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DAI DECRETI SUL JOBS ACT POSITIVE NOVITÀ PER LE PERSONE CON DISABILITÀ

Un plauso all’approvazione definitiva in Consiglio dei Ministri dei decreti attuativi del Jobs Act. Le attese disposizioni in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità si avviano quindi verso la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

È un traguardo importante in funzione dell’aggiornamento di norme ormai datate e di adeguamento dei servizi di mediazione e di supporto all’inclusione lavorativa. Ma è anche un punto di partenza che prevede la determinante ulteriore regolamentazione e riorganizzazione dei servizi per l’impiego, un cambio di passo per tutti gli attori coinvolti.

Apprezzabile lo sforzo del Governo – in particolare del Ministero del Lavoro – nell’ascoltare in sede di redazione e, successivamente, di fare sintesi delle osservazioni, diverse e complementari, giunte dalle Commissioni parlamentari, dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni delle persone con disabilità che restituiscono un valore aggiunto alla norma.

Il testo che ne esce contiene anche alcune novità sulla chiamata nominativa (possibile solo con la mediazione dei servizi) e sul ruolo dei Comitati tecnici inizialmente soppressi, ma è comunque l’impianto complessivo, condiviso fin dall’esordio, ad essere confermato.

È mirato a evitare le elusioni, a favorire l’ingresso e la permanenza al lavoro, a potenziare il ruolo di mediazione dei servizi, a garantire una più forte attenzione alle disabilità con maggiori compromissioni funzionali, in particolare di natura intellettiva e psichica, a prevedere un rafforzamento degli incentivi alle aziende.

Va ripetuto: la normativa vigente aveva necessità di una “manutenzione straordinaria”: lo dicono i numeri e centinaia di migliaia di storie di vita, lo evidenzia il tasso di inoccupazione fra le persone con disabilità, la percentuale di “uscite” dal mondo del lavoro, i tassi di scopertura delle aliquote di riserva…

Siamo orgogliosi di aver partecipato produttivamente a questo percorso assieme ad altri anche se da angoli prospettici diversi. Il dialogo e il confronto – quando sono qualificati, volti al bene comune e concentrati sui contenuti reali – possono sortire esiti molto positivi. A partire da questa consapevolezza, continueremo a incalzare il Governo, nei nostri diversi ruoli di rappresentanza, per l’attuazione di politiche attive che garantiscano l’innalzamento costante della soglia dei diritti per i lavoratori, proprio a partire dalle persone con disabilità.

Prossima tappa: la definizione condivisa delle nuove Linee Guida per il collocamento mirato, previste proprio dal Decreto appena approvato, con una prioritaria attenzione alla tutela delle persone con più gravi disabilità ancora troppo spesso discriminate nell’inclusione lavorativa.

Questi sono i nostri prossimi obiettivi che, nella concretezza, consentiranno di misurare i passi in avanti del lungo cammino per una effettiva e completa realizzazione del diritto al lavoro delle persone con disabilità.

*Cui Anffas Onlus aderisce

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IN PRESENZA DI ALUNNI CON DISABILITÀ LA CLASSE NON PUÒ AVERE PIÙ DI 20 STUDENTI

Fonte www.edscuola.euLe classi iniziali delle scuole di ogni ordine e grado che accolgono studenti con disabilità devono essere costituite con non più di 20 alunni. Questo è quanto emerge dalla sentenza del Tar di Palermo dello scorso 22 luglio che ha anche ritenuto che tale limite debba estendersi a tutte le classi.

La vicenda

La sentenza dei giudici siciliani è l’epilogo di una vicenda che ha coinvolto un istituto superiore della provincia di Trapani. Presso tale scuola era stata costituita per l’anno scolastico 2014-2015 una sezione del primo anno con 29 alunni di cui 2 ragazzi con grave disabilità. Alcuni genitori, una volta constatata questa anomalia nella formazione delle classi, avevano chiesto al preside lo sdoppiamento della classe medesima. Non avendo ottenuto però il risultato sperato si erano rivolti al Tar chiedendo ai giudici l’annullamento del provvedimento di formazione delle classi. In particolare, i ricorrenti facevano notare la violazione di alcune norme di legge, tra cui il Dpr 81/2009 che impone, per l’appunto, in presenza di alunni con disabilità grave, di formare le prime classi con un numero massimo di 20 alunni.

A ciò i genitori dei ragazzi aggiungevano che nella classe di circa 47 mq sarebbero presenti oltre ai 29 ragazzi anche 1 docente curriculare e 2 docenti di sostegno per un totale di 32 persone, numero che va comunque a sforare il tetto di 26 persone per aula fissato dalla normativa di settore a tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro e recante misure antincendio.

