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BENE RENZI SU DISABILITÀ, MA ADESSO SI CAMBI VERSO

Hanno sortito l’effetto sperato le proteste di FAND e  FISH* verso le proposte del Commissario Cottarelli che ipotizzavano misure  restrittive sulle indennità di accompagnamento destinate ai disabili gravi. 

Una risposta politica esplicita è arrivata ieri dal Presidente  del Consiglio, Matteo Renzi: “Non toccheremo pensioni e indennità di  accompagnamento per le persone con disabilità.”

Sembra, quindi, archiviata sia l’idea di legare l’erogazione  dell’indennità al reddito e, ancor più, la “teoria degli abusi” che  sottostava all’ipotesi espressa da Cottarelli. C’è soddisfazione da  parte di FAND e FISH per l’espressione chiara di una volontà politica  non punitiva nei confronti delle persone con disabilità. Ma adagiarsi sullo  “scampato pericolo” non appartiene alla storia e alla cultura delle  Federazioni. Chiedono piuttosto, ancora e con forza, l’avvio e  il consolidamento di serie politiche per la disabilità, per la non  autosufficienza, per l’inclusione sociale. Oggi sono carenti se non  assenti.

La disabilità è il primo fattore di impoverimento per  milioni di persone e famiglie, a causa della carenza di servizi edi supporti  consolidati. E anche l’esclusione sociale pesa. Pesa drammaticamente nelle  condizioni di vita delle persone con disabilità.

Le disparità territoriali sono poi enormi e irrisolte  anche a causa dell’assenza di livelli essenziali di assistenza che dovrebbero  garantire servizi e prestazioni omegenee sul territorio nazionale.

Sulla disabilità gravano anni di riduzioni dei  trasferimenti agli enti locali, di tagli di finanziamento, di disapplicazioni di  norme, nazionali e internazionali, che si davano per consolidate.

FAND e FISH plaudono alla chiarificazione di Renzi, ma  si vada oltre. Il Piano di azione sulla disabilità (approvato con DPR lo scorso  ottobre), ad esempio, attende di essere applicato con responsabilità diffuse, ma  con una regia fondamentale da parte del Governo. Anche la disabilità  necessità di imponenti riforme, di investimenti oculati, di risorse, di scelte  politiche che per troppo tempo sono state latitanti, inefficaci,  insufficienti.

C’è bisogno di scelte che cambino “il verso” anche  sulla disabilità.

*Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap cui  Anffas Onlus aderisce

Per approfondire

Leggi l’articolo “Renzi:  Non saranno toccate indennità e pensioni delle persone con disabilità”

Leggi l’articolo “Spending  Review: risparmi su pensioni di invalidità e nuova guerra ai falsi  invalidi?”

24 marzo 2014

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LOTTA AI FALSI INVALIDI E LIMITI REDDITUALI?

Fonte www.superabile.it Una nuova lotta ai falsi invalidi da un lato, il taglio delle  indennità di accompagnamento dall’altro. Sono le due ipotesi proposte  dal commissario  straordinario Cottarelli che ha individuato le voci di spesa pubblica da  tagliare. Due proposte che non piacciono affatto a  Carlo Francescutti, esperto di valutazione e classificazione internazionale  delle disabilità, dirigente all’Agenzia regionale della sanità della regione  Friuli Venezia Giulia, membro dell’Osservatorio nazionale sulla disabilità e fra  i partecipanti al gruppo di lavoro sul tema alla Conferenza nazionale di Bologna  del luglio scorso.

Inutili i controlli straordinari. “E’ scoraggiante e  deludente vedere riproposto un sistema di controlli straordinari che ha già  ampiamente dimostrato la sua inutilità. Il paradosso è che i falsi invalidi sono  stati certificati da commissioni medico legali: quelle stesse a cui poi  affidiamo i piani di controllo. E’ forse il quinto governo che  ritiene questa la via maestra per risolvere il problema delle risorse, ma credo  ci siano le prove per dimostrare che questi controlli straordinari costano più  della quota eventuale di risparmio. Peraltro – aggiunge Francescutti –  i grandi casi di abuso vengono scoperti dalle Forze dell’ordine, non certo dalle  commissioni. Questa stagione va chiusa, per lasciare il posto a un  ripensamento generale del sistema di accertamento, sulla base di quanto indicato  nel Piano d’azione presentato e condiviso alla Conferenza di Bologna. La  revisione di questo sistema deve essere una priorità assoluta per un governo del  cambiamento come vuole essere l’attuale”.

