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Smentiti i dati INPS sui “falsi invalidi”

Nella giornata di ieri è partita la grande campagna mediatica dell’INPS, con paginate sui quotidiani e presenze televisive del Presidente Mastrapasqua, con la quale l’Istituto annunciava trionfalmente di aver raggiunto incredibili risultati nel contrasto dei “falsi invalidi”.

Una campagna con tempi sospetti: giunge all’indomani di diffuse proteste dei disabili veri contro gli abusi nei controlli (convocate migliaia di persone Down, autistici, pluriamputati, tetraplegici) e per i ritardi gravissimi in cui versa il nuovo processo di riconoscimento dell’invalidità gestito proprio dall’INPS.

Per restituire lustro alla propria immagine, l’Istituto annuncia che il 23% dei controlli (non si è ben compreso se i 100mila del 2009 o i 200mila del 2010) avrebbe prodotto la revoca delle provvidenze economiche. Si arrivano a sparare dati ad effetto: 76% a Sassari, 53% a Perugia… e così via.

L’equazione per la stampa più scandalistica è facile: un invalido su quattro è dunque falso.

L’INPS ha effettuato i controlli secondo standard propri, ispirati al taglio della spesa, non certo nel rispetto delle norme approvate dal Parlamento. Un obiettivo, quello del taglio a qualsiasi costo, indicato a suo tempo da Tremonti.

È bastato questo per raccogliere nella rete dei “falsi invalidi” anche persone alle quali arbitrariamente è stata abbassata la percentuale di quel tanto che basta per togliere l’indennità di accompagnamento e la pensione. Tutte queste persone presenteranno ricorso al Giudice e, se va come lo scorso anno, l’INPS perderà più della metà delle cause. A spese dello Stato.

Ma sulla veridicità dei dati si profilano già le prime ombre. È di oggi la lettera aperta inviata alla FISH e alle altre maggiori Associazioni dei disabili dall’Associazione dei medici INPS (ANMI – FeMEPA) che smentisce la stessa dirigenza dell’Istituto.

“L’ ANMI – FeMEPA ha appreso dal Corriere della Sera dati di fonte INPS che riportano revoche di prestazioni in tema di invalidità civile che arrivano persino al 76% in alcune città d’Italia. L’Associazione si dissocia da tale lettura interpretativa dei dati che non reputa corrispondenti alla realtà, specie per i più eclatanti. Per l’allarme sociale che tale notizia sta generando tra i cittadini affetti da disabilità sarebbe opportuno effettuare ulteriori approfondimenti e verifiche numeriche”.

Insomma, se perfino i medici dell’INPS smentiscono l’Istituto, il fenomeno va indagato in modo più serio e trasparente e soprattutto slegato dalle mistificazioni e dalle demagogie che danneggiano migliaia di persone con vera disabilità.

 

17 febbraio 2011

 

FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap
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Invalidità: medici INPS in rivolta

Sono gli stessi medici INPS a confermare preoccupazioni, dubbi e accuse mossi dalla FISH sui nuovi procedimenti relativi al riconoscimento dell’invalidità civile. Anzi, se è possibile ne esce un quadro a tinte più fosche di quanto le Associazioni temessero.

In una lettera aperta alla FISH e ad altre Associazioni, oltre che al Commissario straordinario (Mastrapasqua) e alla massima dirigenza INPS, l’Associazione dei medici INPS (ANMI – FeMEPA), con toni durissimi ed elementi circostanziati, denuncia una procedura – non solo informatica – che non funziona, gli ordini di servizio contraddittori, la mole gigantesca di lavoro generata nell’ultimo anno e i disagi gravi che vengono causati ai Cittadini.

La lettera entra anche nel merito della gestione delle verifiche straordinarie che hanno creato panico nei Cittadini (200mila nel 2010), ma evidenziano anche “giacenze inaccettabili sia dei verbali sospesi a puro titolo cautelativo, al fine di evitare il silenzio assenso, sia di quelli già scaduti per decorrenza dei termini (anche questi ultimi non consegnati)”.

Ecco spiegata anche l’assenza dei Medici INPS nelle sedute delle Commissioni di accertamento ASL: la Legge (102/2009) la impone, ma la Dirigenza dell’INPS invita i suoi prima a non andarci, poi a partecipare, poi a redigere un verbale parallelo.

Una conferma, anche dall’interno dell’INPS, dei disagi per migliaia di Cittadini, per mesi passati sotto silenzio, minimizzati, o giustificati con l’esigenza di stanare “falsi invalidi”, ma di fatto inconcludenti sia per l’ordinaria amministrazione che per le verifiche straordinarie.

