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ISEE: CHIARIMENTI DA INPS E MINISTERO DEL LAVORO

Fonte www.handylex.org e www.lavoro.gov.it – Il 5 maggio scorso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e l’INPS hanno diramato un documento che intende fornire le risposte alle domande più frequenti in materia di applicazione delle più recenti disposizioni sull’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente.

I quesiti sono stati raccolti dalla Consulta nazionale dei CAF (Centri di Assistenza Fiscale) che rappresentano il riferimento principale per milioni di cittadini nella redazione della DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) alla base del calcolo dell’ISEE.

Nel quadro generale delle competenze, sinteticamente: il Ministero fisse le regole amministrative; i CAF, sulla base di moduli approvati dal Ministero, inseriscono i dati richiesti nel sistema informatico dell’INPS; quest’ultimo produce la dichiarazione ISEE estraendo dai propri database e da quelli dell’Agenzia delle entrate i dati già disponibili (esempio prestazioni assistenziali come l’indennità di accompagnamento o la pensione). Inoltre l’INPS, in accordo con l’Agenzia delle entrate, effettua controlli sulle dichiarazioni reddituali e patrimoniali (vero elemento di forza del nuovo ISEE).

Le FAQ sono qui disponibili

Per approfondire

Leggi l’ultimo commento di Anffas Onlus sul nuovo ISEE

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Turismo accessibile per disabili, bambini e anziani: lettera a Franceschini

Fonte www.superabile.it. L’Aitr scrive al ministro per i Beni culturali e il turismo: 15 le richieste tra cui centri di prenotazione preparati, agevolazioni fiscali a chi abbatte le barriere, adeguamento della cartellonistica, delle teche e dei percorsi nei musei e nelle aree monumentali ed archeologiche.

MILANO – Centri di prenotazione preparati, agevolazioni fiscali a chi abbatte barriere architettoniche, adeguamento della cartellonistica, delle teche e dei percorsi nei musei e nelle aree monumentali ed archeologiche. Queste sono tre delle 15 richieste che l’Associazione italiana turismo responsabile (Aitr) ha consegnato a Dario Franceschini, ministro per i Beni culturali e il Turismo, perché la filiera turistica nazionale sia effettivamente accessibile a tutti: persone con disabilità, anziani, bambini, malati. I 15 punti/richieste sono “a nostro avviso strategici e ci auguriamo che, al di là di quello sinora fatto, molto e di più si possa ancora realizzare, per costruire un asse strategico nazionale del settore turistico”, scrivono Maurizio Davolio, presidente, e Alessandro Napoli, referente tavolo per l’accessibilità di Aitr, a cui aderiscono un centinaio di realtà (tour operator, cooperative, fondazioni, associazioni) che si occupano di turismo.

Secondo l’Aitr è fondamentale “sostenere e valorizzare centri di prenotazione e comunicazione online e off line che promuovono e curano l’accessibilità nella filiera turistica”. Inoltre bisogna prevedere agevolazioni fiscali per quegli operatori turistici che decidono di rendere accessibili strutture e attività turistiche. Anche gli enti pubblici, gli enti locali e lo Stato devono fare la loro parte: innanzitutto adeguando “la cartellonistica nei musei e nelle attrattive monumentali dello Stato per l’effettiva fruizione da parte di tutti con la definizione di standard per la loro intelleggibilità (uso del codice braille, adeguamento dell’illuminazione, utilizzo di superfici non riflettenti, impiego di caratteri ingranditi e a contrasto…). Inoltre devono “adeguare musei, monumenti e aree archeologiche con la definizione degli standard di altezza per l’allocazione di teche ed opere esposte, per la fruizione di bambini e persone in carrozzina, e l’adeguamento di strumentazione e percorsi di fruizione per disabili sensoriali delle vista e dell’udito”. Nel documento Aitr propone anche che a livello locale siano creati referenti, commissioni e coordinamenti che si occupino di accessibilità delle strutture turistiche. E che siano poi verificati gli adeguanti annunciati.

