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GRUPPO CRC. GIORNATA DELL’INFANZIA: DOPO LE CELEBRAZIONI, VENGANO IMPEGNI PRECISI

Gruppo CRC – Giornata Nazionale Infanzia: tra le molte iniziative, pubblicati il IV Piano Nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva ed il Piano biennale nazionale di prevenzione e contrasto all’abuso e allo sfruttamento sessuale dei minori.

Il Gruppo CRC, il network costituito dalle principali associazioni che si occupano attivamente della tutela e promozione dei diritti dell’infanzia in Italia, chiede ora alle istituzioni un’assunzione di impegno rispetto alle azioni previste nei Piani.

Si è conclusa il 20 novembre u.s. con le ultime iniziative in programma, una settimana ricca di appuntamenti e incontri che hanno attraversato tutta la penisola per celebrare la Giornata Nazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 20 novembre.

La Giornata è stata occasione di dibattito e scambio sulle azioni che ciascuna amministrazione dovrà fare per concretizzare quanto previsto nei Piani appena approvati, indicando le priorità di intervento, la tempistica e le eventuali risorse disponibili.

Nel 9° Rapporto CRC, pubblicato lo scorso maggio, era segnalata come novità rilevante l’approvazione da parte dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’adolescenza della bozza del IV Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva 2016/2017, in seguito approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 agosto, adottato con Decreto del Presidente della Repubblica il 31 agosto ed infine pubblicato nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 15 novembre. Un iter durato oltre 15 mesi, mentre ora si attende la riconvocazione dell’Osservatorio Nazionale Infanzia e che vengano condivise le modalità di attuazione del Piano e posto in essere un sistema di monitoraggio.

Il Piano non prevede alcun finanziamento, né del resto nella Legge di bilancio in discussione ci sono riferimenti a fondi specifici per la sua attuazione. Tuttavia, nel frattempo sono state avviate delle azioni che possono ricollegarsi alle priorità previste nel Piano. Per esempio, la previsione di un Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, che prevede un intervento prioritario a favore delle famiglie con figli minori; oppure l’istituzione del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a 6 anni, che deve essere attuata con decreto legislativo entro gennaio 2017, e per la quale devono essere stanziate idonee risorse nella legge di stabilità.

L’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile è stato invece riconvocato. Il 18 novembre in occasione della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, si è riunito a Firenze per discutere delle modalità attuative del Piano, identificare per ognuna delle quattro aree strategiche un’amministrazione di riferimento e l’istituzione da parte del Dipartimento per le Pari Opportunità di un apposito Comitato di Coordinamento per l’attuazione e il monitoraggio del Piano.

Sul versante legislativo invece si è persa l’occasione per portare a compimento alcuni provvedimenti tra i quali due importanti disegni di legge di cui auspicavamo l’adozione anche lo scorso 20 novembre. La prima è la riforma del sistema di protezione e accoglienza dei Minori stranieri non Accompagnati, approvata alla Camera il 26 ottobre 2016 ed attualmente all’esame in Senato. La riforma, oltre a garantire una dignitosa accoglienza e tutela ai minori stranieri non accompagnati costituirebbe anche un modello da seguire per altri Paesi europei. La seconda riguarda la proposta di legge per l’acquisizione della cittadinanza per i minorenni di origine straniera, approvata dalla Camera il 13 ottobre 2015, che mira a favorire l’acquisizione della cittadinanza per i minori di origine straniera nati e cresciuti in Italia, la cui adozione definitiva rappresenterebbe un importante passo avanti verso il riconoscimento dei diritti delle seconde generazioni.

L’augurio è che la Giornata dell’Infanzia e dell’Adolescenza non rappresenti solo un momento celebrativo, ma sia la reale occasione di un confronto mirato, un momento di riflessione e valutazione delle politiche e azioni attuate per bambini ed adolescenti nel nostro Paese da parte delle istituzioni che dovrebbero garantire una governance sulle politiche per l’infanzia e adolescenza.

