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VIOLENZA DI GENERE, UNA GUIDA PER LE DONNE CON DISABILITÀ

Fonte www.vita.it – Una guida preventiva sulla violenza di genere per le donne con disabilità. L’ha elaborata Human Rights Watch in vista della Giornata internazionale della donna, l’8 marzo.

Tutti i governi, sostiene Human Rights Watch, dovrebbero garantire che le donne e le ragazze con disabilità siano incluse nei programmi dedicati alla prevenzione della violenza di genere. Le donne e le ragazze con disabilità sono maggiormente a rischio violenza di genere nelle loro case, nelle scuole e sono spesso escluse dai programmi di prevenzione, dai servizi di supporto, e accesso alla giustizia a causa degli stereotipi sulla loro sessualità, le barriere fisiche, quelle di comunicazione e la mancanza di materiali informati accessibili.

La guida mostra come riconoscere, prevenire e ottenere protezione, e spiega come ricevere assistenza legale, medica e psicologica.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il 35% delle donne abbia subito degli atti di violenza. Donne e bambini con disabilità sono sproporzionatamente vulnerabili alla violenza. Le persone con disabilità sono più esposte al rischio di essere vittime di abuso fisico, abuso sessuale e stupro. Affrontano molteplici forme di discriminazione che li rende più isolate, emarginate e vulnerabili alle violenze.

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APPELLO DELL’EDF PER LA PARITÀ DI GENERE

Fonte www.edf-feph.org – In occasione della Giornata internazionale della donna, l’European Disability Forum ha chiesto uguaglianza e piena inclusione delle donne e delle ragazze con disabilità in tutte le azioni che l’Unione europea e i suoi Stati membri stanno intraprendendo.

L’appello cade in un anno speciale: nel 2015 infatti ricorre il 20° anniversario della Piattaforma d’azione di Pechino che mira a portare alla luce le disuguaglianze strutturali e le violazioni dei diritti umani affrontati da tutte le donne e le ragazze, e di preparare il terreno per azioni concrete per realizzare la parità di genere

Per maggiori informazioni consulta il sito dell’EDF (in lingua inglese) cliccando qui

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EXTRACOMUNITARI E PROVVIDENZE PER CECITÀ: NUOVA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE

Fonte www.handylex.org – Per l’ennesima volta la Corte Costituzionale è tornata sulla annosa questione delle provvidenze assistenziali, correlate alla disabilità, da corrispondere ai cittadini extracomunitari.

Lo ha fatto con la Sentenza n. 22 del 27 gennaio 2015, n. 22 (depositata il 27 febbraio) confermando, ancora una volta, i precedenti pronunciamenti sulla materia: sono illegittime le disposizioni che condizionano la concessione di quelle provvidenze alla titolarità del permesso di soggiorno di lunga durata. Già la Corte si era pronunciata sull’indennità di frequenza, indennità di accompagnamento, pensione agli invalidi civili totali e all’assegno mensile agli invalidi parziali.

Ora, in modo sovrapponibile, si pronuncia anche sulla pensione e sull’indennità speciale riconosciute ai ciechi parziali.

Merita di essere ricostruita l’intera vicenda per meglio comprenderne i risvolti: l’articolo di HandyLex è disponibile a questo link

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CARO RENZI, SUL 5 PER MILLE NESSUN TRUCCO, PER FAVORE

Fonte www.vita.it – Si sono incontrati il 4 marzo u.s. presso la redazione di Vita i rappresentanti delle oltre 60 organizzazioni* di primo e secondo livello del Comitato editoriale, in rappresentanza di circa 50 mila sedi territoriali, per discutere di 5 per mille, Riforma del Terzo settore, donazioni, giochi d’azzardo legali.

A proposito di 5 per mille i rappresentanti delle organizzazioni hanno sottolineato come a fronte della soddisfazione di fronte al primo anno, da 9 anni in qua, in cui il 5 per mille non aveva turbative di regolamento né problemi di copertura economica, l’amara sorpresa di fronte agli annunci sulla Buona Scuola e sul conseguente Ddl che, almeno stante alle bozze circolate e agli annunci del Premier, prevedono all’art 28 il 5 per mille alle “istituzioni scolastiche statali” che aggiungeranno così circa 40mila scuole statali alla platea già affollata di altri 40mila mila soggetti non profit più i servizi sociali degli 8000 Comuni.

