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IL COMITATO ITALIANO PARALIMPICO DIVENTA ENTE PUBBLICO

Fonte www.superabile.it – Nella seduta del 4 agosto u.s. il Senato ha approvato con 145 voti favorevoli e 97 contrari il DDL 1577B, recante Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle Pubbliche Amministrazioni, all’interno del quale l’art.8 prevedeva, in ragione delle specificità dello stesso, lo scorporo del Cip dal Coni ed il suo riconoscimento quale Ente autonomo di diritto pubblico.

Il provvedimento era stato licenziato dalla Commissione Affari costituzionali venerdì 31 luglio scorso.

Adesso, perché l’iter sia definitivamente compiuto, occorrerà attendere i necessari Decreti attuativi che daranno sostanza e piena operatività al riconoscimento.

“Esprimo tutta la mia soddisfazione per un momento epocale – ha detto Luca Pancalli appena appresa la notizia-, sognato da molti anni, rincorso con impegno e tenacia quotidiani: il riconoscimento del Cip quale Ente Pubblico, non è un passaggio solo formale, ma un atto politico sostanziale, di cui ringrazio sentitamente il Parlamento ed il Governo. E’ stata riconosciuta la dignità di un movimento che opera a vantaggio della collettività, che svolge una funzione di servizio sociale”.

E ha proseguito: “Oggi non si chiude un percorso, se ne apre uno: grazie a questa nuova veste giuridica, che ci equipara di fatto al Coni, sarà più agevole ed efficace l’interlocuzione del Comitato Italiano Paralimpico con pezzi dello Stato attivi nel comparto socio-sanitario e con la scuola, per dare impulso sull’intero territorio nazionale a progetti di promozione e avviamento alla pratica sportiva delle persone con disabilità. Senza dimenticare l’attività strettamente agonistica e le azioni a supporto degli atleti top level interessati dalla partecipazione ai Giochi Paralimpici, in primis, ed alle maggiori competizioni internazionali, ed il sostegno a tutte le Federazioni Sportive e Discipline Associate, gli Enti di Promozione e le Associazioni Benemerite riconosciute dal Cip”.

In conclusione, plaude ad una vera e propria svolta culturale del Paese, sancita da questo riconoscimento: “Da oggi, quello che era il sogno visionario del movimento paralimpico, quello della piena integrazione attraverso lo sport e delle pari opportunità per tutti le persone con disabilità, diventa presa di coscienza e istanza pubblica, un’assunzione di responsabilità collettiva”.

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L’AGRICOLTURA SOCIALE È LEGGE

Fonte comunicato stampa Fish* – La XIII Commissione Agricoltura della Camera ha definitivamente approvato le nuove “Disposizioni in materia di agricoltura sociale” (Atto della Camera 303).

Si tratta di una norma che riconosce il valore di buone prassi già funzionanti nel nostro Paese e che ne premia la responsabilità sociale verso lavoratori con disabilità o comunque svantaggiati.

La stessa definizione di “agricoltura sociale” sembra descrivere esperienze significative già in atto che vanno dall’inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e svantaggiati inseriti in progetti di riabilitazione sociale alle attività sociali di servizio per le comunità locali usando le risorse, materiali e immateriali, proprie dell’agricoltura. Ma vi sono ricordati anche i servizi “terapeutici” con l’ausilio di animali o la coltivazione delle piante ed infine l’educazione ambientale e alimentare rivolta a tutti, la salvaguardia della biodiversità animale (fattorie sociali e didattiche).

“È un ambito a cui ci piace riferirci perché è strettamente legato anche alla qualità dell’ambiente oltre che ad un’imprenditorialità moderna, sensibile e sostenibile. Una norma che apre strade e progettualità, ma soprattutto che riconosce valori ed esperienze.” commenta l’approvazione Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap.

Ora l’iniziativa passa alle Regioni, agli Enti locali e agli enti pubblici. Le Regioni, in particolare, nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale, potranno promuovere specifici programmi per la multifunzionalità delle imprese agricole, con particolare riguardo alle pratiche di progettazione integrata territoriale e allo sviluppo dell’agricoltura sociale. Chi gestisce mense scolastiche e ospedaliere potrà prevedere come criterio di priorità nelle forniture la provenienza dei prodotti da operatori di agricoltura sociale. Gli enti pubblici territoriali potranno dare in concessione, a titolo gratuito, anche agli operatori dell’agricoltura sociale i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata.