Le motivazioni

Per i giudici palermitani non possono esserci dubbi al riguardo, dato che la normativa in materia di formazione delle classi non lascia spazio a diverse interpretazioni. Ai sensi del Dpr 81/2009 «le classi del primo anno di corso degli istituti e scuole di istruzione secondaria di II grado sono costituite, di norma, con non meno di 27 allievi» e non più di 20 in caso di presenza di alunni con disabilità.

Nulla è stabilito invece per le classi successive alla prima, ma per i giudici, una lettura improntata a parametri di logicità, in relazione alle esigenze di sicurezza e piena integrazione e apprendimento dei disabili, impone di ritenere che, in presenza di alunni con disabilità, il limite dei 20 alunni previsto per le classi iniziali debba considerarsi valido anche per le classi successive.

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IL PUNTO DI VISTA DELLE PERSONE CON DISABILITÀ È IMPORTANTE

Fonte comunicato stampa Inclusion Europe* – Nonostante l’elebaorazione di documenti come l’European Accessibility Act e la Non-Discrimination Directive, le organizzazioni e gli organismi dell’Unione Europea che rappresentano e difendono i diritti dei cittadini con disabilità fanno ancora troppo poco per coinvolgere le persone con disabilità stesse, in particolare con disabilità intellettiva, nei processi decisonali.

Inclusion Europe sta lavorando in tal senso, chiedendo per il futuro l’adozione di un codice di condotta che regoli le forme di consultazione e di coinvolgimento di tutte le persone con disabilità e delle loro organizzazioni rappresentative nel processo decisionale UE.

Secondo Inclusion Europe, quindi, partendo dal presupposti di base che l’opinione delle persone con disabilità è fondamentale per tutto ciò che riguarda la loro vita, l’UE dovrà concentrarsi sul rafforzamento delle capacità delle persone con disabilità in Europa e sull’approvazione di misure concrete che li forniscano di una più ampia gamma di strumenti e metodologie, puntando, ad esempio, sulla formazione specifica dei funzionari dell’UE sulle forme di consultazione realmente accessibili, sulla partecipazione degli auto-rappresentanti nei gruppi di lavoro e sulla produzione di materiali informativi accessibili.

*Cui Anffas Onlus aderisce

Il comunicato originale di Inclusion Europe (in lingua inglese) è qui disponibile

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NOVITÀ DAL COMITATO ONU PER I DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

Fonte www.e-include.eu – Inclusion Europe* rende noto che durante l’ultimo meeting del Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità del 27 e 28 agosto scorso, si è parlato di cosa l’europa sta facendo per i diritti delle persone con disabilità, soprattutto per ciò che riguarda la partecipazione alla vita politica, la capacità legale, il diritto alla vita indipendente e alla libera scelta.

In questo contesto è stato anche citato il progetto di Inclusion Europe, Choice, dedicato proprio alla libera scelta.

Inclusion Europe si augura che un riferimento a questi argomenti trattati sia inserito anche nelle Osservazioni Conclusive del meeting che dovrebbero essere pubblicate a settembre.

*Cui Anffas Onlus aderisce

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SU DISNEY CHANNEL UNA PUNTATA DEDICATA ALL’AUTISMO

Fonte www.west-info.eu – Per la prima volta Disney Channel metterà l’accento sull’autismo. Accadrà nel prossimo episodio di Girl Meets World, la nota serie che vede protagonista Riley Matthews, una ragazzina di 12 anni che deve affrontare i problemi e le difficoltà con la sua migliore amica Maya.

Nella puntata intitolata Girl Meets Farkle – in onda negli Stati Uniti l’11 settembre -, il personaggio Farkle Minkus si chiede se ha la sindrome di Asperger e nell’esplorare questa disabilità dello sviluppo riceverà sostegno dai suoi amici Riley e Maya. La fortunata serie TV è candidata agli Emmy Awards 2015, i premi sulla stagione televisiva americana che si assegnano ogni anno

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L’ONU SCEGLIE I NUOVI OBIETTIVI DEL MILLENNIO

Fonte www.superabile.it – Trasformare il mondo entro il 2030, migliorando la vita anche alle persone con disabilità. Sono ambiziosi gli intenti elaborati a livello internazionale dalle Nazioni Unite, che hanno messo a punto i nuovi Obiettivi di sviluppo sostenibile, che prenderanno il posto degli Obiettivi del Millennio, giunti ormai a scadenza (lanciati nel 2000 con scadenza 2015).

Ora sono stati elaborati 17 nuovi obiettivi dello sviluppo sostenibile: anche su questi si lavorerà per i prossimi 15 anni, fino al 2030. L’accordo fra gli Stati c’è già e sarà ratificato dai capi di Stato e di governo nel summit che si terrà a New York dal 25 al 27 settembre. Un vertice straordinario appositamente convocato, e prima del quale ci sarà anche l’annunciata visita di papa Francesco al Palazzo dell’Onu.

