività scolastiche. Inoltre è prevista una specifica formazione per i docenti, per il riconoscimento tempestivo di queste patologie e per l’applicazione di didattiche riabilitative.  

Sito dell’Associazione Italiana Dislessia

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Un’altra vita su Second Life

Come nel film “Avatar”, navigando in rete si dimentica
la disabilità. Purché non si perda il contatto con la realtà

Esattamente come l’ex marine invalido Jake Sully, protagonista di Avatar, il colossal diretto da James Cameron, i disabili possono trovare sul web il loro pianeta Pandora, che in questo caso di chiama Second Life. Uno studio pubblicato sulla rivista Rehabilitation Nursing da un gruppo di ricercatori dell’Università del Wisconsin sottolinea i vantaggi che può trovare in questi mondi virtuali creati sul web chi, nella vita quotidiana, subisce importanti limitazioni.

SECOND LIFE – Per la maggior parte degli utenti, parecchi milioni in tutto il mondo, il programma gratuito e lanciato nel giugno del 2003 dalla società americana Linden Lab è solo un passatempo interattivo e creativo, sempre in grado di rinnovarsi. Basta stare davanti al computer per avere accesso a un mondo virtuale ricco di ambienti e situazioni, dalle più quotidiane e banali alle più avventurose e fantastiche.

Si può scegliere di vivere una giornata tipo in una grande metropoli o un safari in una foresta tropicale. In realtà la partecipazione in remoto è mediata da un avatar, un alter ego che può essere creato a immagine e somiglianza dell’utente, ma a cui si può attribuire, a propria discrezione, anche un’ampia gamma di caratteristiche fisiche, psicologiche e attitudinali. Il disabile può quindi decidere se rappresentare se stesso libero dall’handicap o meno.

LO STUDIO – Second Life offre una possibile, per quanto virtuale, via di fuga da una realtà che limita, mortifica o deprime, e in questo modo può migliorare la qualità della vita. «Per i disabili la vita sul web può diventare una opportunità per superare i limiti imposti dalla propria condizione e compiere azioni e gesti a loro abitualmente preclusi: camminare o danzare, esplorare, fare incontri e comunicare, realizzare progetti, viaggiare e teletrasportarsi. Uno degli aspetti di maggior valore – come sempre trattandosi di un network – è poi quello della socializzazione» commentano Stephanie Stewart e Terry Hansen, entrambi docenti all’Università del Wisconsin, che hanno firmato la ricerca e che, sulla base di queste considerazioni, propongono Second Life come parte integrante dei programmi di riabilitazione.

Secondo il loro progetto il personale sanitario impegnato nel percorso assistenziale ha un ruolo chiave nel presentare alla persona con infermità cronica o in lunga convalescenza questo strumento e nel sottolineare l’opportunità di un miglioramento della qualità della vita e di adattamento emotivo e sociale che esso offre. «Effettivamente, realtà virtuali come Second Life o social network come Facebook o Netlog – per citare i più usati in Italia – consentono alle persone con disabilità di mettere in gioco una rappresentazione diversa di sé, che può svincolarsi dai limiti spesso gravissimi imposti dal deficit – commenta Rossella Bo, psicologa e psicoterapeuta, consigliere delegato di Area onlus, associazione torinese che dal 1982 si prende cura di bambini e ragazzi disabili e delle loro famiglie -.

Ovviamente quello che non può verificarsi è il finale di Avatar, dove il giovane Jake Sully, costretto su una sedia a rotelle, si ricongiunge “carnalmente” con il suo alter ego Na’vi dotato di una straordinaria prestanza fisica. Mi sembra dunque importante che la frequentazione del mondo virtuale da parte delle persone con disabilità avvenga sotto l’egida del gioco e della sperimentazione del pensiero creativo, una posizione cioè che non alimenti pericolose scissioni o negazioni sul piano psichico, le quali finirebbero per causare ai soggetti coinvolti più sofferenze che vantaggi».

Fonte Corriere.it

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Disturbi mentali, concorso di idee contro l’emarginazione

Per diffondere conoscenza del disagio psichico e favorire l’inserimento professionale delle persone che ne soffrono.

Dare maggiori opportunità di reinserimento nel mondo del lavoro e far cadere le barriere di quella “emarginazione invisibile” che colpisce chi è (o è stato) affetto da disturbi mentali. È l’obiettivo del progetto “Give Mind a Chance!” (dai una possibilità alla mente) che la Fondazione Accenture, in collaborazione con Progetto Itaca Onlus, lancia attraverso un concorso di idee sul sito ideaTRE60 . Obiettivo del concorso è raccogliere proposte di sistemi di comunicazione e formativi destinati a diffondere una corretta conoscenza del disagio psichico e a favorire l’inserimento professionale delle persone che ne sono affette.