Riforma del sistema di accertamento. Ma cosa c’è che  non va nell’attuale sistema di accertamento? E come dovrebbe essere  riformato? “Oggi – spiega Francescutti – le commissioni vedono  le persone per circa 3 minuti: sono loro a generare il problema, che poi si  cerca di risolvere con i controlli straordinari. Innanzitutto occorre quindi  semplificare l’iter di verifica: oggi le persone con disabilità devono passare  almeno per 4 o 5 livelli di valutazione, tutti con una caratterizzazione non  clinica assistenziale ma medico-legale e amministrativa.

Manca completamente l’idea di costruire un progetto,  volto alla capacitazione della persona con disabilità, mentre si punta tutto sui  trasferimenti monetari. Un pensiero povero, miope, che spende  gran parte delle risorse in forme compensative e non progettuali”. Il secondo  pilastro dell’auspicata riforma del sistema di accertamento è quindi “la  costruzione progettuale che dovrebbe essere alla base del sistema: questo passa  anche per una ridefinizione dei livelli di responsabilità, dal nazionale (Inps,  ndr) al regionale (Asl, ndr). Ovvio che debbano esistere regole generali,  stabilite a livello centrale: ma le applicazioni devono poi avvenire in modo  decentrato, a livello di servizi”.

Infine, occorre “superare il concetto puramente  menomativo della disabilità: oggi vengono valutate e accertate solo le  ‘menonmazioni’, mentre i livelli di bisogno non sono legati solamente a  queste”.

Gradazione in base al reddito. Anche per quanto riguarda infine  l’eventualità di una gradazione dei benefici economici in base al reddito,  Francescutti non nasconde il proprio scetticismo. “In sé, il principio  della gradazione non è sbagliato, ma questo deve essere calato dentro un sistema  di riforma, in cui siamo ben certi del modo in cui valutiamo. E poi la domanda  fondamentale è: dove andrebbero le risorse che si ricaverebbero da questa  gradazione? Se servissero a rinforzare i servizi ricevuti da persone che oggi  ricevono risorse inadeguate ai bisogni, allora sarebbe accettabile”. 

Non dimentichiamo infatti che, come esistono certamente abusi,  allo steso modo e forse in misura anche maggiore esistono tanti che ricevono  molto meno di ciò che spetterebbe loro di diritto, in termini di risorse e  servizi. “ In questo caso, però, pare che le risorse sarebbero drenate da  un settore già povero, come è il welfare, per trasferirle su altri settori: così  si cerca solo di risparmiare sulle spalle delle persone disabili. Questo è  inaccettabile”. In conclusione, “ pare che il piano d’azione  sulla disabilità sia completamente ignorato dal governo: si rischia quindi di  compiere un grande passo indietro. E’ deludente e offensivo per la dignità delle  persone con disabilità che questo tema sia derubricato come contrasto agli  abusi: occorre aprire uno spazio di riflessione politico su tutto questo”. 

Per approfondire

Leggi  qui l’ultimo couìmunicato stampa Fish sull’argomento

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VALUTAZIONE DELLE SCUOLE: INSERIRE ANCHE L’INCLUSIONE

Fonte www.superando.it – Era già stata sottolineata l’importanza del Decreto  del Presidente della Repubblica (DPR) 80/13, (Regolamento sul sistema  nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione) e torniamo a  ribadirlo poiché, per la prima volta in Italia, tale norma dovrà avviare  la valutazione della qualità del sistema di istruzione, sia tramite  l’autovalutazione, sia mediante la valutazione esterna delle singole  scuole.

A occuparsene dovranno essere l’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di  Formazione), l’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione,  Innovazione e Ricerca Educativa) e un nucleo di Ispettori Tecnici del  Ministero, che non si limiteranno a prendere in considerazione i soli  risultati del profitto – come avviene ad esempio con le prove INVALSI -,  ma che guarderanno anche ai processi di educazione e istruzione, nonché  alle risorse strutturali e operative di ogni singola classe e di ogni singola  scuola.

A tal proposito gli esperti formuleranno degli  indicatori che permetteranno di effettuare tale valutazione. Alla luce  di tutto ciò, le Associazioni che si occupano degli alunni con disabilità hanno  già chiesto al Ministero – tramite l’Osservatorio sull’Integrazione Scolastica*  – la formulazione di indicatori strutturali, di processo e di risultato,  concernenti l’inclusione scolastica degli stessi alunni con disabilità, tutti  criteri che devono entrare nel numero degli indicatori generali per la  valutazione del sistema di istruzione.