Insomma, l’ennesimo coup de théâtre o gioco delle tre carte per cui il Governo alza il tetto previsto a copertura della norma ma ti raddoppio la platea. Anzi, se così dovesse davvero andare, la gran parte della platea saranno così soggetti pubblici (Comuni e istruzione statale) che già finanziamo con la fiscalità generale! Perché questa scelta che contraddice quanto lo stesso Renzi ebbe a dire proprio nella sede di Vita e alle Organizzazioni del Comitato editoriale nel maggio scorso? (vedi storify dell’incontro)

Per questo tutti i rappresentanti del non profit hanno chiesto al Premier un ripensamento sottolineando come già nell’8 per mille destinato allo Stato abbia tra le sue priorità interventi sull’edilizia scolastica, interventi su cui del resto non si sa, dopo 2 anni e mezzo né l’ammontare né la finalizzazione. Se il 5 per mille per gli istituti scolastici fosse confermato come scritto nella bozza del Ddl sarebbe l’ennesima umiliazione per il Terzo settore e l’ennesimo inganno agi contribuenti su cui si scaricherebbe la confusione normativa.

A proposito della Riforma del Terzo settore ancora in discussione in Commissione Affari sociali della Camera i rappresentanti delle organizzazioni hanno chiesto che non si spengano, come invece pare, le parti più innovative contenute nel Disegno di legge delega scritto dal Governo.

A parere del mondo non profit il provvedimento si sta trasformando (visti i testi degli articoli 1,2,3,5 già licenziati) da un disegno riformatore con una visione di futuro a un disegno troppo corporativo e conservativo. Il messaggio ai Parlamentari è quello di far presto (sono quasi sei mesi di discussione in Commissione!) e ad essere più coraggiosi investendo sull’innovazione e sulla capacità di aprire scenari nuovi non limitandosi a un pur necessario disegno di razionalizzazione e di semplificazione.

*Tra cui anche Anffas Onlus

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RIFORMA DEL TERZO SETTORE: APPROVATI GLI ARTICOLI 2 E 3

Fonte www.vita.it – Proseguono alla Camera i lavori per la Riforma del Terzo Settore. La Commissione XII Affari Sociali della Camera ha approvato anche il secondo e terzo articolo del disegno di Legge Delega per la Riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale.

La Legge Delega ora ha tutti gli articoli.

Rimangono cinque emendamenti, inerenti alla reintroduzione dell’Agenzia del Terzo Settore che verranno ridiscussi nei prossimi giorni.

Il primo a commentare la notizia è il Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore* Pietro Barbieri: leggi qui le dichiarazioni.

*Cui Anffas Onlus aderisce

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VITA INDIPENDENTE, AL VIA LA SPERIMENTAZIONE

Fonte www.personecondisabilita.it Investire e promuovere la vita indipendente per le persone con disabilità. Con un decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali pubblicato lo scorso ottobre, il Governo ha dato un importante segnale a favore dei progetti di vita indipendente mettendo a disposizione dieci milioni di euro. In Lombardia verranno finanziari 12 ambiti territoriali, ciascuno dei quali può ricevere un massimo di 100mila euro.

L’elemento interessante è il fatto che per la prima volta dal ministero arriva un riconoscimento esplicito del ruolo dei Ctvai (Centri territoriali per la vita autonoma e indipendente) il cui compito è quello di fornire un supporto alla stesura dei progetti di vita indipendente. Il decreto stabilisce che l’85% delle risorse deve essere destinato alla realizzazione di progetti di vita indipendente, per pagare l’assistenza e le spese per l’adeguamento dell’abitazione. Mentre il restante 15% delle risorse può esser utilizzato per coinvolgere le professionalità sviluppate negli ultimi anni dai Ctvai, in modo da avere un supporto nella progettazione.

“Questa ripartizione permette di valorizzare le competenze e le professionalità maturate nel corso degli anni dai Ctvai – commenta Marco Rasconi, presidente di LEDHA Milano e coordinatore del Centro progetto di vita di LEDHA -. Noi ci mettiamo a disposizione delle persone con disabilità per supportare l’elaborazione di progetti di vita il più possibile adatti alle esigenze di ciascuno”.

Nello specifico, gli operatori del Centro progetto di vita mettono a disposizione l’esperienza maturata dal 2008 a oggi, per progettare modalità di formazione e informazione, elaborare analisi, supervisionare la casistica per favorire lo sviluppo di una cultura che metta al centro la vita indipendente. “Il nostro obiettivo è che questi progetti di vita entrino a sistema il più presto – conclude Marco Rasconi – per le persone con disabilità motorie, sensitive e cognitive”.

