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Inclusione scolastica alunni con disabilità: tanta strada ancora da fare. A dirlo è l’ISTAT

Fonte www.disabili.com – Pubblicato il report dell’ISTAT sull’inclusione scolastica relativo all’anno scolastico 2017/2018

Il 3 gennaio scorso l’Istat ha pubblicato il consueto report annuale riguardante l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. L’indagine ha esteso il campo di osservazione anche alla scuola dell’infanzia e alla scuola secondaria di secondo grado, fornendo così un quadro informativo ampio su tutte le scuole del territorio italiano. Si tratta complessivamente di 56.690 scuole, frequentate da 272.167 alunni con sostegno, vale a dire il 3,1% del totale degli iscritti. I dati mostrano purtroppo la permanenza di molteplici problematiche già rilevate nelle indagini degli anni scorsi e persistenti, nonostante la cresciuta attenzione verso le tematiche riguardanti l’inclusione.

BARRIERE ARCHITETTONICHE – In primo luogo permane il problema delle barriere architettoniche: soltanto il 32% delle scuole risulta infatti accessibile e la percentuale scende al 26% nelle scuole del Sud. Sono presenti inoltre barriere senso-percettive che ostacolano gli spostamenti delle persone con limitazioni sensoriali: la percentuale di scuole accessibili scende così al 18% e anche in questo caso la quota più bassa si registra nelle regioni del Sud, attestandosi al 13%. Una scuola su quattro risulta poi carente di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con disabilità.
La collocazione delle postazioni informatiche in classe risulta poco frequente ed è presente in meno di metà delle scuole. Per il 9% degli alunni con disabilità gli ausili didattici utilizzati risultano poco adeguati alle loro esigenze.

ORE E INSEGNANTI DI SOSTEGNO – Non è migliorata nemmeno la dotazione delle risorse per il sostegno e molte di esse continuano a non essere formate. Gli insegnanti per il sostegno sono circa 156 mila, con un rapporto di 1,5 alunni per insegnante. Vi è una maggiore assegnazione di insegnanti per il sostegno nelle regioni del Sud, con un rapporto di 1,3 alunni per insegnante. Il 36% degli insegnanti per il sostegno viene selezionato dalle liste curriculari poiché la graduatoria degli insegnanti specializzati non è sufficiente a soddisfare la domanda.
Questo fenomeno è più frequente nelle regioni del Nord dove la quota sale al 49% mentre si riduce al 21% al Sud. Questo dato ci appare di grande significatività, sia perché indica che una percentuale altissima di docenti di sostegno non ha la formazione adeguata al ruolo, sia perché si tratta necessariamente di insegnanti precari. Se ad assi si aggiungono i docenti con specializzazione assunti anch’essi come supplenti annuali appare chiaro che in moltissimi casi non è possibile assicurare in nessun modo nemmeno la continuità didattica.

Dai dati, infatti, emerge che il 41% degli alunni ha cambiato insegnante rispetto all’anno precedente mentre il 12% lo ha cambiato nel corso dell’anno scolastico. Nell’anno scolastico 2017/2018, nel 13% delle scuole italiane nessun insegnante di sostegno ha frequentato un corso specifico sulle tecnologie educative, nel 61% delle scuole soltanto alcuni, mentre nei restanti casi (26%) tutti gli insegnanti hanno frequentato almeno un corso. Solo nella metà delle scuole italiane tutti gli insegnanti sono in grado di utilizzare la tecnologia a supporto della didattica inclusiva. Vengono assegnate in media 14 ore settimanali di sostegno e il numero di ore è maggiore nelle scuole del Sud. Circa il 5% delle famiglie ha presentato negli un ricorso al Tar per ottenere l’aumento delle ore. Nel Mezzogiorno la percentuale di ricorsi è doppia rispetto a quella del Nord (rispettivamente 6% e 3%). Forse anche grazie ad essi, negli ultimi cinque anni le ore di sostegno settimanali hanno subito un incremento del 14%, pari a 1,7 ore in più a settimana.