In tal senso, riteniamo anche opportuno – data l’importanza  dell’argomento – segnalare un recente volume che commenta il Regolamento  contenuto nel DPR 80/13, nel quadro più ampio della teoria generale della  valutazione, sia interna (Consigli di Classe, Collegio dei Docenti,  Dirigente Scolastico), che esterna (da parte delle famiglie e  degli Enti Locali).

Si tratta dell’Autovalutazione  di istituto di Giorgio Allulli, Fiorella Farinelli e Antonino Petrolino (Milano, Guerini e Associati, 2013), pubblicazione che può certamente essere  utile anche a far riflettere su come inserire in àmbito di valutazione  anche quella dell’inclusione riguardante sia gli alunni con disabilità, che  quelli con DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) o con altri BES (Bisogni  Educativi Speciali).

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5 PER MILLE: AL VIA LE ISCRIZIONI PER IL 2014

Fonte www.vita.it –  Inizia oggi 21 marzo, per tutti gli enti che ne hanno diritto, la  procedura di iscrizione al 5 per mille 2014. Le istruzioni sono state  pubblicate dall’Agenzia delle Entrate con la circolare  7/14, ma non sono diverse da quelle degli altri anni,  stabilite nel 2010 dal Dpcm del 23 aprile.

Una novità, a dire il vero c’è , ma riguarderà la  pubblicazione degli elenchi con i relativi importi destinati a ciascuna  organizzazione: quando avverrà (e ricordiamo che l’Agenzia è in ritardo  di due anni), ci troveremo quanti euro avranno ottenuto in totale anche  gli enti iscritti in più elenchi (volontariato e ricerca scientifica,  per esempio, come Airc), mentre fino a oggi per conoscere la raccolta  totale bisognava armarsi di calcolatrice e sommare.

L’Agenzia raccoglie così una delle indicazioni della  Corte dei Conti, anche se non è delle più stringenti.

Ma veniamo al calendario.

Come di consueto , il termine per presentare le domande  è fissato a fine aprile-inizio maggio, ma le date sono diverse a seconda della  tipologia di organizzazione. Per gli enti del volontariato e le associazioni  sportive dilettantistiche c’è tempo fino al 7 maggio per iscriversi online (il  software arriverà a breve), e fino al 30 giugno per inviare alla Direzione  regionale delle Entrate la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;  le associazioni sportive inviano la stessa dichiarazione alla sede  regionale del Coni. Gli enti della ricerca scientifica e per quelli  della ricerca sanitaria la deadline è invece il 30 aprile, con una avvertenza:  gli enti della ricerca sanitaria già iscritti per gli anni precedenti non devono  ripetere le procedure (quelli “nuovi” trovano le istruzioni in  questa sezione del sito del ministero della Salute), mentre quelli  della ricerca scientifica devono andare sul sito cinquepermille.miur.it  (previa iscrizione all’ANR – anagrafe nazionale delle ricerche).

Il 30 giugno è sempre il termine ultimo per inviare la  dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. C’è poi il  finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni  culturali e paesaggistici, regolato dal Ministero della cultura; le scadenze  sono diverse: il 31 maggio per l’istanza (forse prorogato al 3 giugno in quanto  il 31 cade di sabato, come giustamente nota qui Carlo Mazzini), e il 31 agosto  per la dichiarazione sostitutiva. Tutte ls informazioni si trovano qui.

Resta infine ferma, per tutte le organizzazioni che non  avessero assolto in tempo gli adempimenti richeisti, la possibilità di rientrare  negli elenchi (ovviamente se in possesso dei requisiti necessari) presentando i  documenti mancanti entro il 30 settembre e versando una sanzione di 258 euro con  modello F24.

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VIII° CONCORSO LETTERAIO FESTA DELLA MAMMA 2014

mammaAnche quest’anno l’Anffas si rivolge ai Dirigenti, Docenti ed agli alunni delle Scuole Medie inferiori di Corigliano Calabro, per portare avanti un’iniziativa culturale che, nel corso degli anni, ha registrato una partecipazione sempre più numerosa e qualificata.

Il Concorso è rivolto a tutti gli studenti che frequentano attualmente gli Istituti secondari di I° grado.