“Vista l’attenzione alle persone con disabilità faremo il possibile per promuovere la diffusione concreta della nuova norma. È una risorsa in più che vogliamo sia valorizzata in funzione dell’inclusione sociale.”

*Cui Anffas Onlus aderisce

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GERMANIA: CAMPIONI DEL CALCIO INSIEME AI RAGAZZI CON DISABILITÀ, LO SPORT SENZA CONFINI

Fonte – www.repubblica.it .- “Fussball kennt keine Grenzen”. Il calcio non ha confini. A Regensburg, città a nord di Monaco di Baviera, ci credono e hanno deciso di dimostrarlo coi fatti fondando una squadra di calcio che sul campo incrocia i propri tacchetti contro l’avversario più duro: la disabilità. Così nel 2012 Stefan Plötz e Ben Rückerl, due sociopedagogisti con la passione per il football, hanno dato vita al Team Bananenflanke per offrire ai ragazzi con disabilità intellettive, in età compresa tra i 10 e i 27 anni, di fare ciò che da sempre potevano solo osservare: giocare a pallone. Il nome della società è stato ispirato da Manfred Kaltz, ex giocatore dell’Amburgo e della nazionale tedesca, i cui cross (flanke in tedesco) assumevano una traiettoria simile a quella di una banana.

Un progetto che in pochi anni ha riscosso un grande successo al punto da spingere i due fondatori a dare vita alla Bananenflanke Liga (BFL): un campionato che prova a somigliare il più possibile alla Bundesliga. Per riuscirci ed essere presi sempre più sul serio Plötz e Rückerl hanno deciso di organizzare la Lega come una professionistica. Ai ragazzi, 40 in tutto che sono stati divisi in 4 squadre, è stato fatto sottoscrivere un contratto, richiesto di presentarsi nelle conferenza stampa pre e post gara, di rilasciare interviste ai media e di essere testimonial in eventi fotografici che possano servire a pubblicizzare il campionato.

Per leggere l’articolo integrale sul sito di La Repubblica clicca qui.

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AUTISMO ED EPILESSIA, PIÙ CONSEGUENZE PER LE BAMBINE

Fonte www.west-info.eu L’incidenza dell’autismo è quattro volte superiore nei maschi rispetto alle femmine, ma queste ultime hanno un rischio maggiore di resistenza ai farmaci contro l’epilessia, patologia che colpisce circa un terzo di tutte le persone con autismo. Lo studio, pubblicato su Autism Research e condotto dal Medical Center della New York University, ha preso in esame 130 bambini e adolescenti a cui era stato diagnosticato prima il disturbo dello spettro autistico e successivamente l’epilessia. I ricercatori sottolineano come sia necessario prestare una maggiore attenzione alle bambine e alle giovani donne; in particolare, i medici sono chiamati ad effettuare esami specifici e a testare diversi farmaci per trovare quello più efficace.

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“HEAR YOUR VOICES”: APPUNTAMENTO AD OTTOBRE 2015

Fonte Inclusion Europe – Si svolgerà a Madrid, dal 2 al 4 ottobre p.v., “Hear our Voices”, la conferenza europea organizzata da Inclusion Europe – cui Anffas Onlus aderisce – con la collaborazione di Feaps e dedicata alla promozione della Self-Advocacy.

Alla conferenza, infatti, prenderanno parte centinaia di persone del mondo della disabilità e di self-advocates che discuteranno di diritti, discriminazioni e dell’importanza di divenire self-advocates, figura indispensabile per tutte le persone con disabilità intellettiva e per il loro futuro.

Tutti possono partecipare alla conferenza e una grande partecipazione è proprio l’auspicio dell’EPSA, la Piattaforma Europea dei Self-Adocates, di Inclusion Europe e di Feaps.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito dedicato, in lingua inglese e spagnola, cliccando qui

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QUANTO COSTERÀ L’AUTISMO NEI PROSSIMI ANNI?

Fonte www.west-info.euSi prevedono cifre da capogiro per l’assistenza e la cura degli americani con autismo: secondo un recente studio dell’Università della California, infatti, solo nel 2015 sono stimati in 268 miliardi di dollari (circa €244mld) i costi per servizi medici, assistenza residenziale e a domicilio, educazione speciale, trasporto, sostegno all’occupazione, etc. per le persone con questo disturbo neuro-psichiatrico.

Una somma che per i ricercatori è destinata ad aumentare sensibilmente nei prossimi anni, tanto da arrivare a $461 miliardi (€505mld) entro il 2025, superando così la spesa per diabete e disturbo da deficit di attenzione/iperattività.