ASSISTENTI ALL’AUTONOMIA E COMUNICAZIONE – Gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione sono circa 48mila, con un rapporto alunno/assistente pari a 5,1, ma nel Mezzogiorno l’offerta è decisamente inferiore (6,5 alunni ogni assistente). Gli alunni con gravi problemi di autonomia dispongono mediamente di 12,9 ore settimanali di assistenza all’autonomia e alla comunicazione. Nelle scuole del Nord ricevono mediamente 3 ore di supporto in più rispetto al Sud.

QUALI DISABILITA’ – Il report ha fornito anche dati molti rilevanti sugli alunni con disabilità: nelle scuole primarie e secondarie di primo grado sono poco più di 165 mila ed i maschi sono più del doppio delle femmine. L’incremento degli alunni con sostegno si osserva per ogni tipologia di difficoltà, tuttavia si riscontra in particolare l’aumento di alunni con disturbo dello sviluppo che negli ultimi 5 anni sono quasi raddoppiati, passando da poco più di 22mila nell’anno scolastico 2013/2014 a oltre 43mila nell’anno scolastico 2017/2018. Le problematiche più frequenti sono di tipo cognitivo e riguardano il 46% degli alunni con disabilità; seguono i disturbi dello sviluppo (25%) e quelli del linguaggio (20%).

USCITE DIDATTICHE E ORE IN CLASSE – Gli alunni che hanno difficoltà di autonomia passano la maggior parte del loro tempo all’interno della classe (in media 27,4 ore settimanali per la scuola primaria e 25,3 per quella secondaria) e svolgono attività didattica al di fuori della classe solo per un numero residuale di ore, in media 3 ore settimanali nella scuola primaria e 4 nella scuola secondaria di primo grado. Il numero di ore svolte al di fuori della classe è maggiore nelle scuole del Nord e più basso nel Mezzogiorno, per entrambi gli ordini scolastici. La partecipazione degli alunni con sostegno alle uscite didattiche brevi (senza pernottamento) risulta piuttosto frequente (92%), ma è rara, invece, se è previsto pernottamento: si stima che non partecipino il 76,4% degli alunni con sostegno nella scuola primaria e il 60,3% nella scuola secondaria di primo grado.

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L’Istituto Superiore di Sanità e l’autismo

Fonte www.superando.it – L’elaborazione in corso di due nuove Linee Guida, una per i bambini e gli adolescenti, l’altra per gli adulti, l’aggiornamento delle Linee di Indirizzo Sanitario e molto altro, in particolare sul piano della diagnosi precoce e della formazione: durante una recente riunione del Comitato Scientifico della Fondazione Trentina per l’Autismo, Maria Luisa Scattoni, coordinatrice del Progetto Nazionale per il riconoscimento precoce dell’autismo NIDA, oltreché coordinatrice dell’Osservatorio Nazionale Autismo, ha spiegato le principali iniziative dell’Istituto Superiore di Sanità in àmbito di autismo.

«L’autismo è una condizione cronica. Un terzo delle persone autistiche sono non verbali. In Italia manca una prevalenza esatta e non si conosce quale sia l’impatto socio-economico del disturbo, un dato importante, questo, per stabilire la qualità dei servizi. Proprio partendo da tale gap è stato istituito, presso l’Istituto Superiore di Sanità, il Coordinamento dell’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio dei Disturbi dello Spettro Autistico, finanziato dal Ministero della Salute nel 2016».
Sono parole di Maria Luisa Scattoni, coordinatrice del Progetto Nazionale per il riconoscimento precoce dell’autismo NIDA (Network Italiano Diagnosi Autismo), oltreché coordinatrice dell’Osservatorio Nazionale Autismo e del Comitato Tecnico-Scientifico per le Linee Guida sull’Autismo dell’Istituto Superiore di Sanità.
Scattoni ha partecipato, nelle scorse settimane, alla riunione di Rovereto del Comitato Scientifico della Fondazione Trentina per l’Autismo, organismo di cui fa parte.