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L’INGHILTERRA SI INTERROGA SULLE MORTI PREMATURE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

Fonte www.superabile.itNel Regno Unito, il 22% delle persone con disabilità intellettive aveva meno di 50 anni al momento della morte, contro il 9% dei decessi che riguardano la rimanente parte di cittadini: una realtà resa visibile dall’ultimo rapporto pubblicato dal Governo inglese che, seguendo l’esempio dell’associazione Mencap, ha approfondito lo scottante tema delle morti premature di chi ha una disabilità, specialmente intellettiva.

La ricerca rileva che le ragioni sono probabilmente da ricercare nelle difficoltà ad individuare le esigenze specifiche di questa speciale categoria di pazienti e il relativo trattamento appropriato. Il rapporto indica, inoltre, che persistono disuguaglianze nell’assistenza sanitaria assolutamente da eliminare, secondo il Ministero della salute, per abbassare il tasso di mortalità di chi ha un handicap di questo tipo.

Il rapporto (in lingua inglese) è qui disponibile

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STESSO SFONDO, STESSA SEDIA, 21 SCATTI SULLA SINDROME DI DOWN

Fonte www.west-info.euPrima di tutto, io sono. Si intitola così la raccolta fotografica dell’islandese Sigga Ella che ha messo al centro del suo obiettivo l’unicità dell’essere umano al di là della Sindrome di Down.

21 scatti individuali, deliberatamente sulla stessa sedia e con lo stesso sfondo per far sì che lo sguardo del pubblico si concentri esclusivamente sulla persona e le sue peculiarità. Chi giovane, chi adulto. Chi timido, chi esuberante.

“Ciascuno è una persona originale, non assimilabile agli altri solo per il numero dei suoi cromosomi” taglia corto la fotografa. Un progetto nato nella mente di Ella dopo l’ascolto di un programma radiofonico in cui si dibatteva della scelta etica di abortire oppure no un figlio con Trisomia. “Avevo una zia adorabile con la Sindrome di Down. Non riuscirei a pensare alla sparizione della Sindrome e di persone come lei”.

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FORUM TERZO SETTORE: “PIÙ RISORSE PER IL FONDO SOCIALE REGIONALE”

Fonte www.personecondisabilita.itAnche quest’anno la prima stesura del Bilancio della Regione Lombardia prevede una riduzione delle risorse destinate al Fondo Sociale Regionale. L’anno scorso, sempre a seguito delle proteste e richieste delle organizzazioni del terzo settore e della società civile lombarda, il Fondo Sociale Regionale aveva una dotazione di 70 milioni di euro, analogamente a quanto previsto dal 2011.

“Quest’anno il Bilancio di Regione Lombardia prevede di ridurre questo fondo a 52 milioni di euro con un taglio di 18 milioni rispetto all’anno scorso”, denuncia il Forum Terzo Settore* Lombardia, che chiede al Consiglio Regionale di innalzare le risorse a disposizione del Fondo Sociale Regionale 2015 almeno a 70 milioni di euro. E di prevedere, per il triennio 2016-2018 una dotazione minima di 100 milioni di euro “in modo da evitare di ritrovarsi ogni anno in questa deprecabile situazione”.

Una richiesta condivisa da LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità, che già alcuni mesi fa, aveva inviato a Regione Lombardia un documento sulla Vita indipendente in cui chiede di garantire una dotazione di almeno 70 milioni di euro per il Fondo Sociale Regionale e l’istituzione di un Fondo regionale per la non autosufficienza, con una dotazione minima di 10 milioni di euro. In anni di crisi e di minori trasferimenti da parte del Governo, le risorse del Fondo Sociale Regionale sono essenziali per i Comuni. Risorse che permettono di contribuire al pagamento delle rette dei servizi socio-assistenziali e sociosanitari e per promuovere i progetti sociali in favore dei bambini, delle persone anziane, delle persone con disabilità così come verso le tantissime persone che vivono situazioni di fragilità, aggravate dalla crisi economica e del lavoro.