I NUMERI – L’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che nei prossimi anni una persona su quattro soffrirà di qualche forma di disturbo mentale almeno una volta nella vita ed entro il 2020 sarà la malattia più diffusa nel mondo sviluppato e la seconda causa di disabilità. In Italia, secondo l’Oms, l’incidenza annuale dei disturbi mentali nella popolazione è dell’8%, mentre un recente sondaggio condotto su un campione di psichiatri italiani ha riscontrato un aumento rispetto a dieci anni fa della frequenza con cui diversi disturbi mentali giungono all’osservazione clinica.

Obiettivo del concorso è dunque raccogliere idee progettuali che facilitino l’inserimento o la permanenza in azienda delle persone con un’esperienza di disagio psichico, le accompagnino in una nuova integrazione, rendendole una risorsa per la collettività. Il vincitore riceverà un premio di 5mila euro. Ma non solo: la Fondazione inoltre metterà a disposizione fino a 100mila euro per la realizzazione dell’idea vincente.

(Fonte: Ansa)

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Niente visite straordinarie ed indennità di accompagnamento in automatico

Primo piano bambina che ride coprendosi la boccaE’ quanto chiarisce un recente messaggio Inps a proposito delle persone con sindrome di down.

Riportiamo di seguito il testo del Messaggio INPS numero 31125 diramato lo scorso 9 dicembre .

OGGETTO: Invalidità civile – accertamenti sanitari nel confronti dei soggetti affetti da Sindrome di DOWN
Con riferimento alle Linee guida operative predisposte dal Coordinamento Generale Medico Legale in materia di invalidità civile , si precisa che, nei confronti dei soggetti affetti da sindrome di Down , interessati da accertamenti sanitari per invalidità civile, deve essere riconosciuto il diritto all’indennità di accompagnamento e deve essere applicato, ove possibile, il DM 2 agosto 2007 , sia in fase di verifica ordinaria, sia in fase di verifica sulla permanenza dei requisiti sanitari. In tali contingenze, anche su base meramente documentale, gli interessati devono essere esclusi da qualsiasi visita di controllo sulla permanenza dello stato invalidante , in conformità alla voce n. 9 dell’allegato al Decreto ministeriale citato.
IL DIRETTORE GENERALE Nori

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Legge di Stabilità e politiche sociali

All’indomani dell’approvazione della Legge di Stabilità, moltissimi organi di informazione hanno erroneamente riportato che il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali avrebbe goduto di un finanziamento aggiuntivo di 200 milioni di euro.

Una notizia dalle gambe corte che è facilmente smentibile dalla lettura dei testi ufficiali approvati. L’impegno per il 2010 per il Fondo era di 435 milioni complessivi da suddividere fra Regioni (380 milioni) e Ministero. Per il 2011 il “Bilancio di previsione dello Stato” propone un importo di 75 milioni di euro, 69 milioni per il 2012, 44 per il 2013.

La Legge di Stabilità approvata definisce lo stanziamento esatto per il 2011 che è indicato nella Tabella C: 73,8 milioni. La stessa Legge, all’articolo 1, comma 38, ha previsto: “Per l’anno 2011, lo stanziamento del Fondo nazionale per le politiche sociali (…) è incrementato di 200 milioni di euro.”

Pertanto la cifra finale che costituisce il Fondo per le Politiche Sociali è di 273,8 milioni per il 2011, 69 milioni per il 2012, 44 per il 2013.

435 milioni nel 2010; 273 milioni nel 2011: fanno 162 milioni. In meno.

È andata peggio al Fondo per la non autosufficienza: 400 milioni nel 2010, 0 nel 2011.

“I servizi di aiuto alla persona, i progetti per la vita indipendente, l’assistenza diretta e indiretta, difficilmente potranno ancora essere garantiti dagli enti locali  – dichiara Pietro Barbieri, Presidente della FISH, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – Francamente non è nemmeno comprensibile la logica del Governo. Se non si fida di come le Regioni spendono i quattrini del Fondo, faccia a meno di finanziarlo, oppure verifichi, controlli, svolga il suo ruolo. Stanziare 200 milioni non ha senso.”

Una logica che appare effettivamente incoerente. Da una parte si azzera il Fondo per la non autosufficienza, dall’altro si stanziano 100 milioni per “Interventi in tema di sclerosi laterale amiotrofica per ricerca e assistenza domiciliare dei malati”. E quei 100 milioni finiscono proprio nel Fondo che è stato azzerato, per “garantire” – in via eccezionale e residuale – interventi non ben definiti solo per una parte dei cittadini gravemente non autosufficienti.

“Politiche sociali che non hanno logica  – conclude Barbieri – né in termini di una presunta ottimizzazione della spesa, né – tanto meno – in termini di garanzia dei diritti umani e civili dei cittadini più discriminati.”