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PERCHÉ SOSTENIAMO QUELLA PROPOSTA DI LEGGE

Fonte www.superando.it – Ho letto con piacere nel testo di Michela Giangualano (a nome del Movimento Sostegno Doc), pubblicato il 26 febbraio scorso da «Superando.it» [“Le luci e le ombre di quella Proposta di Legge”, N.d.R.], che finalmente i giudizi inizialmente del tutto negativi sulla Proposta di Legge C-2444 (Norme per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con altri bisogni educativi speciali), sostenuta dalla FISH** (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dalla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità), cominciano a farsi positivi, con apprezzamenti per la logica strutturale del testo normativo.

Rimane però il dissenso del Movimento Sostegno Doc sugli appositi ruoli di sostegno, perché essi separerebbero pericolosamente tali carriere da quelle degli insegnanti curricolari e si continua a insistere in tal senso, affinché rimanga la possibilità del doppio insegnamento curricolare e per il sostegno. Se tuttavia si rilegge con attenzione la relazione illustrativa della Proposta di Legge, si comprende perché per noi i ruoli appositi di sostegno sono un aspetto caratterizzante l’impostazione del testo. In sostanza vorremmo che i docenti per il sostegno – pur avendo una preparazione universitaria legata all’insegnamento – si caratterizzassero per l’acquisizione di competenze nelle didattiche inclusive e nelle strategie per realizzarle con i diversi alunni con diverse disabilità.

Si obietta che in tal modo i docenti per il sostegno sarebbero maggiormente emarginati dai colleghi curricolari. Noi invece pensiamo di no; infatti, non avendo competenze nell’insegnamento delle singole discipline curricolari, il loro ruolo diverrebbe indispensabile per i colleghi curricolari che non potrebbero più delegar loro l’insegnamento delle singole discipline; anzi, avrebbero bisogno della loro consulenza, per sapere come trasmettere i contenuti delle stesse discipline ai diversi alunni, poiché solo i docenti per il sostegno hanno competenze specifiche nelle didattiche speciali.

Ovviamente anche i docenti curricolari dovrebbero avere una formazione iniziale e obbligatoria in servizio circa le didattiche inclusive, quel tanto che bastasse a poter dialogare con i colleghi specializzati. Infatti, riemerge nella nostra Proposta di Legge il fatto originario dell’inclusione e cioè che i docenti curricolari sono docenti anche e in primo luogo degli alunni con disabilità, la cui presenza fa ridurre il numero massimo degli alunni in classe, proprio essendo gli stessi i docenti delle singole discipline, mediati dalla consulenza strategica dei colleghi specializzati.

Anche fino a quando (fino cioè alla Legge 128/13) i docenti per il sostegno venivano assegnati nelle scuole superiori per aree disciplinari, c’era la falsa illusione che essi potessero meglio insegnare le discipline curricolari agli alunni con disabilità.

Se però si guardava all’insieme delle discipline contenute nelle singole aree, il loro numero e diversità erano tali che raramente accadeva che un alunno con disabilità, ad esempio in un Istituto Tecnico Commerciale, avesse un docente specializzato scelto nell’area tecnologica, di diritto ed economia; in quell’area, infatti, c’erano oltre cento tipologie di discipline (informatica, tecnologie multimediali ecc.), che rendevano assai scarse le probabilità che all’alunno capitasse il docente richiesto in quella disciplina.

E per le altre? Lasciamo dunque che l’insegnamento delle discipline curricolari torni definitivamente ai docenti curricolari anche per gli alunni con disabilità e che quelli specializzati per il sostegno continuino ad approfondire, attraverso l’aggiornamento permanente obbligatorio in servizio, i bisogni e le strategie sempre più specifiche per ciascun alunno con disabilità.

Quanto alla possibile “emarginazione in classe”, i docenti per il sostegno dovrebbero ricordare a tutti che essi sono contitolari della classe e che giudicano tutti gli alunni (Legge 104/92, articolo 13, comma 6 e Ordinanza Ministeriale 90/01, articolo 11, comma 10 e articolo 15). Solo che l’oggetto della loro valutazione è assai diverso da quella dei colleghi curricolari. Mentre infatti questi ultimi valutano il profitto nelle rispettive discipline (DPR 122/09, articolo 9), i colleghi specializzati valutano il livello inclusivo raggiunto da ciascun alunno (DPR 122/09, articoli 2, 4 e 6).

Scommettiamo che da quando partirà il nuovo sistema, nel giro di pochi anni i “profeti di sventura” dovranno ricredersi? Con i ruoli appositi di sostegno, inoltre, si garantirà una maggiore continuità didattica almeno per il sostegno e non mi pare sia cosa da poco.

*Presidente nazionale del Comitato dei Garanti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), della quale è stato vicepresidente nazionale.

**Cui Anffas Onlus aderisce