E’ possibile scaricare il 9°Rapporto CRC completo dal sito: www.gruppocrc.net

Per ulteriori informazioni:

Ufficio stampa Save the Children Italia

Tel. 06-48070023/63/81/82

E-mail: ufficiostampa@savethechildren.org

Website: www.savethechildren.org

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Approvata la riforma del “Welfare” calabrese

regione.calabria.it La Giunta regionale ha approvato, nella riunione del 14 u.s., la “Riforma del Welfare”, che prevede la riorganizzazione dell’assetto istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali. Entrando nello specifico della riforma, la delibera approvata ieri delinea le funzioni in materia di politica sociale che vengono trasferite ai comuni, dando così efficacia al principio della sussidiarietà, secondo il quale sono il livello territoriale più prossimo alla persona che ne riesce ad individuare il fabbisogno ed a programmare al meglio gli interventi. Lo strumento del Piano di Zona, poi, prevede il coinvolgimento del partenariato sociale, che darà reale corrispondenza tra interventi e fabbisogno delle persone, qualificando la spesa programmata rispetto agli obiettivi sociali prefissati fino alla realizzazione di un Sistema Informativo Sociale di zona che raccolga i dati utili per procedere alla successiva programmazione. I compiti della Regione non saranno più quelli di una semplice cassa/bancomat, rispetto alle erogazioni delle rette ma, finalmente, la Regione avrà il compito di programmare, coordinare e indirizzare gli interventi sociali sui territori, oltre che supportare i Comuni nello svolgimento delle funzioni territoriali come avviene nelle altre regioni italiane. È opportuno sottolineare quelli che sono gli assetti innovativi presenti nella Riforma, tra cui spicca il processo partecipativo che ha portato alla stesura di un regolamento e di una serie di allegati che disciplinano le modalità di accreditamento, i requisiti strutturali e gli standard professionali del personale che opera nelle strutture. Il lavoro, infatti, che si è svolto per oltre dodici mesi ha visto la collaborazione di un tavolo istituzionale, formalizzato con delibera di giunta, al quale hanno partecipato i rappresentanti delle principali organizzazioni di rappresentanza del privato sociale (Anaste, Aris, Confapi, Confcooperative, Forum Terzo Settore, Legacoop, Uneba), e delle istituzioni civili e sindacali (Anci, Cgil, Cisl, Uil, Ugl). “È questa una svolta importante per la Regione Calabria – ha detto l’Assessore al Lavoro Federica Roccisano – perché finalmente acquisisce il ruolo di programmazione di politiche sociali e non più di cassa, puntando, insieme al privato sociale ed ai territori, ad un welfare più inclusivo e più vicino alle istanze delle persone”.

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Tutti i musei si dotino di guide “facili da leggere”!

SUPERANDO.IT Rappresenta in Italia un’esperienza praticamente unica, la Guida Facilitata al piano storico del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, presentata nei giorni scorsi, che è stata elaborata secondo quanto prescritto dalle Linee Guida Europee per la realizzazione di informazioni facili da leggere e da capire (“Easy To Read”), documento alla cui traduzione contribuì anche l’ANFFAS. Unica, ma che naturalmente ci auguriamo non resti tale per molto tempo, venendo presto imitata da tanti altri musei del nostro Paese.

Ci eravamo già a lungo occupati del cosiddetto formato Easy To Read (“facile da leggere”), soffermandoci sui progetti europei Pathways e sulle Linee Guida Europee per la realizzazione di informazioni facili da leggere e da capire, alla cui traduzione italiana aveva collaborato l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), organizzazione particolarmente attenta a strumenti del genere, quanto mai necessari per consentire alle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale di accedere alle medesime opportunità degli altri cittadini.
È dunque con piacere che segnaliamo ora quanto realizzato a Torino dalla Cooperativa Sociale La Bottega di Grugliasco, già nota per avere presentato lo scorso anno «Sottovoce», giornale di facile lettura, nato principalmente per le persone con lieve disabilità intellettiva, ma rivolto a tutti coloro che – con o senza disabilità – abbiano la necessità di essere informati tramite un linguaggio semplice e accessibile.

Si tratta di una Guida Facilitata al piano storico del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, che rispetta appunto le citate Linee Guida Europee e che è stata presentata nei giorni scorsi nel capoluogo piemontese, caratterizzandosi certamente come un’esperienza ancora unica in Italia. «Quando si parla di “accessibilità museale” – spiegano dalla Bottega – il pensiero va subito alle barriere fisiche che complicano l’accesso alle persone con disabilità motorie, senza pensare che esistono altre barriere di difficile superamento alle quali, in Italia, quasi nessuno pensa: sono quelle barriere intellettuali, lessicali e visive che impediscono a una fetta grandissima di popolazione l’accesso alla cultura, all’arte, al bello. Se esperienze simili già sono presenti in diversi musei europei e non, la Guida Facilitata al piano storico del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino rappresenta un’esperienza pressoché unica in Italia». Unica, ma che naturalmente ci auguriamo non resti tale per molto tempo, venendo presto imitata da tanti altri musei del nostro Paese.