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TAGLI ALLA SANITÀ: TIMORI PER LE PERSONE CON DISABILITÀ

Votando la fiducia al decreto sugli enti locali (DDL 1977) il Senato ha confermato un taglio alla sanità di 2,3 miliardi di euro annui, un risparmio per le casse dello Stato che dovrebbe arrivare da una serie di misure definite di razionalizzazione.

I settori al centro degli interventi sono l’acquisto di beni e servizi, ed in particolare i dispositivi medici, la spesa farmaceutica, ma anche le prestazioni di specialistica ambulatoriale e i ricoveri per riabilitazione. Tutti aspetti che incidono sulla qualità della vita delle persone. E diviene centrale la cosiddetta “appropriatezza” delle prestazioni – su cui seguirà un ulteriore intervento – che parte dalla convinzione che parte degli “sprechi” derivino da prescrizioni sovradimensionate o improprie.

Pesanti anche gli interventi nel settore dei dispositivi medici fra i quali rientrano anche gli ausili, e protesi, le ortesi e, ad esempio i prodotti per l’incontinenza o per le persone enterourostomizzate.

Tutte le spese connesse, secondo la nuova norma in attesa di conferma alla Camera, dovranno essere compresse.

“Temiamo fortemente che tale riduzione si riverberi anche sulla qualità e quantità di prodotti (ad esempio prodotti monouso) assegnati ai Cittadini e che aumenti ancora la partecipazione alla spesa da parte delle persone con disabilità per i servizi di riabilitazione. La misura, che di fatto è un taglio lineare, non prevede sufficienti garanzie per i Cittadini.” sottolinea Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap*, che prosegue: “Che nell’ambito sanitario si annidino sprechi lo sappiamo bene da fruitori attenti di quei servizi. Ci è più che noto anche come l’erogazione dei servizi sanitari sia la nuova frontiera del malaffare. Ma la salute, la cura, la riabilitazione, la diagnosi precoce sono anche un diritto umano delle persone, diritto ancor più pregnante per la qualità della vita delle persone con disabilità.”

In questo contesto di tagli e vincoli ci si chiede anche quale sarà la sorte della riabilitazione intesa come servizi e come adeguata fornitura di protesi, ortesi e ausili, il cui elenco risale al 1999 e i cui tempi di aggiornamento sono ancora un’incognita.

“Le nostre riserve non sono marginali. Riguardano innanzitutto la libertà di scelta dei prodotti messa a rischio da vincoli rigidi sulle gare laddove invece sono evidenti elevate necessità di personalizzazione. Riguardano la partecipazione alla spesa da parte delle persone per i servizi di riabilitazione (o anche quelli di valenza sociosanitaria). Riguardano il mancato coinvolgimento di nuove e competenti professionalità, non necessariamente medici specialisti, nella prescrizione di prodotti per l’autonomia. Riguardano il vero contrasto all’inappropriatezza delle prescrizioni che si conduce prima di tutto culturalmente. Se a questo si aggiunge la rinnovata volontà di contenere la spesa in modo lineare su prodotti e servizi, il rischio concreto è che l’intero ambito della riabilitazione, e quindi della salute, sia destinato a peggiorare ulteriormente in qualità, quantità, efficacia ed efficienza.”

Ma l’espressione della contrarietà è rafforzata da FISH anche da un’altra convinzione: “Le persone con disabilità e i loro familiari sono, fra i portatori di interesse, quelli che meglio di molti altri potrebbero fornire indicazioni e informazioni utili a migliorare la qualità del servizio sanitario – in particolare nell’ambito della riabilitazione – e, al contempo, riportare le reali origini degli sprechi e delle diseconomie. Riteniamo che se non si ascoltano direttamente e con attenzione i Cittadini e le loro esperienze dirette, il sistema sanitario non muterà mai la ‘cultura’ su cui si regge. Diminuirà forzosamente la spesa, ma la qualità dei servizi sarà ancora più bassa. Il vero Patto della salute lo si fa con i Cittadini.”

Coinvolgimento delle persone con disabilità, dunque. A partire dal decreto che fisserà i criteri di appropriatezza dirimenti anche nel condizionare la partecipazione alla spesa da parte dei Cittadini. Su tutto ciò FISH ha già formulato idee e proposte sostenibili al momento inascoltate.

*Cui Anffas Onlus aderisce