L’Istituto Superiore di Sanità, dunque, ha promosso il primo studio italiano che ha preso in esame le certificazioni degli Uffici Scolastici Regionali dei bambini di 7-9 anni, somministrando circa 13.000 questionari nelle zone di Lecco, Monza-Brianza, Roma e Provincia, Palermo e Provincia. Ne è emerso un dato importante: la prevalenza del disturbo rilevata nelle tre aree è stata di 1,35 ogni 100 bambini, confermando dunque che i disturbi dello spettro autistico, come ha sottolineato Scattoni, «si configurano come una problematica seria, rispetto alla quale l’Istituto Superiore di Sanità punta sulla formazione, la consulenza e il controllo dei servizi».
«Nel 2015 – ha aggiunto la studiosa – è stata ratificata la prima Legge sull’autismo [Legge 134/15, N.d.R.], ma senza fondi. Il Governo ha stanziato poi un fondo per l’autismo di 5 milioni di euro per ogni anno e i primi 10 milioni sono stati dedicati alle attività presenti nella Legge».

«Stiamo lavorando intensamente al fianco delle Istituzioni Pubbliche – ha dichiarato dal canto suo Giovanni Coletti, presidente della Fondazione Trentina per l’Autismo e del Centro Specialistico Casa Sebastiano – e registriamo che finalmente la consapevolezza della gravità della condizione autistica e della necessità di un protocollo di intervento strutturato è arrivata anche alle “alte sfere”. Le persone con autismo, le famiglie, i medici, gli insegnanti, tutti abbiamo bisogno di servizi efficienti e formazione specifica. In questo modo i miglioramenti ci sono, eccome. Lo hanno capito anche il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità: è un investimento proficuo, perché comporterà non solo maggior benessere per le persone, ma anche una riduzione dei costi sanitari futuri».

Attualmente, va ricordato poi, l’Istituto Superiore di Sanità sta elaborando ex novo due Linee Guida, una per i bambini e gli adolescenti, l’altra per gli adulti. «Nel maggio dello scorso anno – spiega Scattoni – è stata aperta la selezione pubblica e sono arrivate 260 candidature di esperti. A fine luglio è stata comunicata la composizione dei panel [“gruppi di lavoro”, N.d.R.], a settembre si è svolta la prima riunione e il sito web è stato attivato per avviare la consultazione da parte dei portatori d’interesse, che stanno ancora collaborando in tal senso e lo faranno fino al 9 gennaio. I quesiti clinici prioritari riguardano la diagnosi e i trattamenti più raccomandati sulla base della letteratura scientifica, valutata da due grandi centri metodologici indipendenti rispetto al panel. Le buone pratiche saranno prese in considerazione per quei requisiti clinici per cui non ci sono evidenze scientifiche, come l’organizzazione dei servizi per gli adulti».

È di diciotto mesi il tempo stimato per la realizzazione delle nuove Linee Guida, che rivolgeranno la propria attenzione a tutti i vari aspetti: «I membri del panel – precisa ancora Scattoni – sono stati chiamati a non avere idee preordinate su nessun tipo di intervento. Non spetta a loro decidere le raccomandazioni sulla base di quello che sono i propri interessi economici o intellettuali ad ampio spettro. Loro sono chiamati ad elencare una serie di interventi su cui vogliono interrogare la letteratura. Sarà la letteratura scientifica, sulla base dei vari punteggi, a dire quali sono quelli raccomandati o meno. Una volta definite, le raccomandazioni verranno elaborate e messe online immediatamente. Speriamo di avere la prima entro il prossimo mese di marzo».

L’Istituto Superiore di Sanità sta aggiornando anche le Linee di Indirizzo Sanitario suddivise in quattro aree. «In questo caso – informa Scattoni – le Regioni, entro sei mesi dall’approvazione in Conferenza Unificata, saranno chiamate a ratificarle e a mettere a punto un piano operativo da inviare al Ministero. Una delle quattro aree riguarderà la diagnosi precoce, partendo cioè dai minori “ad alto rischio”, ovvero i fratelli o le sorelle di soggetti autistici e i prematuri, ciò per cui è già attivo in sette Regioni italiane il network NIDA (Network Italiano Diagnosi Autismo). È cruciale, infatti, monitorare i fratellini e la speranza è quella di arrivare ad una diagnosi entro i 18 mesi. A breve tutte le Regioni dovranno identificare un Centro NIDA, un centro di eccellenza, che collaborerà con i vari Servizi di Neuropsichiatria e con la Pediatria di Base».