Coordinata da Mario Guglielminetti, docente di Marketing Museale all’Istituto per l’Arte e il Restauro di Palazzo Spinelli a Firenze e docente di Antropologia museale al Dipartimento di Lingue dell’Università di Torino, la presentazione del 10 novembre scorso a Torino ha potuto contare sulla partecipazione, tra gli altri, di Rodolfo Gaffino Rossi, direttore del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, Antonio Vitulano, presidente della Cooperativa La Bottega, Laura Barbotto ed Elena Bellafemina, coordinatrici del Progetto Sottovoce e Giancarlo D’Errico, presidente dell’ANFFAS Piemonte e della FISH Piemonte (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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NORME E POLITICHE PER L’INCLUSIONE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ. UNA GUIDA FACILE DA LEGGERE

Ohchr.org – Catalina Devandas-Aguilar, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ha recentemente pubblicato la versione Easy-to- Read, ovvero facile da leggere, del Rapporto annuale intitolato “Norme e politiche per l’inclusione delle persone con disabilità”. Il Rapporto contiene una serie di suggerimenti e di raccomandazioni del comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità finalizzato a garantire che la Convenzione sia rispettata sia a livello locale che nazionale. La finalità ultima è infatti la piena partecipazione delle persone con disabilità nella società. 

Per scaricare il Rapporto in Easy-to-read cliccare qui (testo in lingua inglese)

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FRANCIA. QUEL VIDEO SULLE PERSONE CON SINDROME DI DOWN CENSURATO

Vita.it – Anche il CoorDown oltre alla Fondazione Jérôme Lejeune ricorrerà alla Corte europea per i diritti dell’uomo. La ragione? Il Consiglio di Stato francese ha pochi giorni fa confermato la decisione presa due anni fa dal Consiglio superiore per l’Audiovisione (Csa) di censurare il video Dear Future Momche il CoorDown ha realizzato in occasione della Giornata mondale sulla sindrome di Down del 2014.

Per il Csa francese lo spot «non può essere considerato come un messaggio d’interesse generale e la sua finalità può apparire ambigua e non suscitare un’adesione spontanea e consensuale». Ma c’è di più: l’Authority infatti ritiene che il film possa «disturbare la coscienza delle donne che, nel rispetto della legge, hanno fatto scelte diverse di vita personale» e per questo motivo ha deciso di far scattare il divieto di trasmetterlo nelle reti televisive francesi.

La fondazione Jérôme Lejeune che ha fin da subito fatto ricorso alla decisione del Csa, – inutilmente – online sulla sua pagina Fb ha acceso il dibattito. Il 10 novembre scorso, dopo la decisione finale del Consiglio di Stato in una nota stampa il presidente della Fondazione Jean Marie Le Méné osservava: «È una singolare concezione della vita umana quella che mette sulla stesso piano la sua conservazione e la sua distruzione, come se i due atti avessero lo stesso valore. In effetti l’esperienza mostra che le donne che hanno donato un giorno a un bambino con disabilità non rimpiangono l’aver scelto la vita. Quelle che hanno fatto una scelta diversa soffrono visibilmente di una forma di senso di colpa. Da qui la decisione del Csa di sottrare alla loro vista i bambini con trisomia felici. La decisione del Consiglio di Stato deciso che la libertà d’espressione delle persone con trisomia deve inchinarsi al diritto all’aborto».

Nella stessa nota stampa la Fondazione ha annunciato di rigettare una decisione che: «conduce ad aggravare l’anestesia delle coscienze sull’eugenetica, dal momento che il 95% dei bambini con sindrome di Down scoperti prima delle nascita non sopravvivono a questa politica di eliminazione», quindi l’annuncio di portare il caso alla corte europea dei diritti dell’uomo per difendere la possibilità di esprimere la felicità delle persone con sidrome di Down senza censure.