9 dicembre 2010

 FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap

www.fishonlus.it

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DA CENERENTOLA ALLA CANCELLAZIONE

Il 2011 un anno drammatico per le politiche sociali della Calabria

Non è che gli anni passati le politiche sociali della Calabria abbiano sguazzato nell’oro, ma pur giocando il ruolo di cenerentola delle politiche, qualche boccata di ossigeno con i fondi della non autosufficienza o con il fondo indistinto l’abbiamo avuta.

Il 2011 si presenta con tutta la sua drammaticità, dalla Legge di Stabilità del Governo sono stati decurtati i fondi per la non autosufficienza e ridotti drasticamente i fondi del sociale per le Regioni, se la Regione Calabria non fa una scelta politica seria e rigorosa scegliendo di investire sulle politiche sociali con fondi propri, assisteremo inermi alla cancellazione definitiva dei pochi diritti, servizi, progetti e conquiste ottenute con fatica e determinazione nel corso degli anni.

Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione dopo aver preso visione del Bilancio preventivo licenziato dalla Giunta Regionale che sarà discusso il 15 dicembre dalla II Commissione Consiliare.

Da qui l’appello al Presidente e a Tutta la II Commissione, ma anche al Presidente del Consiglio e a tutto il Consiglio della Regione Calabria, sia ai Consiglieri di maggioranza che di minoranza; non chiediamo favori ma il ripristino dei diritti. Solo un finanziamento equo destinato ai servizi alla persona può risollevare lo stato in cui vivono molte persone con gravi disabilità di tutte le età, non possiamo accettare passivamente che i tre terzi dei pochi fondi destinati alla disabilità siano utilizzati per pagare le rette delle Residenze Sanitarie Assistenziali e solo un terzo per i sevizi territoriali. Per rendere l’idea in un terzo rientrano: Case Famiglia, Dopo di Noi, Centri socio culturali, servizi di sollievo, assistenza domiciliare, assistenza alla persona, abitare in autonomia e vita indipendente. Nei tre terzi ricoveri, ricoveri e ancora ricoveri.  

La FISH Calabria chiede alla II Commissione Consigliare un’audizione urgente per poter  contestare e esporre le proprie proposte ad alcuni  capitoli relativi alla Proposta di Legge n.107/9^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2011 e bilancio pluriennale per il triennio 2011-2013 inserita nell’ordine del giorno del 15 dicembre 2010 e al Consiglio Regionale della Calabria “tutto”, il coraggio di fare una scelta politica a favore dell’inclusione sociale delle persone con disabilità.

Lamezia Terme 9 dicembre 2010

FISH Calabria Onlus
La Presidente
Nunzia Coppedé

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Il 3 dicembre le famiglie Anffas richiedono il progetto individuale

torta con candelina 10In occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità l’iniziativa cardine della campagna Anffas “Buon compleanno 328!”

Il 3 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità , proseguono le iniziative collegate alla campagna “Buon Compleanno 328!” che Anffas Onlus ha lanciato l’8 novembre scorso, in occasione nel 10° anniversario della promulgazione della Legge n. 328/00 (“Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”), nella consapevolezza che la stessa non è mai stata concretamente attuata, con i suoi innovativi risvolti, specie nella presa in carico delle persone con disabilità, in particolare di quelle con disabilità intellettiva e/o relazionale, e delle loro famiglie.

Nella giornata di oggi, infatti, le persone con disabilità ed i loro genitori e familiari afferenti all’associazione presenteranno in tutta Italia richiesta per la stesura del progetto individuale ai sensi dell’art. 14 della L. 328/00 che prevede il diritto di ogni persona con disabilità (e di chi la rappresenta) di chiedere al Comune di scrivere il proprio progetto personalizzato di vita, d’intesa con la ASL e dei diversi soggetti sociali e istituzionali che devono agire per realizzare la piena integrazione sociale. Il progetto individuale è infatti uno strumento importantissimo che consente di calibrare gli interventi a sostegno della persona partendo dall’analisi del suo vissuto e delle sue condizioni, secondo un approccio non più solo sanitario. Il progetto, una volta redatto, diviene la stella polare per l’attivazione di tutti gli interventi necessari alla persona con disabilità (è un documento che segna un importante passaggio per la successiva esigibilità poi della concreta presa in carico attraverso effettive prestazioni e servizi).

Si tratta quindi della rivendicazione, a distanza di ben 10 anni di “nulla di fatto”, di un diritto concreto delle persone con disabilità a vivere una vita di qualità, con tutti i supporti e sostegni necessari affinché possano essere messe in condizione di pari opportunità e non discriminazione.

Ricordiamo infine che prosegue la petizione attivata da Anffas che ha già raccolto, grazie al modulo di raccolta on-line (http://www.vita.it/news/view/108431) ed ai moduli di raccolta in cartaceo presenti presso le strutture associative, oltre 1.500 firme .

Oltre 1.500 persone in Italia chiedono, quindi, con forza l’applicazione della L. 328/00 e non si fermeranno finché ciò non sarà avvenuto.