«Sulla popolazione generale da 0 a 3 anni – denuncia quindi l’esperta dell’Istituto Superiore di Sanità – non ci sono strumenti di valutazione precisi. Pertanto l’obiettivo è quello di mettere a punto un protocollo di sorveglianza dello sviluppo con l’accordo tra la SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) e il mondo della pediatria, per consolidare la rete dei servizi e mettere la pediatria locale in contatto con essi. Ed è stato infine costituito un Gruppo di Lavoro sul Neurosviluppo, che sta lavorando su due protocolli da inserire nei bilanci di salute».

Infine, un chiarimento sui percorsi di formazione, che saranno di tre tipi: «La formazione della rete curante, tramite una scuola di alta formazione o un master di secondo livello per operatori che già lavorano nel settore del Servizio Sanitario Nazionale o nei Centri ad esso accreditato. Quindi, la formazione della rete educativa, con la messa a punto di un corso di formazione a distanza con l’Università di Trento sugli asili nido, la scuola dell’infanzia e la primaria, a cura di Paola Venuti, che nell’Ateneo trentino dirige il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive e che è un’altra componente del Comitato Scientifico della Fondazione Trentina per l’Autismo. L’Università della Sapienza di Roma curerà dal canto suo gli interventi cosiddetti Peer Mediated o di integrazione scolastica e di inclusione lavorativa».

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Cosa cambia con la Legge di Bilancio per le persone con disabilità?

Fonte www.superando.it – Reddito e pensione di cittadinanza, scuola, cani guida, Carta Europea della Disabilità, Fondi vecchi e nuovi: sono i temi trattati dal Servizio HandyLex.org, in un ampio approfondimento dedicato alla Legge di Bilancio per il 2019, pubblicata il 31 dicembre in Gazzetta Ufficiale, rispetto alle varie parti che più direttamente interessano le persone con disabilità e le loro famiglie. E non mancano le novità e le conferme, insieme alle incertezze e ai rinvii.

Novità, conferme, incertezze, rinvii e anche un rilievo non proprio incoraggiante: è quanto emerge dall’ampia analisi condotta dal Servizio HandyLex.org sulla Legge di Bilancio per il 2019, pubblicata il 31 dicembre in Gazzetta Ufficiale, rispetto alle varie parti che più direttamente interessano le persone con disabilità e le loro famiglie.

Suggerendo senz’altro ai Lettori l’attenta consultazione dell’approfondimento di HandyLex.org (a questo link), ne accenniamo qui alcune conclusioni, partendo proprio dal rilievo finale sul fatto che il Programma di Azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità (Decreto del Presidente della repubblica del 12 ottobre 2017) è un atto che «nemmeno in questa Legge di Bilancio viene mai richiamato».

Riguardo poi ai contenuti dell’approfondimento, da segnalare innanzitutto la parte dedicata a Reddito e pensione di cittadinanza, provvedimenti che si connettono strettamente con eventuali aumenti delle pensioni di invalidità, il tutto però, come viene sottolineato da HandyLex.org, all’insegna ancora dell’indeterminatezza anche sugli eventuali fondi disponibili.

Da valutare attentamente, quindi, le novità concernenti il mondo della scuola, con il rinvio al 1° settembre prossimo delle modifiche al Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione, mentre risultano sin d’ora vigenti quelle relative al Decreto Legislativo 59/17, sull’arruolamento e la formazione dei docenti.
Su un altro versante, poi, permangono ambiguità sulle funzioni di assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale (AEC) degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali.