“Questa lettera aperta  – commenta Pietro Barbieri, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – rappresenta una svolta importante perché colpisce la monolitica intangibilità che INPS si era ricavato, forte di alcune protezioni politiche. Gli altarini sono ormai scoperti e i mandanti politici di queste operazioni dovranno renderne conto al Parlamento e ai Cittadini”.

In effetti la posizione dei Medici INPS rappresenta uno scossone di non poco conto anche per tutti gli elementi di conoscenza che apporta. L’interrogazione parlamentare proposta dalla FISH ha ora tanti motivi in più per essere presentata e per ottenere risposte.

 

11 febbraio 2011

 

FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap
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Non discriminare costa troppo!

L’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali è stato istituito nel 2005 sulla scorta di una specifica Direttiva dell’Unione Europea. È un ente “governativo” ma con funzioni indipendenti molto simili ad un’Authority. E infatti già in pochi anni si è distinto per iniziative a favore dell’inclusione sociale, per interventi di promozione e sensibilizzazione, ma anche per ferme condanne di iniziative politiche discriminanti.

È ovvio, e a parere della FISH anche titolo di merito, che UNAR finisse per “dare fastidio” ad atteggiamenti xenofobi e discriminanti e che si giocassero tutte le carte possibili per mettere a tacere una voce critica e sempre più autorevole.

Con la scusa della spesa eccessiva (risibile: due milioni di euro l’anno), in sede di discussione del Decreto Milleproroghe la Lega Nord ne ha chiesto la soppressione. Il primo firmatario è il Senatore Mazzatorta, anche sindaco di Chiari (Brescia), dalle cui dichiarazioni traspare con estrema chiarezza quali siano i motivi reali di tale soppressione.

“Questi oscuri burocrati da sei mesi a questa parte si sono messi a fare politica trasformandosi in maestrini dalla penna rossa – ha dichiarato Mazzatorta a Repubblica – Quei due milioni sono soldi buttati, l’ufficio va soppresso. Abusano del concetto di discriminazione indiretta e pretendono una parificazione totale tra il cittadino autoctono e l’extracomunitario ospite temporaneo”.

“Una voce indipendente viene messa a tacere perché critica – gli replica Pietro Barbieri, presidente della FISH – Un’aggressione inaccettabile per un Paese civile. A questo punto ci viene da pensare che se l’Osservatorio sulla condizione delle persone con disabilità, istituito dal Governo italiano in forza della specifica Convenzione ONU, dovesse esprimere pareri di condanna su alcune evidenti politiche discriminatorie e depauperanti, avrebbe i giorni contati”.

Prospettive inquietanti, per i diritti civili nel nostro Paese.

 

10 febbraio 2011

 

FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap
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Il Progetto Individuale per la persona con disabilità è un diritto soggettivo

 

martello di un tribunaleLo stabilisce il Tar Catania, con una sentenza

E’ ciò che ha stabilito il Tar di Catania con la sentenza N° 243/11, emessa dalla Seconda Sezione, Giudice Estensore Dott. F. Brugaletta.

La vicenda ha per vittima una persona con grave disabilità che due anni fa aveva avanzato istanza, ai sensi dell’ art. 14 l. 328/00 , per la stesura di un progetto individualizzato e personalizzato di vita con riguardo alle prestazioni di cura e di riabilitazione e dei servizi alla persona che gli enti competenti devono erogare.

La persona con disabilità ha prima subìto il silenzio inadempimento da parte dell’amministrazione comunale di residenza (Comune di Catania) – per cui l’ente è già stato condannato nel febbraio 2010 dal Tar Catania – e, successivamente, a seguito della stesura del progetto individualizzato, non ha beneficiato dell’erogazione dei servizi e dell’esecuzione di quanto previsto nel progetto redatto dall’Unità di Valutazione della Disabilità.

Proposta azione condannatoria avverso l’Azienda Sanitaria e il Comune di Catania , con il patrocinio dell’Avv. F. Marcellino , il Tar è stato chiamato a decidere su una questione di assoluta novità per il mondo del diritto, ed ha dichiarato che la materia è di competenza del Giudice Ordinario riconoscendo, però chiaramente in sentenza che “la posizione del ricorrente fatta valere ha la consistenza del diritto soggettivo” .