I 52 milioni di euro messi a bilancio rappresentano una cifra modesta, che interviene su bilanci comunali già duramente messi alla prova dalla crisi delle finanze pubbliche che attanaglia il nostro Paese e gli enti locali in particolare. Senza questa risorse, i Comuni si troveranno nella necessità di rinunciare ad alcuni fra questi interventi, in un momento in cui avrebbero invece bisogno di maggiori risorse per promuovere la qualità della vita, l’inclusione sociale e la partecipazione attiva delle tante persone che oggi sono a rischio di discriminazione e esclusione.

“Siamo sconcertati di trovarci anche quest’anno in questa medesima situazione, proprio nel momento in cui i Comuni stanno concludendo la programmazione dei Piani di Zona sociali per il prossimo triennio – si legge nel comunicato diffuso dal Forum Terzo Settore Lombardia -. Siamo sconcertati di trovarci in questa medesima situazione, nel momento in cui sono in discussione i progetti di riforma del sistema sanitario e sociosanitario, tutti accomunati dall’intenzione di promuovere l’integrazione sociosanitaria e interventi di carattere territoriale”.

*Cui Anffas Onlus aderisce

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L’EDF* INCONTRA IL COMMISSARIO EUROPEO THYSSEN

Fonte www.edf-feph.org – L’EDF e il Belgian Disability Forum hanno incontrato il Commissario Europeo per il lavoro e le politiche sociali Marianne Thyssen per discutere, tra le altre cose, anche delle responsabilità dell’UE nei confronti delle persone con disabilità, in particolare della responsabilità necessaria per intraprendere azioni volte a promuovere la loro piena inclusione.

Durante l’incontro EDF e BDF hanno anche evidenziato l’importanza dell’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) da parte dell’Unione europea, chiedendo meccanismi solidi per il raggiungimento di tale obiettivo, anche attraverso un sostegno finanziario e politico.

Altra tematica affrontata è stata l’adozione dello European Accessibility Act, atto europeo sull’accessibilità.

La promessa di beni e servizi accessibili alle persone con disabilità è stata ritardata per troppo tempo. Esortiamo la Commissione a fare dello European Accessibility Act una priorità, e, soprattutto, di consultare le persone con disabilità sul testo legislativo. Fino ad ora non sono stati consultati persone con disabilità: questo è in conflitto diretto con la CRPD “, ha detto il presidente EDF, Yannis Vardakastanis

Per approfondire è possibile consultare il sito dell’EDF (in lingua inglese) cliccando qui

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TRE MOTIVI CHE ESCLUDONO LE PERSONE CON AUTISMO DAL MONDO DEL LAVORO

Fonte www.west-info.euCome dimostra un’approfondita indagine dell’A. J. Drexel Autism Institute. Secondo la quale, ad esempio, solo il 58% dei ventenni col disturbo viene assunto una volta terminati gli studi.

Rispetto al 74% dei giovani con altre disabilità intellettive, al 91% di quelli con disturbi del linguaggio e dell’emotività, al 95% dei ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento.

Tre le principali cause. Innanzitutto, il fatto che il mercato del lavoro è caratterizzato sempre più da un’offerta nel campo dei servizi, lavori che richiedono una predisposizione all’interazione e che sono più difficili per una persona con autismo.

In secondo luogo, la difficoltà per gli adulti con autismo di accedere a programmi di inclusione post-scolastici, disponibili solo per i casi più gravi.

Infine, il fatto che un disturbo dello spettro autistico si accompagna solitamente a un’altra disabilità intellettiva, e ciò rende ulteriormente complicato l’inserimento professionale.

L’indagine è disponibile qui