Un risvolto quasi paradossale viene evidenziato successivamente rispetto alle agevolazioni sulle spese per i cani guida, mentre si guarda con soddisfazione a quello che risulta essere il primo rilievo normativo nazionale per la Carta Europea della Disabilità, tessera di cui anche il nostro giornale si è già occupato in più occasioni, che dovrebbe permettere alle persone con disabilità di accedere a una serie di servizi gratuiti o a costo ridotto in materia di trasporti, cultura e tempo libero sul territorio nazionale, in regime di reciprocità con gli altri Paesi dell’Unione Europea.

Fondi vecchi e nuovi occupano la parte conclusiva dell’analisi di HandyLex.org, a partire da quello per le Non Autosufficienze, di cui si traccia una rapida cronistoria degli ultimi anni, evidenziando l’aumento da 450 a 550 milioni per gli anni 2019, 2020 e 2021, così come viene sottolineato anche l’incremento del Fondo per le Politiche Sociali, che in parte riguarda pure le persone con disabilità, e la conferma della dotazione del cosiddetto Fondo per il “Dopo di Noi”, derivante dalla Legge 112/16.
Gode di un aumento, inoltre, anche il Fondo per i caregiver familiari («20 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2018-2020, finalizzato a sostenere “gli interventi legislativi per il riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del prestatore di cure familiare”), in un quadro, però, che vede ancora la mancanza di quegli interventi legislativi che il Fondo stesso dovrebbe supportare.

Infine, due nuove voci, vale a dire il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia (3 milioni per il 2019, 1 milione per il 2020 e 3 milioni per il 2021), per le cui modalità d’impiego, tuttavia, non si prevede di consultare «le associazioni delle persone sorde né l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persona con disabilità». E il Fondo per l’accessibilità e la mobilità delle persone con disabilità, di cui non sono perfettamente chiari i possibili sviluppi, in particolare per ciò che riguarda la concessione dei contrassegni alle persone con disabilità.

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Al via le iscrizioni per l’anno scolastico 2019/2020: cosa si prevede per gli alunni con disabilità, DSA e altri BES?

Fonte www.disabili.com – Dal 7 al 31 gennaio saranno aperte le procedure per l’iscrizione al prossimo anno scolastico: le indicazioni nella circolare ministeriale

Nel novembre scorso il MIUR ha emanato la consueta circolare relativa alle iscrizioni al prossimo anno scolastico. In essa si prevede che le procedure per effettuare le iscrizioni siano attive dal 7 al 31 gennaio 2019. Ci sarà dunque tempo dalle 8.00 del 7 gennaio alle 20.00 del 31 gennaio 2019 per effettuare la procedura on line per l’iscrizione alle classi prime della scuola primaria e della secondaria di I e II grado. Tuttavia, già a partire dal 27 dicembre 2018 è stato possibile accedere alla fase di registrazione sul portale www.iscrizioni.istruzione.it. Chi è in possesso di un’identità digitale SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) può accedere con le credenziali del gestore che ha rilasciato l’identità.

Nelle Regioni che hanno aderito, le iscrizioni on line riguardano anche i corsi di istruzione e formazione dei Centri di formazione professionale regionali. Per le scuole dell’infanzia la procedura è cartacea, mentre l’adesione delle scuole paritarie al sistema delle Iscrizioni on line rimane facoltativa.
Per effettuare l’iscrizione on line le famiglie dovranno innanzitutto individuare la scuola di interesse. Sarà disponibile, a tale scopo, il portale Scuola in Chiaro che raccoglie i profili di tutti gli istituti italiani e consente di ricavare informazioni utili che vanno dall’organizzazione del curricolo, all’organizzazione oraria, agli esiti degli studenti ecc.