L’Avv. F. Marcellino commenta: “i profili di giurisdizione sui quali si è efficacemente soffermato il Tar Catania, sono tanto complessi quanto rilevanti. L’autorità giudiziaria ci ha consentito di avere chiarezza, per la prima volta in Italia, su cosa dovranno fare i cittadini ed i loro difensori, nell’ipotesi in cui, pur a seguito della stesura del progetto individualizzato per persona con disabilità, gli enti competenti (comune e aziende sanitarie) dovessero rimanere inadempimenti nell’erogazione di servizi e prestazioni. Aver statuito che il progetto ex art. 14 l. 328/00 fa sorgere un diritto soggettivo in capo alla persona con disabilità è per Noi la conferma che l’obiettivo principale della normativa è soddisfare i bisogni dei cittadini, ancor prima che offrire in modo disorganico e magari dispendioso servizi sul territorio. La personalizzazione, l’individualizzazione dei trattamenti e la conseguente organizzazione dei servizi sul territorio contribuirà non solo al rispetto dei diritti delle persone con disabilità, ma ad una loro maggiore soddisfazione e ad una più efficace, efficiente e parsimoniosa gestione dell’azione amministrativa, così come già in atto in altre Regioni Italiane. Auspichiamo, quindi, di non dover continuare a ricorrere al Giudice Civile, speranzosi di un’attivazione spontanea delle amministrazioni competenti” .

Anffas Onlus Sicilia, tra i ricorrenti nel giudizio, da tempo si prodiga in un’attività di informazione, formazione, sensibilizzazione sul tema in tutta la Sicilia. Da ultimo, in alcune province ha riscontrato aperture e dialoghi con gli enti locali e le aziende sanitarie, anche a conferma della fondatezza delle richieste provenienti dalle persone con disabilità.

Tali iniziative sono inoltre ampiamente sostenute da Anffas Onlus Nazionale , che proprio nei mesi scorsi ha lanciato la campagna nazionale “Buon Compleanno 328!” con l’obiettivo di richiedere con fermezza l’applicazione della L. 328/00 ed in particolare del suo art. 14, invitando le persone con disabilità e loro famiglie di tutta Italia a presentare in massa , grazie anche i modelli e le linee guide predisposte dall’Associazione, istanza per la predisposizione del progetto individuale e personalizzato .

Anffas Onlus Nazionale ed Anffas Sicilia, pur non potendo che manifestare rammarico circa il fatto che per l’esigibilità di un diritto di così fondamentale importanza per le persone con disabilità ed i loro genitori e familiari si debba ancora “passare” per le aule dei Tribunali, esprimono grande soddisfazione rispetto al riconoscimento che il diritto alla predisposizione di quanto previsto dall’art. 14 sia stato confermato quale diritto soggettivo perfetto e confermano che l’impegno associativo proseguirà, con ancor maggior tenacia e solerzia, in tutta Italia e ad ogni livello .

La “battaglia” dell’Associazione tutta, quindi, non si ferma di certo di qui, anzi…questa pronuncia la fortifica e si pone come invito e sfida ulteriore ad intensificarla, auspicando anche che l’intero movimento delle persone con disabilità e di chi le rappresenta vi si unisca e vi partecipi attivamente.

4 febbraio 2011

Per maggiori infomazioni
leggi le news Anffas sulla campagna “buon compleanno 328!”
Scarica la sentenza del Tar Catania

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Legge 68 e quote di riserva: primo sì alla Camera

Una buona notizia dalla Camera: nella seduta di ieri è stata approvata la Proposta di Legge (n. 3720, On. Schirru e altri) che fornisce un’interpretazione autentica alla Legge n. 407 del 1998 e alle modifiche intervenute soprattutto nel 2010 (Legge 126) per ribadire che le assunzioni obbligatorie per chiamata diretta dei familiari di vittime di atti di terrorismo non possono superare e occupare la quota di riserva spettante ai lavoratori disoccupati invalidi, prevista dall’articolo 3 della Legge n. 68 del 1999.

Si tratta di un risultato importante poiché erano a rischio migliaia di assunzioni di persone disabili sia nel privato che nella Pubblica amministrazione.

La Legge 126/2010 ha infatti disposto che le aziende con più di 50 dipendenti siano prioritariamente obbligate all’assunzione di orfani e di superstiti delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata. Tale priorità, che colma gli obblighi di assunzione, andrebbe a scapito della riserva prevista dalla Legge 68/1999 a favore delle persone con disabilità.

Il testo rapidamente licenziato dalla Commissione Lavoro della Camera e approvato all’unanimità dall’Aula sana questa distorsione legislativa, garantendo il 7% di aliquota di riserva ai disabili.

Si passa ora all’esame del Senato per l’approvazione definitiva che la FISH si augura rapida e senza ostruzioni.