L’argomento da sviluppare è incentrato, come al solito, sulla figura della mamma. Il tema di questa 8^ edizione è il seguente: “Racconta la storia di una mamma esemplare, di cui hai sentito parlare in famiglia o attraverso i mezzi di comunicazione di massa”.

Appuntamento dunque per l’11 maggio 2014.

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AUSILI, LE FAMIGLIE DENUNCIANO GLI ABUSI NELLE ASL

Fonte www.redattoresociale.it –  “Vuoi la carrozzina? Rendici il deambulatore!”. Insomma, o  l’uno o l’altro, due ausili sono troppi. E’ quanto accaduto alcuni  giorni fa a un uomo con disabilità di Torino, ma è la drammatica scelta a cui  sono costrette tante persone disabili che si rivolgono alla propria  Asl.

Una scelta che, in realtà, non sono tenute a compiere,  ma che le Asl spesso impongono, per ignoranza della legge o per esigenze di  “spending review”, a chi si rivolga a loro per ottenere un ausilio.

Il caso di Lina Federci è particolarmente significativo: “Io  per mia figlia avevo le scarpe ortopediche:ogni anno la Asl mi faceva storie  perché dovevo fare l’aggiornamento dell’invalidità, visto che dalla diagnosi non  si evidenziavano problemi ortopedici. Alla visita per l’aggravamento, mi  chiedono: ‘Signora, perché ha chiesto la visita?’. Allora spiego che non mi  passano le scarpe e che devo chiedere anche la carrozzina. La risposta è  incredibile: ‘Signora, c’è un controsenso. Se ha bisogno della carrozzina, non  le servono le scarpe!’”.

Insomma, il messaggio della Asl è: “hai voluto la  carrozzina? Allora resta seduto”.

Per leggere l’articolo integrale clicca  qui

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Spending review, risparmi sulle pensioni di invalidità e sulle indennità

Fonte www.superabile.it Dopo l’allarme lanciato nei giorni scorsi dalla Fish e le parole del sottosegretario Delrio, è stata diffusa una tabella con le proposte del commissario Cottarelli al governo: si pensa a risparmi sulle pensioni di invalidità, di guerra e di reversibilità, oltre alle indennità di accompagnamento. La deputata Argentin (Pd): “Delrio mi ha assicurato che non saranno tagli, ma lotta agli abusi”

ROMA – “Il portavoce del sottosegretario Delrio mi ha confermato che il governo non toccherà le pensioni d’invalidità, ma ha in mente una battaglia ai falsi invalidi”: se l’intervista rilasciata dei giorni scorsi da Delrio a Quotidiano nazionale aveva ridestato l’allarme di Fish e delle famiglie delle persone disabili, oggi Ileana Argentin, deputata Pd, torna a rassicurare su quelle che dovrebbero essere le intenzioni concrete del governo. Intenzioni che proprio stamattina stanno circolando, nero su bianco, sui principali quotidiani nazionali, oltre che in rete.

E’ stata infatti diffusa una tabella che sintetizza “le proposte per la revisione della spesa 2014-2016” elaborate dal commissario Carlo Cottarelli, anticipate ieri dal quotidiano Il Tempo e finora non smentite. Tra le varie voci di risparmio previste, sotto la categoria “Riduzioni trasferimenti inefficienti”, compaiono la “Prova reddito per indennità accompagno e “Abusi pensioni di invalidità”: il risparmio previsto è per entrambi pari a zero per il 2014, mentre per il 2015 e il 2016 si prevede un rientro di 0,1 e 0,2 miliardi da entrambe le voci (per un risparmio complessivo di 0.6 miliardi in due anni). Sotto la categoria “spese settori”, compaiono invece sia la “Revisione pensioni di guerra (per un risparmio di 0,2 miliardi già nel 2014, e di 0,3 nel 2015 e 2016), sia le “Pensioni reversibilità” (nessun risparmio nel 2014 e 2015, ma con un rientro di 0,1 miliari nel 2016). Complessivamente, quindi, si parla di un rientro di spesa di 1,5 miliardi derivante da pensioni d’invalidità, indennità di accompagno, pensioni di guerra e reversibilità. A quanto pare, però, si tratterà di un taglio destinato soltanto agli “abusi”, secondo quanto riferito da Ileana Argentin. “Ho chiesto quali saranno i criteri per la ricerca dei falsi invalidi, perché questa non si trasformi in una caccia alle streghe – conclude Argentin – Me li faranno avere entro un paio di giorni”.