Oltre alle informazioni generiche sulle iscrizioni di tutti gli alunni e di tutti gli studenti coinvolti, la circolare contiene anche informazioni specifiche sulle iscrizioni di alunni con disabilità, con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e con cittadinanza non italiana.
Le iscrizioni di alunni/studenti con disabilità effettuate nella modalità on fine sono perfezionate con la presentazione alla scuola prescelta della certificazione rilasciata dalla A.S.L. di competenza, comprensiva della Diagnosi Funzionale. L’alunno/studente con disabilità che consegua il diploma conclusivo del primo ciclo di istruzione ha titolo, ai sensi del D. Lgs. n. 62/17, qualora non abbia compiuto il diciottesimo anno di età prima dell’inizio dell’anno scolastico 2019/2020, all’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado o ai percorsi di istruzione e formazione professionale.

Solo per gli alunni che non si presentano agli esami è previsto il rilascio di un attestato di credito formativo che è titolo per l’iscrizione e la frequenza della scuola secondaria di secondo grado o dei corsi di istruzione e formazione professionale regionale, ai soli fini dell’acquisizione di ulteriori crediti formativi. Gli alunni con disabilità ultradiciottenni, non in possesso del diploma conclusivo del primo ciclo ovvero in possesso del suddetto diploma ma non frequentanti l’istruzione secondaria di secondo grado, hanno diritto a frequentare i percorsi di istruzione per gli adulti.

Le iscrizioni di alunni/studenti con diagnosi di DSA, effettuate nella modalità on fine, sono perfezionate con la presentazione alla scuola prescelta della relativa diagnosi. Gli alunni con diagnosi di DSA esonerati dall’insegnamento della lingua straniera, ovvero dispensati dalle prove scritte di lingua straniera in base a quanto previsto dal citato D. Lgs. 62/17, conseguono titolo valido per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado.

Agli alunni/studenti con cittadinanza non italiana si applicano le medesime procedure di iscrizione previste per gli alunni/studenti con cittadinanza italiana. I minori titolari dello status di rifugiato o dello status di protezione sussidiaria hanno accesso, come anche i minori stranieri non accompagnati, agli studi di ogni ordine e grado secondo le modalità previste per i cittadini italiani. Anche per gli alunni/studenti con cittadinanza non italiana sprovvisti di codice fiscale è consentito effettuare la domanda di iscrizione on fine. Una funzione di sistema, infatti, consente la creazione di un codice provvisorio che, in seguito, l’istituzione scolastica sostituisce con il codice fiscale definitivo.

La circolare, infine, dedica un paragrafo all’obbligo vaccinale: i dirigenti scolastici devono trasmettere alle ASL entro il 10 marzo l’elenco degli iscritti di età compresa tra zero e sedici anni, inclusi i minori stranieri non accompagnati, per l’anno scolastico successivo. Le ASL, entro il 10 giugno, restituiscono tali elenchi con l’indicazione dei soggetti che non risultino in regola con gli obblighi vaccinali, che non rientrino nelle situazioni di esonero, omissione o differimento delle vaccinazioni e che non abbiano presentato formale richiesta di vaccinazione.

Nei dieci giorni successivi all’acquisizione degli elenchi con le indicazioni succitate, i dirigenti scolastici invitano i genitori, i tutori o i soggetti affidatari a depositare, entro il 10 luglio, la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni ovvero l’esonero, l’omissione, il differimento o la presentazione della formale richiesta di vaccinazione. Dopo il suddetto invito, i dirigenti scolastici trasmettono all’ASL, entro il 20 luglio, la documentazione presentata dai genitori o la comunicazione dell’eventuale mancato deposito per gli adempimenti di competenza e, ricorrendone i presupposti, per l’applicazione delle sanzioni.  Per la scuola dell’infanzia e i servizi educativi per l’infanzia la mancata presentazione di tale documentazione comporta la decadenza dall’iscrizione. Non determina, invece, la decadenza dall’iscrizione né impedisce la partecipazione agli esami, per gli altri gradi di istruzione.

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Vota Anffas su “Il mio dono”

Fonte www.anffas.net – Anche quest’anno Anffas Onlus Nazionale partecipa alla campagna “1 voto, 200.000 aiuti concreti”.  Un gesto che arriva al cuore!