 

2 febbraio 2011

 

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Importi provvidenze economiche 2011

Provvidenze economiche per invalidi civili, ciechi civili e sordomuti: importi e limiti reddituali per il 2010

Ogni anno vengono ridefiniti, collegandoli agli indicatori dell’inflazione e del costo della vita, gli importi delle pensioni, assegni e indennità che vengono erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordomuti e i relativi limiti reddituali previsti per alcune provvidenze economiche.
Per il 2011 importi delle provvidenze e limiti reddituali sono stati fissati dalla Direzione Centrale delle Prestazioni dell’INPS con Circolare del 30 dicembre 2010, n. 167.

Nella tabella che segue riportiamo gli importi in euro, comparati con quelli del 2010.

Tipo di provvidenza Importo Limite di reddito
2010 2011 2010 2011
Pensione ciechi civili assoluti 277,57  281,46 15.154,24 15.305,79
Pensione ciechi civili assoluti(se
ricoverati)
256,67 260,27 15.154,24 15.305,79
Pensione ciechi civili parziali 256,67 260,27 15.154,24 15.305,79
Pensione invalidi civili totali 256,67 260,27 15.154,24 15.305,79
Assegno mensile invalidi civili parziali 256,67 260,27 4.408,95 4.470,70
Pensione sordomuti 256,67 260,27 15.154,24 15.305,79
Indennità accompagnamento ciechi
civili assoluti
783,60 807,35 Nessuno Nessuno
Indennità speciale ciechi ventesimisti 185,25 189,63 Nessuno Nessuno
Indennità accompagnamento invalidi
civili totali
480,47 487,39 Nessuno Nessuno
Indennità di frequenza minorenni 256,67 260,27 4.408,95 4.470,70
Indennità comunicazione sordomuti 239,97 243,10 Nessuno Nessuno
Lavoratori con drepanocitosi o talassemia major 460,97 467,43 Nessuno Nessuno

Tabelle complete per le provvidenze

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Il ministero della Gelmini condannato per discriminazione agli studenti disabili

La decisione dei giudici milanese riguarda il drastico taglio di ore di sostegno. Davanti a a questa situazione, il novembre scorso diciassette genitori hanno depositato un ricorso in procura .

Il ministero di Mariastella Gelmini condannato per discriminazione nei confronti di studenti con disabilità. La condanna del tribunale Civile arriva dopo un ricorso presentato il novembre scorso da 17 genitori contro il ministero dell’Istruzione, l’Ufficio scolastico regionale e quello provinciale. Motivo: la riduzione delle ore di sostegno, ridotte fino al 50% dall’ultima Finanziaria.

A inizio anno, il ministro Gelmini aveva promesso l’aumento degli insegnanti da affiancare agli studenti con disabilità. In realtà, le  famiglie hanno assistito al drastico taglio delle ore di sostegno. Da qui la decisione del ricorso. Supportata dalla convinzione che la scarsità delle risorse non potesse giustificare la lesione di un diritto fondamentale come quello all’istruzione. E così ieri i giudici milanesi gli hanno dichiarata “accertata la natura discriminatoria della decisione delle amministrazioni scolastiche di ridurre le ore di sostegno scolastico per l’anno in corso rispetto a quelle fornite nell’anno scolastico precedente (2009-2010)”.

“E’ una sentenza importante”, spiega l’avvocato Livio Neri di Avvocati per Niente onlus, legale dei 17 genitori. “Per la prima volta un giudice parla di discriminazione in materia di sostegno scolastico”. Altra novità è la scelta di tante famiglie di agire collettivamente. “Questa decisione – precisa Neri – impedirà agli uffici scolastici di tirare la coperta, togliendo le ore a chi non protesta”. Ma il direttore scolastico per la Lombardia Giuseppe Colosio frena: “Potremo fare ben poco – afferma – non ci sono soldi”. Ma Neri riosponde: “Il modo andrà trovato”. Dopodiché annuncia un esposto in procura nel caso in cui le amministrazioni non dovessero provvedere entro i trenta giorni stabiliti dal giudice.

“La vittoria più grande”, chiarisce Maria Spallino, uno dei genitori che hanno presentato il ricorso, “è l’aver dimostrato che fare rete tra le famiglie può davvero cambiare le cose”. E rilancia: “Questo è un primo passo all’interno di un percorso che ci vede impegnati perché i nostri figli camminino a testa alta, a scuola come in ogni momento della loro vita nella società“.

I genitori degli studenti sono stati assistiti nella causa dall’associazione Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità). “Da oggi le famiglie possono contare su uno strumento legale più rapido ed efficace per far valere i diritti dei loro figli”, spiega Marco Rasconi, presidente di Ledha Milano. “Grazie a questa sentenza – continua Rasconi – ci auguriamo che altre famiglie escano dall’ombra per difendere il diritto dei propri figli alla formazione scolastica e non solo”.

Fonte:  ilfattoquotidiano.it