La nuova sfida globale è ampissima e su più fronti: si va dalla sconfitta totale della povertà fino a progressi nei campi dell’educazione, dell’accesso all’acqua e ai servizi igienici, della tutela dell’ambiente. I 17 obiettivi verranno monitorati attraverso 169 “indicatori” per verificare i progressi e i ritardi dei singoli Stati, che manterranno gli impegni solo su base volontaria. Per realizzare davvero gli ambiziosi target ci vorranno, secondo le stime degli esperti, una spesa tra i 3.300 e i 4.500 miliardi di dollari all’anno tra spese statali, investimenti e assistenza, una somma paragonabile al budget degli interi Stati Uniti.

Quali riferimenti ci sono alla disabilità fra i 17 obiettivi che segneranno i prossimi 15 anni? Alla disabilità viene fatto riferimento in particolare nelle parti relative alla formazione, alla crescita e occupazione, alla disuguaglianza, all’accessibilità degli insediamenti umani, nonché alla raccolta di dati e il monitoraggio del SDGs.

L’Obiettivo 4 riguarda l’istruzione inclusiva ed equa, con la promozione di opportunità di apprendimento per tutti lungo tutto il corso della vita: obiettivo è quello di eliminare le disparità di genere nell’istruzione e garantire la parità di accesso a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale per i più vulnerabili, comprese le persone con disabilità.

L’Obiettivo 8 punta a promuovere la crescita economica sostenuta, inclusiva e sostenibile, l’occupazione piena e produttiva e il lavoro dignitoso per tutti.

Di fatto la comunità internazionale si propone di raggiungere un’occupazione piena e produttiva e il lavoro dignitoso per tutte le donne e gli uomini, anche per le persone con disabilità, con parità di retribuzione per lavoro di pari valore.

Strettamente legato a questo è l’obiettivo 10, che si sforza di ridurre le disuguaglianze all’interno e tra i paesi, promuovendo l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, comprese le persone con disabilità.

L’Obiettivo 11 punta a rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri e sostenibili. Per realizzare questo obiettivo, gli Stati membri sono invitati a fornire accesso a sistemi di trasporto sicuri, accessibili, e sostenibili per tutti, a migliorare la sicurezza stradale, ad ampliare l’uso di mezzi pubblici, con particolare attenzione alle esigenze delle persone in situazioni vulnerabili, come le persone con disabilità. Inoltre, si prevede di fornire l’accesso a spazi di verde pubblico, anche a persone con disabilità.

L’Obiettivo 17 sottolinea che, al fine di rafforzare gli strumenti di attuazione e di rivitalizzare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile, è cruciale la raccolta di dati e il monitoraggio. Gli Stati membri sono così invitati a migliorare tale aspetto, con la precisione di garantire dati tempestivi, affidabili e di qualità, anche in modalità disaggregata rispetto alle disabilità.

4 settembre 2015

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5 PER MILLE 2013, I PRIMI PAGAMENTI ENTRO IL 10 SETTEMBRE

Fonte www.vita.it Arrivano le prime notizie certe sui pagamenti del 5 per mille 2013. Dopo l’allarme che vita.it aveva raccolto dalle associazioni, che quest’anno non avevano ancora visto arrivare i contributi (mentre l’anno scorso ad agosto erano già stati deliberati), il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali risponde e assicura: i primi bonifici partiranno entro il 10 settembre. Ma solo per le organizzazioni più «ricche».

La legge prevede infatti che a essere erogate per prime siano le somme più cospicue, cioè quelle che superano i 500mila euro; a seguire tutte le altre. In questo primo elenco degli enti più premiati figuano circa 40 organizzazioni (appartenenti all’elenco del volontariato, di competenza del Ministero del Lavoro), sui cui conti affluiranno quindi i contributi tra pochi giorni.

Per tutti gli altri aventi diritto, invece (circa 30mila) i tempi si allungano perché è necessario prima confrontare gli estremi di pagamento e assicurarsi che dopo un anno non siano cambiati. Un confronto elettronico tra gli Iban trasmessi dal’Agenzia delle Entrate, ricavati dalle dichiarazioni dei redditi 2013, e quelli già in possesso del Ministero, e quindi relativi all’anno precedente.

Qualche cambiamento – spiegano dal Ministero – è fisiologico, ma deve essere individuato prima di effettuare gli ordini di pagamento, onde evitare che gli stessi non vadano a buon fine. Una volta ultimata questa verifica, i 30mila bonifici residui potranno essere effettuati. Sui tempi tecnici dell’operazione in via Fornovo per ora non si sbilanciano