Da mercoledì 12 dicembre 2018 e fino a giovedì 31 gennaio 2019 sarà possibile votare Anffas Onlus con un semplice click per sostenere concretamente la Piattaforma Italiana degli Autorappresentanti in Movimento “Io, Cittadino”, il primo movimento di Autorappresentanza italiano, composto da persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo dove le stesse hanno uno spazio per esprimere le proprie idee, opinioni e richieste rispetto a questioni che riguardano non solo la cura e l’assistenza, i servizi ed i diritti, ma anche le questioni di significato.

Partecipare è semplice e gratuito!

Clicca qui e vota Anffas Onlus Nazionale

Per esprimere la preferenza in sostegno di Anffas Onlus Nazionale è sufficiente:

  •     accedere al sito internet  www.ilMioDono.it e ricercare Anffas Onlus Nazionale (mediante “Ricerca per Organizzazione);
  •     selezionare Anffas Onlus Nazionale tra le associazioni;
  •     cliccare sul link di voto scegliendo, tra quelle proposte, la modalità con cui  votare.

Le modalità di voto sono semplici. È possibile infatti:

  1.     Votare con il proprio account Facebook, Twitter o Google Plus: si effettua il login sulla pagina dedicata e si conferma il voto con un click;
  2.     Votare inserendo nome, cognome e indirizzo e-mail all’interno del form dedicato;

Ogni preferenza accordata vale 1 punto.

Anche quest’anno effettuando una piccola donazione si potrà aiutare Anffas Onlus a scalare più velocemente la classifica finale: infatti, aggiungendo al voto una donazione PagOnline effettuata con le modalità previste dall’iniziativa e per un importo pari o superiore a 10 (dieci) euro, la preferenza accordata varrà 5 punti.

Anffas, grazie al contributo che riuscirà ad ottenere da Unicredit con il supporto di ogni singolo sostenitore, potrà sostenere le attività della Piattaforma Italiana degli Autorappresentanti in Movimento “Io, Cittadino!” e promuovere quindi l’autodeterminazione, l’autorappresentanza e la cittadinanza attiva delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo in tutta Italia (e non solo).

Sostieni anche tu la Piattaforma degli Autorappresentanti e invita i tuoi amici a fare altrettanto!

Grazie per il tuo gesto!

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3 dicembre 2018, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. Anffas rafforza il suo impegno a “non lasciare nessuno indietro”.

Anffas Onlus, Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettive e/o Relazionali, nella Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità si unisce a tutte le famiglie che rappresenta (e non solo) per ricordare, ancora una volta, che i diritti delle persone con disabilità sono diritti inalienabili cui non si può e non si deve rinunciare.

Il tema di quest’anno della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità – che si celebra in tutto il mondo il 3 dicembre, per volere delle Nazioni Unite, dal 1992 – è “Rafforzare l’empowerment delle persone con disabilità e garantire inclusione e uguaglianza” (“Empowering persons with disabilities and ensuring inclusiveness and equality”) concentrandosi quindi sull’empowerment delle persone con disabilità per arrivare allo sviluppo inclusivo, equo e sostenibile previsto nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
L’Agenda 2030 si impegna a “non lasciare nessuno dietro” qui comprese le persone con disabilità. Le stesse, in quanto beneficiari e agenti di cambiamento, possono seguire rapidamente il processo verso uno sviluppo inclusivo e sostenibile e promuovere la società resiliente per tutti, anche nel contesto della riduzione del rischio di catastrofi e dell’azione umanitaria e dello sviluppo urbano. I governi, le persone con disabilità e le loro organizzazioni rappresentative, le istituzioni accademiche e il settore privato devono lavorare come una “squadra” per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG).