Del resto nelle intenzioni di CoorDown e dei partner internazionali che hanno collaborato alla realizzazione e diffusione del video non c’era alcun intento di fare una campagna pro-life, ma la volontà di rispondere a una madre in attesa di una bimba con la sindrome di Down che aveva scritto una lettera all’associazione chiedendo come sarebbe potuto essere il futuro della figlia che aspettava. CoorDown aveva quindi deciso di dare la parola direttamente a giovani e ad adulti con sindrome di Down che, pur ammettendo le difficoltà della loro condizione, affermavano con determinazione che la loro è una vita degna e felice.

Secondo il coordinamento «Il Csa perde di vista il fatto che difendendo il diritto di scelta di alcune madri nega la libertà di espressione alle persone con sindrome di Down, una libertà sancita anche dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, in particolare agli articoli 8, 10 e 21. La decisione assunta dal Consiglio di Stato francese è un atto grave di censura che lede i diritti umani e l’immagine delle persone con sindrome di Down, che non solo hanno il diritto di essere felici, ma anche quello di esprimere il loro punto di vista ed essere ascoltati».

In Francia le autorità hanno di fatto impedito la diffusione del video sulle tv francesi, ma non quella sul web. Dear Future Mom – che ha ottenuto consensi straordinari in tutto il mondo con oltre 7 milioni di visualizzazioni su YouTube e ben sei Leoni al Festival della Creatività di Cannes – continuerà quindi ad essere visto e condiviso in rete.

L’intenzione di CoorDown ribadisce una nota dell’organizzazione è quello di ricorrere nelle sedi opportune contro questa decisione e di chiedere il sostegno, nelle sedi istituzionali, del Governo italiano e del Presidente della Repubblica affinché i diritti sanciti nella Convenzione Onu siano applicati dagli Stati membri e non restino lettera morta.

 

Il video Dear Future

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ISEE E DISABILITÀ: COSA VA DICHIARATO NELLA DSU? I CHIARIMENTI DELL’INPS

Disabili.it – Rispetto a Isee e disabilità, come sappiamo, le modifiche introdotte dal dl n. 42/2016 (convertito dalla legge n. 89/2016) nel recepire le sentenze della giustizia amministrativa, hanno escluso dall’Indicatore della situazione economica equivalente la rilevanza dei trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari ai fini Irpef.

Nei giorni scorsi, inoltre, l’INPS ha aggiornato, di concerto con il Ministero del Lavoro e la Consulta nazionale del Caf, le FAQ che riguardano la nuova procedura di determinazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente, fornendo risposte redatte in base ai quesiti della consulta nazionale dei CAF, e valide dal 29 maggio 2016.

PRESTAZIONI E CONTRIBUTI EXTRA INPS  – Il documento delle Faq Isee, in particolare, dà indicazioni utili rispetto a tutti i contributi o prestazioni a sostegno della persona con disabilità, erogati da enti diversi dall’INPS (es. Regione, Comune, Inail etc).

Vanno quindi indicati oppure no nella DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica)?

Parliamo, ad esempio, del contributo per l’abbattimento delle barriere architettoniche, dei voucher per servizi all’infanzia, degli assegni di cura, ma anche  di bonus gas e elettrico e di altre forme di compartecipazione al costo di beni o servizi della persona con disabilità.

A questa domanda l’Istituto risponde che NON devono essere inseriti nel quadro FC4 , a prescindere dalla rendicontazione, i contributi erogati a titolo di rimborso per spese che la persona con disabilità e/o non autosufficienza ha la necessità di sostenere per svolgere le sue attività quotidiane, come ad esempio:

– i contributi per l’assistenza indiretta,

– i contributi per la vita indipendente,

– gli assegni di cura in relazione a invalidità,

– i contributi per l’abbattimento delle barriere architettoniche,

– i contributi per l’acquisto di prodotti tecnologicamente avanzati,

– i contributi per il trasporto personale.

 E ancora:

Non costituiscono trattamenti e non devono perciò essere indicati le eventuali:

– esenzioni e/o agevolazioni per il pagamento di tributi,

– le riduzioni nella compartecipazione al costo dei servizi,

– le erogazioni di buoni servizio e/o voucher che svolgono la funzione di sostituzione di servizi.

 Analogamente non devono essere indicati i contributi che sono erogati a titolo di rimborso spese, poiché, assimilabili, laddove rendicontati, alla fornitura diretta di bene e/o servizi.

Non costituisce trattamento assistenziale, previdenziale ed indennitario e non va indicato il rimborso spese per le famiglie affidatarie di persone minorenni.