Di seguito il messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, per la Giornata Internazionale delle Disabilità 2018

“Più di 1 miliardo di persone nel mondo vive con una qualche forma di disabilità. In molte società, le persone con disabilità spesso finiscono per disconnettersi, vivere in isolamento e affrontare discriminazioni.
Nel suo impegno a non lasciare indietro nessuno, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile rappresenta un impegno per ridurre le disuguaglianze e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, comprese le persone con disabilità. Ciò significa implementare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, in tutti i contesti e in tutti i paesi. Significa anche integrare le voci e le preoccupazioni delle persone con disabilità nelle agende e nelle politiche nazionali.
Oggi, le Nazioni Unite pubblicano il Rapporto ONU sulla disabilità e lo sviluppo 2018 – Realizzare gli OSS da, per e con le persone con disabilità. Il Rapporto mostra che le persone con disabilità sono svantaggiate rispetto alla maggior parte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ma evidenzia anche il numero crescente di buone pratiche che possono creare una società più inclusiva nella quale possano vivere in modo indipendente.
In questa Giornata internazionale riaffermiamo il nostro impegno a lavorare insieme per un mondo migliore che sia inclusivo, equo e sostenibile per tutti, dove i diritti delle persone con disabilità siano pienamente realizzati.”

Anffas va in questa direzione da diversi anni ormai – commenta Roberto Speziale, Presidente Nazionale Anffas Durante questi anni molti passi avanti sono stati fatti, specie a livello culturale. Sappiamo, infatti, oggi con molta più chiarezza qual è la direzione verso la quale ogni nostro sforzo ed azione deve tendere e che quella direzione non può che corrispondere con il rispetto dei diritti umani ed il miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie in Italia ed in tutto il mondo”.
“Purtroppo” prosegue Speziale “nonostante i progressi, abbiamo ancora necessità di un grandissimo cambiamento nelle politiche e nelle pratiche che riguardano i cittadini con disabilità: abbiamo bisogno di fare più ricerca, di avere dati, di abbattere lo stigma, di costruire e sperimentare prassi, tecniche e strumenti per offrire i giusti sostegni in ogni contesto di vita non solo alle persone con disabilità, ma anche alle nostre Comunità, affinché divengano realmente inclusive”.

In particolare l’Agenda 2030 mira a un rafforzamento dei servizi sanitari nazionali e al miglioramento di tutte quelle strutture che possano permettere un effettivo accesso ai servizi per tutte le persone. Sensibilizzare l’opinione pubblica al fine di favorire l’integrazione e l’inclusione delle persone con disabilità permetterebbe un processo rapido verso uno sviluppo inclusivo e sostenibile, in grado di promuovere una società resiliente per tutti attraverso l’eliminazione della disparità di genere, il potenziamento dei servizi educativi e sanitari e in definitiva, l’inclusione sociale, economica e politica di ogni cittadino.
Le persone con disabilità, risentono maggiormente delle carenze sanitarie, hanno minore accesso all’istruzione, minori opportunità economiche e tassi di povertà più alti rispetto alle persone senza disabilità. Ciò è in gran parte dovuto carenza di servizi, alle limitazioni nell’accesso alle tecnologie d’informazione, alla giustizia e ai trasporti. Senza considerare i molti ostacoli che devono affrontare quotidianamente.
La giornata del 3 dicembre deve ricordarci l’importanza di valorizzare ogni singolo individuo e di abbattere le barriere che limitano diritti imprescindibili.
È compito della società nel suo insieme, delle famiglie, dei singoli, fare crollare le barriere che impediscono la tutela dei diritti delle persone con disabilità verso una piena inclusione e partecipazione nella società.
Anffas da oltre 60 anni ha a cuore la dignità della persona e lotta per il rispetto dell’ autodeterminazione nelle sue scelte di vita. E questo significa perseguire, con passione e lungimiranza, l’obiettivo della loro inclusione nella scuola, nel lavoro e in tutte le attività in cui quotidiane.
“In questa importante giornata quindicontinua il presidente nazionale Anffasun pensiero lo rivolgo alle nostre famiglie Anffas, per il ruolo fondamentale che svolgono nell’aiutare i propri cari a superare le barriere di ogni giorno. L’impegno è di non lasciarle mai sole per fare sì che l’accesso pieno ad una Vita di Qualità per tutti scaturisca in modo naturale e non soltanto dalla fatica quotidiana dei singoli”.