 PENSIONE DI GUERRA – In caso di pensione di guerra, si specifica che questo tipo di trattamenti sono esclusi dalla nozione di “reddito disponibile” di cui all’art. 5 del DL 201/2011, come convertito ex lege 214/2011 in quanto connessi alla condizione di disabilità. Pertanto, non vanno indicati in DSU. Si specifica però che i trattamenti pensionistici di guerra “indiretti” (ossia concessi ai familiari nel caso il danneggiato non abbia mai usufruito in vita di alcun beneficio) e di reversibilità (ossia concessa ai familiari alla morte del danneggiato che aveva fruito in vita di una forma pensionistica di guerra), non riferendosi alla condizione di disabilità ma al rapporto di parentela con il danneggiato, vanno indicati in DSU.

 HOME CARE PREMIUM – Rispetto al Contributo per l’assistenza domiciliare Home Care Premium anche in questo caso non vanno indicati nella DSU, poiché si tratta sempre di trattamenti percepiti in ragione di una condizione di disabilità.

RENDITA INAIL DA INVALIDITÀ PERMANENTE – Rispetto al soggetto che percepisce una rendita di invalidità permanente INAIL, ci sono due distinguo:

1) se ha un grado di invalidità rientrante tra quelli previsti dalla normativa lsee, NON si dichiara la rendita e si barra una della casella relative al grado di disabilità (media, grave, non autosufficienza) in modo che venga applicata la maggiorazione dello 0,50 al parametro della scala di equivalenza;

2) se ha un grado di invalidità che non rientra tra quelli previsti dalla normativa lsee, NON si dichiara la rendita e NON si barra una delle casella relative al grado di disabilità in modo che NON venga applicata la maggiorazione dello 0,50 al parametro della scala di equivalenza.

 Se invece il beneficiario è un soggetto che incassa la rendita da invalidità permanente INAIL a titolo di reversibilità (in quanto erede), l’importo va dichiarato nella DSU in quanto non è percepito in funzione della propria disabilità.

 SORDI PRE LINGUALI – Infine, tra le FAQ aggiornate, si trova la specifica recente che stabilisce che i sordi pre-linguali (di cui alle leggi 381/1970 e 508/1988) rientrano nella categoria delle persone con disabilità gravi ai fini ISEE perché implicitamente richiamate dall’art 50 della legge 342/2000 che evoca gli allora “sordomuti”.

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SOSTEGNO, 5 MILA DOCENTI “DI DIRITTO” IN PIÙ. E LEGGE DELEGA IN ARRIVO

Superando.it – Cinquemila insegnanti di sostegno in più: di diritto e non solo di fatto. Che tradotto significa: assunti e stabili, non precari. E’ quanto assicura il ministero dell’Istruzione per il prossimo anno scolastico, attraverso il sottosegretario Davide Faraone: “I 5 mila insegnanti di sostegno in più ci saranno – ha detto con chiarezza in un’intervista a La Repubblica – E, in tutto, avremo 25 mila docenti stabili in più, l’organico di fatto diventerà di diritto. Ridurremo al minimo le assegnazioni provvisorie, i trasferimenti, la mobilità”.

Una promessa che può contare sullo stanziamento di 540 milioni (140 per il 2017, 400 per il 2018) previsto nella legge di stabilità e destinato proprio alla stabilizzazione di un certo numero di cattedre oggi precarie. Ma se il Miur aveva fin dall’inizio parlato di 25 mila nuove assunzioni, per il Mef l’investimento bastava a coprire non più di 11 mila posti. Su questa discrepanza aveva chiesto chiarimenti, in Parlamento, il servizio Bilancio della Camera. E, secondo quanto riferito dal Miur, confermato da un emendamento alla legge di Bilancio da parte del Pd, le cattedre di fatto che diventeranno di diritto saranno appunto 5 mila su posto di sostegno e 20 mila su posto comune.

A questa novità de ne aggiunge un’altra, annunciata sempre dal sottosegretario Faraone: la legge delega sul sostegno, prevista dalla Buona scuola, sarà pronta entro la fine dell’anno. Introdurrà nuove modalità di formazione per i docenti, che resteranno “docenti universali” ma avranno conoscenze specifiche sulle varie disabilità. Sarà inoltre garantita la continuità didattica da parte di questi docenti specializzati e si costituirà un centro unico, con il compito di collegare scuole, Asp e Inps nella gestione delle richieste di sostegno.